Si sa, chi lavora tanto con la mente e per di più davanti a un computer, poi ha bisogno di qualche attività manuale. Così, abbandonata un attimo la scrittura, ho affrontato questa vecchia cassettiera Ikea. Rinnovata e riportata a nuova vita, mi ha regalato anche qualche ora di sano relax in un weekend di pioggia… e una cassettiera nuova!
Passeranno almeno un paio d’anni prima di ristrutturare la cucina. “Ristrutturare” è proprio la parola giusta perché andranno rifatti anche parte degli impianti, il pavimento, magari cambiata la posizione di un muro. Di farlo subito non se ne parla proprio: dopo due traslochi forzati in due anni, non ho intenzione di passare anche qualche mese accampata tra i calcinacci, mangiando toast e pizza d’asporto sul divano.
A volte è meglio rinnovare quel che c’è
Al momento non avrei proprio la testa per mettere insieme tutte le idee per la cucina che vorrei, quella definitiva (si spera). Per me la cucina è un posto essenziale del vivere, come il mio studio. Inoltre mi capita di lavorarci, come è successo per alcuni libri e come succederà ancora. Se dovessi sceglierne una adesso, di fretta, di sicuro dopo un paio di mesi mi pentirei di non aver fatto attenzione a questo o quell’aspetto. Una storia già vista in passato con la mia primissima cucina, eccessivamente costosa e di design, che poi si è rivelata un’ammucchiata di scelte balorde e scomode con cui ho dovuto convivere per anni.
Adattare i mobili in base alle proprie necessità
Comprata la casa, ho adottato la mia tecnica consolidata per le case in affitto, anche se questa non lo è. Le precedenti case sono state una bella palestra di adattamento e creatività.
Ho preso tutti i mobili che avevo, ho verificato cosa ci stava e dove. Prima del trasloco ho venduto o regalato quelli che non mi servivano e sistemato gli altri per lo scopo a cui mi servono, che non è sempre quello per cui erano stati pensati. In molti casi li modifico per colore e funzioni, spesso li miglioro. Questa cassettiera Ikea, per esempio, era stata ideata per una camera da letto, ma l’ho trasformata in una cassettiera per la cucina.
Perché mi serve una cassettiera in cucina
Avevo bisogno uno spazio su cui appoggiare e aprire i libri di cucina che sto leggendo e usando, tra cui il mastodontico Il codice della cucina vegetariana del grande Pietro Leemann. Preferisco non rischiare di tirarmelo in testa da una mensola alta. In più ho bisogno dei cassetti in cui tenere a portata di mano ma fuori vista tutti i miei appunti, le penne e il leggio per i libri e quello per l’iPad, tutte cose che uso quando lavoro a un libro di cucina.
Inoltre avevo bisogno altro spazio per tutti quegli accessori da cucina piccoli, leggeri e a rischio di caos se infilati in altri posti. La categoria degli attrezzi da dolce in pratica, dallo stampo grande per pandoro agli stampini per biscotti, fino a formine, sac à poche, matterelli e tappetini di silicone.
Una cassettiera Ikea traslocata per più di dieci anni
Questa cassettiera Ikea aveva già avuto questa funzione di ricovero di tutte le mie caccavélle da dolci nella casetta in mezzo al bosco, si intravede in parte qui, vicino alla credenza anni ’50. In un’altra casa è stata per un po’ una cassettiera per il mio studio, poi è finita in sala. Insomma, cassettiere e credenze sono i miei mobili jolly preferiti. Li sposto e li scambio a seconda delle necessità. Come dico sempre, l’invenzione più intelligente dopo la ruota è la credenza.
Da traballante e orrenda a funzionale e attuale
Una settimana dopo l’ultimo trasloco, la povera credenza si presentava come nella foto sopra, era il classico “appoggio qui un attimo” della casa, mentre finivamo di disfare scatoloni e montare mobili. Io però non sopporto la filosofia del mobile “appoggio qui un attimo”, nemmeno durante i traslochi. Appena vedo oggetti di natura diversa che si impilano, vengo presa dall’ansia di ritrovarmi sommersa da cataste di cose, di vedere l’intera casa trasformata nell’incubo degli accumulatori americani.
