Le proposte più assurde che ho ricevuto (grazie alla FUCA)

La FUCA non è quello che pensate voi, è quello che ha originato alcune delle proposte più assurde che ho ricevuto. Solo che avevo già scritto il pezzo quando ho capito che voi maliziosi avreste ipotizzato altro. In questo articolo parliamo solo delle proposte di collaborazione e ingaggio che mi sono arrivate tramite questo sito, di cosa sia la FUCA con esempi pratici e di come possa ledere la percezione di sé e del mondo, generando però momenti umoristici per me. Anche umoristico-hot. 

Una volta avere un sito era una cosa misterica. Parlo di metà anni novanta, quando non esistevano le piattaforme gratuite con i siti già pronti ma bisognava per forza imparare linguaggi, funzioni e convincere i genitori che sì, non solo ti serviva quel computer da tre milioni di lire, ma dovevi anche occupare la linea telefonica fissa per tempi epici. Diventavi la persona più odiata della casa, i litigi non si contavano e andavano dalle lamentele per l’orrido modem a 24kb/s piazzato di fianco al telefono, fino alle lagnanze di parenti e amici che trovavano sempre occupato. Poi è arrivata la Net Economy, i cellulari, le linee dedicate e una bolla in cui siamo diventati improvvisamente gli esperti più cool del pianeta perché sapevamo “fare i siti”.

L’inizio delle proposte assurde

Così un giorno, visto che li facevo per lavoro, ne ho aperto uno per i fatti miei, su uno spazio gratuito di Altavista. Già lì mi sembrava di aver raggiunto il paradiso: niente codice da scrivere come al lavoro, già tutto pronto, dovevo solo inserirci quel che mi pareva. Nacque così Erbaviola: chiacchiere senza filo conduttore per diffondere informazioni su piante innovative come la stevia allora illegale, la perilla, la canapa in tutte le sue versioni e così via. Era un momento in cui l’unico aspetto commerciale di internet era quello di fare siti per le poche aziende che investivano in banner pubblicitari. 
L’internet dei primi tempi era fatta per la maggioranza da gente che ci credeva nella libera condivisione e non pasturava i quotidiani, considerati invece dei venduti marchettari.
Il mio sito, al tempo, era molto più conosciuto di oggi, sia perché non avevo ancora parlato della mia scelta vegan (se volete perdere un milione di utenti, dite di essere vegani!) sia perché eravamo molti meno. Non come durante il lockdown che chiunque sia rimasto a casa ha deciso di fare un corso di fotografia still life su Instagram per diventare un famoso food blogger (la professione meno retribuita al mondo!). Eravamo proprio pochi e visibili ai pochi che navigavano, non esistevano i social e i motori di ricerca non vendevano le parole “orto sul balcone” alle riviste Mondadori in modo che i loro siti fossero sempre posizionati al primo posto nelle ricerche, insieme a Giallo Zafferano. Ormai esistono solo loro. Non so voi come arriviate al mio sito, ciao alieni!
Dico sul serio, una volta ho provato a cercare una ricetta finta inventata al momento “Profiteroles di seitan in crema di ananas su tartare di pesche in carpione” e mi è uscito “Profiteroles di seitan – La ricetta di Giallo Zafferano”, poi come sempre sono rimasta delusa perché c’era la ricetta di Paciocchi di Pina, blogger gratis di Giallo Zafferano che faceva i profiteroles di sua nonna Concetta. Insomma, un altro mondo rispetto all’inizio.
Era un mondo in cui, se avevi un blog, ti scriveva per la maggior parte della gente sensata, intelligente, acuta, che si interessava a questa nuova cosa di Internet. Non ho aneddoti risalenti a quel tempo, perché era davvero gente diversa, con cui ho fatto progetti, discussioni, scambi che sono rimasti negli anni, percorsi comuni e collaborativi. 

