Ho accettato la sfida di testare il Kakebo e l’Eco Kakebo, per constatare se questi metodo giapponese mi avrebbe permesso di risparmiare di più, anche a livello di sostenibilità. Tra una risata e l’altra vi racconto perché può essere utile per alcuni ma non per tutti.
Due anni fa, in un locale di Bologna, stavo chiacchierando con delle amiche quando è saltato fuori il discorso di questo “kakebo”. L’avevo già sentito nominare da qualcun altro, ma alla definizione “quaderno da compilare”, avevo tirato una riga. Nel 2021 non compilo nessun quaderno, ho detto addio agli eserciziari cartacei parecchio tempo fa. Le amiche hanno proseguito nell’indottrinarmi su questo kakebo, l’hanno fatto apposta per vedere le mie reazioni: io sono quella che non usa supporti cartacei che non siano libri o quaderni molto belli per studiare. Ma se si parla di budget, conti, agenda, appunti: digitale, assolutamente. Ho già troppo da fare senza perdere tempo a rincorrere pagine di carta che non comunicano tra loro.
I nuovi metodi giapponesi con tanta carta, i kakebo
Per me qualsiasi carta impiegata in ‘eserciziari’, tavole, contesti e mappe, è carta sprecata e fa sprecare una quantità di tempo, cosa ancor più grave. Di conseguenza, sono additata dalle amiche come l’odiatrice dei loro amati Bullet Journal. Chiariamo. Non odio il Bullet Journal, lo trovo semplicemente uno spreco di tempo e di talento: se vuoi organizzare la tua vita ci sono app e calendari digitali che funzionano mille volte meglio della carta-penna-ghirigori. Se invece senti l’urgenza di fare ghirigori, non ti mortificare disegnando freccette e nastrini attorno al numero di chili che devi perdere! Libera questa tua arte: dipingi, fai un corso di acquerello, ceramica, datti alla street art… ma il Bullet Journal no, dai, è la morte del talento, la declassazione dell’arte al ghirigoro da teenager – pietà!
Nonostante queste mie antipatie per le loro pile di agende e quaderni, mi amano. Dev’essere il motivo per cui hanno voluto mettermi a conoscenza di questo sistema che utilizzano da qualche anno per tenere sotto controllo le spese di casa, il kakebo. Ammetto che non è iniziata bene, perché sono altrettanto ostile a tutta questa giapponesità organizzativa che ci sta invandendo, a partire dalla Marie Kondo. Ma ho voluto essere aperta e me ne sono interessata, visto che loro avevano ottenuto risultati notevoli e prima di cominciare non erano delle spendaccione.
Ho accettato la sfida: passare dal mio vecchio annale foglio di calcolo (più fogli collegati, in realtà) al nuovo metodo giapponese, per vedere se ottenevo altrettanti miracoli.
Il Kakebo, il quaderno per risparmiare
Il kakebo è un quadernetto per annotare le entrate e le uscite, esiste in vari colori e formati ma ce n’è uno che è più originale degli altri, edito da Vallardi, Kakebo. L’originale 2021. Il libro dei conti di casa. Naturalmente dietro c’è la storia, una meravigliosa e santa massaia giapponese che nel 1904 voleva l’emancipazione delle donne e pertanto introduceva questo rivoluzionario sistema per fare il budget di casa. Lo noto solo io che ogni volta che una donna giapponese arriva, ci insegna solo a fare dei lavori domestici, a partire dalla Kondo? Sarà una mia impressione, ma con queste signore si finisce sempre per dare un vestito rosa a qualche incombenza che il patriarcato rifilava alle donne.
Guardando questo kakebo in libreria, a prima vista mi è sembrato un eserciziario di matematica per le elementari. Nonostante la veste minimal-chic, mi attirava come un grembiulino di cotone e poliestere. Mi evocava solo quella bella aria stagnante da trenta in una stanza per tutta una mattina. Cosmopolitan però lo recensiva come “Il metodo che ti cambierà la vita” e mi sono entusiasmata per queste parole di una delle riviste a più alta spinta consumistica. Vediamo come funziona!
Si tratta quindi di segnare a matita tutte le entrate, uscite e spese, anche il più piccolo centesimo che esce o entra. Il tutto diviso per categorie che vanno dalle spese fondamentali ai piaceri della vita fino agli imprevisti. Fin qui, potrebbe essere interessante. Poi si fa la somma di quanto si è speso giorno per giorno, settimana per settimana e in un mese – e già qui siamo a un esubero di esercizi sulle addizioni e tempo perso a portare cifre da una pagina all’altra.
