A distanza di tre mesi dall’alluvione in Emilia Romagna del 2023, ho voluto raccogliere in un solo post anche il lato comico di quei quindici giorni tremendi che difficilmente dimenticheremo.
Li ho raccolti molto più tardi, durante l’estate, finito il momento della paura e anche quello degli aiuti. Ero seduta vicino a un’acqua meno terribile, quella delle onde che sciabordavano nelle mie mattine in spiaggia. La mia cura per il periodo pesante appena passato.
Per motivi di praticità e immediatezza, nei giorni dell’alluvione invece ho scritto solo sulla mia pagina Facebook. Per mantenere una traccia di questa esperienza, ho raccolto tutto nel post precedente. Quelli sono post seri (a parte il simpatico razzista), così ho pensato che, a distanza di mesi, ci potessero stare anche le parti umoristiche, perché queste ci sono sempre nella vita e spesso sono una salvezza, almeno una salvezza spirituale.

Perché durante l’alluvione in Romagna ho scritto solo su Facebook
Il primo motivo è legato alla complicazione delle comunicazioni durante l’alluvione 2023. Un problema ricorrente: le istituzioni italiane sono composte da rintronati che postano le notizie sul social più vecchio e disfunzionale del pianeta Terra, Facebook appunto.
Non inseriscono le notizie sui siti istituzionali che spesso sono costati decine di migliaia di euro. Non li sanno usare o non li vogliono usare o quell’unico impiegato che aveva fatto il corso per usare il sito del comune nel 2001 ora è in pensione da vent’anni. O, più semplicemente, perché sono convinti che Facebook sia un’istituzione come le Poste e l’Inps. Non stupitevi, ho lavorato ad alcuni di questi progetti e conosco bene l’ambiente degli enti pubblici.
Così ci sono stati impiegati comunali che durante l’alluvione in Emilia Romagna sono riusciti persino ad aggiornare Tik Tok con un balletto, ma non il sito del comune.
Ci sono stati sindaci che durante l’alluvione in Romagna hanno trasformato la loro pagina personale in una pagina istituzionale per i propri concittadini. Se scorrevi un po’, potevi vederli qualche mese prima mentre, in slip da nuoto, brindavano ubriachi al Bagno Calipso di Pinarella. Oppure leggere le loro appassionate poesie alla “mogliettina” taggata, che nel frattempo però è diventata la ex moglie. Andando alla pagina taggata, trovi la mogliettina che si fa i selfie con il nuovo fidanzato, un bagnino di Fuorigrotta – storia vera.

L’alluvione e l’era dei social istituzionali
Mi sentite troppo polemica per questa cosa dell’usare i social invece dei canali istituzionali? Abbastanza. Dopo mesi non mi è ancora passata. Io, per sapere se in mezzo all’alluvione più drammatica degli ultimi cinquant’anni potevo ancora sperare o sarei affogata in casa di lì a poco, ho dovuto mettere il like alla pagina personale di alcuni sindaci di cui non condivido assolutamente il pensiero. Più quello del mio paese, di cui condivido il pensiero e per niente la comunicazione, ma almeno non scrive poesie orrende alla sua ex.
A quel punto, ad ogni mio like alla pagina di un sindaco, ai miei tredicimila lettori di Facebook compariva la notifica “A Grazia Cacciola – erbaviola piace il sindaco di Focaccino sul Forno“. Focaccino sul Forno è uno pseudonimo, non intasate Google Maps.
Allora ho dovuto rimediare al fatto che qualcuno potesse immaginarmi come una groupie di quel sindaco razzista, omofobo e maschilista – o come un’abitante di Focaccino sul Forno. Sono stata costretta a mettere il like ad altri venti sindaci accettabili, per equilibrare le cose. Alla fine, per sapere cosa succedeva in tempo reale, seguivo tipo cinquanta comuni e relativi sindaci.
Ero in mezzo all’alluvione in Emilia Romagna, ma informata su tutte le sagre della piadina da Comacchio a Cattolica. Perché lo spirito emilio-romagnolo comporta anche questo: a dieci metri da te stanno annegando, ma se ormai c’è in ballo la sagra del cappelletto fritto affumicato, si tira fuori tutto l’armamentario, si fa la sagra e si invitano semmai gli alluvionati o si fa la raccolta fondi per loro.

Le mirabolanti comunicazioni durante l’alluvione in Emilia Romagna
Per riassumere le comunicazioni istituzionali durante l’alluvione in Romagna: nessuno è stato così intelligente da utilizzare il portale della Protezione Civile Nazionale oppure almeno quello dell’Unione Comuni della Romagna.
