Eccoci alla seconda parte del recupero di una vecchia cucina Ikea! So che scorrerete per prima cosa le foto fino in fondo… cosa ve ne pare?
Contando che siamo passati da orrore a dignitosa e allegra, secondo me è un recupero ben riuscito! Ho salvato una cucina intera dalla discarica e ne sono molto contenta, anche perché, come raccontavo nel post precedente, quando due anni dopo averla dipinta non ho potuto traslocarla, era in così buone condizioni che l’ho venduta e viene ancora utilizzata. La prima parte con i lavori di preparazione la trovi qui: Come ho dipinto e rinnovato una vecchia cucina Ikea (prima parte).
Riprendiamo i lavori, quale pittura usare e dove trovarla?
Ecco qui, il punto in cui eravamo rimasti (foto sopra): ante sgrassate, pulite e pronte per essere dipinte.
Dal titolo vi ho già svelato cosa ho usato per dipingere la cucina, così da non farla troppo lunga: la favolosa Novecento Paint di Cera Novecento.
Premetto una questione importantissima, a mio avviso: ci ho messo più tempo a scrivere questi due post che a dipingere tutte le ante!!! Il motivo è anche che le foto erano scarse e piuttosto brutte, la classica foto che mandi al volo a un’amica dicendo “guarda, funziona!”.
Sì, la conseguenza è stata che un numero elevato di amiche è partita a ridipingere tutta casa con la Novecento Paint e ne sono usciti lavori strepitosi che hanno comportato non cambiare i mobili ma addirittura partire alla ricerca di pezzi vintage da riutilizzare. C’è chi, oltre alla cucina, ha ridipinto anche porte e scale! Insomma, ci siamo divertite molto.
Unico problema: noi abitanti dei monti, la Novecento Paint la trovavamo solo giù a Bologna. Quaranta chilometri per comprare una lattina di colore erano fuori discussione, così per averla abbiamo assillato tutti i colorifici e ferramenta del paesino di montagna e vari dintorni. Nonostante gli sforzi, nessun negoziante è stato così furbo da procurarcela! Non l’hanno fatto nemmeno quando è andato di persona il rappresentante della Novecento Paint, dopo aver segnalato all’azienda che la nostra zona era scoperta e noi la volevamo comprare localmente! (Dai, raccontatemi di nuovo dei poveri commercianti locali che chiudono per Amazon – seh! Chiudono perché sono rimasti al 1950).
Così ci siamo attrezzate per ordinarla direttamente al produttore che si era impietosito per la situazione e scatoloni di Novecento Paint hanno lasciato le montagne biellesi per raggiungere l’Appennino Bolognese, evitando che mobili ancora utilizzabili venissero buttati o ricoperti di vernici di bassa qualità e alto inquinamento, ovvero le porcherie che ci proponevano nelle ferramenta locali. Avete presente quel bel marrone lucido pieno di metalli pesanti e sostanze volatili nocive che i nonni spargevano ovunque? Ecco, lo vendono ancora, insieme a tinte tristi che più tristi non si può. Non vintage… proprio tristi.
Oggi per fortuna la Novecento Paint si può comprare anche online, cosa che durante il lockdown per noi è obbligatoria. Io ho trovato un colorificio locale che mi soddisfa, ma che non posso raggiungere perché è in un altro paese. Però vende anche online (visto? Si può uscire dalla preistoria restando un commerciante locale!) quindi per ora mi arrangio così. Semmai, prima di usare Amazon controllate se il vostro colorificio abbia anche un sito ecommerce, così da continuare il rapporto di fiducia anche durante le restrizioni per la pandemia. Se nel 2021 non ha un sito ecommerce, non vende online né su eBay, né su Amazon, né su Instagram e altri posti dove possono farlo quasi gratis… siete autorizzati a mollarli e arrivederci. O anche a proporgli di pagarli in lire: se loro vogliono rimanere nel secolo scorso, perché non accettare le lire?!