Infine, per ogni categoria e si riporta in un’altra pagina dandosi dei voti: cattivone che ti sei speso venti euro di cappuccini quando il tuo budget colazioni era solo dieci, bravissimo che ti sei speso cinquanta euro in libri, devi morire di consunzione ma istruendoti. Fino a questo punto, non ci ho visto grandi novità: questo entra, quello esce, un po’ di condimento e frasette su quali sono le cose importanti della vita e ciao.
Il mio foglio di calcolo verso il Kakebo
Il mio foglio di calcolo continuava a vincere: segno le entrate-uscite una sola volta, spesso importando un file .csv che scarico dai conti bancari. In un attimo ho la panoramica del mese, dell’anno, del budget residuo, delle spese, di quali aumentano e quali diminuiscono e se voglio ho anche un foglio colorato con tutti i grafici di paragone con gli anni precedenti. Il tutto in tre minuti in cui scarico i dati dalla banca e li importo nel mio foglio.
Non ci sono però le frasi motivazionali, i disegnini e la percezione di essere stata una brava bambina che compila il suo quadernino perbene. Le frasi motivazionali le prendo altrove se ne ho bisogno, i disegnini non mi servono se non a distrarmi, infine quel genere di brava bambina non lo sono mai stata quindi non sento la mancanza dell’approvazione.
Comunque, se qualcuno è particolarmente digiuno di matematica, il kakebo può essere utile per tenere traccia di tutte le uscite e come sono ripartite, tipo rendersi conto che non si hanno i soldi per la bolletta della luce perché ci si è spesi tutto in pizze a domicilio. Serve un po’ meno se si è già adulti e non si applica il metodo “chissenefrega, si vive ora, vai di ominodellapizza, poi per la bolletta li chiedo alla nonna”.
Per esempio, se si vuole anche solo risparmiare per tre cose diverse, tipo l’anticipo di un mutuo per la casa, un piano pensionistico e un viaggio, il kakebo è un caos. I risparmi o li conteggia tutti insieme in una macro-categoria ‘risparmio’ che manco le nonnine con i libretti alla Posta, oppure li parcellizza in modo creativo, tipo il viaggio che va “nei piaceri della vita che mi devo assolutamente dare” e l’accantonamento per la base del mutuo nel risparmio generico. Così succederà questo. Arriva il momento del viaggio “son tremila euro che mi devo assolutamente dare perché me lo merito, come dice il Kakebo, mi merito pure tre guide del Laos formato enciclopedia perchè i libri sono crescita e ci devono stare sempre, come dice sempre il Kakebo nelle frasi motivazionali. I soldi allora li prendo dal conto risparmio che manco mi ricordo più per cosa ce li avevo messi e comunque ci sono, sono lì, li spendo, si vive una volta sola!”. Si tratta di un’estremizzazione ovviamente, ma è il quadro di un sistema che è fortemente dispersivo invece che progettuale.
Morale: se spendi tutti i soldi che hai in tasca e arrivi a fine mese senza un centesimo, ti può servire. Se invece hai più di otto anni e sai fare un foglio di calcolo, fai un foglio di calcolo. Puoi usare Numbers, Excel, Sheets ecc. che hanno anche già dei modelli pronti solo da personalizzare, in genere alla voce “budget personale”.
L’Eco Kakebo, il kakebo per consumatori consapevoli
Siccome però avevo fatto una promessa di provare con spirito da ricercatrice scientifica, ho cercato qualcosa di più adatto a me e ho scoperto l’Eco Kakebo da Ex Equo a Bologna, una bottega solidale con delle persone molto carine.
L’Eco Kakebo è prodotto da Altraeconomia ed è eterno, non esce ogni anno con le date pre-impostate ma le metti tu a mano, quindi puoi iniziarlo in qualsiasi mese e teoricamente puoi anche usarlo tre mesi quest’anno, poi abbandonarlo e riprenderlo l’anno prossimo. Teoricamente puoi anche cancellare tutto alla fine dell’anno e riutilizzarlo. Ottimo, non bisogna riempire il mondo di agende a scadenza annuale.
Con il Kakebo normale vincevo facile grazie ai miei consumi già ridotti, perciò ho pensato che la versione Eco Kakebo potesse darmi stimoli migliori e qualche vetta in più da raggiungere.
Vi servo già lo spoiler. Sono riuscita ad usarlo una settimana scarsa, dopo di che ho cancellato e messo sulla libreria in attesa di qualcuno che ne abbia bisogno.