Nessuno che abbia detto: “Mettiamo le comunicazioni in un solo posto così quei dementi dei nostri elettori non girano per tutti i social a cercarle!“.
Lo so, è un’idea eccezionale, la brevetterò per poi mandarla su tutte le cavolo di bacheche Facebook dei sindaci, delle loro mogli, ex mogli, amanti, bagnini e parenti fino al decimo grado. Magari alla fine qualcuno mi darà retta.
C’è sempre l’eccezione. Ci sono stati alcuni rarissimi comuni che hanno informato i propri cittadini in tempo reale, usando il sito del comune.
Personalmente mi sono affezionata alla pagina delle news del comune di Lugo, che sta lontano da me, ma che era velocissimo a postare i comunicati della Protezione Civile per tutta la Romagna. Scoperta la cosa, ho lanciato il passaparola in zona “Sul sito del comune di Lugo mettono i comunicati della Protezione Civile appena gli arrivano!”.
Quegli stessi comunicati che gli altri comuni si tenevano gelosamente per sé, compresa la Protezione Civile stessa che non li metteva sui suoi siti.
Alla fine ci siamo iscritti anche a tutti i social del comune di Lugo. Volevamo essere tutti informati per tempo. Così, in mezzo alla paura di perdere casa e lavoro, del vivere confinata al piano di sopra, del continuare a scrollare le pagine dei social per vedere se l’acqua arrivava anche qui, in mezzo alla tristezza per chi aveva già perso tutto… ho ricevuto tanti messaggi di vicinanza, per la maggioranza da gente che mi credeva a Lugo.

Le domande, quelle intelligenti, da fare a una che è in mezzo all’alluvione in Romagna
Ma ho anche iniziato a ricevere messaggi privati come questi di seguito, a cui mi pregio di rispondere ora. Non è mia intenzione prendere in giro chi mi scrive, anzi. L’unica cosa che mi ha fatto piacere, nell’assurdità di queste email, è stato il constatare che non arrivavano da mie lettrici ma gente che passava per caso dalla mia pagina, magari per il classico post condiviso da altri.
I miei lettori sono migliori e me ne vanto! Facebook invece mi mette in vetrina al discount.
L’empatica.
“Ciao, vivi a Lugo? Pazzesco, io ci andavo in vacanza quando avevo sei anni, è una zona bellissima! C’è ancora il Campeggio Rosina? Ci sono andata nel 1992! Fammi sapere! Salutameli!!!”.
Sì, guarda, solo un attimo che scende l’acqua e vado a piedi nel fango fino a Lugo per chiedere che fine ha fatto il Campeggio Rosina del 1992. Te li saluto di sicuro, come fosse già fatto.
La maestrina.
“Lugoooo??? Ma veramente??? Lugo è inquinatissima! Come si fa a parlare di ecologia e vivere a Lugo???”
Non hai visto le notifiche di Facebook? Mi piacciono tutti i sindaci dei dintorni e tutte le pagine del comune di Lugo. Alla fine ho dovuto trasferirmi. Che senso aveva ammirarli solo da lontano?
P.s. Non mi risulta che Lugo sia così inquinata.
Consigli immobiliari urgenti.
“Ciao Grazia, ho visto tramite una mia amica di Facebook che tu abiti a Lugo, posso chiederti come sono i prezzi delle case lì? Come si arriva al mare? Non è troppo distante? Hai conosciuto Giuseppe Giacobazzi? Spero che mi risponderai presto!”.
Contando che in questo momento Lugo è allagata e le case sono in ammollo fino al primo piano, posso ipotizzare un calo dei prezzi. Ma solo perché sono un genio dell’immobiliare. Mi raccomando, è un segreto, tieni l’informazione solo per te.
Per le stesse ragioni, visto che in queste ore si sta creando un unico grande lago da Forlì a Comacchio, direi che a breve le case a Lugo si classificheranno per la vista mare. Il Pavaglione lo riconvertono in Yacht Club, ho sentito. In spiaggia a piedi, tuffi dalla Rocca Estense.
Giacobazzi no, purtroppo non lo conosco. Ma una volta a Monghidoro ho incontrato Gianni Morandi e l’ho salutato con entusiasmo, ricambiata. Pensavo fosse un mio ex vicino di casa, lui comunque è stato molto gentile. Se gli amici presenti non mi avessero avvertita subito dopo, sarei rincasata contenta di aver salutato Roberto e averlo trovato in forma. Quindi, ora che ci penso, magari conosco Giacobazzi ma non me ne sono accorta. Fai prima a chiedere a lui.
