Prima di parlare della ricerca del sentiero, la mia attuale attività predominante, in tutti i sensi, vorrei ringraziavi per tutti i messaggi che ho ricevuto negli ultimi giorni.
Non sono ancora riuscita a rispondere a tutte le email ma ce la farò entro oggi, spero! La domenica per me è giorno di riposo a casa, potendomi godere la spiaggia nei giorni lavorativi e meno affollati. Dalle domande sulle vostre preferenze che avevo inviato nella scorsa newsletter e dalle risposte ricevute via mail e nei commenti, è risultato che gli argomenti più apprezzati sono orto e giardino, l’autoproduzione ma soprattutto la vita quotidiana, che comprende anche il migliorarsi. Così questa mattina sono partita di buon’ora a fare le foto del mio piccolo e disastroso (per ora) orto-giardino (Monica del primo commento… eccoci, arrivo!) e di alcune piante che ho messo qui e là. Ora che ho le foto, posso assicurare che in settimana riuscirò a fare finalmente un aggiornamento su questo lavoro progressivo e ancora lontano dall’essere finito. Ma è bello vedere anche il percorso, giusto?
In questo momento l’orto spellacchiato mi assomiglia molto. Lavori lasciati a metà, buche enormi, catasta di sfalci… ma sta solo prendendo forma, forza! Il motivo per cui ho poco tempo per il giardino è che ho deciso di volerne avere poco. Già nella ricerca della casa abbiamo stabilito che il giardino doveva essere piccolo, a bassa manutenzione per permetterci di uscire spesso e di seguire altri progetti più corali. Nel mio futuro vedo un orto botanico, ma non dentro casa mia, basta con gli spazi recintati e privati, con un ettaro da mantenere in due persone, isolandosi dal mondo. Là fuori ci sono boschi, colline, pinete, prati e montagne da percorrere senza doverli coltivare centimetro per centimetro. Un piccolo pezzetto è la mia salvezza per uscire un’ora a sistemare le piante, per coltivare qualche fiore qualche pianta che mi piace o che voglio mangiare. Ma anche qui, non più un orto sterminato come era stato il nostro primo, nella casa in Lomellina.
Qui è pieno di aziende agricole che coltivano biologico e persino biodinamico, quel che non produco io lo vado a comprare da loro, supportando un’economia locale, a chilometro zero e pulita. Mi sembra un compromesso equilibrato. Probabilmente quando non lavoreremo più torneremo ad avere un orto gigante, producendo tutto da soli. O forse chi lo sa, capiterà prima perché ci saremo assestati e non avremo più tutte le incombenze del post-trasloco e ci saranno tranquillamente quelle due ore al giorno da dedicare al giardino. Per ora, capita di correre perché alle dieci di sera ci si ricorda che non si è ancora annaffiato!
Però, voi lo perdereste un tramonto così? E allora va bene anche annaffiare al buio!
Vivo giornate che hanno come costante la ricerca del sentiero, sia materiale che metaforico. La ricerca del sentiero materiale mi sta dando maggiori soddisfazioni. Esploriamo pinete in prossimità del mare, cerchiamo i sentieri che portano a piccole spiagge più remote e restiamo lì, aspettando il tramonto. In questa ricerca del sentiero, se ne trovano di enormi come quello della prima foto, battuti da flottiglie di turisti sovraccarichi di mercanzie. Poi ci sono quelli che mi piacciano di più, nascosti e un po’ impervi, che vengono percorsi sporadicamente, da soggetti silenziosi con uno zainetto. Lontani da quella parte di Romagna del turismo di massa che credevo fosse l’unica realtà di questi posti prima di conoscerli. Amo arrivare alle piccole spiaggette appartate, isolate e silenziose, a cui si accede solo dopo certosine esplorazioni di questi percorsi.