Cominciamo dall’inizio. Si tratta di un oggetto che dovrete poi chiudere in cassaforte, meglio se con un granatiere armato di guardia. Nella pagina due, infatti, vi viene chiesto di compilare: tutti i dati personali, fino al codice fiscale, tutti i numeri di telefono, tutte le email con le relative password (!), carta d’identità, passaporto, patente, conto corrente, targhe. Se non fosse ancora sufficiente, c’è un apposito spazio di sole cinque righe con “password e altri codici”, dove io consiglierei a questo punto di inserire: SPID, sblocco SIM, sblocco cellulare, codice conferma banca, codice cassaforte. Di fianco a questo ci sono altre cinque righe dedicate a “Altri dati personali”. Quali? Non ne ho più. Ho scritto “capelli ricci”.
La cosa veramente inquietante, però, è la voce “Compleanni”. Due righe. Inizio a temere che il risparmio sarà tutto nell’isolarmi dal mondo. Abbandonate anche i figli, non ci sono righe sufficienti.
Io e l’Eco Kakebo
Arriviamo al cuore del sistema. Non la farò troppo lunga, non amo la suspence di domenica: l’Eco Kakebo funziona solo con dipendenti a stipendio fisso, come la maggior parte di questi sistemini cartacei. Inserisci uno stipendio mensile, togli affitto, mutuo, bollette, uscite, acquisti, tasse e ti dai un voto per quanto sei stata brava a risparmiare cinquanta euro.
Ma prova ad essere un libero professionista o ad avere una ditta individuale. Non lo sai quanto incassi quel mese, puoi avere al massimo una previsione, per questo di solito si lavora su budget annuali. Qui però non si può fare, sarebbe folle scrivere 30mila euro all’inizio del mese, tirarmi dietro i conti di 30mila stornando il caffé al bar ogni volta e poi alla fine del mese scrivere “Yuppiiii ho 25mila euro!”, quando invece dovrei darmi una pedata nel sedere perché sono in perdita. (Nota per i dipendenti: no, non funziona “far finta” di darsi un tot al mese. Lavorare con quello che si ha è la chiave di tutto.).
Nell’Eco Kakebo ci sono le frasi motivazionali. Tipo “Non bisogna chiedersi se le persone meritano la fiducia delle banche ma viceversa” (Muhammad Yunus). Mmmhhhh bello. Come mi aiuta questa bella frase? Devo dirla al direttore della mia banca? Cosa me ne faccio? Mistero. Sì, siamo in un sistema capitalista, soluzioni? Io in un quaderno così voglio le soluzioni. I problemi li so.
Infine, due osservazioni che credo potrebbe fare chiunque utilizzando l’Eco Kakebo e che spero possano essere utili per migliorarlo:
Basta con le lezioni di zero-waste da chi non lo fa. Devo dire che alcuni consigli non sono male, ma non per i lettori di questo sito, diciamo per qualcuno che fino a cinque minuti fa era completamente privo di informazioni sul consumo consapevole. Sembrano consigli scritti da chi ha raccolto un po’ di informazioni in giro ma non le ha mai messe in pratica. Per esempio: “Preferire la doccia al bagno e riutilizzare l’acqua per il giardino“. Sì, bello mio, ma prima di fare questa cosa mi devo costruire una casa autosufficiente con il riciclo delle acque e la fitodepurazione. Altrimenti come riutilizzo l’acqua per il giardino?!
Siccome però volevo essere ligia nell’attenermi alle indicazioni dell’Eco Kakebo, ho pensato di fare così: trascino un mastello da uva dentro nella doccia, entro nel mastello e mi lavo facendo attenzione che nemmeno una goccia vada fuori. Poi, indossato l’accappatoio, trascino il mastello di acqua attraverso tutta la casa, così risparmio anche sulla palestra, arrivo al giardino e con la forza di Hulk lo rovescio lì, allagandolo di acqua saponata, ideale per le peonie. Poi torno in casa e faccio un’altra doccia, che son tutta sudata.
L’alternativa per chi vive in condominio è trascinare il mastello in ascensore, scendere al piano terra e trascinarlo nel più vicino parco pubblico, rovesciandolo in un’aiuola. Poi tornare fischiettando a casa, in accappatoio e con il mastello sotto braccio. Se lo fate e vi fermano, sventolategli l’Eco Kakebo.
Spazi maggiori. Gli spazi per scrivere sono microscopici e pochi. In una giornata non posso avere solo 5 spese essenziali con però 5 righe ogni giorno per “cultura e tempo libero”, altre 5 per i piaceri della vita, 5 righe di jettatura per “Gli imprevisti” con tanto di faccia spaventata (sì, 35 spazi di imprevisti a settimana, tiriamocela! Ma che vite hanno quelli che progettano questi libretti?).