Tutto gratis per i parenti.
Ciao Grazia, ho visto che adesso abiti a Lugo! Anche il cognato di mia sorella abita a Lugo, com’è piccolo il mondo! Senti mi consigli un libro sull’autoproduzione da scaricare gratis?
Ah ma caspita, il cognato di tua sorella certo! Com’è piccolo il mondo, è il fratello della cognata del mio dentista! Gli ho appena girato su whatsapp un link segreto da cui puoi scaricare tutti i libri gratis, digli di mandartelo.
(Bloccata. Chi deruba a autori, editori e librerie non è mio amico.)
Una risposta per tutti.
Comunque, alla fine, grazie all’alluvione in Romagna, mi sento un po’ di Lugo anch’io – e vista la quantità di iscritti che ho portato alle loro pagine social, dovrebbero darmi la cittadinanza onoraria. Comunque, a margine: Non abito a Lugo!

I miei momenti più ridicoli durante l’alluvione in Romagna
In mezzo al dramma dell’alluvione in Emilia Romagna, però, vorrei ricordare anche un paio di momenti umoristici personali. Ci sono sempre, anche in mezzo ai drammi.
I potenti mezzi di comunicazione locale
Partiamo dal vincitore indiscusso della sezione “idee geniali” durante l’alluvione 2023, a cura della Protezione Civile: l’automobile con megafono gracchiante che passa in mezzo alle case, teoricamente sollecitando tutti a restare ai piani alti. In realtà sollecitando tutti a “…are … IMPORTANTE! Stare… ani alti! …RIPETO! … ani alti! … crrrrrr… crrrr…fzzzzz“. Seguita puntualmente da gente che esce in strada e si consulta con i vicini su cos’abbia detto il potente mezzo.
Si affaccia una simpatica novantenne e guarda perplessa la figlia nella casa a fianco: “Marisa, hai sentito? Ha detto di tenere gli ani alti?!”
“Ma no mamma, sarà cani! Ha detto cani alti! Bisogna mettere i cani in alto se arriva l’acqua”
Arriva la dirimpettaia. “No no! Io ho sentito “importante! State con i piedi alti!“… Bisogna tenere i piedi in alto per non bagnarsi”.
La novantenne si impunta “Teresa, non ha detto piedi! Ha detto ani! Io ci sento ancora bene! Ani alti! Sarà che con questa alluvione non passano a ritirare i pannoloni, vedrai”.
L’era di internet e noi con il megafono di Don Camillo e Peppone.
Le mie idee molto intelligenti per salvare il contenuto della casa
La nostra idea più geniale per salvare il salvabile dal primo piano durante l’alluvione in Emilia Romagna: trasportare il divano al piano di sopra, per metterlo in salvo in piedi nella vasca da bagno, con tutti i suoi cuscini. E passare i successivi giorni a lavarci nel bidet e lavandino. Finché non mi sono fatta coraggio e ho fatto docce in volata al piano di sotto, con la paura che si trasformassero improvvisamente in fanghi.
Conclusione: il divano nella vasca per dieci giorni rompe e quando devi riportarlo giù ti viene l’ernia perché non hai più l’adrenalina dell’inizio, quando volevi portare in salvo tutto, come uno scoiattolo impazzito.
Le mie idee mooolto intelligenti per gli animali
Vince il premio Alluvione 2023, Sezione animali domestici, l’ideona di trasformare un angolo del mio studio in una mini-cucina e maxi dispensa, casomai fossimo restati bloccati lì per giorni come quelli di Lugo, appunto. Risultato: dieci giorni a lavorare tenendo il gatto lontano dalle borse frigo e dal cibo secco. Dovesse ricapitare, l’angolo cucina va nello studio del mister, non nel mio.
Le prove “noi e il gatto sul tetto”.
Io che al terzo giorno vengo assalita da una crisi di panico e sotto gli occhi pazienti della mia metà mi metto a riempire di furia una valigia. Annuncio che, se lui vuole restare, resti pure, ma io me ne vado con il trasportino del gatto, non ho intenzione di farlo di notte dentro l’acqua come quelli di Faenza.
Dove vado, mi chiede. “Non lo so, in albergo cento chilometri più su o più giù, a casa di un’amica, non lo so! Non sto qui ad aspettare di essere allagata! Tanto non si può fare niente a star qui! Se l’acqua arriva, arriva! Torno quando va via!”.
