Silvia e Ivan ci raccontano il loro cambiamento radicale di vita e la fondazione dell’associazione Albero Arcobaleno APS. Con leggerezza e simpatia, scorrono gli anni di un progetto che non sapevano a cosa li avrebbe portati, se non a lasciare un lavoro da dipendenti che non sentivano più adatto alle loro sensibilità. Oggi, con l’occasione della nascita di Albero Arcobaleno APS, insieme agli altri soci, ci raccontano delle loro scelte coraggiose e di due sensibilità molto profonde.
Ho incontrato Silvia e Ivan diversi anni fa, poco prima che lasciassero i loro lavori da dipendenti e si trasformassero nelle due persone complete, soddisfatte e amorevoli che gli è permesso essere oggi, conseguenza anche dell’aver lasciato le zavorre inutili dell’avere per lasciar posto all’essere, come ci spiegheranno. Non sono diventate persone così diverse però: questa sensibilità ed empatia verso gli altri gliela si leggeva già dentro, si vedeva che erano due persone speciali e che potevano fare grandi cose. Poi, un po’ la vita e soprattutto le mie difficoltà di vita sull’Appennino bolognese, ci hanno fatti perdere di vista. Finché li ho ritrovati, poco tempo fa, con tante avventure trascorse nel frattempo per tutti e un’associazione che stavano inaugurando proprio lì, vicino a quella zona che io ho lasciato. Mi è sembrato un bellissimo segno di fiducia in un domani migliore per quelle zone, sono certa che loro ne porteranno tanto di miglioramento.
Con l’occasione della nascita di Albero Arcobaleno APS, gli ho chiesto di raccontarci anche la loro storia di questi anni, secondo me bellissima e di grande ispirazione per chi sente di voler fare qualcosa di diverso e significativo. O anche solo di salutare il lavoro da dipendente!

Silvia, qual’è stato il tuo percorso prima di cambiare vita e partecipare alla fondazione dell’associazione Albero Arcobaleno APS?
Mi sono diplomata in ragioneria e ho lavorato come impiegata più di un decennio. Un lavoro che sapevo svolgere molto bene grazie alle mie doti organizzative ma che sicuramente, soprattutto negli ultimi anni, non mi stava dando nulla a livello umano e interiore. Così nel 2015 ho deciso di lasciare quella strada, lasciandomi guidare inizialmente da quelle che erano le mie passioni: le piante officinali, l’autoproduzione, soprattutto di cosmesi naturale e saponi, la sostenibilità ambientale e l’agricoltura.
Immagino che non saranno mancate le reazioni negative…
Sì, per l’immaginario collettivo quello era un salto nel vuoto, ma a me non importava, avevo scelto di prendermi la responsabilità della mia vita, partendo da un primo passo. Il periodo seguente è stato molto intenso. Ogni tanto i sensi di colpa per aver lasciato il posto sicuro tornavano, ma non mi sono mai data per vinta e posso dire con certezza che è stata la scelta migliore che potessi fare: non ho solo lasciato un lavoro ma ho liberato dello spazio per far entrare qualcosa di più autentico nella mia vita. Da allora è stata un continuo succedersi di esperienze, conoscenze, lavoro interiore e scelte consapevoli. Vivo tutt’ora e pienamente questo viaggio della vita.

Ivan, per te invece come è arrivato il cambiamento che ti ha portato a una vita completamente diversa?
Dopo più di vent’anni di lavoro informatico, mi sono preso una pausa da un mondo lavorativo che comportava sempre più conformismo e l’ accettazione di un sistema in cui non mi riconoscevo più.
I mesi che seguirono furono eccezionali, densi di tempo e di persone, di buone abitudini e di vita all’aria aperta, mesi di ricerca, studi, soddisfazioni e di viaggi. Non sentivo nessuna mancanza di computer, data center, videoconferenze, meeting, obiettivi, risultati …nulla, ma proprio nulla di quel lavoro e ambiente, a parte le persone, che non sono “risorse”, come le chiamano, ma esseri umani.

Quei mesi di distacco “di prova” sono finiti lì, come una vacanza prima di altri vent’anni in azienda?
No, assolutamente! Quei mesi sono stati tanto intensi quanto inesorabili e piano piano dentro me si è consolidata l’idea che la vita era qualcosa di più del ciclo “nasci-produci-consumi-muori”. Tornato in azienda con nuove prospettive e nuovi interessi, supportato da un percorso di crescita interiore, dopo pochi mesi ho deciso di lasciare definitivamente quel mondo per dedicarmi ad altro, anche se… non sapevo esattamente cosa! Agli altri poteva sembrare un salto nel buio, ma quel buio io non lo vedevo, per me c’era solo serenità, sì, proprio “serenità” era la parola chiave. Questa serenità mi aveva portato anche a una profonda fiducia sul fatto che la vita mi avrebbe fatto scoprire quale fosse la mia strada autentica da seguire.
Silvia, quali progetti avete intrapreso negli ultimi anni, dopo questo cambiamento radicale di vita?
Una volta più libera ho potuto quindi dedicarmi all’approfondimento di queste tematiche in vari modi differenti. Ho frequentato vari corsi come agricoltura biologica, permacultura, autoproduzione di cosmesi naturale e saponi e un bellissimo corso a moduli stagionali di riconoscimento di erbe selvatiche e officinali. Un cammino di conoscenza che nel 2016 mi ha portato ad iscrivermi a una scuola di Naturopatia a Milano, un percorso che sto proseguendo. L’ho scelto perché mi permette di approfondire molte discipline olistiche.

