Sarà un Natale strano per tutti, tra lockdown, divieti e persone lontante. Noi lo festeggeremo comunque, anche se siamo in due e dopo l’ultimo Dcpm abbiamo dovuto annullare anche le ultime due occasioni sociali che ci erano rimaste in agenda.
Come sapete, per me il Natale è più che altro un’antica tradizione che arriva da Saturnalia, l’antica festa romana che segnava il momento di riposo degli agricoltori e veniva celebrata con rami e bacche rosse infiocchettate fuori dalle porte. Mi piace molto questa idea di celebrare il riposo dei coltivatori, mi stimola alla progettazione del piccolo giardino che attende da mesi, devo trovare il tempo di fare un bel progetto perché è quasi ora di cominciare.
Abbiamo bisogno di lentezza in questo Natale in lockdown, perché ci siamo persi nel lavoro e, nel poco tempo libero, ci siamo solo impegnati nella sistemazione della casa… perlomeno di una parte. E non vi sto a raccontare con quali difficoltà, visto che non si può andare qui, non si può entrare di là. In questa casa ci sarà da fare ancora per tanto, ma almeno ora abbiamo una zona giorno in cui passare pomeriggi e serate tranquilli.
Il giardino ha dei bei cespugli di nandina domestica che, molto esuberante, stava sconfinando dai vicini. L’ho potata un po’ e ne ho fatti mazzi che hanno portato allegria nelle stanze. La nandina è una pianta invasiva e molto robusta, nel terreno è a prova di pollice nero ma resiste difficilmente in vaso, soprattutto sui balconi di città. Mi sono sentita molto fortunata a trovarne già delle piante belle grandi che con le loro bacche rosso acceso allietano tutto l’inverno. In più ne amo lo stile spettinato, al contrario del più natalizio agrifoglio, molto più composto, per cui non ho mai avuto una grande attrazione.
Abbiamo comprato veramente poche cose per questa nuova casa, riciclando molto. L’acquisto non programmato dell’immobile ci ha un po’ messi alla prova, anche dal punto di vista finanziario visto che avevamo previsto di vivere in affitto (cosa che reputo ancora la più vantaggiosa ma non in Italia dove i contratti di affitto sono preistorici). Ormai siamo qui. Se penso che solo il Natale scorso non avevo ancora nemmeno visto questa casa e che subito dopo averla vista è scattato il primo lockdown… quasi non mi sembra vero! Quindi ci godiamo questo nostro successo tutto personale e non importa se manca qualche lampadario, se non abbiamo ancora appeso i quadri o se la cucina resterà quella (dignitosa) dei precedenti proprietari per almeno un altro paio di anni. In realtà mi piace questa situazione, non ho mai amato tante cose nuove che arrivano tutte insieme, mi è sempre piaciuta la costruzione graduale e far funzionare le cose vecchie in nuovi ambienti.
La poltroncina anni ’50 dei nonni, la classica coppia che si teneva in camera da letto e che ha girato per case e famiglie prima di arrivare qui. Le rivestirò ma per ora vanno bene così, chissà quante volte le ricicleremo ancora. Il copridivano con le nappine, regalo della cara Francesca che pensava di passarmi un tendone di inizio secolo che lei non utilizzava più… Ma quando l’ho sistemato sul divano per guardarlo, ho notato che era già al suo posto lì. A volte le cose trovano la loro collocazione da sole, capita anche a voi? Non vi sto a raccontare il gradimento dei gatti per tutte quelle nappine sotto il divano…! Insieme alle frange del kilim, regalo di tanti anni fa di mia nonna… Koi, quando non sa cosa fare, si dà alla sfilatura delle frange!
Il vaso in cui ho messo i fiori l’abbiamo portata a casa dall’Abbazia di Maredsous in uno dei primi viaggi insieme, è una tradizionale bottiglia da birra in terracotta smaltata. Chissà quando faremo altri viaggi… Le sveglie sul camino, una l’ha trovata la mamma del mio compagno sistemando la soffitta, pare appartenesse a una bisnonna.
