Questo sito viene registrato nel 1999 per parlare principalmente di piante boicottate, piante innovative e per partecipare al movimento per la loro legalizzazione. Nel 2003 diventa un blog e segue gli spostamenti fisici e ideologici dell’Erbaviola, il nick che ho utilizzato per anni online, la ricerca di un’autosufficienza materiale e mentale, l’autoproduzione e l’ecosostenibilità declinata in tutte le forme, dall’orto ai saponi, dal pane alla casa, ai vestiti, a una concezione diversa del mondo e del vivere con cura.
Il sito erbaviola.com: tecnicamente, soprattutto per il suo essere online nonostante le mie distrazioni nel rinnovo domini, nell’aggiornamento di wordpress&c., devo tutto a alla competenza tecnica del mio compagno, senza il quale probabilmente non avrei il mio sito sul mio server ma passerei il tempo a imprecare con un call center indiano e il NIC. Solo grazie a lui (che è anche un blogger molto più bravo e famoso di me) mentre qualcuno tenta di hackerare il server, io me ne sto comodamente in poltrona ad ascoltare cose mielose tipo Keith Richards e Nora Jones che duettano in Love Hurts, in genere facendogli saltare i nervi.
Materialmente, questo sito è realizzato grazie a Wordpress, un sistema di online publishing che adoro, e al mio meraviglioso hakintosh per il quale devo ringraziare infinitamente Fabietto e Wiz che hanno passato una domenica a sistemarlo.
Le grafiche del sito si avvalgono delle mie ormai scarse competenze nel campo: più di dieci anni fa me la cavavo ottimamente con il vettoriale, oggi faccio tutt’altro e quando devo mettere mano a una grafica per cose personali mi accorgo che i programmi sono avanzati di almeno tre versioni e che quella in uso in studio ha il solo scopo di farmi sentire un’idiota.
Per questo i ringraziamenti per le grafiche del sito attuale vanno soprattutto alla mia vecchia scatola di acquerelli Winsor & Newton, ai pennelli per bambini che ho trovato in un mercatino e a un programma di grafica vettoriale che non cito perché visti i pietosi risultati potrebbero accusarmi di calunnia.
Ma ringrazio soprattutto la musica, unica panacea mentre litigavo con i CSS. La soluzione a tutto è stata mettere Futuro Imperfetto dei Punkreas con tutti i decibel disponibili delle cuffie e chiudere gli occhi buttando numeri, font e spaziature a caso, fino a raggiungere un risultato vagamente vicino a quello che mi prefiggevo.
Per le foto, che sono migliorate un pochino, con i miei tempi lentissimi, ringrazio una grande amica, fotografa e food blogger, Alice. Senza il suo corso sarei ancora persa per il mondo con la reflex sulla funzione Auto.
Uso un monitor speciale: un LG 32UN880 Ergo perché in ogni altro monitor vedo i colori sballati. A quanto pare, ho un’occhio assoluto, insieme a un’orecchio assoluto.