Telefono al mio comune per sapere da dove si può passare, quali strade sono aperte. “Nessuna, però puoi girare dentro il paese, è allagato solo tutto intorno.” Solo, mi dice. Tipo una panic room gigante in mezzo a un lago, che non puoi aprire e rischia di allagarsi. Panico vero.
Per calmarmi, la mia metà è dovuto salire nel sottotetto e dimostrarmi con una prova dal vivo che sia noi che il trasportino del gatto Koi passiamo dagli oblò e possiamo aspettare i soccorsi sul tetto. Mi ama.
Koi, visto apparire il trasportino, ha ipotizzato una trasferta dal veterinario e ha iniziato a miagolare isterico. Doppia crisi di panico, io e il gatto Koi. L’alluvione fuori. Ci ama.
Il mio cambio di prospettive con l’alluvione in Romagna.
Il 22 maggio arriva la notizia che forse da noi si allagherà tutto il paese nella notte. Non puoi fare niente, non puoi andare da nessuna parte, puoi solo aspettare e sperare. Consorzi bonifica da mezza Italia, agricoltori e idrovore lavorano incessantemente per cercare di non farci allagare. Abbiamo paura e siamo stanchi, ormai.
Vedo che un vicino di fronte sta armeggiando con gli ingressi e, visto che è esperto, mi informo. Isola le porte con della schiuma e dei pezzi di poliuretano. Da noi, essendo più vicini al mare, lontani dall’inizio dell’alluvione, se arriva l’acqua sarà al massimo una ventina di centimetri con moto lento, si può magari evitare di farla entrare isolando le porte.
Voglio fare anche io come lui! Usiamo tutto quello che ho nel mio fai-da-te, compresi i miei pannelli per gli sfondi fotografici e la gommapiuma che stavo usando per restaurare delle sedie. Isolo la porta d’ingresso e il garage fino a ottanta centimetri. Da lì in poi, le comiche per uscire e entrare. Tira su la gamba, passa lo sgabello, passa dall’altra parte la scaletta, scavalca.
Tempo tre giorni e frano rovinosamente nel patio nel tentativo di uscire di casa. Mi slogo una caviglia, rompo un pannello, svernicio la porta d’ingresso e commento sorridente rialzandomi “Non è niente, dai, pensa quelli con l’acqua in casa”. In un altro momento avrei indetto la convention di tutti i santi, con vocalizzi udibili in Sicilia.

Gli anziani, quelli saggi
Durante l’alluvione ho rimpianto molto quei nonni di una volta, quegli anziani saggi, che maturavano con l’età, che capivano e davano il buon esempio.
Abbiamo assistito allo spettacolo patetico di anziani che si ritenevano invece superiori a qualsiasi misura di sicurezza, anche le più banali, quelle che secondo me non ci sarebbe nemmeno stato bisogno di enunciare. Giorni e giorni a ripetere di portare il necessario ai piani alti, di stare ai piani alti. E loro stavano a piano terra, imperturbabili, in compagnia di medicine e abiti ordinatamente riposti nell’armadio.
“Portate ai piani alti medicinali, una valigia con il cambio per qualche giorno, cibo già pronto e bottiglie di acqua”. Istruzioni semplici, ci arrivava anche un sasso. Ma non una quantità di anziani nel 2023. Loro sono ribelli. Hanno passato la vita tra la fabbrica e il centro commerciale, ma improvvisamente si credono Che Guevara.
Poi l’alluvione gli entrava in casa e li rivedevi in tv, infangati da testa a piedi, mentre venivano soccorsi e ingombravano inutilmente ambulanze, ospedali e centri di raccolta. Potevano starsene tranquilli al piano di sopra della casa oppure andare dal giorno prima in uno dei tanti centri di accoglienza. Ma no: meglio il piano terra che si allaga e il salvataggio eroico nella notte. Tanta roba da raccontare per anni al bar, tanta roba.
Dopo un altro po’, riemergevano in qualche programma di piagnoni a commiserarsi per la tremenda avventura dell’onda anomala (inesistente) che gli è entrata in casa – e il fatto che ora sono rimasti senza medicine, senza cibo, senza acqua! Incredibile, vero? Ma non è colpa loro, giammai. Colpa della Regione e del Comune.
Tanto poi ci sono i soccorsi che li riforniscono di tutto punto, mentre loro vanno avanti a lamentarsi all’infinito.