Non è una reazione schifata verso il turismo di massa, anzi. A volte è bello anche inoltrarsi per le spiagge più battute, stare con l’altra umanità a debita distanza, tifare per zia Clara. Io alla fine ho deciso che la storia finiva così: zia Clara ha dato una risposta definitiva e molto pungente che le ha messe entrambe al tappeto, ammutolite. Zia Clara, nel mio immaginario, ha assunto le sembianze di Natalia Aspesi e le ha bacchettate per bene. Io la adoro, è stata una femminista in un momento in cui le sue coetanee erano tutte lì a contarsi le perle delle collane e oggi risponde alle femministe dell’ultimo minuto, quelle che sono femministe su Facebook e solo perché hanno un marito che le mantiene: “Io non mi offendo mica. Sono troppo presuntuosa per offendermi”. Una grande. Zia Clara per me è lei. Scusate, ma non ci stavo con una storia a metà.
Inutile che vi dica che prediligo le spiagge libere, anche se a volte per necessità può capitare di finire in qualche bagno. La ricerca di sentieri porta a volte alla massa. Dopo una lunga camminata credi di essere quasi arrivata a un’oasi di pace e scopri che invece è transennata, proprietà dell’Esercito. Una casermetta a un piano con chilometri di spiaggia e scogli. Borbotti e non ti rimane altro che tornare indietro, fermarti in un bagno attrezzato e passare lì il tuo pomeriggio. Altre ricerche farebbero solo perdere tempo. Aiuta la gestione dell’imprevisto: vince chi si adatta, vince la resilienza. Poi però, domani, via a cercare altri sentieri, altre spiagge appartate.
Mi piace quando si sbuca in queste macchie selvagge di sterpaglie e di orzo selvatico marittimo (foto sopra). Tifo per la lumachina che si tiene aggrappata alla spiga nel vento. Voglio percepire la forza dell’Hordeum Maritimum (o anche Hordeum Murinum), che assume colori e caratteristiche diverse a seconda del terreno in cui si trova, della forza del vento, del sole e dell’aria salmastra. Resiste alle aggressioni del sale, ma se ne nutre, asseconda il vento per inclinarsi dolcemente, rialzandosi appena cessa. Accompagna la mia ricerca del sentiero.
Nel ravennate si chiama Gran d’muraja, grano del muro, perché in genere cresce sulle rovine o a ridosso della muraglia. Lo sento sempre più la mia pianta del momento. Mi rattrista che Edward Bach non l’abbia presa in considerazione, ma forse era troppo simile all’avena selvatica (sì, al Wild Oat perché Bach parlava di forasacco maggiore, Bromus Ramosus, non di Avena Fatua come troppo spesso viene interpretata malamente in Italia). Forasacco è anche uno dei nomi popolari dell’orzo marino, non a caso due piante della resilienza e insieme dell’indecisione.
Nei momenti in cui si sente di aver perso la strada e si è in dubbio sulle decisioni da prendere, nei periodi in cui è in corso la ricerca di un sentiero, Wild Oat è il fiore da utilizzare.
In questo momento è tra i miei, nella mia ricerca del sentiero giusto. Come succede spesso con i fiori di Bach, l’essenza che utilizzi ti porta a notare più spesso quella pianta attorno a te. Non è solo una questione di processi cognitivi, dell’aver spostato l’attenzione su quel fiore. C’è qualcosa di più che non ho ancora capito e mi piace moltissimo. L’avete notato anche voi, usando i fiori di Bach?
20 Commenti
Ciao… solo una cosa … mi vorresti adottare? sto’ brava sai!? 🥴🥴🥴🌊🌞🌊
ahaha! Ciao Eliana, d’accordo, ci penso!
Descrizione perfetta della Romagna, quella che piace a me!!!
Quella bellissima! Mi sta piacendo molto, vista da più vicino. Già mi piaceva da lontano…
Devo dire che mi piacciono entrambe le versioni, quella più rumorosa e modaiola, che comunque è circoscritta in zone, e quella più concreta e naturale, spesso curatissima dai suoi abitanti.
mi fa bene al cuore leggere che sei spesso in giro per sentieri che portano a spiaggette quasi sempre ottimali!
dei fiori di bach purtroppo so poco ma interessarsi per la prima volta a una pianta e nei giorni successivi vederla dappertutto, mi è capitato, eccome!
nel post scorso mentre descrivevi la tizia col telefono mi è venuto in mente il film “come un gatto in tangenziale” con i fantastici Paola Cortellesi e Antonio Albanese…daje coccia de morto!!!