Che cos’è la FUCA

Poi sono arrivati gli smartphone e internet in tutti gli uffici. Con loro è arrivato l’accesso al web da parte di gente che non aveva la minima idea di cosa fosse la rete (ricordate che ancora oggi il 32% degli italiani è convinto che internet sia Facebook, un dato che fa molto riflettere sull’analfabetismo funzionale). Io lo so che vi starete immaginando dei poveretti che vivono nelle baracche e non possono permettersi il computer, o dei nonnini con le dita tremanti che cercano informazioni come possono. Invece no.
Sono persone mediamente giovani, spesso con lavori di livello medio-alto, con un’istruzione e una qualità di vita, che però, per motivi che restano riservati ai Templari, quando arrivano a questo sito si sentono invasi dalla FUCA. La fuca non è il famoso composto delle fave lassative ma la Forza Ultraterrena Della Cazzata Atomica.
La fuca li prende in pieno, li condiziona completamente, ed è allora che sentono questo bisogno impellente di contattarmi. Ricevo tante bellissime email, di cui vi ringrazio di cuore, insieme a proposte normali di lavoro a cui aderisco con entusiasmo. Ma alcune, soprattutto alcune “proposte di lavoro” sono evidentemente frutto della FUCA. Io di solito vorrei rispondere con un semplice invito all’utilizzo delle sopracitate fave, invece rispondo con un cortese diniego. (Joker non concorda con questa linea, inutile dirlo).  

Tra i migliori. 

Il Fidanzato Genio.

Questo è un caso storico di Erbaviola, che magari avrete già sentito citare. Aggiungo che costui si presentò prima come produttore di un famoso conglomerato di canali a pagamento, metti che io fossi sensibile al fascino di un passaggio tv o chissà. Si mantenne sul vago, così ognuno ci poteva leggere quello che voleva: un programma tutto mio se fossi stata un’ingenua bellona o un’ospitata se fossi stata una bruttina stagionata. Potevo immaginare quel che volevo e farmi delle idee, tanto poi sarebbe sfociato in niente. 

