Cos’è l’obsolescenza programmata e come evitarla

Cos'è l'obsolescenza programmata? Si tratta di una pratica industriale che prevede la rottura o la cessazione del funzionamento di un prodotto dopo un determinato periodo dall'acquisto. In pratica, quando ti si rompe la lavatrice dopo solo cinque anni dall'acquisto. O anche meno.

da Grazia Cacciola
obsolescenza programmata

Cos’è l’obsolescenza programmata? Si tratta di una pratica industriale che prevede la rottura o la cessazione del funzionamento di un prodotto dopo un determinato periodo dall’acquisto. In pratica, quando ti si rompe la lavatice dopo solo cinque anni. O anche meno.

Se ne parla da anni ma la conoscono ancora in pochi. L’obsolescenza programmata è la responsabile dei nostri elettrodomestici che si rompono di continuo e senza ricambi disponibili.

In pratica costituisce un grosso vantaggio per il produttore che venderà più pezzi, un grande svantaggio per il pianeta che viene inutilmente inquinato da oggetti e componenti elettroniche difficilmente recuperabili e, ovviamente, uno svantaggio per le tasche dei consumatori.

Un esempio classico sono i grandi elettrodomestici. Le famiglie del 1960 avevano lavatrici che duravano anche trent’anni, ce ne sono anzi alcune tutt’ora in funzione. Ma di più, ci sono degli Amish che si sono modernizzati introducendo le lavatrici… del 1940! Quelle lavatrici rontonde, vintage e senza centrifuga, con lo strizzapanni esterno. Funzionano ancora.

Le rondelle di gomma misteriose

Ogni tanto guardo dei documentari assurdi, lo ammetto, ma con la scusa che li guardo in lingua originale per tenermi in esercizio. Uno di questi documentari seguiva la vita in una comunità Amish per un anno (spoiler alert: hanno concretizzato la totale assenza di cultura, arte e pensiero).

Uno dei momenti thriller era la rottura della lavatrice condivisa da alcune famiglie, un modello da museo su ruote, recente concessione moderna per loro. Guardo l’aggeggio molto interessata, chiedendomi com’è che quelle lavatrici hanno ottant’anni e io invece ne ho dovute cambiare sei in vent’anni. Va bene, lasciamone perdere una, perita per l’acqua ghiacciata conseguente a quel disastro in montagna, ma le altre cinque? Obsolescenza programmata, nient’altro. Si dovevano rompere e l’hanno fatto alla grande, puntualissime.

Intanto nel documentario arrivano due tizi barbuti, identici agli altri duecento della comunità, e aprono la lavatrice. Ci guardano dentro con l’aria di averla già riparata trecento volte e uno informa l’altro “Ezechiele, si sono consumate queste guarnizioni. Ci servono delle rondelle in gomma antivibranti di diversi spessori.” Cerco sul cellulare cosa siano e scopro che ci sono interi siti dedicati alle misteriose rondelle di gomma con cui aggiustare la lavatrice. Mi figuro anche mentre chiedo al mio ferramenta di paese “Vorrei delle rondelle in gomma antivibranti e anche di diversi spessori” e comincio a ridere da sola. Una volta gli ho chiesto un gorgogliatore per fermentati e mi voleva mandare nel negozio di strumenti musicali.

Nel frattempo Ezechiele va a chiederle ai vicini di casa. I vicini di casa Amish funzionano come Vinted, però con grandi cerimonie di benvenuto al posto del tabaccaio che mi guarda con odio perché entro solo per ritirare i pacchetti.

L’obsolescenza programmata di pezzi specifici

Mentre Ezechiele si intrattiene con Esther e i suoi quarantadue figli, affascinandola con il racconto thriller mozzafiato della rottura della lavatrice – dev’essere l’evento dell’anno – io mi appunto “rondelle di gomma antivibranti di diversi spessori per aggiustare le lavatrici”. Metti che mi serva in futuro. Magari posso aggiustare anche io la lavatrice…

L’illusione dura poco, cancello l’appunto perché svelano che la lavatrice della moglie di Ezechiele monta queste rondelle sostituibili, mentre le nostre lavatrici modernissime, extralusso, elettroniche, che si collegano anche al cellulare (solo per dirti che si è rotta la lavatrice e la devi ricomprare), montano dei pezzi di gomma plasticosa.