A parte che c’è poco tempo libero se devo compilare ogni giorno questi rapportini… ma, anche io che vivo facendo come mi pare, a volte devo lavorare tutto il giorno. Quindi magari in un giorno lavorativo ho dieci spese essenziali ma zero spese cultura-tempo libero, un solo piacere della vita (a pagamento, quelli gratis non si annotano) e zero imprevisti. Come li registro? Non si può.
Inoltre l’Eco Kakebo è incoerente. Continua a dirmi che comprare libri è bene, accrescersi culturalmente è bene, poi ogni mese c’è lo spazio di un francobollo per scrivere i libri che ho letto. Ma soprattutto… perché mai dovrei annotare i libri letti sui conti di casa?! Confusione!
Concetti migliori e diversi dal kakebo: fogli di calcolo, software e applicazioni
Secondo me ci sono mezzi molto migliori per risparmiare nel 2021. Con tutto il rispetto per chi usa il Kakebo o l’Eco Kakebo, si possono utilizzare mezzi gratuiti o a bassa spesa che danno risultati molto più intelligenti. Per esempio, secondo me è molto intelligente tenere le informazioni su come risparmiare distaccate dal posto in cui faccio i conti. Nel primo caso imparo, nel secondo caso applico. Quando ho imparato, non ho più bisogno di trascinarmi dietro le pagine di spiegazione per un anno intero, mi servono solo i calcoli.
Con i mezzi digitali si risolvono tutti i problemi di cui sopra: quando hai dieci spese ne registri dieci, quando zero passi al giorno successivo. Personalmente trovo troppo dispersivo registrare giorno per giorno: registro due-tre volte al mese e dò uno sguardo di tanto in tanto per vedere l’andamento, per esempio quanto budget mi resta. Sui supporti di carta puoi saperlo solo a fine mese o se ti metti a fare i conticini con la matita e la calcolatrice ( visualizza la mia espressione nell’attesa). In alternativa, si può usare un banale foglio di calcolo, aggiornarlo con tutti i propri device, tirare fuori il cellulare ovunque e vedere al volo quanto rimane questo mese o quest’anno, decidendo sul momento di spostare un tot dal “budget cene fuori” al “budget libri”. Il totale di ogni categoria e quello generale sarà già aggiornato. Senza matite, gomme, calcolatrici e paginette da girare.
I miei punti fondamentali per pianificare il risparmio
Ulteriore consiglio oltre a quelli sopra: porta la capacità di risparmio a livelli più alti. Per esempio si possono imparare le basi della contabilità: la partita doppia è fondamentale nella vita, per chiunque. Se fai un foglio di calcolo in partita doppia e assegni dei colori ai tipi di spese, facendoli riportare automaticamente anche su fogli separati per tipo di spesa, hai già tutto il ‘lavoro’ del kakebo ma automatizzato. Un gran risparmio di tempo, oltre che di denaro!
Ultimo consiglio, per gente che vuole davvero risparmiare, non solo con l’autoproduzione (che fa risparmiare tantissimo a noi e al pianeta). Ragionare su quello che si ha, non su quello che verrà. Assegnare un compito a ogni soldo che entra. D’accordo sono due consigli, ma sono fondamentali e connessi.
Io non spendo mai in anticipo. Non ho carte di credito, tranne una ricaricabile per gli acquisti online. Questo metodo mi evita di avere debiti con le banche (la carta di credito è questo), commissioni inutili, acquisti sconsiderati. A volte mi fermo dal comprare qualcosa solo per la noia di dover ricaricare la carta e un euro ulteriore sull’acquisto. Sembra sciocco, ma sono i micro-acquisti non del tutto utili che erodono il risparmio. Per esempio, un giorno del mese carico sulla carta il corrispettivo per alcuni abbonamenti: caricarli tutti insieme con la cifra totale mi fa tenere sotto controllo tutto. Specialmente quei 9,99 e 4,99 che non sembrano granché da soli, ma che a fine anno possono fare uno stipendio medio.
C’è una grande pressione in giro per fare delle rate: io non le faccio. Risparmio, quando ho il totale necessario compro. E magari nel frattempo non ho più bisogno di comprare perché ho trovato altre soluzioni. Molti anni fa ho azzerato il debito della carta di credito, non l’ho rinnovata e non l’ho più rifatta. Per me era un incentivo agli acquisti compulsivi.
Il mio budget funziona su quello che ho materialmente, non su previsioni o su quello che arriverà. In pratica do un lavoro a ogni soldo che è già entrato. Di questo mucchietto di soldi già entrati, una parte va per le spese fondamentali, una parte per l’accantonamento, una parte per tutto il resto. In questo rigoroso ordine.