Puoi venire a Milano a tenere un corso personale alla mia ragazza di orto sul balcone, sul suo terrazzo? Vorrei farglielo come regalo di Natale, perché l’anno scorso le ho regalato un viaggio a Miami ma lei voleva qualcosa di più “eco”, quest’anno non vorrei sbagliare. Magari il giorno prima possiamo andare insieme in un vivaio e mi suggerisci quali piante prendere, le portiamo a casa di nascosto e la mattina del 25 le apro il balcone dicendo “Sorpresa!”, con lì te pronta a farle il corso.” Questa è una proposta realmente ricevuta, l’ho solo riassunta. 
La prima domanda che mi è venuta in mente, è stata: dimmi ti prego che quello che usi è una droga legale, perchè ne ho bisogno anche io. Io a volte ho dei problemi di autostima, credo di non essere abbastanza e di dovermi accontentare, non mi presento mai di sorpresa dagli amici perché non voglio essere inopportuna, mi faccio duecento segoni mentali se devo chiedere un favore. Questo qui invece ha il problema contrario e io voglio le sue pillole o erbe da annusare, qualunque cosa siano se legali, perché ho anche un senso della giustizia granitico. In cambio di questa informazione vitale sull’erba magica, sarei anche disposta ad andare a Milano il 24 dicembre, magari con la nebbia e quella bella umidità appiccicosa di gas di scarico e polveri sottili che allieta gli inverni meneghini. Girerei con lui per vivai, che come è noto a dicembre pullulano di piante da orto. Lei voleva una ridicola stella di Natale per la sua portinaia? No signora, a dicembre?! Scherziamo?! A dicembre ci sono le piante da orto, guardi, abbiamo broccoli ma anche angurie, fragole, zucchine, meloni… è dicembre!
Ho già un piano, pur di entrare in possesso della sua pillola magica. Dal vivaio usciremo con un vassoio di piantine di cavolo e verze, tre sacchi di terra, venti vasi, qualche attrezzo. Ci avvieremo verso la dimora della fidanzata, che immagino essere almeno in un palazzo ottocentesco del centro, di quelli con i balconi di un metro per dieci centimetri. Spargendo terriccio sul palquet di rovere a spighe, accatasteremo il nostro carico di vasi, terricci, humus, palette, rastrelli e piantine sul balcone. Naturalmente lei non si accorgerà di nulla fino alla mattina dopo. D’altra parte è noto che le donne non si accorgano di niente in casa: magari notano la goccia di acqua nel ripostiglio di un appartamento di trecento metri quadri, ma non vedono di sicuro se gli aprono il magazzino del Leroy Merlin sull’unico balcone. Siamo esseri complessi. A quel punto il programma prevede me che passo la sera della vigilia da sola in albergo, dato che la vita mi ha riservato l’ambito ruolo di regalo di Natale per Fidanzata del Genio.
La mattina di Natale, che immagino essere una soleggiata e calda mattinata milanese come solo a dicembre ce ne sono, il Fidanzato Genio mi farà entrare di nascosto nell’appartamento, stile cinepanettone quando sai già che va a finire con Boldi o De Sica nascosti nella doccia. Comunque, facciamo che secondo i piani mi nascondo sul balcone, appollaiata su un sacco di terra insieme a tutto il reparto Giardinaggio. Qui attendo congelando il momento catartico in cui lei aprirà il suo regalo. Per l’attesa, siccome a Milano a dicembre fa sempre caldo, mi sono procurata un piumino con cappuccio di finto pelo, i doposci e tripli guanti tecnici da scalata. Intanto, dall’alto della mia posizione posso osservare il traffico, quelli con una famiglia che vanno al pranzo di Natale e non hanno deciso di parlare di orti su internet. Posso anche dare delle spiegazioni ai vicini sul fatto che non sono un ladro e no, neanche una fumatrice e no, signora, non so se Fidanzata ha intenzione di lasciare tutto quel casino sul balcone, d’altra parte sono qui da un’ora sul balcone della sua cucina e non si è ancora accorta di nulla. No, non rientro perché mi piace stare qui al gelo milanese a prendere una bronchite.
Naturalmente la fidanzata continua nelle sue attività, non sa ancora che regalone la attende. Telefona ai genitori, li rassicura che ci si vede tra un paio d’ore, il tempo di prepararsi. Messaggia con ottocentoventicinque amiche per scambiare gli auguri tutti uguali e ne riferisce alcuni al fidanzato genio, solo i più simpatici tutti uguali. Io ai miei non rispondo perché ormai le dita mi stanno per cadere in seguito al congelamento. 
Finché arriva il momento dell’apertura regalo e lei, con la coda dell’occhio, nota qualcosa sul balcone. Lui cerca di sviarla, lei si impunta ancora di più, lui cerca di distrarla, lei si fissa proprio sul vedere cosa ci sia sul balcone. Io cerco di nascondermi meglio tra i sacchi di terra e il rastrello, ma lei, infuriata, infila la vestaglia sopra il negligé di seta e apre la portafinestra mentre lui le urla rincorrendola “no no! doveva essere una sorpresa! ti posso spiegare!”. I capelli biondo cenere con il balayage biondo miele svolazzano in una raffica di vento gelido milanese mentre lei mi guarda furibonda. 
“Guardi, mi creda signora Fidanzata, se le dico la verità lei non ci crede. Facciamo così: io adesso vado dieci minuti al Policlinico a vedere se ho solo la polmonite, voi intanto vi chiarite. Ciao belli ciao. E guardi che le è andata bene sa, le è andata di lusso, lei ha rischiato di passare due ore sul balcone a rompersi le unghie di ceramica trapiantando le verze”. 
Non so se Fidanzata avrà scampato questo regalo dopo la mia pacata risposta di rivolgersi a un centro di igiene mentale, ma ogni tanto la penso. Mi domando quali siano stati i successivi regali di Fidanzato. 