Le candele rosse le ho fatte io, in cera di soia naturale, e sono profumate con olio essenziale di arancio e cedro, la mia miscela preferita in questo periodo. Fare queste candele è semplicissimo, se partite da zero potete trovare i miei tutorial su Hobbycandele.com oppure un paio di video vecchi ma che in pochi minuti vi spiegano tutto sul canale YouTube Erbaviola. Potrebbe essere un’idea per passare i giorni confinati in casa ma autoproducendo qualcosa che altrimenti si comprerebbe!
Così, in serenità, con molte cose riciclate e poche nuove, si è messo insieme l’angolo lettura e film che ci accompagnerà in questo Natale in lockdown, per noi fatto di maggiori silenzi e raccoglimenti rispetto agli anni passati. Secondo me è importante avere almeno un posto in casa dove ci si senta proprio bene, nonostante tutto quello che c’è fuori, indipendentemente da come la pensiamo su quello che succede.
Dentro la nostra casa dovremmo stare solo in pace, per affrontare meglio quello che c’è oltre la porta.
Natale in lockdown: vale la pena festeggiare anche da soli?
Negli ultimi tempi mi sono sentita fare questa domanda e la mia posizione è quella di chi ha già provato ad essere isolata a Natale (per la neve) e decidere quindi di passarlo in pigiama con pranzo a base di pizza. Nello specifico pizza e crocchette di patate. Non avevamo potuto raggiungere il nord Italia per le feste, bloccati dalla solita nevicata. Sembrava quindi un’idea felice quella di fare finalmente un Natale diverso: niente obblighi di relazioni forzate e non, niente formalità, niente abbuffate o pranzi pantagruelici i cui avanzi ci avrebbero perseguitati per un’altra settimana. Niente ore e ore in cucina. La mattina ero entusiasta: colazione a letto, lungo relax, letture, bagno caldo. Pranzo noi due soli con musica scelta. Nel pomeriggio passeggiata nel bosco nella neve, rientro con cioccolata calda.
La verità? Non sembrava una festa e per alcuni può anche andare bene se si vuole proprio cancellarla del tutto. Ma quello che non possono cancellare è la presenza degli altri, il fatto che gli altri sono impegnati a festeggiare ed essere felici o far finta di essere felici. C’è energia nell’aria, a me per esempio piace moltissimo l’entusiasmo dei bambini in questo giorno e arriva come un’ondata allegra, in una grande concentrazione. Mi sembra una buona idea partecipare con entusiasmo, è più facile e appaga maggiormente che fare il grizzly brontolone (anche se noi restiamo socialmente degli orsi!).
Serve soprattutto in momenti difficili come questo, perché la serenità è sempre solo una scelta. Che differenza ci sarebbe a starsene lì a compiangersi o a ripetere quant’è dura? Lo sarà lo stesso tra un’ora, tra un giorno, ma quei momenti in cui hai scelto di stare in serenità, ti faranno affrontare meglio quel che ti preoccupa. Lo raccontavo proprio qualche Natale fa che la serenità è una scelta e non qualcosa che ti capita. Quello è l’amore corrisposto, capita o non capita. La serenità invece è una scelta personale. Puoi scegliere di essere serena per un’ora anche in mezzo a un disastro e … io di disastri me ne intendo, come sa chi segue questo sito.
Noi festeggeremo il fatto di esserci, di essere ancora qui noi due nonostante quello che abbiamo passato, di essere più forti che mai e pronti a riprenderci tutto il mondo là fuori non appena sarà finita questa emergenza. Mi sembrano ottimi motivi per cui addobbare casa, mettersi un bel vestito e cucinare qualcosa di buono! Anche se non avremo ospiti. Gli ospiti più importanti siamo noi.
E poi ridere. Ridere tanto. Guardare un film comico insieme, per esempio. Leggere un libro divertente. Chiacchierare o inventare una situazione assurda per riderne insieme. Qualunque cosa vi faccia fare tante risate leggere e spensierate.
Per esempio noi quest’anno abbiamo deciso che, in assenza di parenti e amici, realizzeremo un pranzo socialmente e culinariamente inaccettabile. Intanto non si prepareranno venti portate, ma solo tre: antipasto, primo e dolce, solo perché abbiamo deciso che sono quelle che a noi piacciono di più. Questa volta non ci si alzerà da tavola con la sensazione di essere stati forzati a stare lì.