Le spese fondamentali in questo metodo sono solo: affitti, mutui, bollette, spesa alimentare, auto se è indispensabile e spese mediche. Solo il restante può essere diviso tra altro. Il restante, attenzione, non una parte che si decide a priori, questa è una tecnica sbagliata. Si usa invece solo l’avanzo dalle spese fondamentali. Se il restante è 10 euro, devo trovare delle soluzioni di vita migliore ma non posso certo saltare l’affitto per comprare due vestiti, sarebbe l’inizio del disastro. Mentre se il restante è 1000 euro, una parte si accantona in diversi modi (non un mucchio indistinto, ma divisi) e una parte ce la si gode molto, liberi dai pensieri opprimenti.
Vedi che cambia già la prospettiva rispetto ai metodi datati del kakebo? Prova, ti assicuro che senza comprare alcun metodo miracoloso e usando solo degli strumenti che hai già, si può migliorare di molto il risparmio e gestirsi in modo più intelligente.
Io per esempio, molti anni fa, ho notato che avevo entrate alte e uscite altrettanto alte, finendo per guadagnare meno di quanto guadagno ora. Guardando solo allo stipendio, molto più alto del mio attuale, si poteva pensare che avessi tutte le possibilità per vivere alla grande, ma in realtà quello stipendio se ne andava tutto in spese per permettermi di vivere in quel posto, in quelle condizioni utili a quel tipo di lavoro.
Il guadagno non è quello che ti metti in tasca mensilmente, il guadagno reale è ciò che ti resta in mano quando hai detratto tutte le spese vere che devi sostenere per andare a lavorare, dai mezzi di trasporto, agli abiti, alle cene, aperitivi ecc. Quando ho deciso di cambiare vita, avere più leggerezza e tempo, l’ho fatto anche guardando i miei fogli di calcolo che mi indicavano dove le mie uscite erano esagerate e, nel mio caso, servivano solo a mantenere il lavoro. Cambiando questi fattori, è cambiato il resto e tutto è partito anche da un semplice foglio di calcolo.
Se è stato utile, domenica prossima vi racconto come ho abbassato le spese del metano del 40%, report inviatomi dal mio fornitore. Fatemi sapere nei commenti se vi interessa! Intanto, buona domenica!
50 Commenti
Abbassare le spese del metano del 40%, eccome se mi interessa.
Anche questo ultimo post è stato molto interessante.
Si…sono una tua vecchia ammiratrice
Viviana
Ciao Viviana! Grazie 🙂 Sono contenta che interessi perché in effetti mi sono stupita anche io del risultato: l’impegno c’era ma non credevo avrebbe fruttato così tanto. Però mi restava il dubbio che magari fosse un risultato alla portata di chiunque! Perfetto, domenica arrivo con tutti i sistemi adottati.
Anche io non vedo l’ora!
Molto interessante questo post. Grazie.
Attendo quello sul risparmio delle spese di metano.
Buona domenica.
Doralisa
Grazie della conferma Doralisa! Buona settimana, un abbraccio!
Grazie, prosegui pure su questo tema.
Grazie a te Gianni per la conferma!
??????Graziaaaaaaa!!!!la visione di qualcuno che fa la doccia nel mastello, poi prende l’ascensore e lo porta al parco cittadino e se riesce a scampare all’arresto quando arriva a casa si deve ovviamente rifare la doccia è….miticaaaaaa!!!!
Quanto sono stufa di queste marie kondo che ci insegnano come fare per bene il terra_terra del terra_terra delle cose più idiote e che ci garantiscono la felicità una volta portato a termine questo arduo compito!!!!!
Presto buttiamo via tutte le lauree, i dottorati e i master!!! Basta sistemare i calzini in ordine in un cassetto o scrivere in un quadernino i ghirigori di un bilancio che nemmeno ha gli spazi giusti…..et voilà !!!! Anzi gia che ci siamo buttiamo via anche il buonsenso e precipitiamoci tutte a sistemare il cassetto dei mestoli della cucina in ordine di altezza!!!!!
Daniela mi raccomando l’ordine di altezza e di colore! Ultimamente il trend è ‘in ordine di colore’… quando vedo quelle librerie arcobaleno mi chiedo sempre come facciano poi a trovare i libri!
Credo che, alla fine, sia solo una questione di conforto. Per molti la vita è stressante, piena, in salita. Promettere una bacchetta magica facile che risolva tutto, semplicemente sistemando le mutande in verticale, è un conforto alla portata di tutti. Solo che, una volta allineati tutti i mestoli, una volta persa nella contemplazione di quanto stiano bene così… si dovrà anche usarli. E lì comincia la vita.
ahahahahahhaah e ricordiamoci che la Kondo afferma che dobbiamo tenere solo 30 libri in casa!!! Ma per piacere!