Questa cassettiera Ikea, con i cassetti già pieni, giaceva nell’angolo come un pezzo naufragato dall’Ikea del 2008 o giù di lì. Un po’ storta e traballante, con i cassetti ormai disallineati e in uno stile che non centrava con la cucina. Ottima funzione ma pessima vista. Un mio marginal gain è avere le cose in ordine e non perdere tempo a cercarle: la cassettiera doveva ritrovare un’identità funzionale.
Preparazione della cassettiera Ikea per il restauro
Koï, il mio aiutante in campo, è il micio che in questa casa si interessa di fai da te. Nominato sul campo Ispettore Capo, fin dal restauro di una cucina nel 2018. Ormai ha capito come funziona in questa famiglia. Se vede che fisso un mobile con aria pensosa, arriva di corsa e se ne interessa anche lui. Poi mi guarda dubbioso, come se volesse dire “e allora? Cosa facciamo? Seghiamo? Pitturiamo? Spostiamo? Tiri fuori la carta con le bolle, vero?”. Il pluriball è una sua grande passione.
Io tengo gli imballaggi del trasloco e di cose che ci arrivano, riutilizzandoli come protezione per i lavori di fai da te. Non compro i teli appositi, riciclo gli imballaggi. Come vedete, sono già sporchi di vernice nera asciutta perché li avevo già usati per un altro mobile. Si puliscono e si riutilizzano molte volte. Koï ama camminarci sopra e anche infilare le unghie nelle bolle… Uno spasso mentre stai dipingendo dei dettagli con il pennello 0,5!
Il problema delle macchie gialle sui mobili Ikea
Uno dei problemi maggiori di questa cassettiera Ikea, che richiedeva un restauro urgente, era la patina bianca diventata horror-macchie-giallognole. Il problema l’ho notato spesso sui mobili in pino laccato di Ikea, per esempio nella serie Hemnes. Dipende probabilmente dal fatto che saltano un passaggio fondamentale nella laccatura. I legni resinosi come il pino, il cedro, l’abete e le conifere in genere, anche nei pezzi più vecchi e stagionati, continuano a produrre e trasudare resina. La resina macchia le vernici, oltre a screpolarle e creare a volte anche dei buchi.
Come ovviare al problema delle macchie gialle
Per ovviare a questo inconveniente, basta passare prima un fondo per legni resinosi oppure aggiungere un additivo nella vernice che si utilizza. Probabilmente questo passaggio alza troppo i costi di produzione o forse fa parte dell’obsolescenza programmata, quel sistema per il quale i produttori fanno in modo che si devano buttare gli elettrodomestici dopo pochi anni. Che ci sia anche per i mobili? Lo ignoro e non mi arrendo facilmente a queste logiche.
Per i pochi mobili che ho comprato da Ikea negli anni, ho sempre scelto quelli in legno naturale, di solito si tratta di pino. Scelgo questi perché sono più sostenibili a livello di inquinamento domestico e ambientale, sono certificati FSC e si possono riciclare facilmente con modifiche e nuovi colori.
Questo problema della resina che salta fuori dalla vernice però mi è capitato con tutti i mobili in legno laccato di Ikea, anche quelli scuri, quindi deduco che non mettano mai il fondo o l’additivo anti-resina. Per il costo che hanno, non mi lamento assolutamente, è ovvio che se dei mobili nuovi costano così poco, avranno anche dei problemi di stabilità e patina che altri mobili non avranno mai. Chi vive in affitto però tende a non acquistare mobili troppo definitivi, Ikea è un buon compromesso ma bisogna mettere in conto che sul lungo periodo potrebbero aver bisogno di manutenzione.
Prima fase: proteggere e scartavetrare la cassettiera Ikea
Se siete nuovi al fai da te o se sapete di essere dei restauratori votati al caos, farete tutti questi lavori per rinnovare la cassettiera Ikea in un locale apposito o all’aperto. Io sono una restauratrice amatoriale ma con tanti anni di esperienza e sono piuttosto ordinata, quindi li faccio all’interno e senza sporcare in giro. Come ha osservato una mia amica – con terrore misto ad ammirazione! – “stai dipingendo un mobile di nero a due metri da un tappeto bianco!”. Sì, e non ho sporcato nemmeno qualcosa a un centimetro, è la pratica.