L’Umarell dell’alluvione
Ma non posso esimermi dal riportarvi la genialità degli anziani che sostavano sulle sponde dei fiumi, in puro stile Umarell. Tutte teste canute, in maggioranza uomini. Io ho proposto, già che si intestardivano a sostare sugli argini rischiando di essere travolti, di utilizzarli insieme ai sacchi di sabbia per contenere la piena. Almeno gli si dava uno scopo. Un coordinatore della Protezione Civile mi ha sentita e ha risposto “Non son buoni neanche per quello, le teste vuote galleggiano”. In effetti…
Di non sostare sugli argini gliel’hanno detto, gliel’hanno scritto sugli avvisi: non andate sugli argini, è pericoloso. Hanno dovuto spostare delle pattuglie della Polizia Locale, già provatissime dalle giornate e nottate dell’alluvione, per andare sugli argini a dare le multe a questi umarell che, ovviamente, nel momento in cui venivano multati si sentivano ammantati della gloria del ribelle e minacciavano cause, querele e ritorsioni elettorali.
Non vi sto a raccontare quando hanno iniziato ad arrivare le idrovore mobili o quando i contadini si sono messi a pompare l’acqua dagli allagamenti ai campi con una decina di trattori, schierati sull’argine. Lì è diventato proprio impossibile contenere i nonni che scappavano nelle campagne. Non so se da giovani abbiano dimostrato la stessa bramosia per l’amata, ma non credo, perché in quel caso li avrebbero classificati come pericolosi maniaci. Una torma di zombie in giro per le campagne sbavando “idrovora… idrovora…”.
Penso che andrebbe aggiunto ai piani di sicurezza che, in caso di alluvione, è necessario fare dei pullman di umarell e scaricarli davanti a un cantiere della metropolitana di Milano. Poi, a alluvione finita, si riportano a casa sani e salvi.
12 Commenti
Bentornata. ❤️
Evviva! Splendida sorpresa il tuo ritorno! Cominciavo a preoccuparmi sul serio…!
Come sempre, grazie delle risate, l’immagine dei nonni ribelli sugli argini resterà indelebile… stavo già ridendo sonoramente dalle tue risposte a quei messaggi assurdi. C’è davvero della gente con zero empatia, che tristezza… e brava tu che riesci a riderci sopra, Suggerimento: una rubrica “la posta di Erbaviola” 😛 (sì, é un suggerimento egoistico! ☺️
Ciao Martina, grazie, Accolgo il suggerimento per il futuro ma… confido di ricevere messaggi molto migliori fuori dai social. Da questo sito arrivano solo email intelligenti e affettuose, non lo dico per dire. Ti abbraccio! ❤️
Grazie Vale, ben ritrovata! ❤️
Bentornataaaaa! Trovare la tua newsletter stamattina é stata una bellissima sorpresa. Capisco bene il tuo sconforto. Molto spesso anche io penso che sia inutile essere l’unica tra i miei amici e conoscenti che si preoccupa di vivere in modo più sostenibile. Poi allargo lo sguardo e ci sono persone come te ❤️ leggerti é sempre un piacere e un supporto, grazie ☺️ 🙏
Cara Elena, grazie di cuore! Fa bene anche a me sentire la tua e le altre voci, dobbiamo proprio farci coraggio a vicenda. Ti mando n grande grande abbraccio!
Bentornata, Grazia. che esperienza…. sempre un piacere leggerti, comunque. riesci a strapparmi piu’ di un sorriso ogni volta. forza e coraggio a tutti noi! un abbraccio
Cara Giuliana, grazie! Ben ritrovata! Sì, forza a noi, a vicenda, è proprio il caso. Un abbraccio
finalmente Grazia!
hai stemperato un po’ – giustamente – i terribili giorni di questa alluvione. Da me si è solo allagato il giardino ma mia nipote a Cesena che è stata “graziata” ci ha raccontato e mandato foto di scene spaventose.
Ed ora si riparte! aspetto le foto della cucina!!!
Ciao Cri, che bello ritrovarsi! Sì, bisogna esorcizzare tutto con una risata quando si arriva alla fine. Cesena ho visto, anche lì se la sono vista bruttissima…
per la cucina contaci, comincerò subito! Un abbraccio
Riuscire a cogliere anche aspetti umorisitici in questi frangenti è qualcosa che giudico come una dimostrazione di grande intelligenza e, dunque, ammiro molto.
Grazie Claudia, diciamo che è diventato un sistema spontaneo di sopravvivenza. Ti abbraccio!