Dopo aver parlato di come e perché riutilizzare una vecchia cucina a legna, di come funziona e se vale la pena comprarne una antica, vediamo i vantaggi e gli svantaggi e come comprare una cucina economica usata.
Come comprare una cucina a legna usata? Credo sia una delle domande che ho ricevuto più spesso nell’ultimo periodo, dopo gli articoli precedenti sulla mia cucina a legna. Per spiegarlo, mi sarà utile elencare tutti i vantaggi e gli svantaggi dell’utilizzare una cucina economica. Quindi premetto che per questo post avrò bisogno anche la vostra collaborazione, quella di chi la utilizza! Se ho dimenticato qualcosa, soprattutto sui vantaggi, scrivetemelo e integriamo l’articolo. L’idea è di dare una panoramica quanto più vasta possibile a chi è indeciso su questo strumento e vorrebbe sapere come comprare una cucina economica usata.
Vantaggi della cucina economica
Tantissimi. Grande magia d’altri tempi, molto bella, tutte le vostre amiche faranno “ooooooohhhh” con gli occhi a cuore appena la vedranno. In cucina potresti avere Van Gogh che beve un prosecco con Picasso, ma tutti vedranno solo la cucina a legna, è il suo bello. Poetica. Tutti vorranno stare lì vicino perché fa anche più caldo. Tutti cominceranno a spogliarsi piuttosto che allontanarsi. Diventa il fulcro della casa.
Dovrai sentire ottocentomila volte la frase “Anche mia nonna ce l’aveva, mi ricordo quando…“. E sentirai delle storie bellissime, anche se verso la quattrocentomilaeuno sembreranno tutte uguali.
La parte più vantaggiosa secondo me, a parte il riscaldamento e le storie di famiglia che amo sentire, è quella di avere un forno sempre acceso che non consuma. Puoi cuocere un mini muffin alla volta, senza sensi di colpa e bollette astronomiche. Si finisce per cuocere tantissimo al forno, cosa che in genere non si fa con quello elettrico.
Le bisnonne ci facevano mille cose in più, tipo scaldarci il ferro da stiro, bastava appoggiarlo sopra e foderare il manico con dei canovacci. Nonostante ne vediate nelle mie foto, i ferri da stiro antichi sono solo ornamentali, anche se originali della famiglia della mia metà. Sono belli ma non più in uso (i macinini invece li uso tutti, ma è un’altra storia).
Sul cucinare con questa meraviglia a legna, invece, ne riparliamo in un prossimo articolo.
Svantaggi della cucina a legna
Sporca molto, è vero quello che vi dicevano le nonne. In più, pulirla è una scocciautra esagerata. Smonta i tubi della canna, portali fuori seminando fuliggine per tutto il passaggio, raschiali all’interno, rimontali, pulisci tutti i condotti interni e rimonta il resto.
In genere succede sempre in inverno con fuori pochi gradi, con la neve e i daini che ti guardano pensando che fai troppo casino e se non ti levi non possono mangiarti i cespugli sopravvissuti. Per pulire i tubi della cucina a legna, devi avere dei vestiti appositi e un giaccone disastrato, perché quegli indumenti non torneranno mai più puliti. Io avevo un set che utilizzavo solo per lavori di pittura e per pulire la stufa, sembravo Art Attack versione Alaska che suonava i bonghi in mezzo alla neve.
La cucina economica a legna non è utilizzabile in estate, bisogna darsi al crudismo o avere almeno un piano cottura elettrico o a gas. C’è gente che la usa anche in estate, per cose come cuocere millemila bottiglie di passata di pomodoro. Ma, a parte questi attentatori della vita dei propri familiari e del clima, direi per esperienza diretta che non si può utilizzare quando non c’è bisogno del riscaldamento. Io l’ho trovata poco prima del trasloco nella casetta in mezzo al bosco e non vedevo l’ora di provarla. Così, quando è stata montata, ho voluto collaudarla: era metà agosto e in un’ora ha portato la temperatura interna da 22° C a 36° C, facendoci scappare fuori. Abbiamo dovuto mangiare nel cortile perché la cucina era diventata un forno gigante, la cucina ci ha sfrattati per mezza giornata. La mattina dopo i muri in pietra erano ancora caldi.
I regolamenti sui fumi, gli impianti e le canne fumarie sono diversi da regione a regione e in ogni caso se ne capisce poco. Chi li deve applicare, poi, deve interpretarli. Quindi in un posto la cucina a legna fa parte dell’impianto termico e in un altro posto no, è assimilata al lavandino della cucina. Sto esagerando, però funziona così. Comunque, sappiate che sto facendo un giro di domande a diversi enti pubblici per capire qual’è esattamente la classificazione. Vi farò sapere.
