Siamo tornati al lavoro, in ufficio o da casa per chi è ancora in smart working o chi, come me, lavorava così già da prima della pandemia. Non so voi, ma io quando tolgo le decorazioni di Natale amo dare una bella rinfrescata a tutta la casa. Così mi è sembrato il momento di tornare a parlare di sostenibilità e semplicità nella cura della casa. Lo faccio parlandovi anche di un libro appena uscito, Eco-pulire, di Cristina Scuderi per Edizioni Enea. Ho avuto l’onore di leggerlo in anteprima e scriverne la prefazione che, con il permesso dell’editore, condivido in qualche paragrafo qui di seguito, cominciando dal perché io ci tenga così tanto a pulire da sola la mia casa. In realtà lo facciamo in coppia, è veramente raro che deleghiamo questa cura ad altri, mi è successo in passato solo in caso di periodi di lavoro molto intensi o di traslochi.
Perchè eco-pulire i propri spazi domestici
Quando lo dico mi capita di intercettare sguardi stupiti, come se fossi improvvisamente ridotta a vivere sotto un ponte, consumandomi le ginocchia mentre lavo a mano il pavimento della baracca. Lo trovo molto divertente, perché è una prospettiva tutta italiana, mentre in altre culture è considerato sano e intelligente prendersi cura dei propri spazi, anche se si è un grande e ricchissimo imprenditore o il presidente degli Stati Uniti. Michelle e Barack Obama, per tutti gli anni alla Casa Bianca, si sono rifatti da soli il letto e preparata la colazione per sé e le figlie, nonostante la quantità di domestici pronti a qualunque esigenza. Stravaganti? Forse agli occhi di qualche signorotta siliconata, ma chi ha uno sviluppo intellettivo un po’ più evoluto sa che la cura del proprio spazio ha un legame stretto con la cura della propria mente, sia nel farlo personalmente che nel come lo si fa.
Pulire il proprio spazio domestico è pulire la propria mente. Così come togliamo la polvere dai nostri spazi, la togliamo dal nostro cuore. Riordiniamo gli oggetti e diventa più semplice riordinare i pensieri. Curiamo i nostri spazi di vita e contemporaneamente curiamo anche il nostro essere più profondo, la nostra identità e la nostra salute.

Queste sopra sono le prime righe della prefazione che ho scritto per il libro di Cristina Scuderi “Eco-Pulire. Guida all’autoproduzione di detergenti naturali, ecologici ed economici per la casa e l’igiene personale“. Cristina è una persona molto preparata e curiosa, che nel suo percorso di vita ha scelto la direzione della semplicità e del basso impatto ambientale pur essendo un’instancabile viaggiatrice.
Non il solito libro sull’eco-pulire e l’autoproduzione di detersivi
Quando l’editore mi ha proposto il manoscritto da leggere, mi aspettavo il solito malloppone che vedo in giro ultimamente in cui tutto è complicato all’inverosimile e sembra che per autoprodurre ci voglia un laboratorio e un’altra vita. Invece si trattava di un piccolo libro molto denso e l’ho trovato subito leggero, semplice, fresco. Quello che ci vuole in un mondo di autoproduzione e zero waste in cui c’è attualmente la moda di complicare le cose o di aggiungere prodotti che non hanno nulla di sostenibile. Forse, più semplicemente, là fuori c’è una ricerca spasmodica di nuove ‘ricette’ per apparire originali, perdendo di vista l’unico fine valido che è poi quello di inquinare meno e consumare meno. Il lavoro di Cristina mi è piaciuto perché va in senso opposto: il più semplice possibile, senza grandi proclami di novità, ma che funzioni per noi, per la nostra casa e per l’ambiente.
La cosa che mi fa sorridere leggendo questo libro è che, in quasi tutte le ricette di Cristina, mi viene da dire “io invece faccio così”. Stimola la reazione giusta, perché l’approccio naturale è soprattutto questo: avere un atteggiamento personale, un rapporto diretto con il proprio ambiente. In questo libro ci sono le basi, ma poi si aggiungono le proprie preferenze, il proprio ambiente, il clima specifico. Non esiste il prodotto standardizzato che va bene per tutti ovunque. Nella mia casa, per esempio, trova molto spazio l’olio essenziale di lavanda, menta, tutti gli agrumi e tea tree oil. E poi il mio prezioso aceto di kombucha fatto in casa, alcuni fervida, i decotti che avevo imparato da Renato e Manù. Sono le mie scelte, il mio ambiente, i miei profumi. Mentre le ricette di Cristina sono valide per tutti, sono una base neutra su cui costruire le proprie.