Solo 30 vestiti ce la posso fare, solo 30 libri assolutamente no! Punti di vista… capisco però che per le loro case piccolissime sia un problema. Speriamo che usino le biblioteche 😉
Grazie, molto interessante! Aspettiamo il seguito, io e Mio marito spendaccione ?
ahahah povero marito! Allora ti faccio uno spoiler: più della metà del merito è del mio compagno spendaccione!
Kakebo e Kondo… sembra un fumetto!!! ??
sì in effetti… Questa giapponesità modaiola ci porta una quantità di allitterazioni con la k!
Sì lo voglio sapere!! Grazie ?
Prego! Grazie della conferma!
Mi interessa eccome!!
Grazie Marino!
Quanto buon senso in questo post, Grazia! Alla fine il segreto è: vivere al di sotto dei propri mezzi, cioè spendere meno di quello che entra. Ricordo che tanti anni fa, quando ho comprato il mio primo appartamentino e sono andata a vivere da sola, ho tenuto conto delle entrate e delle uscite (cartaceo, perché non c’erano computer in tutte le case al tempo), ma una volta fattami un’idea, ho proseguito a braccio, ed è sempre andata bene. La mia regola è sempre stata niente debiti, rate, carte di credito (a parte ricaricabile che uso come te). Ma poi bisogna anche essere molto consapevoli di tutti i messaggi che ci invitano continuamente a comprare, comprare, comprare, e spendere ogni euro intenzionalmente.
Sì Rosanna, cercare di tenersi a galla in questo mare di consumismo è davvero un secondo lavoro! Le rate poi non ne parliamo… per la macchina abbiamo dovuto discutere con il concessionario perché noi volevamo pagare in contanti ma facendo le rate scontavano mille euro, il che è folle. Immagino per logica che alla fine ne tirerai fuori almeno 2mila in più ma l’insistenza è davvero tanta, comprese le false informazioni “a lei non costerà niente” (certo, sono una donna, cosa ne posso sapere di finanza… sgrunt!)
Un abbraccio!
Argomento interessante e, come sempre, trattato con molta intelligenza. Grazie degli spunti e anche io confermo l’interesse per consigli pratici di risparmio (pur cavandomela abbastanza bene).
Allora Claudia spero che integrerai con i tuoi consigli se ne salterò qualcuno! Il risultato mi è piaciuto, ma si può sempre migliorare 🙂 Un abbraccio!
Bello. Devo fare anche io un foglio di calcolo, ora cerco di studiarmi bene excel e poi vado. (Ste cose però solo i giapponesi possono inventarle…)
Forse se non ricordo male… su google sheets dovrebbero esserci dei modelli già pronti. Forse anche su excel? Potrebbe… Buon lavoro, Vale!
Io sto provando ad usare il Kakebo originale della Vallardi (ma, per provare, non ho preso quello del 2021, bensì quello del 2016 che costava un decimo, basta solo cambiare le date) e CONFERMO che è un casino totale. Sto provando ad utilizzarlo da Gennaio, segnando tutte le entrate ed uscite fisse, eppure arrivo a non avere mai la quadratura del cerchio perché è tutto teorico. Per non parlare di come segnare i guadagni non fissi appunto. Noooooo un casino TOTALE, per carità.
sì, è veramente inutilizzabile dai liberi professionisti! Perché non provi con un modello già pronto? Per esempio Numbers ha diversi modelli che puoi modificare secondo le tue esigenze 😉 Comunque da zero a Kakebo è già un bel passaggio, dai!
Assolutamente si grazie! mi interessa tutto quello che scrivi e come ti sei reinventata la vita…mi piaci molto e sei anche mooolto simpatica.
Buona giornata
Gio’
Grazie Giovanna, sei molto gentile! 🙂 Mi fa piacere che la mia esperienza possa servire ad altri per fare meno fatica!
Siiiiii, voglio sapere come hai abbassato ancora le spese. Grazie a te anch’io sono passata ad una vita mooolto meno consumistica eliminando quelli che parevano desideri miei e invece erano necessità richiestemi dalla situazione, da Milano….
