Oggi continuano tutti a ripeterci che bisogna fissare obiettivi a lungo termine, a breve termine, obiettivi di anni, obiettivi del giorno. Sembra che organizzare il proprio futuro sia la formula vincente per raggiungere risultati eccezionali. In parte funziona, lo faccio anche io. Ma c’è qualcosa di molto più efficace: il sistema.
Penso che sia sempre bene avere un’idea di dove si vuole andare, una lista di obiettivi, ma l’importanza che molti attribuiscono a queste liste di obiettivi comincia a suonarmi come qualcosa di eccessivo. Personalmente trovo che anche seguire il flusso o affrontare giorno per giorno siano tecniche altrettanto valide, così come vagare per un bosco non è né peggio né meglio del seguire un percorso di trekking del CAI. Non c’è un sistema migliore o peggiore per raggiungere gli obiettivi, togliamocelo dalla testa, non esiste: ognuno ha modalità diverse di lavoro, un proprio sistema.
Perché la lista di obiettivi può essere controproducente
La questione del fissare continuamente degli obiettivi, a breve termine, a medio termine, a lungo termine viene presentata come un sistema estremamente valido e adatto a tutti, fondamentale addirittura: se non fai la lista di obiettivi per qualunque cosa, anche la cena di domani sera, finirai dritta alla casella fallimento. Eppure io ricordo delle cene improvvisate tra le più felici della mia vita, come si spiega?
Stilare la lista di obiettivi per qualunque progetto ha delle controindicazioni, che spesso non vengono percepite dai sostenitori di questa scienza delle liste. Fissare degli obiettivi è bellissimo, dà una grande carica di adrenalina, ci proietta nel futuro in cui vediamo il nostro progetto come già realizzato e ne godiamo i risultati. Ma, un po’ come quando si compra un libro di cucina, ci sarà chi cucinerà le ricette e chi lo lascerà sullo scaffale per mesi o anni, come se il solo fatto di possederlo instillasse della sapienza culinaria. Chiunque è capace di comprare un libro, una modesta quantità lo userà davvero. La lista di obiettivi funziona nello stesso modo: chiunque è capace di farla, una modesta quantità raggiunge gli obiettivi. Va da sé che la mossa vincente per chiudere un progetto non sta nel come si fa la lista di obiettivi.
Hai già terminato dei progetti senza stilare la lista di obiettivi
Inoltre, tutto questo parlare di obiettivi, inevitabilmente, ci condiziona, ci porta a credere che per riuscire nella vita sia sufficiente fissare questi benedetti obiettivi. In realtà, se guardiamo ai nostri risultati del passato, quelli che abbiamo già ottenuto, ce n’è una bella parte che non è stata raggiunta prefissandosi degli obiettivi. Ne cito alcuni comuni a tutti. Finire l’asilo e passare in prima elementare: quanti diagrammi e proiezioni hai fatto? Eppure è successo senza perdere ore a capire se dare priorità al disegno con i pastelli o all’infilarti il pongo su per il naso e a scomporre queste priorità in piccole azioni da fare tutti i giorni.
Il primo bacio: hai fatto una lista degli obiettivi, frazionato su cento piccoli step quotidiani, perseverato e valutato man mano il ritorno sull’investimento? La maggior parte di noi no, è successo e basta, grazie al cielo (perché c’è anche chi queste liste le ha fatte). L’amore, per esempio, è una parte meravigliosa della vita se la si lascia succedere. Infatti parliamo del settore più fallimentare per la pianificazione e la lista di obiettivi. Uno dei tanti settori in cui la lista di obiettivi è addirittura controproducente. Ho invece sentito consigli sul fatto che bisogna stilare una lista di obiettivi anche qui: voglio incontrare una persona sensibile, educata, comprensiva, attraente ecc. Io mi chiedo: ma davvero ci si deve fare una lista per queste cose? Cioè, finora senza la lista andavi a cercare i serial killer?! In questo caso, capisci che il problema è molto più complesso, la lista di obiettivi sarà come il cerotto su un ginocchio rotto.
La cosa più importante della lista di obiettivi
Il successo di una persona o di un’attività non è basato sulla qualità degli obiettivi o sull’averli fissati, bensì sui sistemi che si sono utilizzati per arrivarci. La differenza tra chi ce la fa e chi resta al punto di partenza o a metà strada è il sistema che ha usato per raggiungere gli obiettivi, non l’intelligenza o la qualità degli obiettivi stessi, oppure l’ultimo guru del come stilare liste.