Eco-pulire: le basi sono facilissime e alla portata di tutti
Per chi è all’inizio o vorrebbe iniziare e non ha ancora trovato la spinta giusta, con tutte le ricette da fare in semplicità e con pochi ingredienti, ecco, allora il libro Eco-pulire è proprio quello giusto. C’è anche una bella parte sulle pulizie personali, l’eco-cosmesi di base e una guida veloce per leggere gli INCI dei prodotti. Si parte da quello che c’è già in casa: bicarbonato, limone, aceto, acqua, sale.
La prima mossa a costo zero? Uno spray per profumare la casa, visto che sono tra i prodotti più inquinanti in commercio e spesso tossici per gli abitanti della casa. Bastano 2/3 di alcool etilico alimentare, 1/3 di acqua distillata, 10 gocce dell’olio essenziale che preferite. Sciogliere l’olio essenziale nell’alcool, aggiungere l’acqua e… pronto! Da spruzzare in casa quando c’è bisogno di profumare o di contrastare qualche odore di cucina (in questi casi è ottima una profumazione con menta e agrumi).
Ma se è così facile, perché allora non lo fanno già tutti?
Se è così facile, perché allora la maggioranza continua a spendere una bella quantità di denaro per detersivi che gli avvelenano la casa e intossicano le persone? Me lo sono chiesta anche io nella prefazione.
Sembra strano allora che così tante persone utilizzino a questo scopo dei detergenti dannosi per la loro salute, con il solo fine di dare ai loro spazi un’impressione di pulizia. Un’impressione, nulla di più: un odore artefatto, sintetico, che simula il profumo del pulito e che cela invece un accumulo di sporco ulteriore, quelle sostanze tossiche volatili che si depositeranno sulla loro pelle e verranno inalate fino ai loro polmoni. Strato dopo strato, portano nelle case elementi nocivi per la loro salute e quella degli animali che accolgono.
Eppure la Natura ci ha dato così tanto per rendere sani e puliti i nostri ambienti di vita! Possiamo compiere anche una trasformazione intelligente di materie prime facilmente biodegradabili e sostenibili per l’ambiente, un’alternativa per mantenere i nostri spazi puliti in modo salubre.Cosa spinge allora la maggioranza delle persone a utilizzare costosi prodotti chimici? Sarebbe molto facile incolpare la comunicazione di massa, la pubblicità, la televisione. Come sanno tutti, questi fanno leva sulla necessità biologica di apparire attraenti per il prossimo, noi come la nostra casa, che è a tutti gli effetti una nostra estensione e rappresentazione. Ma ciò valeva per le nostre bisnonne, non per noi. Loro sono passate dalla lisciva nel bucato a mano in acqua ghiacciata alla moderna lavatrice con il suo detersivo iper-profumato. Loro operavano una scelta che a tutti gli effetti non poteva non apparire come un miglioramento: le ore e la sporcizia necessarie alla preparazione della lisciva dalla cenere venivano cancellate in favore di una polvere chimica, già pronta, stabile, che non corrodeva i tessuti e le mani. Le ore di bollitura dei panni da igienizzare scomparivano.
Noi dove ci poniamo in tutto questo? Sicuramente non in una posizione di scelta. Tranne pochissimi, siamo cresciuti con mamme e nonne che compravano fustini di detersivi e poi detersivi liquidi, per le quali l’innovazione era passare dal dosatore alla monodose, che comparavano il livello di bianco con la vicina e per le quali l’uso della candeggina o dell’ammoniaca come igienizzanti aveva già profonde radici culturali, nozioni largamente condivise come il pigiare sull’interruttore per accendere la luce. O come il fatto che di tutto ciò si occupassero solo delle donne, sovraccariche di doveri e lavoro, per le quali era positivo tutto ciò che prometteva di pulire meglio in meno tempo. La nostra scelta, quella delle ultime tre o quattro generazioni almeno, è stata quale detersivo scegliere, non se comprarlo o autoprodurlo.