E adesso cerco di smettere di ridere per i “suggerimenti” su come fare la doccia eco-consapevole! Un abbracio
Ma guarda, avrei detto invece che stavi già andando a procurarti un mastello per la doccia! 😀
Ciao cara Monica, ti penso a veleggiare felice per il Mediterraneo! Per i miei trucchi per il risparmio del gas… contaci! Un abbraccio
Sarebbe davvero bello un post sul risparmio….se ti lanci anche nello spinoso argomento consumo della corrente elettrica sei un mito
Ci posso provare ma il mio risparmio di elettricità non è così entusiasmante sulla carta perché ho due studi in casa, con computer, varie e luce che vanno tutto il giorno, un po’ distante dal consumo dell’italiano medio che lavora fuori. Però posso comunque condividere i miei sistemi e magari insieme a quelli che proporrete voi faremo tutti un avanzamento del risparmio sull’energia elettrica! 🙂 Un abbraccio!
Ecco, la doccia nel mastello del vino mi mancava…
Sono stata allevata da una casalinga di quelle “serie”, che compilava rigorosamente il libro dei conti con tutte le entrate e uscite, ovviamente cartaceo. L’ho tenuto anch’io su carta quando sono andata a vivere da sola, e poi sono migrata al foglio Excel. Non in partita doppia, ma raggruppando le uscite per tipologia. Per pigrizia, non lo faccio da un po’, e infatti a volte mi trovo in difficoltà con i controlli. E dire che sono il complemento a 1 della spendacciona. Devo recuperare un modello di prima nota, che uso per un’associazione, che dovrebbe proprio fare al caso mio. Comunque, queste donne giapponesi sono contemporaneamente delle sfigate assolute e dei geni della truffa!
Io credo che sia solo questione di marketing, nient’altro. La Kondo è un prodotto con il fiocco, costruita appositamente e pompata tantissimo in ogni paese in cui si traduceva il libro. Si è trattato di un fenomeno indotto, non di un fenomeno spontaneo. Temo che ne arriveranno altri, altrettanto paternalistici e idioti, mettiamoci in pacifica attesa.
Buon lavoro con il foglio di calcolo Diana! un abbraccio!
Ho riso molto. Davvero molto, grazie. Non ridevo così da quando lessi il paragrafo in cui la Kondo raccontava di quando, da bambina, trascorreva la ricreazione a scuola pensando a come si potesse riordinare il ripostiglio delle scope. A proposito, il suo libro l’avevo preso in biblioteca (cedendo alla pressione sociale delle amiche entusiaste di riporre strofinacci in verticale), quindi non ho speso un euro. Posso mettermi una nota di merito sul kakebo che non acquisterò?
Cara Eleonora, sono contenta per le risate e … ci siamo entusiasmate per lo stesso paragrafo della Kondo! Sono quindi felice di trovare un’altra estimatrice del mitico paragrafo!
“Persino a ricreazione, mentre tutti gli altri bambini giocavano a palla o saltavano alla corda, io tornavo in classe di nascosto e mi mettevo a riordinare pazientemente i libri sugli scaffali, o controllavo il contenuto dell’armadietto delle scope nel corridoio, lamentandomi tra me e me dei difetti di organizzazione: “Se solo ci fosse un gancio a S, sarebbe tutto più facile…“. (Le mie idee su questo libro le ho lasciate nel post qui, giusto per sorriderne insieme: https://erbaviola.com/2016/01/14/il-magico-potere-del-riordino-e-il-marketing-konmari.htm )
In effetti questi risparmi di libri hanno grande valore, nonostante i libri siano il mio nettare… quelli di valore però! 🙂 Un abbraccio!
Ma siamo in tre!!!! Io purtroppo non ho letto il libro della kondo….ma ancora mi ricordo l’articolo di grazia! Mi scesero le lacrime dal gran ridere!
Ciao Grazia,
grazie per la condivisione della tua esperienza con il Kakebo, mi ha divertito molto vedere come lo hai simpaticamente maltrattato 😀
Credo che in effetti sia inutile per persone molto consapevoli, invece per chi è alle prime armi può essere un ottimo punto di partenza.
A me è stato regalato tempo fa dalla mia ragazza e all’inizio mi è stato molto utile, perché non avevo mai tenuto conto di nulla non arrivando mai a fine mese. Diciamo che mi ha dato un indirizzo per cercare di essere più consapevole.
Poi ho provato tutta una serie di app sul cellulare, ma secondo me sono veramente complicate, quindi alla fine ho optato per un semplice Google Sheet che mi aiuta semplicemente a non sforare. Non credo però che ci sarei mai arrivato senza quel punto di partenza.
Per quanto riguarda i consigli finali che hai dato, sono veramente d’accordo con te: alla fine è tutta una questione di buon senso e di fermezza nel gestire la propria vita senza lasciarsi influenzare.
Grazie ancora,
Dario
PS
Tempo fa ho letto il tuo libro “Scappo dalla città” prestato da un’amica che segue le tue orme, ne approfitto qui per farti i complimenti, veramente interessante!