Le nostre sono equipaggiate con gomma a basso prezzo, puzzolente come la gran parte delle gomme a basso costo, che non esiste come pezzo di ricambio e viene messa in commercio solo attaccata a tre chili d’acciaio che si agganciano al cestello. Quando si consumerà, bisognerà cambiare tutto il blocco o buttare l’intera lavatrice. Il tutto dopo cinque anni o sei anni passati con la lavanderia che odora come il gommista di Maranello ogni volta che fai una centrifuga.

Come evitare l’obsolescenza programmata?

L’obsolescenza programmata è esattamente questo: le aziende hanno programmato che ogni 5, massimo 6 anni, gli devi comprare un elettrodomestico nuovo. Come me, c’è chi, come prima risorsa, va a cercare il pezzo vintage che durerà molto a lungo.

Con la lavatrice non ce la farei, quella degli Amish era enorme, già sono in crisi con l’ulivo, figurati un mastodonte a rotelle. Ma la macchina da cucire, piuttosto che un’impastatrice, sono pezzi con i quali si può sfuggire al giogo dell’obsolescenza programmata.

C’è gente che restaura le vecchie impastatrici KitchenAid, quelle precedenti all’acquisto dell’azienda da parte di Whirlpool. Sapevate che al tempo erano garantite per tutta la vita e addirittura il motore non doveva mai essere aperto e ingrassato? Era solo il 1984.

Un’altra azione intelligente è quella di acquistare da marche che garantiscono una lunga durata e una lunga presenza dei pezzi di ricambio sul mercato. Io lo faccio anche per gli elettrodomestici più piccoli.
Di questa macchina per il pane, per esempio, ho dovuto cambiare il cestello dopo averlo irrimediabilmente rotto. Moulinex è una delle aziende che hanno larga disponibilità di pezzi di ricambio, acquistabili anche dai consumatori e non solo dai centri di riparazione, ma è solo una delle aziende che seguono questa filosofia. Basta cercarle.

KitchenAid è un’altra. Per quanto siano imbattibili le impastatrici del 1960, posso dire per esperienza che ho un FoodProcessor KitchenAid da una decina di anni, che ho stressato non poco e a cui ho cambiato qualche pezzo per usura, riuscendo sempre a reperirlo senza fatica. In un solo caso ho dovuto mandare l’intero blocco in assistenza – e credetemi, sembravo la fidanzata del soldato che va al fronte “Tornerà? Quando torna? Quando lo rimandano a casa?”. Con una cifra modesta me l’hanno riparato e anche revisionato completamente montandomi un nuovo set di ciotole, già che c’erano.

Con l’inquinamento odierno, soprattutto quello da componenti elettroniche, sarebbe auspicabile una legge che vieti la pratica dell’obsolescenza programmata. Discorso molto ampio, che comprende l’economia, dalla produzione all’indotto, ma che dovrebbe comprendere, prima di tutto, la salvaguardia del pianeta.

5 metodi per evitare l’obsolescenza programmata

Riassumendo, i metodi per evitare l’obsolescenza programmata e che quindi i nostri elettrodomestici si rompano dopo pochi anni, sono questi:

1. Non considerare solo il prezzo al momento dell’acquisto

Il fatto che ci siano lavatrici da 150 euro, ha solo una ragione: sono costruite in modo molto scarso. Si romperanno dopo poco, spesso con riparazioni impossibili da fare o con il costo di una lavatrice di qualità superiore.

Non avrebbe più senso allora acquistare da subito un modello solido ma ricondizionato? Stesso prezzo, qualità superiore.