Grazie Daniela! Non lo conosco, me lo segno da vedere! Un grande abbraccio :-*
Ciao Grazia, hai descritto una costa Romagnola che non conoscevo e non immaginavo nemmeno, così bella e selvaggia. E che foto stupende!
Cara Rosanna, anche io fino a qualche anno fa non pensavo che la Romagna fosse anche così. Da lontano sembra solo una distesa di gente accalcata nei bagni a pagamento (che vanno benissimo, intendiamoci, ma non sono identificativi di tutta la costa!). Invece ho scoperto che ha grandi aree selvagge, per chilometri e chilometri. Solo per citarne uno, il parco del Delta del Po, meraviglioso! Ci sono anche parecchie oasi naturali, tutelate dagli enti locali. Una Romagna davvero da riscoprire, almeno per chi come noi non sapeva che fosse anche così!
Quanto mi piace leggerti!!! E’ rilassante come in questo caso e divertente (ho letto l’articolo delle spa).
Anche noi cerchiamo sempre posti dove ci sono poche persone anche se andando al mare di sabato certe volte non è così semplice. Dove andiamo noi c’è una lunghissima spiaggia libera con soli due bagni attrezzati. La nostra postazione di solito è nel punto più lontano dai due bar e di solito siamo solo noi perchè alle altre persone piace avere tutto a portata di mano e invece a noi basta non avere gente vicino 🙂
Questo inverno ho iniziato a conoscere meglio i fiori di Bach facendo un piccolo corso introduttivo e ho iniziato a prendere Holly. Ho un agrifoglio alto che arriva fino al terrazzo di camera e mai come quest’anno ho sentito la sua presenza, era come se fossi attratta da lui. Di solito non lo guardavo mai invece ogni volta che aprivo la finestra i miei occhi andavano lì. Non lo so spiegare, era una sensazione strana.
Buon inizio settimana
un bacione Elisa
Ciao Elisa! Ti ringrazio, sì ho inserito l’articolo più ridanciano della spa nella newsletter perché questo post era un po’ più ‘serio’ degli altri… tanto per bilanciare con allegria! 🙂
Su Holly come sugli altri fiori di Bach… bisogna compiacersi di ‘sentirli’. Per la mia esperienza, quando cominci a notare la pianta nel tuo ambiente, stanno funzionando, riescono a toccare le corde giuste. Hai la sensibilità e l’apertura giuste. Pensa che anni fa andavo da una floriterapista di Roma (andavo già per lavoro e ho incontrato questa donna interessante) che mi ha fatto più volte i fiori “alla cieca”, senza dirmi cosa aveva messo, in modo da evitare l’effetto placebo. Sono arrivata a dirle io alcuni fiori che aveva usato, solo per l’osservazione delle piante che mi attraevano in quel momento. Il tuo Holly guardalo e abbraccialo intanto che ti chiama. Sembrerà un po’ hippie, ma chi se ne importa!
Un abbraccio e buona settimana anche a te!
Che belle le foto! È il mare della mia infanzia e giovinezza, propriio quella luce, proprio quelle piante con le lumachine attaccate, proprio quella pineta coi sentieri di sabbia. E’ il mare coi piedi polverosi e i vestiti spiegazzati, quello che ho nei ricordi con mamma e papà o con le amiche di scuola. Un po’ faticoso ma così autentico e bello. Adesso che sono più, come dire, grande a volte preferiamo posti più comodi e attrezzati (ma sempre lontano dalla folla e rigorosamente solo nei feriali), Da te c’è sempre da imparare, per quanto figlia di una botanica non ho mai saputo i nomi di quegli steli con le spighe o i piumini e neanche dei fiori che crescono sulle dune.