Grazie Dario! Le app fatte bene ci sarebbero anche, ma non in italiano… almeno, io non ne ho ancora viste così, invece ho trovato intelligenti delle app americane. La scelta secondo me deve orientarsi prima di tutto verso chi ragiona nel modo giusto, perché l’impianto generale è la parte più importante. Io alla fine continuo a trovarmi bene con il mio foglio di calcolo, ma sicuramente il kakebo per chi parte da zero è più semplice 😉
un ottimo spunto, grazie mille. Ero tentata di acquistare il Kakebo ma grazie al tuo articolo non lo farò. Se puoi approfondire il tema ti ringrazio. Io faccio molta fatica a tener conto delle mie entrate (poche e delle mie uscite (tante), se scriverai ancora a riguardo sarà di grande aiuto.
Ciao Ilaria, sicuramente parlerò ancora di risparmio e di gestione, se vi è utile. In effetti anche io ci ho messo tempo per trovare una via percorribile sulla questione risparmio 🙂 Un abbraccio!
lo conosco il kakebo, lo avevo pure comprato ma l’ho usato due giorni. Alla fine cerco sempre di spendere in modo ragionevole e più o meno so quello che posso spendere; ovviamente le spese grandi tipo riscaldamento, luce, ecc. le tengo segnate (in excell … che brutta persona che sono!!!) ma se prendo un caffè al bar non mi precipito al computer per segnare la spesa.
Però sono una di quelle che ehm … riempie il mastello e lo versa nel prato. Eh si!!!! faccio l’henne e preferisco non far scorrere la “sabbia” nel lavandino. L’operazione mi riesce benissimo in estate dal momento che lo faccio direttamente in giardino, in inverno faccio uno scompiglio immane ma pazienza!!!
P.S. che bello che ora scrivi una volta a settimana!!!! di più di più !!!!
Sei simpaticissima Cristina!!!
Mi aggiungo a te nella contentezza di leggere grazia più spesso?
pian piano ci arrivo a più di uno a settimana… per ora il lavoro, l’autoproduzione e la vita in genere mi fagocitano 😀 Grazie cara, un abbraccio!
L’henné con sabbia è pessimo, dai! 😀 Immagino sia Shiraz o qualcosa del genere. Gli henné migliori non hanno sabbia e residui, diventa tutto cremoso e si trasforma poi in un liquido colorato, senza sabbia. Comunque magari fa bene al prato, ROTFL!
grazie per l’apprezzamento Cristina :-* un abbraccio!
Io ho usato una cosa simile per un anno, con molta fatica, tute le sere a compilare sto coso, con stipendio fisso e spese fisse mi son detta “ce la posso fare” … Invece no. A parte che il risparmio era deprimente e che non valeva la fatica di tenere un diario per questo, francamente non ho mai voluto i bullet journal perchè non ho tempo, scrivo il mio diario con il pc quando mi ricordo e uso il cellulare per ricordarmi le cose. Dal mio punto di vista, esperienza inutile. Dei Giapponesi amo molte cose, due no: questi quadernini e la signora Kondo. Inutili, entrambi.
Secondo me comunque il problema principale di questi strumenti è che danno una prospettiva sbagliata sul riuscire ad avere più soldi. Ci si riesce quando si investe, sia in senso finanziario che di crescita personale (investire su se stessi va ben oltre il comprare un libro), ma quando si risparmia su tutto … mah. Secondo me non è la strada.
Vabbè ma la scena del mastello dopo la doccia è fantastica, anche perch se uno ci provasse, innescherebbe un circolo vizioso. Di mio posso dire che tendo a cercare di sprecare il meno possibile, ma in inverno la coccola del bagno caldo settimanale ci tengo. Per il kakebo, me ne avevano regalata una versione classica, ci ho provato, ma non mi trovo con le loro idee, per me ad esempio i libri rientrano per le spese necessarie, per loro no, non devo fare colazione al bar, ma lavorando vicino ad un bar di un’amica, giovane imprenditrice non dico tutti i giorni ma almeno un paio di volte alla settimana il cappuccino me lo concedo. CErto negli anni ho imparato a distinguere da necessità e voglia, ma credo che te abbia ragione, se sei un principiante è uno strumento utile, però da un po’ di tempo mi segno le spese giornaliere e pago in contanti il più possibile, ho uno stipendio fisso e qualche entrata extra ogni tanto, ma non sempre, ho solo una postepay per gli acquisti online e se a fine mese il conto continua ad avere un saldo positivo direi che sono sulla buona strada anche senza l’ausilio del kakebo no?