In realtà, basterebbe persino scrivere tre obiettivi per la vita su un pezzo di carta e metterselo in tasca, sarebbe già sufficiente. La parte importante consisterà nel sistema per raggiungerli, nel processo che deciderò di seguire. Un sistema efficace, qualunque sia, ci dà un vantaggio che gli obiettivi da soli non possono darci: ci fa lavorare ora. Il grande difetto degli obiettivi, di contro, è di proiettarci nel futuro – e il futuro è lontano. Se devo fare ora un’azione per un risultato che avrò tra due anni, posso decidere di cedere a un altro impegno o alla procrastinazione, posso dirmi che lo farò domani o la settimana prossima, quando avrò tempo, tanto da qui a due anni…
La necessità di un sistema
Il sistema, qualunque sia quello che scegliamo, ci mantiene sul lavoro che dobbiamo fare. Il sistema è sapere ogni giorno cosa bisogna fare, da importanza all’adesso, al qui e ora. In questo modo il cambiamento che cerchiamo diventa permanente: nell’azione quotidiana. Nell’essere focalizzati sull’adesso.
Ti faccio un esempio concreto e semplice, fuori dalla realtà lavorativa. Mesi fa mi sono data l’obiettivo di avere una stanza-laboratorio, come raccontavo in questo articolo. Mi sono proposta di lavorarci durante l’estate, così in autunno ce l’avrei avuta pronta. Ho fatto una lunga lista, non di obiettivi ma di tutte le cose che mi servivano. Non ho fissato obiettivi del tipo “Maggio: costruire nuovi scaffali”. Questa lista l’ho messa in ordine di priorità, perché ovviamente il riordino di quel che era ammucchiato lì dovevo farlo prima di portar dentro il nuovo tavolo o di montare gli scaffali. Niente di più di questo, niente date. A luglio, per una serie di eventi di forza maggiore, ero ancora ferma all’inizio della questione e in più una mia amica mi offriva in regalo un gioiellino di macchina da cucire degli anni ’70, che a quel punto non sapevo proprio dove mettere.
Sistema: analizzare la lista di cose da fare e trovare quella che mi stava bloccando, frenando tutto il resto del lavoro. In realtà, io avevo un paio di ore libere ogni tanto, in cui avrei potuto fare dei lavori leggeri come riordinare uno scaffale o decidere dove mettere il banco di lavoro e dove attaccare il caricatore del cacciavite. Ma il laboratorio era ancora un caos tale che nemmeno entravo, non potevo fare nulla, qualunque cosa mi richiedeva lunghe ricerche di attrezzi e scavalcamento di scatoloni.
Un esempio reale di differenza tra lista di obiettivi e sistema
Obiettivi: se avessi fissato degli obiettivi e basta, sarei stata molto indietro con il raggiungimento degli stessi e mi sarei sentita solo frustrata. Il mio sistema in questo caso: trovare ciò che mi blocca e mi fa procrastinare, risolvere quello per primo e proseguire a togliere dal cammino ciò che lo ostacola. Così ho saltato tre punti della mia lista di azioni necessarie e sono andata al nocciolo della mia procrastinazione: l’ammasso di oggetti che invadeva la parte sinistra del futuro laboratorio.
Focalizzato il problema, ho atteso che arrivassero quattro giorni di maltempo per non sacrificare giorni di spiaggia e aria aperta durante le “ferie”. Ho messo lì la questione e la sua soluzione, in attesa del momento favorevole, niente pianificazione con date e orari, organizzazioni a blocchi ecc. Tanto non si è mai visto un agosto senza qualche giorno di mare mosso e non lo puoi sapere con molto anticipo. Arrivato il momento giusto, ho annunciato che io per quattro mezze giornate non c’ero, svuotavo e sistemavo il mio futuro laboratorio. Dopo le prime due mezze giornate, ho deciso di finire con due giornate piene altrimenti non ce l’avrei fatta e avrei rimandato ulteriormente. Variazione dei piani in corso d’opera, senza spostare pagine delle agende cartacee, dei quaderni bullet journal e di calendari digitali vari.