E la parte divertente? Il tema saranno gli anni Ottanta e il fatto che la cucina bisogna prenderla meno sul serio. Lui ha fatto le richieste più sfacciate, quelle che manderebbero al tappeto Cannavacciuolo, a partire dai tortellini con la panna (vegan s’intende). Io mi sono scandalizzata affermando che tassativamente no, la panna sui miei tortellini non si mette! Poi ho dovuto stare al gioco, quindi … tortellini con la panna, chef Cannavacciuolo svieni senza indugi. Per antipasto avremo due tipi di quei terrificanti aspic e lui si è anche assicurato che uno sia la celebre ricetta degli involtini di insalata russa in gelatina. Per dolce la mia sacher vegan, niente panettone vegan che ci ha un po’ stancati.
Credetemi, questa è la versione già discussa del menù che all’inizio era una carambola di follie. Era partito con il vol au vent di tortellini, celebre pasticcio sovraccarico degli anni Ottanta, parto di una mente sicuramente molto disturbata che aveva creato un vol au vent formato tinozza e, non contenta, l’aveva anche riempito di tortellini alla panna e quattro formaggi. Poi, non ancora soddisfatta, l’ha anche fatto gratinare. Una cosa che tra l’altro, volendola riprodurre vegan, ti va via uno stipendio e la digerisci a Pasqua.
Già a progettare il menu abbiamo riso tantissimo, quindi non mancherà l’allegria davanti alle mie espressioni scandalizzate di appassionata di cucina naturale, a partire dall’essermi fatta convincere a infilare l’insalata russa in un aspic, creando un delicatissimo ordigno bellico per la digestione.
Comunque sì: vale la pena festeggiare questo Natale in lockdown anche in una sola persona, in due o in tre o … in quanti si è in casa. Solo perché li vediamo tutti i giorni, allora non vale la pena di tirare fuori la tovaglia della nonna? Solo perché sarò tra me e me, allora non mi celebro? Semmai il contrario!
E voi cosa farete? Mi farebbe piacere conoscere i vostri programmi, sono certa che saranno pillole di serenità!
Il regalo che ho chiesto per questo Natale: il tempo
Non ci saranno regali con pacchetti sotto il nostro albero, in realtà non c’è nemmeno l’albero. Abbiamo già avuto tanto quest’anno e siamo a posto così. Abbiamo investito nella nostra casa e ci sentiamo all’interno del regalo più grosso che potevamo farci. Ma queste sveglie sul caminetto mi ricordano una cosa che dovrò assolutamente regalarmi quest’anno: il tempo. Negli ultimi tre anni ne ho avuto troppo poco per fare quello che mi interessa davvero, rincorrendo invece problemi e guai del momento (che nella vita ci saranno sempre, ma s’è cambiata gestione). Adesso, chiuse alcune porte per sempre, voglio godermi il tempo ritrovato come un regalo. Un bellissimo regalo. E me lo metto lì dove dovrebbe scendere Babbo Natale.
19 Commenti
io, mia sorella e i cani; siamo 5 in tutto! Da domani sono in ferie e inizio a creare la testata del letto di mia sorella che sarà il suo regalo di natale. Poi ho intenzione di appropriarmi in via definitiva della camera da letto di mio figlio che è andato a vivere in olanda. voglio fare una camera boho.scandinava-chic- ecc ecc ….. insomma, adesso la studio! è una bella mansarda di quasi 30 metri quadri perciò non vedo l’ora di metterci le mani!
per pranzo di natale non so ancora … quasi quasi mi faccio un altro hot dog (vegano) , o anche due perchè no????? Augurissimi ancora!!!!!
Che bellissimi progetti Cristina! Mi vedo già una meravigliosa testiera del letto e soprattutto la mansardina bohemienne…. questa la voglio proprio vedere, prometti di pubblicare tante foto!
Ok, approvo l’hot dog vegano, sarà sicuramente più leggero del nostro pranzo anni ottanta! Un grande abbraccio e auguri anche a te e ai pelosi!