Per lo stesso motivo, ho scartavetrato a mano mettendo sotto solo dei pezzi di carta spessa riciclata che conservo per queste occasioni. Non uso teli perché preferisco passare subito l’aspirapolvere: togliere la polvere della scartavetratura da un telo è più noioso. Ho scartavetrato a mano perché la piallatrice che ho è troppo pesante per me e spara polvere dappertutto, si può usare solo all’esterno.
Alla fine ho pulito tutto con un panno in microfibra appena umido, per togliere anche gli ultimi residui di polvere.
Seconda fase: consolidare e raddrizzare
Insieme al mio Ispettore Capo Koï abbiamo controllato tutte le fessure, riallineato i laterali portanti, stretto un po’ di viti e aggiunto un paio di squadrette sotto che contribuiranno a mantenere la cassettiera Ikea con una forma dritta e i cassetti allineati. Un lavoro lungo e micragnoso ma che va fatto, altrimenti poi ci si ritrova con un mobile di un bel colore ma tutto storto e con i cassetti disallineati.
In una cassettiera come questa con sei cassetti in fila simmetrica, bastano pochi millimetri di inclinazione per farla sembrare un’opera cubista.
Terza fase: stuccare
Visto che volevo cambiare le maniglie e c’era qualche crepa, ho stuccato tutti i buchi con uno stucco ecologico per legno con cui ultimamente mi trovo molto bene: Ecostucco monocomponente senza solventi. Il colore dello stucco per legno poteva essere bianco, questa marca ha molti colori. Qui è marrone perché ne avevo avanzato da un altro lavoro. Dovendo dipingere il mobile di nero, non fa differenza il colore dello stucco sotto. Per tutte le crepe sopra e di fianco, ho passato il fondo per legni resinosi, lasciato asciugare e poi stuccato.
Per il legno io uso sempre e solo stucchi, fondi e pitture ecologiche, meglio se senza solventi. Il legno assorbe tutto e ricicla nell’aria per anni. Non ha senso scegliere mobili in legno, più ecologici, per poi restaurarli con prodotti tossici.
Rinnovo della cassettiera Ikea: prima mano di pittura
Per la verniciatura, ho usato una pittura a base gessosa, una chalk paint: Everything Chalk Paint, prodotta in Italia. A questo giro non ho usato la Novecento Paint che avevo usato per la vecchia cucina perché nella cartella colori della Everything Chalk Paint c’è il nero ardesia, un nero opaco non assoluto, tra il lavagna e l’antracite. Nella cartella della Novecento Paint invece c’è il nero assoluto, molto bello ma non adatto alla mia cucina che sto fancendo tutta bianca e nero ardesia.
I sostenitori de “il nero è nero, il bianco è bianco” avranno un autunno caldo su questo sito. Dopo aver cercato per mesi il nero e il bianco adatti per creare uniformità tra gli arredi, dopo essermi fatta bruciare gli occhi su cinquecento sfumature di nero e migliaia di bianco, ora sono pronta a condurre sul rogo tutti gli eretici che affermano “il nero è nero”.
Rinnovo della cassettiera Ikea: seconda mano di pittura
Dopo 24 ore di asciugatura, sono passata alla seconda mano. Sebbene di solito per le pitture gessose sia consigliato il rullo, io mi trovo meglio con i pennelli. Un pennello piccolo tondo per le modanature e gli angoli, uno medio piatto per le superfici più grandi. La qualità dei pennelli è fondamentale, i pennelli a basso costo perdono le setole che si incollano nella pittura, lasciano le striature perché non sono abbastanza fitti e morbidi. Contando che quelli di qualità più alta si possono riutilizzare a lungo, vale la pena spenderci qualcosa in più e in realtà si finisce per spendere molto meno.
Con la cassettiera rinnovata ho proceduto un lato alla volta e un cassetto alla volta. Prima ho passato le parti con angoli con il pennello piccolo, poi il resto con il pennello grande. Prima tutti i lati poi tutti i cassetti. Bisogna avere un po’ di esperienza e una bella mano nel tirare la vernice in modo che non coli, ma basta fare un po’ di pratica su pezzi di legno di recupero. Se non si è esperti, è meglio dipingere tutte le superfici in piano con un rullo piccolo.