Ulteriori svantaggi della cucina economica a legna
Vi ho già fatto passare la voglia? No, dai. Devo ancora parlare del lavoro più faticoso dell’anno: la catasta di legna. Seguito dal portare in casa la legna ogni tot giorni, a seconda di come ci si organizza. Nella nostra casina in mezzo al bosco c’era una ex stalla che abbiamo trasformato in legnaia, deposito e ricovero spontaneo per ricci, uccellini e chiunque volesse soggiornarvi. Un B&B gratuito con tanto di breakfast a base di noci, semi e pezzetti di frutta (i ricci e gli istrici sono ghiotti di frutta). Infatti, dopo il primo riccio salvato da cataste pericolanti, abbiamo fatto il triplo della fatica e impilato ordinatamente tutti gli ottanta quintali all’anno di legna, in modo che dessero anche rifugio agli animali senza franargli addosso. Solo chi ha già fatto questo lavoro può capire quanto amore per gli animali ci voglia per impilare ottanta quintali di ciocchi di legno.
Dalla stalla, la legna arrivava in casa in due grossi borsoni di tela portati a spalla dalla mia metà. Ha risparmiato parecchio sulla palestra. Io ci ho provato una volta che aveva l’influenza… ho dovuto ripiegare su dieci ciocchi alla volta, cinque per borsa, e una quantità di giri dalla legnaia a casa.
I sacconi di legna venivano svuotati in una nicchia, quella che vedete con la tendina, di fianco alla cucina a legna nelle foto qui. La nicchia percorreva tutto il muro dietro la cucina economica, ci stava tranquillamente la legna per tutta la settimana. In realtà non l’abbiamo mai riempita così tanto, perché la legna porta con sé degli abitanti: tarli, soprattutto, più qualche altro insetto. Inevitabile. Quindi se ne porta poca in casa, dopo averla sbattuta bene, ciocco contro ciocco. Dalla nicchia, veniva man mano spostata nel vano apposito sotto la cucina a legna dove veniva seccata meglio e infine andava a fare la sua funzione dentro la camera di combustione.
Intanto che questo lavoro infinito si univa al tenere acceso il fuoco (altro lavoro infinito) e bisognava pulire, nell’ordine: la segatura caduta dal trasporto legna, il cassetto della cenere, il piano cottura e, a ogni ingresso di legna nella camera di combustione, i pezzetti di legna o di brace o di cenere che cadevano fuori.
La cucina all’esterno si pulisce con un panno umido, la verniciatura del 1950 è refrattaria a tutto lo sporco e il calore fa il resto. Il piano cottura invece andava passato con un panno e poche gocce di olio di semi, da rimuovere prima di accendere. All’inizio ero entusiasta e avevo sempre la cucina a legna splendente. Dopo un paio di anni invece ho imparato a farmi andare bene il piano cottura pulito ma non lucido brillante: ho una vita più interessante che l’allestimento di uno show room in cucina.
Una cucina a legna antica con accessori del secolo scorso
Dove trovare una cucina economica usata
Dove ho trovato io la mia cucina economica usata l’ho già raccontato anni fa, lo riassumo brevemente. Prima ho scelto un paio di modelli che potessero andarmi bene (vedi sotto per l’elenco delle caratteristiche) e sono partita a cercare solo quelli. Questo è importantissimo perché evita di farvi innamorare di un modello solo perché è fotografato bene … per poi scoprire che non scalda nemmeno il metro attorno.
In genere io per cercare l’usato online utilizzo siti come Subito, Facebook Marketplace (questo sempre meno perché purtroppo è pieno di truffatori), Kijiji, annunci locali e mercatini locali dell’usato. In questo caso è inutile cercare su siti tipo Ebay, Vinted ecc. perché si tratta di un elemento molto ingombrante e costosissimo da spedire, quindi meglio rivolgersi ai circuiti che privilegiano il ritiro a mano e l’acquisto locale.
Il termine di ricerca dovrà essere duplice, bisogna cercare:
– cucina a legna usata
– cucina economica usata
Non cercatela per modello e marca: è praticamente inutile. La maggior parte dei venditori non conosce la marca della propria cucina economica o pensa che non sia rilevante e non la scrive. Inoltre è sempre bene guardare la foto dell’oggetto perché in alcuni scambiano le stufe per cucine a legna o viceversa. Io ci ho messo un po’ di tempo ma passavo anche tutte le inserzioni delle stufe, a volte inseriscono lì le cucine economiche, per errore.
Nei mercatini tipo Mercatopoli e usato di vario genere è difficile trovare una cucina economica, perché in genere non ne ritirano da privati, essendo pesanti e ingombranti. Però potete lasciare il vostro numero al negozio e chiedere di ricevere una chiamata se si presenta qualcuno che gli propone in vendita la cucina a legna. Può capitare che qualcuno gliela proponga, perché ritirano anche interi arredamenti, ma se non hanno già clienti interessati non la ritirano.
Fate lo stesso con tutti i circuiti dell’usato che conoscete.
Come comprare una cucina economica usata
Intanto, per prima cosa, non va scelta la cucina a legna ma bisogna trovare il trasportatore. Ci vuole almeno un furgone per trasportarla, quindi assicuratevi di avere già qualcuno disponibile e di sapere quanto vi costerà. Nel momento in cui trovate la cucina economica dei sogni, dovrete essere veloci nell’accordarvi e nell’andare a ritirarla, quindi sapere già come risolvere la questione del trasporto è essenziale… per non farsi soffiare l’affare da qualcuno più veloce!