2. Considerare un usato ricondizionato di alta qualità

Non intendo il ricondizionato solo di nome di certe grosse catene, quello non ha senso. In genere si tratta solo di modelli da esposizione, scontati di molto poco.
Intendo il rigenerato vero. Guardate non solo online, ma anche attorno a voi, localmente. Sono nati e stanno nascendo tanti centri di ricondizionamento degli elettrodomestici, dove per esempio una lavatrice Miele che durerà altri vent’anni costa come una nuova di infima marca che si romperà a breve, con destinazione l’isola ecologica. Certo, magari non avrà il collegamento wifi con il vostro smartphone ma… la mia ce l’ha e, parafrasando Guzzanti, mi chiedo “lavatrice, ma io e te, che se dovemo dì?”.

3. Verificare sempre la possibilità di acquistare parti di ricambio

I pezzi si possono rompere e spesso possiamo sostituirli da soli. Come dicevo sopra, ci sono diverse marche che garantiscono i pezzi di ricambio a lungo. Basta controllare online se sono in vendita e i termini dell’azienda, al momento dell’acquisto.

4. Verificare i servizi di assistenza in zona

Pochi ci pensano, ma il centro di assistenza in zona è importante. Lasciando perdere le città dove c’è tutto, appena fuori il discorso cambia e parecchio. Io per esempio accarezzavo il sogno di acquistare una macchina da cucire Husqvarna, un modello in particolare che adesso non è nemmeno più in vendita. Ad una prima analisi, sembrava ci fossero centri assistenza ovunque, salvo poi scoprire che erano tutti riparatori di motoseghe Husqvarna, altro settore.

Cosa avrei fatto per far valere la garanzia? Avrei dovuto portare la macchina da un multimarca a Ravenna, un negozio tremendo in cui sono già stata (e già qui… piuttosto che portare una macchina da cucire in quel posto, la lancio dalla finestra per vedere se atterra aggiustata – e avrebbe più probabilità così!). Avere un centro di assistenza vicino è fondamentale. Se non c’è, cambio marca.

Per la macchina da cucire, alla fine, tanto per ricollegarmi a un metodo precedente, ho preso un’ottima Elna ricondizionata, da un negozio che mi garantisce un’assistenza negli anni, assistenza di cui non ho ancora avuto bisogno. Chiudesse il negozio, potrò andare in tutti i centri di assistenza Janome (adesso Elna è nel gruppo Janome).

5. Informarsi da altri che hanno acquistato lo stesso elettrodomestico

Per esempio, a me piace moltissimo, come a tanti, un certo frigorifero in stile anni Cinquanta. Ma quando ho dovuto comprare il frigorifero in seguito all’ultimo trasloco, non ho preso quello. Mi piaceva molto, ci stava, ma non l’ho comprato. Chiedendo in un gruppo di cucina chi ce l’avesse, ho ricevuto così tante recensioni negative da chi ci conviveva da anni che potevano già bastare.

Un’amica, per me molto affidabile sull’argomento, mi ha detto che in un paio d’anni aveva dovuto chiamare l’assistenza già quattro volte. Non solo non gliel’hanno sostituito sebbene ancora in garanzia (e questo è già grave) ma ha anche dovuto pagare dei pezzi che, secondo il loro insindacabile giudizio, aveva rotto lei. Vi assicuro che non è possibile che li avesse rotti lei. Mi sono resa conto di quanti mi raccontassero storie analoghe e ho dedotto che non solo il frigorifero era tutta apparenza, ma che il comportamento dell’azienda era inqualificabile e non volevo averci a che fare.

Una tecnica ulteriore in questi casi, ma da usare in combo con il chiedere in giro, è quella di verificare le vendite online. Ho appena guardato al volo prima di pubblicare questo articolo: di quel frigorifero ce ne sono in vendita tre solo vicino a casa mia e tutti e tre hanno meno di due anni. Se cerco invece la marca che ho scelto, vedo solo vecchi modelli di tanti anni, il che vuol dire che chi l’ha comprato non vuole darlo via per disperazione.

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18 Commenti

Stefania Ottobre 8, 2023 - 1:24 pm

I tuoi articoli sono sempre interessanti, accurati e ironici. Brava!