Vieni da me (livello FUCA medio)

La categoria “Vieni da me” è inflazionatissima, il Fidanzato genio è solo la punta di un iceberg che in confronto quello del Titanic era un fiocco di neve. Purtroppo assistiamo a generazioni di boomer, o cresciute da boomer e post-boomer, a cui tutto è dovuto. Siccome i loro genitori sono accorsi per trent’anni a ogni minimissima richiesta, anche il resto del mondo deve farlo. Sicchè, quale ragione ci sarebbe di venire a un mio corso o leggere un mio libro, quando mi si può avere gratis, direttamente a casa propria? Non so cosa immaginino costoro, forse che io arrivi in volo come Mary Poppins e che fino a cinque secondi prima mi libravo nell’etere in cui non avevo una vita. Mi attivo solo quando scrivo sul blog o li raggiungo nelle loro dimore, proprio come Mary Poppins. 

Tra le migliori fino a oggi: 

Vieni qui da noi (Sicilia), ci fai vedere come fare un orto sinergico, magari prepariamo bene il terreno dell’orto insieme, ci aiuti, poi mettiamo le prime piante e ci prendiamo un caffé. 
Oh mio Universo, tu sì che mi ami! Un caffé. Duemila chilometri e due traghetti sono davvero nulla per poter avere un caffé! No, dai sarà fishing, è troppo bello per essere vero. Saranno quelle proposte di lavoro finte, quelle che poi vai lì e invece del caffé c’è solo il bicchiere d’acqua. O magari cercano di venderti i set di valigie. Meglio non rischiare. Però è stato bello sognare per un attimo di poter avere un caffé. 

Vieni a fare un corso o due alla nostra manifestazione a Favarolo di Sotto in Alta Val di Fuca. Non possiamo darti un rimborso spese perché siamo una manifestazione piccola, però ci crediamo molto.
In cosa credono? Nell’ecologia, nella sostenibilità, nella causa animalista, nell’alimentazione vegan, qualunque motivo possa farti sentire una spietata capitalista se gli dici di no. Loro invece non si sentiranno mai così, anche se gli stand li fanno pagare, anche se prendono il 5permille e se lo spendono in canne, anche se si auto-assegnano “rimborsi spese” di qualche migliaio di euro per aver appeso il cartello entrata o per aver scattato tre foto con il cellulare. Tu invece, la bieca capitalista, devi spendere 200-300 euro a manifestazione tra trasporti, alloggio, vitto e materiali per il corso. Diventerò famosa andando alla loro manifestazione, convertirò migliaia di persone a uno stile di vita sostenibile? No. Perché io porterò pubblico a loro, non l’inverso. Poi, quando un giorno la manifestazione diventerà famosa, quando daranno i rimborsi spese e gli alberghi e inviteranno i vip del settore, allora io non sarò più invitata. (Non che io non sia vip in alcuni ambienti, ma tira di più il musicista ottuagenario che il lunedì non mangia carne).
Di solito, per chiedermi di partecipare a mie spese, mandano delle volontarie che davvero mi apprezzano e davvero non ne sanno niente di che schifo ci sia dietro, dei costi che per vent’anni mi sono accollata io per andare alle loro manifestazioni, perché io sì che ci credevo nel divulgare uno stile di vita sostenibile. Mi hanno succhiato il midollo per tanti anni, peggio dei vampiri. Devo rispondere che già senza compenso è tanto, ma pure senza rimborso spese no. Così passo da attivista a schifosa capitalista, “pensavo che ci credesse davvero, invece è una che lo fa per soldi”. Io sarò sempre Mary Poppins che si sposta di mille chilometri grazie al suo ombrellino a vento.  
Quattro anni fa, ho deciso che non sarei più andata a manifestazioni che non potessero fornire almeno il rimborso spese. Da allora, passo felicemente l’estate andando al mare e rilassandomi, andando solo a quel paio di manifestazioni che, rispettose della mia  professionalità, sono consapevoli che sarebbe oltremodo denigratorio il chiedermi una prestazione gratuita più il tempo e anche i soldi del viaggio.
Seguitemi per altri consigli su come convivere serenamente con la vostra nuova identità di spietata capitalista. Tutto il resto è FUCA.