Nella corsa alla ricerca di quel che “lava più bianco” di questo secolo, queste generazioni si sono prese meno cura dei loro spazi. Involontariamente, credendo di fare esattamente l’opposto, li hanno sporcati. Hanno introdotto sostanze nocive, spesso tossiche, le hanno inalate, ingerite e metabolizzate, rovinando il loro ambiente interno, ma anche quello esterno, l’ecosistema.
Molto sta cambiando, nonostante la spinta consumistica
Disastroso? No, io vedo che c’è del cambiamento, che ci si muove in maniera diversa, che soprattutto i millennial sono diversi. Giorni fa mi sono quasi commossa leggendo un articolo di una ragazza americana che scriveva, come se fosse un dato di fatto ormai assodato, “noi millennial utilizziamo le borracce, le bottiglie di plastica le usano i vecchi”. Mi è piaciuta tantissimo! Non è proprio così, ma ci dà il passo di una mentalità diversa: consumare risorse non rinnovabili è finalmente out, un concetto di vecchio che fa parte della cultura delle nuove generazioni. A me scappa un urrà!
Negli ultimi vent’anni, una maggiore consapevolezza verso inquinamento e danni ambientali ha segnato un ritorno all’utilizzo di sostanze naturali, non tossiche e non inquinanti, per curare il proprio ambiente di vita.
La nostra generazione ha dovuto operare una rivoluzione, al pari dei bisnonni e trisnonni, ma questa volta non è stata una scelta di comodità, e perciò è più difficile. Noi che autoproduciamo i nostri detergenti in casa non facciamo meno fatica. Indubbiamente anche solo mezz’ora per produrre un detersivo Marsiglia liquido da una saponetta pesa di più che i due secondi per prelevare un flacone da pochi centesimi dallo scaffale del discount. Apparentemente.
Se ragioniamo invece in termini di tempo reale impiegato, vedremo che quel flacone ci costa moltissimo.
Ci costa il fatto che ci obblighi all’andare nel discount o nel supermercato, vincolandoci a una struttura studiata quotidianamente per farci acquistare sempre di più.
Ci costa nei termini in cui lo stesso denaro in materie prime ci darebbe più prodotto e quindi dovremmo lavorare meno per averlo.
Ci costa in termini di salute, nostra e del pianeta, generando macro-costi che vanno dal peso della raffinazione del petrolio necessario per produrre le plastiche dei contenitori, ai trasporti su gomma necessari alla logistica distributiva, alla Sanità pubblica per la cura dei danni conseguenti sulla salute delle persone, allo squilibrio ambientale, al Climate Change fino alle sofferenze personali originate da una casa che passa dall’essere accogliente all’essere tossica.
Allora la nostra scelta come attori di questa epoca di svolta può diventare questa: vivere meglio. Dedicare all’ambiente in cui viviamo e alla nostra anima quelle cure naturali, indispensabili, perché il nostro passaggio su questa Terra sia il più lieve e generoso possibile, perché le nostre case siano sani luoghi di accoglienza e di crescita, dove la pulizia di un pavimento con un detergente naturale autoprodotto sia l’accompagnamento armonioso per la pulizia mentale di chi ama sé, questa Terra e i suoi abitanti.
Credits: Virgolettati dalla Prefazione di Grazia Cacciola nel libro di Cristina Scuderi, Eco-pulire. Guida all’autoproduzione di detergenti naturali, ecologici ed economici per la casa e l’igiene personale, Edizioni Enea, Novembre 2020 Photo by Svitlana – Good Soul Shop – Aurélia Dubois da Unsplash
2 Commenti
Io ogni tanto ho dovuto chiamare ad aiutarmi una vicina, ma benché avere casa pulita senza fatica sia comodo, è vero che preferisco fare da me. So come fare le cose e come voglio gestire casa mia, il problema è che sono strapigra… ? E mi scoraggio facilmente. Però ormai sono anni che non compro più detersivi per i pavimenti, ad esempio. Uso acqua con alcool o aceto, e oli essenziali se proprio mi va un profumo particolare.
In effetti quando l’ho fatto ho dovuto comprare dei detersivi classici … e per carità, in un momento di grossi problemi e zero tempo ci sta anche, oltretutto era una casa che dovevo lasciare e l’unico scopo era riconsegnarla in ordine perfetto a persone che comunque hanno la donna che usa i detersivi del discount. Però adesso vorrei vedere la faccia di una collaboratrice domestica davanti a “allora, questo é l’accento di kombucha per i vetri, qui c’è il decotto di timo da mettere nella scopa a vapore…” ?