Grazia grazie!!! Tu sei sempre una garanzia di correttezza! Sono appena arrivata a casa dal lavoro, dove sono giorni che sento gente che va in montagna, al mare, dai parenti, si consigliano su come evitare i controlli… Iniziavo a pensare di essere l’unica che rispetterà queste regole ? il tuo post mi ha risollevata… E che bella la tua nuova casa! Sai sempre creare degli ambienti rilassati e caldi. Ah dimenticavo: io sarò da sola e pranzerò con il tablet sul tavolo collegata ai miei genitori e nonni in Puglia… Niente panino, devo cucinare perché se no mia madre chi la sente ??? Buon Natale!!!
Grazie Veronica E grazie Grazia perché iniziavo a pensarla così anche io! Capisco la povera nonnina da sola, ma qui parliamo di intere famiglie che non vivono insieme e si spostano tutti nella stessa casa di vacanza!!! E noi pochi a rispettare le regole…
non voglio adirarmi quindi cambio argomento ? Bellissimo il tuo salotto, hai davvero gusto e anche ‘mani fatate’! Negli anni alcune di quelle cose le ho viste nei tuoi post e le sai proprio riutilizzare al meglio per ogni casa che abiti! Ti posso chiamare per una consulenza per casa mia? Dico sul serio!
Noi per Natale e capodanno saremo in 5, noi due e i tre monelli. Pranzo su misura per loro, niente di tradizionale , tutto divertente… ti dico solo che per dolce hanno chiesto il gelato e sono qui che tiro fuori la gelatiera alla vigilia di Natale! ???. Ti abbraccio forte forte cara Grazia, le tue parole sono sempre carezze per l’anima ? Lella & The band
ho fatto un mix della risposta a te e Veronica, quindi rimando all’altro commento…sono un po’ sbadata quando sono in vacanza!
Mando a tutti un grande abbraccio e.,, il gelato è una grande idea, sono intelligenti questi monelli! 😉
Ciao Veronica! Spero che il tuo Natale con parenti via tablet stia andando bene! Per il rispetto o non rispetto delle regole, cerco di darmi delle spiegazioni che mi facciano vedere questo mondo con più compassione, ce n’è bisogno. Come mi è capitato di commentare su un social, credo che la maggioranza sia stata messa davanti a una situazione molto difficile senza i mezzi culturali e cognitivi per affrontarla. Quindi scappano fuori dalle gabbie o si danno al complottismo, sono le reazioni classiche di menti poco evolute davanti all’emergenza o alla paura… Credo che l’unica sia andare dritti per la propria strada, cercare il positivo che c’è nel confinarsi in casa per un po’ (c’è sempre, anche nelle situazioni che sembrano peggiori) e soprattutto ridere. Tanto se ti adiri cosa succede? cambiano programmi? Non credo. Allora girati da un’altra parte e ridi 🙂 Quando non si può avere il controllo di una situazione, è l’unica via sana da praticare.
Esattamente Grazia, anche io ho iniziato a girarmi dall’altra parte per non vedere. Purtroppo ora non possiamo farci nulla e la situazione non dipende da noi se non per le poche azioni sensate che possiamo attuare. Buon relax casalingo quindi. 😉
Noi passeremo il Natale in quattro, abbiamo già iniziato a preparare i tortellini che faremo in brodo. Un menù classico ma di sole due portate: primo e dolce. Il programma sarà: aprire i regali delle bimbe, giocare, coccolarci sul divano e magari una passeggiata nel parco se il tempo sarà clemente. Son d’accordo con te che bisogna festeggiare anche in assenza di ospiti che ti vengono a trovare e ho avvisato tutti di indossare i loro abiti preferiti, possibilmente colorati e/o eleganti. No pigiami o tute please. ? Il regalo più bello sarà poter ridere e non avere preoccupazioni o malumori. ❤️
Dimenticavo, non scordarti di mostrarci le foto del vostro pranzo anni 80. Buon Natale e un grande abbraccio a tutti, mici compresi!
Ciao Serena, avete fatto benissimo, la cucina non è così importante con i bambini! Spero che le bimbe siano entusiaste come sempre, chissà che bello lo spacchettamento! Bello anche il programma della giornata in serenità!