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Grazia Cacciola Ottobre 8, 2023 - 3:43 pm

Grazie di cuore Stefania, sei molto gentile!

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Diana Ottobre 8, 2023 - 4:30 pm

Come al solito, trovi argomenti sensati e dai consigli utili.
L’obsolescenza programmata è la “base-truffa” della produzione contemporanea.
E nel settore elettronica raggiunge il massimo! Mi spieghi perché una stampante nuova, con cartucce, costa quanto le cartucce di ricambio? e dopo pochi anni e pochi utilizzi, si rompe? la mia adesso funziona solo come scanner, ma la tengo lo stesso e la uso per scannerizzare gli scontrini della farmacia per la dichiarazione dei redditi. Se, proprio proprio, devo stampare qualcosa (ed è rarissimo) vado in copisteria.
E vogliamo parlare dei telefoni cellulari? Qui il consumismo tocca il delirio.
Comunque, mia mamma 94enne ha ancora, funzionante, un aspirapolvere comprato appena sposata e una 100gradi di almeno 20 anni riparata da un “omino” geniale.
Ma l’importante è resistere, resistere, resistere.
Un abbraccio

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Grazia Cacciola Ottobre 8, 2023 - 6:08 pm

Grazie Diana, ti abbraccio… siamo insieme in questo fiume di oggetti in cui vogliono soffocarci. La tecnologia per il lavoro purtroppo la subisco e non ho ancora trovato rimedi se non il cercare di far durare tutto il più possibile e aver bisogno del minor numero di device possibile. Con un grande OM.
Invidio davvero le generazioni precedenti, sia per non aver dovuto affrontare il collasso prossimo dell’ecosistema mondo, sia per il non aver avuto bisogno di tutti questi orpelli tecnologici… e sia perché i loro avevano una durata decisamente superiore! E si potevano aggiustare!
Resistiamo, dai!

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Grazia Cacciola Ottobre 8, 2023 - 6:11 pm

p.s. le stampanti… terribile. Con tutta la crisi dei chip e il relativo inquinamento! Assurdo.

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Giulia Ottobre 9, 2023 - 8:34 am

Grazia sei fantastica!!! Sapevo dell’ obsolescenza programmata e credevo che potessimo sfuggirgli solo cercando di riparare da soli. Vorrei condividere i tuoi suggerimenti nella newsletter del nostro gruppo di acquisto… posso?
Grazie grazie grazie per tutti questi anni di ILLUMINAZIONE, sei tanto preziosa! ❤️
Giulia

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Grazia Cacciola Ottobre 10, 2023 - 11:53 am

Ciao Giulia, certo che puoi, basta che ci siano i riferimenti al testo originale! Grazie mille, anzi. Se facciamo scelte diverse in tanti, può cambiare anche il mercato. Un abbraccio!

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Elisa Ottobre 9, 2023 - 9:53 am

Ciao Grazia
i tuoi articoli sono sempre interessanti. Io ho un tritatutto della Mulinex che mi hanno regalato quando mi sono sposata venti anni fa. Ogni volta che lo guardo e lo uso gli faccio i complimenti perchè è un vero “duro”..:-).
un abbraccio Elisa

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Grazia Cacciola Ottobre 10, 2023 - 11:54 am

Cara Elisa, penso che saremo tutte invidiose del tuo tritatutto di vent’anni! In generale vedo che i francesi hanno politiche migliori per quanto riguarda la durata degli elettrodomestici… Un abbraccio!

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claudiag Ottobre 9, 2023 - 11:55 am

Sulla odiosa “obsolescenza programmata” si potrebbero scrivere interi libri, io sarei per la riparazione senza fine, ma non è è di questo mondo. Cerco di comprare solo quello che è davvero necessario e sono disposta a spendere per avere un oggetto che duri. Purtroppo neppure questo protegge da brutte sosprese: la nuova lavastoviglie “blasonata” lava peggio della precedente più economica e per riparare una lavatrice Miele (dopo quasi vent’anni, però) mi è stata chiesta un cifra quasi equivalente all’acquisto del nuovo… Trovo ottimo il consiglio di cercare elettrodomestici ricondizionati.