Da quel giorno in poi, è andata esattamente come avevo ipotizzato con il mio sistema: ogni mezz’ora libera e persino dieci minuti intanto che si scalda una cena, andavo nel mio nuovo laboratorio a fare qualcosa, perché finalmente c’era lo spazio e l’organizzazione per farlo. Siamo al 21 settembre mentre scrivo, solstizio d’autunno e il mio laboratorio è già in uso da un mese. Non è ancora esattamente come vorrei ma è utilizzabile, ci posso lavorare senza aspettare che sia pronto per la copertina di Elle Decor. In anticipo sul previsto.
Quindi, la differenza?
Come vedi, la lista di obiettivi avrebbe creato un’immagine nel futuro, nient’altro. Tanti obiettivi e altrettanti passi e date per raggiungere la fine del progetto avrebbero creato solo tante frustrazioni, scontrandosi con la vita reale che è fatta invece di imprevisti. Un sistema, in questo caso sopra, ha fatto sì che fosse più importante il percorso e non ci fossero frustrazioni intermedie per obiettivi non raggiunti, cosa che spesso causa l’abbandono dei progetti. Non avevo davanti una pianificazione fallita perché non avevo rispettato le date “e quindi tanto vale finirla qui” (suona familiare, vero?). Avevo davanti solo un problema da risolvere, la mia “cassetta degli attrezzi” con i sistemi che funzionano per me, quelli personali, tra cui scegliere per comprendere e proseguire meglio.
Se qualcuno vedesse quello che ho fatto da fuori, potrebbe dire: che metodo di lavoro disordinato, ha tirato in lungo per mesi e poi ha fatto tutto di corsa alla fine! Dal mio punto di vista, invece, dico: un altro progetto finito e durante il quale sono stata felice di quello che facevo. Non hai idea della soddisfazione nel trovare il freno dell’operazione, toglierlo e andare avanti con ancora più motivazione per i piccoli successi di ogni giorno. Con la sola lista di obiettivi, avrei concluso che ci voleva molto più tempo, tanto era agosto e l’autunno era lontano, ci avrei pensato a settembre e magari mi sarei fatta aiutare. A settembre, sarei stata travolta dal ritorno al lavoro degli altri, come tutti gli anni, e sarei stata costretta a mettere da parte delle manovre di ben quattro giorni, rimandando probabilmente alle vacanze di Natale o ancora più in là. Fino a dimenticarmi del progetto stesso. Uno dei tanti sogni nel cassetto per cui non si ha tempo.
Un sistema è meglio di una lista di obiettivi
Gli obiettivi hanno questa peculiarità di spostare l’idea di felicità sul momento finale della realizzazione. Ma se adotti un sistema che ti piace, allora sarà un percorso pieno di appagamento per arrivare infine a quello che desideri. Uno dei miei sistemi preferiti, come nel caso sopra, è fermarmi per individuare cosa mi sta bloccando e togliermi l’ostacolo per prima cosa. Altre volte è più utile affrontare un progetto apparentemente irrealizzabile agendo sui marginal gains o chiedermi cosa frena il cambiamento, o qualsiasi altro sistema mi sia stato di aiuto in un momento della vita e che ho poi messo via come esperienza per il futuro.
Spesso, parola mia, con un buon sistema si arriva anche in anticipo al risultato, rispetto alla programmazione con la lista degli obiettivi primari, secondari, a lungo termine, a breve termine, a brevissimo termine ecc. Si è più flessibili, più aperti a cogliere delle varianti lungo il percorso e ad accogliere gli imprevisti con maggiore elasticità.
In definitiva, gli obiettivi da soli, non portano da nessuna parte, sono spesso visioni lontane e rischiano di essere dimenticati o procrastinati all’infinito. Adottare dei sistemi validi per sé, impararne man mano di nuovi, è invece ciò che determina l’attuazione del progetto, qualunque sia. Banalmente, mi posso prefiggere di diventare una grande scacchista, ma sarà solo il sistema che adotterò che mi permetterà di cominciare oggi, proseguire domani e perseverare il mese prossimo, anche se apparentemente non starà accadendo nulla, come nei primi due mesi del mio progetto del laboratorio.
Il sistema può essere estremamente individuale, completamente diverso da tutti quelli sentiti finora o identico a quello di qualcuno, l’importante è che sia adatto a me, che funzioni con me. Non c’è una lista degli obiettivi migliore di un’altra, non c’è un sistema migliore di un altro: ci sono dei sistemi che sono efficaci per me, quindi conoscermi è fondamentale. Questo mi fa terminare i progetti in tempo e felicemente.
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Foto Credit: Cathryn Lavery on Unsplash
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