Perché ho scelto la Novecento Paint per dipingere la cucina
I motivi sono veramente tanti, ma cerco di restringere ai principali che possono essere utili a tutti. Chiaramente, prima di eleggerla a mia pittura per questo lavoro, sono andata ad annoiare il produttore con mille domande. Sono stati molto gentili e professionali, i motivi qui sotto sono frutto anche della documentazione inviata da Cera Novecento, ovvero Gualtiero Meazza s.r.l., contornata delle mie osservazioni in corso d’opera.
Ho avuto un accesso privilegiato all’azienda perché la creatrice della Novecento Paint è una mia carissima amica, quindi ho seguito passo a passo tutte le sue idee, prove, scelte per creare un prodotto veramente efficace. Il che però non mi ha frenata dal seccare le gonadi a tutti per verificare in prima persona la qualità del prodotto (sono un’amica terribile, lo so!). Non è che per amicizia mi metto in casa prodotti che non mi garbano, controllo lo stesso. A parte che, condividendo con Francesca una visione ben precisa su ecologia e sostenibilità, ero piuttosto serena sul fatto che avrei testato un prodotto di qualità.
Principali motivi per cui ho scelto di dipingere la cucina con Novecento Paint:
- Prima di tutto volevo un prodotto atossico. La Novecento Paint è a base di gesso, pigmenti e resine di alta qualità, non ha alcun odore e un bassissimo indice di composti volatili. In pratica, mi è bastato areare i locali mentre la usavo, anche se non sentivo alcun odore (mia estrema precauzione, non sarebbe necessario)
- Volevo qualcosa di facile da usare sul posto, non avevo un laboratorio o una cantina in cui trasferire tutto il lavoro. La Novecento Paint asciuga velocemente, anche in inverno in montagna.
- Volevo una pittura che non richiedesse più mani o diversi passaggi di primer o aggrappanti vari, sempre per il discorso che non avevo un locale a parte in cui lasciare le ante smontate e dipinte. Ulteriore problema: i gatti che mi sarebbero entrati in tutti gli stipetti mentre non c’erano le ante. Immagino ci siano problemi analoghi con i bambini piccoli.
- La tabella colori della Novecento Paint è la più bella, mia modesta opinione. Colori attuali, non quelli scelti da qualche uomo daltonico e sciroccato che non dipinge dai tempi dell’asilo… tipo la maggioranza delle pitture per mobili sul mercato! Intendo quelle tabelle colori con dentro il marrone lucido o un solo bianco flash… non voglio infierire ma si può fare di meglio.
La tabella colori della Novecento Paint, poi, è fatta con pezzetti di legno, non stampata, quindi si vede bene l’effetto della pittura sul supporto. Una cosa davvero molto importante perché la stampa in quadricromia può dare risultati diversi. La cartella la trovate in colorificio. Io per esempio non avrei mai utilizzato questo stupendo blu petrolio se non avessi visto il risultato sul pezzetto di legno della cartella colori, stampato sembrava diverso. - Volevo una pittura gessosa, con una finitura opaca e molto materica, che risultasse calda e morbida al tatto e alla vista. Effetto ottenuto in pieno.
- Quando esiste, io preferisco il prodotto 100% italiano. Sulle latte dei prodotti Cera Novecento c’è quella scritta che mi fa commuovere sempre “Prodotto con orgoglio in Italia“, con la bandierina. A me quel “con orgoglio” piace! Io amo la gente così fiera del proprio lavoro e di essere in Italia.
Novecento Paint viene prodotta a Trivero Valdilana, nel biellese, da un’azienda a gestione familiare che negli anni ha creato lavoro locale e dà lavoro ad altre aziende cercando di acquistare tutto il possibile in Italia. - Volevo un prodotto facile da usare. La Novecento Paint potrebbe utilizzarla un bimbo!