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Grazia Cacciola Ottobre 10, 2023 - 12:00 pm

Ciao Claudia, hai provato a vedere se vicino a te ci sono progetti come officine del riuso o anche solo ‘aggiusta-tutto’ indipendenti, non del marchio specifico? In Emilia Romagna ci sono i ‘ciappinari’, quelli che fanno i ‘ciappini’, le piccole riparazioni. Spesso sono ex operai specializzati di aziende di elettrodomestici che sanno fare ottime riparazioni. Di solito si trovano con il passaparola, anche se ho visto dei furgoni con nomi tipo “I ciappinari” e “Il re del ciappino”!
Un abbraccio!

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Vale Ottobre 9, 2023 - 1:08 pm

Adesso sono curiosa del frigorifero stile anni cinquanta, che piacciono un sacco anche a me… e finita ho sempre evitato più che altro per i prezzi (invece dovrò girarmi tremila mercatini-siti web per la credenza, quando un dì cambierò casa).

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Grazia Cacciola Ottobre 10, 2023 - 12:01 pm

Ciao Vale, caschi bene… i mercatini sono pieni di vecchie credenze, c’è solo da scegliere! penso sia la parte meno onerosa di tutta la questione “casaletto in campagna” 🙂 Un abbraccio!

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Michela Ottobre 10, 2023 - 8:57 am

Grazie per l’interessante articolo, conoscevo l’obsolescenza programmata anche se su alcuni dei punti che segni non ci avevo mai riflettuto (ad esempio l’assistenza in zona). Servirebbe sicuramente una legge per evitare questa truffa legalizzata.

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Grazia Ottobre 10, 2023 - 12:05 pm

Sì, dovrebbe davvero esserci una legge europea che lo impedisca. Di sicuro in Italia troverebbero delle deroghe per permettere lo stesso la cosa (vedi caso della politica europea plastic-free dell’articolo precedente), ma sarebbero obbligati comunque a ridimensionare la questione. Temo che su questo punto gli interessi economici siano enormi visto che ormai il settore elettrodomestici si regge proprio sull’obbligo di acquisto in seguito a rottura. Il ricondizionato e le officine locali di riparazione mi sembrano la risposta migliore per sfuggire a questo obbligo 😉

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Vera Adiantum Novembre 3, 2023 - 6:50 pm

Lavatrice AEG dell’1982 cambiata nel 2020 perchè mi sono trasferita e ecco qualche piccolo guaio cominciava ad averlo. Poveina si stava anche arrugginendo 😀

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Grazia Cacciola Novembre 11, 2023 - 11:31 am

Temo che la rimpiangerai a lungo 😀 Non credo che ne esistano più che durino 40 anni! Io ho una LG di fascia alta e a 5 anni dall’acquisto si sta già arrugginendo…

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Claudia Novembre 19, 2023 - 8:33 pm

Confermo: alcuni anni fa abbiamo acquistato una piccola mansarda in un paesino del trentino, arredata e corredata di tutto, compresa una lavatrice San Giorgio anni 80 probabilmente in adamantio: ha quattro programmi (non so voi, ma io le tute da astronauta preferisco portarle in tintoria…) ed è completamente meccanica. Funziona perfettamente, lava come quella avanguardista che abbiamo in città ma una piccola pecca c’è: la centrifuga arriva al massimo a 600 giri e perciò i panni impiegano un sacco di tempo ad asciugarsi (ovviamente all’aria). Ho pensato di sostituirla ma non ce la posso fare: innanzitutto per portarla via dovrebbero probabilmente scoperchiare il tetto e poi dove potrei trovare una degna sostituta che duri altrettanto? Perché non fanno più lavatrici MECCANICHE, con 4 programmi e garanzia almeno decennale? Io sarei più che disposta ad investire in un prodotto durevole, garantito, semplice da riparare, funzionale e magari pure fatto in Italia…

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