Ma l’oasi di Punte Alberete c’è ancora? A leggerti viene voglia di tornare
Cara Gio, grazie di questi ricordi, sembra quasi di camminarti vicino mentre ti avvii con la famiglia verso la spiaggia. Ci sono ancora le strade polverose di sabbia che viene su con il vento (arriva fino al mio giardino in uno dei paesini più all’interno, nella campagna!) e c’è ancora Punte Alberete che anzi oggi conta 180 ettari di oasi, una delle più grandi del Sud Europa. Ci nidificano tantissime specie, è diventato un paradiso del birdwatching, tutelato e curato. Sto infatti progettando di andare a fare delle foto trascinandomi dietro tutte le attrezzature… così finirà magari che la rivedrai su Erbaviola prima di tornarci di persona!
Buongiorno, la ricerca del mio sentiero continua e con l’aiuto dei tuoi articoli sento di essere in ottima compagnia! Anche l’alto Lazio è un posto che mi ha sorpreso per bellezza e qualità ma anche quantità di cose interessanti da vedere e godere! Io del tuo sondaggio sarei interessata ai percorsi mentali, ma nei tuoi post c’è questo e molto altro! La RESILIENZA per me è ESSERE PRESENTI ed accogliere ciò che c’è senza cambiare nulla.
Ti abbraccio mia AmatA AmicA
Stefania
Cara Stefania, sono proprio contenta che tu faccia parte di questa compagnia di persone sensibili! L’alto Lazio non lo conosco ma dalle tue foto mi sembra una meraviglia … quindi credo che prima o poi lo visiterò a piedi.
Hai ragione sulla resilienza, essere qui ora e accogliere è fondamentale per vivere bene, ma sempre che come te si sia fatto un percorso prima sul cosa tenere nella propria vita e cosa togliere. Per altri che non l’hanno ancora fatto o che cominciano ora, è molto più difficile accettare il momento, specie se è spiacevole. Lì più che l’accettazione c’è bisogno della comprensione del fatto che siamo esattamente dove abbiamo scelto di essere. (L’ho scritto non per te che lo sai anche meglio di me, ma per chi passa di qui e non lo sa… magari è la chiave per aprire la porta di un vivere migliore)
Ti abbraccio fortissimo mia LuminosA AmicA (poi mi spieghi perché stiamo usando queste maiuscole però! )
Adoro leggerti e scoprire cose di cui ignoravo completamente l’esistenza. Spiaggette isolate in Romagna? Pensavo fosse più probabile la vita su Marte (e anche lì…) Io ormai ho la fortuna di trascorrere lunghi periodi dove non esistono altro che spiagge e spiaggette molto poco densamente frequentate, e anch’io mi lascio trasportare dal’istinto per scegliere il sentiero che mi condurrà …dove avrei dovuto essere.
Aspetto sempre dritte per il giardino, perchè la casetta dove mi sono trasferita ha ettari di vegetazione incolta: devo assolutamente farti un video, così capisci il mio grido disperato di “Help me!”
Anche io pensavo che fosse impossibile! Forse perché avevo più presente la zona affollatissima di Rimini… non so. Sicuramente, da quando ho iniziato a venirci anni fa, mi sono stupita di trovare delle zone così belle. Poi sta tutto nel cercare, sai…
Le dritte sul giardino quando vuoi, ma sì… è meglio se mi mandi un video! Non attendere i lavori del mio che, oltre che lentissimi, sono proprio per un piccolo orto-giardino, non avrebbero senso con molto terreno 🙂 sarò felicissima di darti un po’ di consigli per partire!
Mia figlia per Natale mi ha regalato il tuo “L’autoproduzione è la vera rivoluzione”
La sua lettura ha risvegliato desideri mai del tutto sopiti…Ho in casa anche “Formaggi veg ” con una tua dedica a mia figlia. Conto di seguirti, sto cercando il mio sentiero…
Cara Luciana, che belli questi passaggi da figlia a madre! Spero che i tuoi desideri trovino lo spazio e la cura che meritano. Un abbraccio!
ciao Grazia, leggendo questo post mi sto rendendo conto che la Romagna non si riduce alle conosciute località balneari piene di gente e caos e comincio a pensare che sarebbe un bel posto in cui vivere con mare e montagna vicine. Grazie
ciao Michela! Sì, ti confermo che fuori dalle aree caotiche (anche se ogni tanto mi piace andarci per qualche ora!) è un posto stupendo dal punto di vista naturalistico e anche molto tranquillo.