- La Novecento Paint è lavabile con acqua e raschiabile dalla ceramica. Alla fine del lavoro abbiamo lavato con acqua un paio di macchie fresche sul pavimento e raschiato velocemente senza problemi alcuni schizzi su pavimento e vetri. Non ci ho mai messo così poco a riordinare dopo un lavoro di pittura!
- I colori si possono mischiare tra loro. Io non l’ho fatto, ma al bisogno si può.
- Infine la qualità che ho amato di più, anzi adorato! Se si sbaglia, se si fa una goccia, se si lascia un difetto inavvertitamente… si può carteggiare e ridipingere solo l’errore, senza riprendere tutto il pezzo! Questa qualità ve la farò vedere meglio con la costruzione e pittura dell’isola cucina che ci ha dato un po’ di problemi. Di solito con le vernici normali si può recuperare l’errore carteggiando tutta l’anta e ridipingendola tutta. Una noia mortale perché di solito, a quel punto, vorresti già aver finito e magari hai già rimontato la cucina. Nel caso della Novecento Paint, invece, basta carteggiare con grana finissima, spolverare, ripassare una mano di Paint solo su quel punto, che si uniformerà al resto del lavoro… da solo! (Succede quando la resina è di alta qualità, ovviamente).
- Lo dico ma io non l’ho fatto: si può dipingere in verticale, senza smontare le ante. Io avrei avuto incubi di colate e pennellate su cose che non andavano dipinte, quindi ho smontato tutto. Lo ritengo un lavoro fatto meglio, sicuramente sul lungo termine è meglio. Però se non volete smontare tutto si può utilizzarla anche in verticale.
- Esiste anche un fondo aggrappante, per chi magari ha i mobili lucidi e scivolosi. Non è obbligatorio ma anche qui, se si tratta di un lavoro a lungo termine, si potrebbe usare.
- Esistono vari sigillanti utilizzabili a fine lavoro: cere naturali, cere colorate per effetti particolari, sigillanti liquidi. Non ne ho usati, non ho messo alcun protettivo e ha retto benissimo all’usura, ai pentoloni fumanti, ai lavaggi e al vapore visto che io utilizzo spesso il vapore per pulire. Magari se si tratta di un lavoro a lungo termine è meglio utilizzarli, ma non è indispensabile.
- Non servono teli di plastica. Essendo lavabile quando è fresca, basta usare vecchi teli o vecchie lenzuola e buttarli in lavatrice una volta finito.
Dipingere la cucina con Novecento Paint è stato un lavoro semplicissimo!
Per prima cosa abbiamo coperto con un telo di riciclo una superficie idonea, nel nostro caso l’isola cucina e una fila di sgabelli. Come dicevo sopra, non serve la plastica, delle vecchie lenzuola vanno benissimo.
Una settimana prima ho chiesto a una mia amica di tenermi le vaschette dell’ortofrutta del supermercato, le ho usate capovolte per tenere staccate le ante dal piano di lavoro, in modo che i bordi pitturati non si incollassero.
Le ante sono state dipinte dentro e fuori, utilizzando un pennello piatto apposito per Novecento Paint, l’unico che ho preso per questo lavoro e che dura ancora. Volendo si può usare anche il rullo, ma su ante lisce. Con le modanature di queste ante avrei fatto un disastro usando il rullo perché si deposita più pittura in tutte le scanalature e, seccando, si screpola (quando la pittura è troppa succede sempre, con ogni marca).
Una mia personale regola è non risparmiare mai sui pennelli: possono rovinare anche la migliore vernice, lasciare righe, perdere setole… i pennelli sono fondamentali.