C’è un’esperienza che ha ispirato più di altre la tua attuale attività?
Due anni fa è nato il nostro cucciolo, Samuele, e pochi mesi dopo ho conseguito il primo livello di Reiki, diventando quindi operatrice di primo livello di questa disciplina che mi aiuta costantemente a lavorare su di me. Non è un caso che questi avvenimenti siano stati così ravvicinati. Proprio attraverso la nascita di nostro figlio, mi sono trovata come tante davanti a tutti i problemi classici di stanchezza, solitudine, inesperienza e paure. Questa situazione mi ha portata a incontrare una doula, una figura professionale di supporto alla neo-mamma e al bambino, nei primi tempi della loro vita insieme fuori dal grembo. Per me è stata un aiuto molto prezioso.
Ho potuto constatare quanto la figura della doula sia essenziale nella vita di una mamma e nella società tutta, così ho deciso di percorrere a mia volta questa strada. A fine settembre inizierò questo splendido percorso di formazione per essere a mia volta di sostegno alle mamme, unendo quindi questa disciplina agli studi di Naturopatia.
Ivan, si potrebbe dire che il tuo percorso è “con la Terra e nella terra”, che è anche una delle filosofie dietro a Albero Arcobaleno APS. Ci racconti come è andata?
Una volta lasciato il lavoro ho iniziato a praticare l’agricoltura naturale e la permacultura, mettendo le mani nella terra e prestando la mia opera gratuita ad una cooperativa agricola biologica bolognese, di cui sono ancora socio. Sono anche andato a studiare e praticare la viticoltura biodinamica in Toscana.
Nei mesi seguenti mi sono dedicato alla viticoltura facendo esperienza in un vigneto e ho intrapreso un percorso di formazione come counselor trans-personale. Questo percorso mi ha accompagnato e mi ha aiutato a capire meglio me stesso per essere d’aiuto anche agli altri. Così sono diventato anche volontario presso un’associazione che assiste bambini ricoverati in reparti neurochirurgici-psichiatrici.

Un’esperienza bella tosta Ivan, immagino che abbia lasciato il segno…
Sì, quest’ultima esperienza mi ha segnato molto e mi ha dato così tanto che alla fine ho avuto l’intuizione forte che il mio percorso di vita doveva avere a che fare con i bambini, mettendomi in qualche modo al loro servizio.
Da quell’esperienza, iniziai a collaborare con altre realtà educative rivolte a bambini e ragazzi. Arrivarono a cascata opportunità e progetti, che mi hanno dato la possibilità di trasformarmi nuovamente e formarmi come orto-terapista e poi educatore professionale socio-pedagogico all’università di Bologna. Poi ho trovato l’ennesima opportunità di tornare all’aria aperta, in qualità di educatore esperienziale in outdoor education, in realtà istituzionali e associative che si occupano di educazione e formazione in natura.
Complimenti a entrambi! Dei bellissimi percorsi costruiti sull’aiuto agli altri, quindi molto preziosi. Adesso, come persone e con l’associazione, cosa state cercando di portare nel mondo? Quali sono i vostri valori?
L’attuale società è molto focalizzata sull’avere anziché sull’essere. Essere: questo, per quanto ci riguarda è il primo valore che portiamo nel nostro vivere e lavorare quotidiano. Essere consapevoli di noi stessi prima di tutto, nell’Essere un esempio per ispirare continuamente se stessi e gli altri verso comportamenti responsabili e scelte coraggiose quotidiane, per fare qualcosa di concreto nel nostro piccolo che può diventare un grande cambiamento, soprattutto se siamo in tanti.
Come è nata l’associazione Albero Arcobaleno APS, quel’è stata l’idea?
L’idea è nata dall’incontro con persone con le quali stiamo condividendo un percorso di crescita personale ed interiore, con la volontà di condividere i nostri intenti e talenti e metterli insieme al servizio altrui. A marzo di quest’anno abbiamo fondato con altre persone l’Associazione di promozione sociale Albero Arcobaleno APS, in modo che ognuno dei sette soci fondatori possa mettere a disposizione la propria esperienza e il proprio sapere in un percorso di continua crescita ed evoluzione collettiva.

Di cosa vi occuperete in particolare? A chi è rivolta?
Ci occuperemo di educazione in natura per bambini e ragazzi, corsi e laboratori creativi ed artistici, arteterapia, fumetto e l’arte del narrare, yoga per adulti e bambini, sostegno alla maternità e genitorialità, incontri e colloqui pedagogici, percorsi di auto-conoscenza e crescita interiore anche attraverso varie pratiche olistiche.
Con l’associazione presentiamo il progetto “Bambini Anima-ti”, che ci sta particolarmente a cuore, ovvero un percorso di educazione in natura e crescita all’aria aperta, per bambini di età dai 3 ai 6 anni.
Stiamo anche cercando famiglie, in provincia di Bologna, che vogliano aderire al progetto e formare una piccola comunità educante, in un percorso comune di sostegno e condivisione.
Un pensiero al volo per un mondo più sostenibile?
Pensiamo che la parola chiave sia Responsabilità personale. Occorre fare scelte nella propria vita in prima persona, senza delegare ad altri ciò che spetta ad ognuno di noi, scelte responsabili ed etiche, per questo difficili e impopolari, ma orientate verso principi di sostenibilità sociali ed ecologici.
Grazie a Silvia, Ivan e ai soci dell’Associazione di promozione sociale Albero Arcobaleno APS!
Per chi vuole conoscere da vicino l‘Associazione Albero Arcobaleno APS:
Sito web
Facebook
Email
Foto Credits: Silvia e Ivan