Veniamo a stare da te (livello FUCA pericoloso)

Non sono tutti pigri o boomer, chiariamo. Non è che tutti gli affetti da FUCA vogliono che vada sul loro balcone o nel loro orto. C’è anche una categoria che si impegna, che è disposta a fare chilometri, i “Vengo a stare da te”. 

Ho iniziato a mettere più foto di me online da quando ho capito che alcune proposte mi arrivavano solo a causa dell’immaginario collettivo del decrescitore. La gente si immaginava una frikkettona con la divisa da alternativa, i dreadlock o i capelli in colori fluorescenti, gonne indiane a campana o pantaloni da fachiro, magliette logore e una pioggia di tatuaggi e piercing. Non ho problemi con chi si veste così ma ho pochissimi conoscenti così. Amici nessuno per ora. Il motivo è che questi “alternativi” si frequentano solo tra gente con quel tipo di divisa. Io invece aborro in egual modo tutte le divise, quindi non ci troveremo mai, siamo parallele infinite, io accetto loro ma loro schifano me, il che va benissimo.
Il problema si pone però per l’immaginario comune. L’orto? Il nonno. La decrescita? I frikkettoni. L’autoproduzione? Donnette risparmiatrici. E via così. Mi immaginavano frikkettona, insomma, e relazionavano l’immaginario frikkettone a quello di mia nonna, cioè Woodstock nel 1968, Peace&love, nudi sull’erba, canne, no lavoro, tutto è di tutti. Con queste premesse, è del tutto naturale immaginarsi porte aperte sempre, che problema c’è se vengo a stare per un po’ a casa tua? 

Il migliore, quello del “mettiamo subito in chiaro”.
Mi scrisse una lunghissima email con tutte le autoproduzioni che sapeva già fare, seguito da un elenco lunghissimo di tutte le cose che voleva imparare da me, alcune delle quali non ho mai fatto, quindi non so che immaginario prolifico avesse. Si proponeva di integrare tutte queste conoscenze venendo a vivere a casa mia per un mese, non di più. Voleva osservare come vivevo, aiutarmi in alcuni lavori e imparare come si vive autoproducendo tutto, cosa che però non faccio. Ci teneva comunque a specificare, scriveva alla fine della lunghissima email, che “mettiamo subito in chiaro, io sono felicemente fidanzato”. Non che mi facessi delle aspettative! 
Voi non ci crederete, ma io rispondo sempre cortesemente, anche a queste. 

Altre notevoli sono state quelle di una coppia che voleva fare la stessa esperienza del latin lover sopra, ma campeggiando nel mio giardino. Ho dovuto rinunciare perché già sono sempre quella strana tra i vicini, figuriamoci con gli ospiti campeggianti.
Anche innumerevoli richieste di venire a fare un periodo di stage nella mia azienda agricola (mai avuta) o nei miei campi (sempre chiarito che era solo un orto) o nel mio ristorante (quello che ho aperto sul balcone intanto che aspettavo Fidanzata) o anche a imparare il mio lavoro per poter lavorare da casa. Chiaro che se lo faccio io, lo può fare chiunque con la quinta elementare e uno smartphone. FUCA totale. 

Le cinquanta sfumature di grigio polvere (la FUCA da club privè)

Questo ci ha creato serie discussioni in famiglia. In casa mia ci si divide le pulizie, non si chiamano persone esterne a farle. Un giorno spiegherò perché, mi dimentico sempre di scrivere questo post. Lui ha accettato questo andamento perché la nostra prima casa era mia: lui si è trasferito da me, mie le regole di conduzione della casa. Si è dovuto adeguare, poverino, perché era passato dalla mamma alla collaborazione domestica. Ogni tanto rimpiange la collaborazione domestica e propone timidamente di introdurne una o uno. Immaginate quindi la sua gioia il giorno che mi ha scritto un ragazzo offrendosi di venirci a fare le pulizie, gratis. Uniche richieste erano che per tutto il tempo io indossassi una tuta di latex e gli dicessi dove pulire. A me il latex sta malissimo, sembro l’omino Michelin in abito da sera.