Come scegliere una cucina economica usata? Se non siete già pratici del restauro di questi oggetti, è meglio cercare una cucina a legna usata già pronta, come quelle che suggerivo in un precedente articolo. Ci sono bravi restauratori in diverse zone e vi daranno un oggetto già pronto da usare.
Fate un elenco delle caratteristiche che sono essenziali per la cucina che volete: grande o piccola? Forno chiuso o con vetro? Portalegna o portapentole? Scalda-acqua sì o no? (per sapere cosa siano questi pezzi, c’è l’articolo su come funziona una cucina a legna). Io per esempio, a parte aver scelto il modello in particolare, volevo il forno chiuso, senza vetro e con interno in piastra ceramica, perché è il più coibentante.
In generale, è bene verificare che l’acciaio e la ghisa siano in ottime condizioni, sia nei laterali che dietro (quanti si dimenticano di guardare lo schienale, uno dei pezzi che si arrugginisce maggiormente con l’umidità di certi muri!). La piastra di cottura va controllata anche per la robustezza. Con il passare degli anni e l’uso si assottiglia, una troppo sottile potrebbe essere a due minuti dalla spaccatura e necessità di ricambio (costosissimo). Se invece ci sono solo un paio di cerchi in condizioni precarie, niente paura: i cerchi sono sostituibili con poco e si trovano a decine in tutti i negozi di usato e mercatini dell’antiquariato.
Cosa chiedere nel comprare una cucina a legna usata
Consiglio: chiedete di poter togliere alcuni pezzi per guardarla meglio. I cerchi si possono togliere tutti facilmente e permettono di vedere meglio le parti interne e le relative condizioni. Lo scalda-acqua va sfilato per controllare se ci siano buchi. Ancora meglio: chiedere di provare a riempirlo con un po’ di acqua. Se perde, la stagnatura dello scalda-acqua oggi può costare fino a cinquanta o cento euro, perché la fanno in pochissimi ed è considerato un restauro, non una riparazione.
Infine, assicuriamoci che ci vengano dati anche gli attrezzi necessari che erano sempre compresi con la cucina a legna:
– il ferro per rimuovere i cerchi agganciandoli (essenziale e varia leggermente la misura in base all’anello dei cerchi)
– la pinza per le braci (questa non c’è sempre, ma è molto utile e in caso si può recuperare)
– il mestolo rettangolare per lo scalda-acqua (il mestolo tondo normale non ci entra e in commercio quelli rettangolari non ci sono)
– il raccordo in acciaio o ghisa tra il piano cottura e il tubo dei fumi (importantissimo, senza non può funzionare!)
In generale, per qualità costruttiva, solidità, design e durata nel tempo io consiglio sempre di orientarsi sulle cucine economiche prodotte in Italia tra il 1940 e il 1960. Le precedenti sono più basse e molto scomode, mentre le successive sono fatte con materiali più scarsi. Inoltre, dagli anni Settanta inizia un altro bel problema…
Amianto nella cucina economica?
Ho ricevuto alcune domande sulla questione amianto nella cucina a legna usata. Ci può essere dell’amianto in una cucina economica usata? Come fare per saperlo?
Se la stufa è degli anni 1940-1950 o precedenti, non ci possono essere parti in amianto. Se invece è stata costruita dagli anni 70 del Novecento in poi, potrebbero esserci elementi in amianto nella coibentazione nelle guarnizioni. A volte anche nelle malte di rivestimento interne.
Questi elementi in amianto sono assenti nella cucina economica usata precedente agli anni Settanta, perché l’amianto non era ancora impiegato come coibentante delle stufe. Oltre all’età della cucina a legna, quindi, bisognerà controllare per primo se ci sono corde di guarnizione degli sportelli. Le cucine a legna più antiche non hanno guarnizioni, quindi la cosa è già risolta. Se invece ci sono delle corde, non vanno toccate o rimosse prima di capire se contengono amianto. In caso di acquisto, è un articolo che io lascerei perdere. Le altre parti da controllare sono quelle interne, perché negli anni Settanta e fino almeno agli anni Ottanta, hanno messo l’amianto nelle malte di rivestimento delle camere di combustione, per renderle più resistenti. Come fare a capire se c’è dell’amianto? A vista non si può, servono delle analisi. Sarà quindi un articolo da scartare.
Non è invece pericoloso l’amianto di coibentazione all’interno delle pareti della cucina economica. Essendo completamente incapsulato dal metallo di rivestimento e non venendo mai in contatto con l’esterno, non può dare alcun problema.
Non esiste un elenco dei modelli che contenevano amianto. Quindi io per sicurezza consiglierei di orientarsi su una cucina economica usata prodotta prima del 1970. Oppure, ancora meglio, su quelle eccellenti prodotte in Italia tra il 1940 e il 1960, non oltre.