Non sarà un lavoro molto difficile? No!
Si tratta di un lavoro che può fare anche una principiante, seguendo bene le istruzioni. Qui le uniche parti difficili sono la schermatura delle parti da non dipingere e la stesura del colore. Per la schermatura delle parti da non dipingere, come vedete ho usato del semplice nastro gommato per verniciatura. Il nastro gommato e il nastro di carta qualsiasi non sono la stessa cosa, il nastro gommato costa di più e non fa passare sotto la vernice creando le tipiche sbavature da “ho preso il rotolo di carta economico”. Io prendo il nastro gommato per veniciatura, quello per i professionisti e non ho problemi di sbavature, come vedete ci passo sopra e il risultato finale è una riga perfetta, non sbavata.
Ho scelto di non pitturare gli interni del mobile, che tanto non si vedono una volta montati i cassetti. Ho dipinto solo i montanti davanti fino a 3-4 centimetri verso l’interno (schermando il resto con il nastro in modo che venisse una riga dritta). Nelle cassettiere, i montanti davanti si vedono sempre fino a un paio di cm all’interno.
Asciugatura delle pitture ecologiche
Nota dolente. Le pitture ecologiche che contengono resine, come per esempio le chalk paint, hanno bisogno di tempi di asciugatura più lunghi, senza che l’oggetto venga sollecitato, quindi usato.
Io ho lasciato asciugare per 24 ore in questa posizione, con tutti i cassetti aperti a diverse profondità in modo che non si incollassero tra loro o alla cassettiera. Questo ha evitato di avere sei cassetti in giro per casa ad asciugare, con i gatti che si sarebbero sentiti in dovere di strusciarli ampiamente per dare un contributo olfattivo. Il risultato sarebbe stato un mix di gatti a strisce da lavare e la cassettiera decorata con peli. I bambini riescono a fare di peggio, tipo ditate lucide perenni su vernice opaca.
Dopo le 24 ore ho pulito l’esterno con un panno umido, disinfettato i cassetti all’interno dove non erano stati dipinti e ho riempito la cassettiera Ikea. Sopra non ho appoggiato nulla per 10 giorni, perché il tempo di assestamento e presa delle resine è circa 10 giorni, 20 per poterle pulire con detersivi senza alterarle.
Montaggio delle nuove vecchie maniglie
Queste maniglie in ottone le ho comprate al Mercatino del Riuso di Cento, che in realtà è un mercato dell’antiquariato gigante. Sembrano tutte uguali ma non lo sono, arrivano da vecchi mobili e la loro aria vissuta mi piace molto.
Lo ammetto. Questa foto in realtà è per vantarmi dell’uniformità e precisione del mio lavoro. Non sembra un mobile ridipinto, vero? Basta fare le cose con calma e con gli strumenti giusti. E con il Supervisore Capo Koï, ovvio.
Considerazioni finali sul restauro della cassettiera
Restaurare un mobile è sempre un’azione ecologica. Si ricicla, ma si prepara anche qualcosa per altri. Quando rifarò la cucina, probabilmente dovrò rinunciare a questa cassettiera Ikea, ma nel caso sarà già in ordine per essere amata da qualcun altro o essere utile in un altro posto della casa.
Scegliendo sempre mobili in legno, anche se di fascia bassa, si ottiene qualcosa di più solido ed ecologico, modificabile infinite volte secondo il proprio gusto. Modificare o dipingere mobili in truciolato e altri agglomerati è più difficile, a volte si può solo buttarli.
Cassettiere come questa e anche mobili più antichi come la credenza che ho usato per fare un’isola cucina, si trovano anche nei mercatini e in posti come Mercatopoli a prezzi molto bassi. La loro qualità costruttiva è imbattibile e si possono trasformare a proprio piacimento. Una credenza antica si adatta facilmente anche a un arredamento moderno, anzi mischiare antico e moderno è sempre interessante.
Il colore è un grande alleato. Può dare uniformità a mobili diversi tra loro, ma di questo ne parlerò prossimamente perché… vicino a questa credenza c’è un altro mobile che ho restaurato e, anzi, realizzato unendo due mobili diversi! Non perdetevi le prossime avventure di restauro, questo è solo l’inizio nella nuova casetta.
19 Commenti