Questa email ha scatenato una settimana di discussioni.
“Ma scusa, se devo stare lì con lui, tanto vale che li faccio io” e lui ribatteva “Ma cosa vuol dire, tu magari intanto puoi fare altro, leggi!”. Allibita “Certo, mi sento molto a mio agio a leggere mentre sono comodamente inguainata, con un estraneo che si aggira per casa”. Si zittisce, poi ci riprova con calma “Però dai, ha scritto che pulisce tutta casa… pensaci…”. Furiosa “Ma mi svendi proprio per poco eh!”
“Ma no, cosa dici amore, dai, non offenderti… dai, vieni qui, ti regalo un orto sul balcone il 25 di dicembre!”

Intanto che pensavo a cosa rispondere è arrivata una seconda email con più dettagli perché temeva che la prima non mi avesse intrigata abbastanza. Chiariva, per essere preciso, che intendeva pulire casa leccandola, pavimenti e  interno caminetto compresi. 
Lui un giorno se ne ricorda: “Amore ma poi, il tizio che voleva venire a pulire casa?”. Joker era di servizio “Ah già, ha detto che per prima cosa voleva pulire tutto il tuo studio leccandolo, cosa gli dico? Inizia dall’alto con le spade di Star Wars o dal basso con la tua sedia da gamer?”. Terrorizzato “Cosa?! No, no! Vuol venire qui solo per non spendere venti euro di club privè! Digli di no! Ma che gente è?!”
Ho risposto cortesemente che non siamo ancora a questo livello di utilizzo degli enzimi, per ora proseguiremo con il vaporetto, poi un giorno chissà. In caso richiamiamo.

In appendice aggiungo che ho ricevuto anche richieste di indumenti intimi usati e non era uno swap tra amiche. Anche richieste di liquidi corporei, ma questi con tutta una spiegazione scientifica sulla beneficità del berli e visto che io sono vegana – ma stupida ignorante che non li bevo! – potevo per caso regalarli a loro che in famiglia ne farebbero buon uso?
Ma no, perché regalarli e basta?! Io sono risaputamente una bieca capitalista, con tutto il té bancha che bevo ci apro un Juice Bar sul viale Ceccarini a Riccione!

Spoiler alert

La prossima volta vi racconto delle richieste più simpatiche per le presentazioni di libri, quelle richiedono un capitolo a parte, sono tante e una più bella dell’altra. Una supera persino Fidanzato Genio.
In settimana invece ultimerò – finalmente! – il post noiosissimo ma utile su come ho ridotto l’utilizzo di metano del 40% senza andare a vivere in una grotta. Probabilmente troverò anche il tempo di parlarvi del mio nuovo orto in vaso e di qualcos’altro che non ho ancora deciso perché ho una cinquantina di post iniziati. Li inizio in una pausa o mentre sto facendo altro, poi ci metto mezz’ora a capire cosa ho dettato. Per esempio, da oggi nella newsletter c’è una parte speciale solo per gli iscritti che si chiama “Meditazione della settimana“. Erano tre mesi che cercavo di capire che idea fosse inserire “Mentone alla sottana” nella newsletter. 