L’elastico che vedete nella foto sopra dei barattoli di vernice, messo per traverso alla latta, serve per scolare il pennello. Sempre meglio scaricarlo al centro che ai lati, altrimenti poi non si chiude più la latta. L’altro attrezzo utile è un bastoncino o una qualsiasi cosa dritta e lunga di recupero, per mescolare la pittura prima di usarla. Essendo un prodotto con molti ingredienti naturali, tende a separarsi nella conservazione ma basta dare una bella girata quando si apre la latta, altrimenti il colore sopra sarà molto diverso da quello pescato sotto (vale per tutte le chalk paint o pitture gessose).
I colori Novecento Paint scelti per questa cucina sono: Blu Petrolio e Bianco Neve
Tempo impiegato: un fine settimana, con molte pause!
Prima ho dipinto l’interno delle ante dei pensili con il bianco. Meglio cominciare sempre da qui, dall’interno, così sarà questo il lato già finito quando andrò a dipingere la parte esterna a vista e i bordi, a rischio di goccia sulla parte inferiore.
Ho cominciato nel tardo pomeriggio del venerdì e lasciato asciugare per tutta la notte. Il sabato mattina ho dipinto l’esterno delle ante bianche, lasciandole asciugare fino al tardo pomeriggio. Nel tardo pomeriggio di sabato ho attaccato con il blu petrolio e ho dipinto tutte le ante delle basi all’interno, lasciato asciugare tutta la notte e la domenica mattina ho dipinto le ante delle basi all’esterno. Ho lasciato asciugare per tutto il giorno e nel tardo pomeriggio ho rimontato anche queste.
In pratica, cominciando il venerdì pomeriggio e con lunghe pause di asciugatura in cui facevo altro, la domenica sera avevo finito la cucina. Piccola nota però: io sono esperta in questi lavori, non è il primo che faccio. Maneggio pitture di vari tipi fin da bambina. Quindi ho fatto una cosa che possono fare solo gli esperti ottenendo risultati degni: non ho diluito, ho dato una sola mano di pittura così com’era nel barattolo. Il che richiede una bella attenzione e un po’ di esperienza. Chi ce l’ha, può fare così senza problemi. Se invece è il primo lavoro di questo genere che fate, forse è meglio diluire con acqua e dare due mani distinte con 24 ore di asciugatura tra una mano e l’altra.
Quanta Novecento Paint ho utilizzato per questo lavoro?
Due latte di Novecento Paint Blu Petrolio da 500 ml
Una latta di Novecento Paint Bianco Neve da 500 ml.
La durata della cucina dipinta con Novecento Paint
Questa foto sopra è una di quelle che ho messo online quando ho venduto la cucina, quindi dopo due anni di utilizzo. Il tutto in una cucina utilizzata da me che cucino molto sia per passione che per lavoro, nella casa di due persone che consumano i pasti in cucina tre volte al giorno e amano ritrovarsi con gli amici (i quali amano appoggiarsi alla mia cucina… io cerco sempre di mandarli verso il divano ma forze misteriose li incollano alla cucina, persino in case con l’angolo cottura di un metro!).
Vi mostro la zona lavandino-lavastoviglie, perché è la zona che nelle cucine si rovina maggiormente. Dopo due anni di pulizie, acqua, schizzi, vapore, era ancora perfetta.
I colori leggermente diversi delle ante e le zone scure sono solo effetti della luce, il color blu petrolio era bello e uniforme anche dopo due anni. Dal vivo, era molto più bella che nelle mie foto, ma come dicevo non erano foto per il blog in origine.
Rifarei questo lavoro? Assolutamente sì! Anzi, nella nuova casa mi sto già attrezzando per trasformare altri due mobili proprio con la Novecento Paint, perché la facilità d’uso e la durata mi hanno conquistata! (E i colori! C’è quel verde salvia che prima o poi … devo trovare qualcosa di adatto per utilizzarlo!)
Finiamo in bellezza con una foto riassuntiva del prima-orrore-dopo-splendore!
Nel prossimo post vi racconto come abbiamo costruito l’isola cucina con banco bar, partendo da una vecchia credenza!
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