Foto sopra: bicicletta fotografata anni fa durante Giardino Jacquard

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DA STALLA A LEGNAIA

ASSENTE GIUSTIFICATA DAL BLOG, PRESENTE ALLA VITA

17 Commenti

Diana Maggio 16, 2021 - 3:13 pm
Chiariamo un punto: se arrivano tutti a te, forse dovresti guardarti dentro e capire cosa non va ?. E poi, cos'hai contro il Latex? ?
GRAZIA CACCIOLA Maggio 16, 2021 - 3:25 pm
Vuoi essere percossa Diana? ? Per fortuna non arrivano tutti a me, ma un campionario nutrito di soggetti FUCA, l'unica è riderne!
GRAZIA CACCIOLA Maggio 16, 2021 - 3:26 pm
ah dimenticavo... trovo affascinante il latex. Non su di me!
daniela Maggio 16, 2021 - 3:40 pm
anche io devo rifare completamente giardino e orto....quindi ti aspetto! ti offrirò un bel bicchiere d'acqua perchè non bevo caffè .........e non devi nemmeno prendere due traghetti!!!!!! non posso mettere le faccine perchè sto scrivendo dal computer...le lascio all'immaginazione
Grazia Maggio 16, 2021 - 5:32 pm
Prova a immaginare anche le mie Daniela! Anzi ne metto una ?
paola Maggio 16, 2021 - 4:26 pm
Muoio.....ed è sufficiente
Grazia Maggio 16, 2021 - 5:33 pm
Paola, resta tra noi! ? un abbraccio!
Cri Maggio 16, 2021 - 6:16 pm
Ascolta Mary Poppins pagherei un milione di euro per vedere dal vivo la storia di te sul balcone il 25 dicembre. Potrei anche ipotecare casa dove vivo anche se è in affitto, giuro. A proposito, anni fa avevo i dread, ho una trentina di tatuaggi, piercing più o meno nascosti ed un campionario di gonne indiane e panta harem....vedi tu!!!!!!
Grazia Maggio 17, 2021 - 8:08 am
Infatti anni fa non mi frequentavi, visto?! ? Per lo show dell’orto sul balcone il 25 dicembre si accettano prenotazioni, sai che io capitalizzo tutto...
Vale Maggio 16, 2021 - 7:03 pm
Io voglio pure il post sul perché non vuoi una collaborazione domestica. Voglio vedere se somiglia al mio (e per non volerla io, che sono l'imperatrice della pigrizia, ce ne vuole!) (Lol, il leccapavimenti. Sto pensando ai miei pavimenti, che devono spesso essere puliti dai fluidi corporei felini).
Grazia Maggio 17, 2021 - 8:11 am
Ok, lo metterò nella lista delle 200 priorità. Valuta che il post su come dipingere la cucina l’ho fatto quasi 3 anni dopo e pure dopo averla venduta ? Con i miei tempi eh...
Rosanna Maggio 17, 2021 - 9:43 am
Che risate, Grazia! Certo che la tua vita in questo universo parallelo della FUCA è proprio interessante e mai noiosa!?? PS: Aspetto il post sul perché non vuoi un aiuto domestico, perché anch'io la penso così (già da piccola mi facevo la camera da sola perché non volevo che neanche mia mamma ci mettesse mano).
Grazia Maggio 17, 2021 - 9:09 pm
Ho capito che dovrò dare priorità a questo post sulle pulizie! ? sarà interessante capire se i nostri motivi sono simili ❤️ Un abbraccione Rosanna!
Elena Maggio 21, 2021 - 11:09 am
Grazia, sto morendo dal ridere!!! Grazie per avermi sollevata da una settimana tremenda. Volevo già chiedertelo da un po': scriverai ancora libri come Scappo dalla città e L'autoproduzione è la vera rivoluzione? L'ultimo soprattutto è stupendo, l'ho amato tanto, preso con il crowdfunding e ricomprato dopo nella nuova edizione per dei regali di natale. Sono invadente se ti chiedo quando arriverà il prossimo? (fosse per me ne vorrei uno al mese da leggere!!!!)
Elena Maggio 21, 2021 - 11:10 am
scusa sono Elena Valdi, non è venuto fuori nel nome!
alice Maggio 21, 2021 - 1:42 pm
brava Grazia Cacciola Erbaviola!
Simona Maggio 31, 2021 - 4:47 pm
Ti amo! E amo anche il tuo compagno! Hahahahahahah
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