Cercherò di documentare le aberrazioni che mi ha fatto cucinare, promesso! 😀 Ieri comunque mi sono divertita un mondo in cucina a ricreare questi aspic che erano anche un bel po’ difficili… mi sa che negli anni Ottanta, senza social, avevano un sacco di tempo per cucinare! 😉
Il natale quest’anno sarà un po’ malinconico perché ci ha lasciato Giannina, mia suocera. Quindi saremo noi due: io e Giorgio.
Comunque avremo di che parlare: infatti abbiamo deciso di cambiare luogo di residenza, lasciare la provincia di Torino e trasferirci in qualche ameno paese del centro Italia. Siamo anche galvanizzati dal fatto che a fine mese Giorgio va in pensione (evviva!) Quindi nulla e nessuno potrà più fermarci.
Invece di preoccuparci del menù di natale, noi stiamo valutando paesi, cittadine più o meno vicine alla costa adriatica. Devo dire che questo ci interessa molto di più del natale/festa sacra-profana. Non conoscevo Saturnalia, il riposo degli agricoltori, mi piace già di più.
Bella la tua casa, il caminetto da il senso si calore e intimità… e anche la “pelle di orso bianco” ha il suo perché… ???
Scusa, scherzo lo sai!!!
Un bacio
ciao cara Eliana! prima di tutto: non mi sono dimenticata di scriverti, ma era così lunga che ho rimandato. Prometto che arriveranno tutti i dettagli 🙂 Il cambio di casa dà sempre una grande emozione, soprattutto se in versione ‘liberazione’: dal lavoro fisso, dalla città, dagli obblighi… sarete pieni di entusiasmo immagino! Ci sentiamo a brevissimo!
Sto ancora ridendo per “la pelle d’orso bianco” ma se qualcuno se lo chiedesse: è solo un tessuto peloso che ho comprato tra l’altro pensando che sarebbe piaciuto tanto ai gatti di casa!
❤️ Tantissimi auguri! Per pranzo farò una zozzeria, finto-salmone di soia, roba tedesca (del resto i tedeschi sono avanti, per quanto riguarda le zozzerie vegane) con patate e salsina all’aneto (se ancora c’è, l’aneto). Abbiamo festeggiato a casa, per la prima non dai nostri genitori, ma già ci eravamo scambiati i regali il giorno prima. Va così. Un’esperienza diversa. Tanti auguri di luce! Fra un po’ torna il sole. ?
Oh, che invidia, la nandina! Io non so se potrei metterla qui. A parte i vasi, ho solo piccolissimi spazi di terra libera.
Spero che l’esperienza diversa sia stata felice cara Vale! Ho provato un po’ di queste stranezze vegan un paio di anni fa quando c’è le ha portate un’amica… purtroppo era tutto molto verosimile e dopo tanti anni mi ha fatto impressione, non sono riuscita a godermi granché. Scherzi (condizionamenti) della mente! La andina secondo me ci sta sai… uno dei miei cespugli é in 30 cm di terreno ed é diventato 2 metri, infatti ho pensato di potarlo ad albero e l’anno prossimo lo uso come albero di Natale esterno ?.
A me invece piacciono… sono diventata vegan per etica, non sopporto che un animale muoia per la mia golosità o per bisogni che non sono reali. E trovo moralmente orribile distruggere il pianeta per lo stesso motivo. E togliere risorse ad altre persone (vedi landgrabbing che toglie la terra ai nativi per produrre bistecche agli occidentali, gli stessi magari che “chiudete i porti, non scappano da nessuna guerra!”). Diciamo che cerco di limitarmi, perché non piacciono molto nemmeno al nostro nutrizionista, e li prendo come un premio, una coccola. E il fake salmone è venuto buono.
E diciamo allora, riguardo la nandina, che la cercherò, appena riprenderò a sistemare il cortile (leggi: quando i lavori saranno finiti e finalmente gli scarti conferiti in luogo adatto).
Ah sì ma infatti io ho parlato di gusto personale! Altrimenti non avrei nemmeno assaggiato 🙂 Mi aspettavo di dire “urrà, hamburger senza uccidere animali!” invece mi ha fatto impressione (non so nemmeno che termine usare o come descriverlo). D’altra parte anni fa un nostro amico modenese doc, mangiando il secondo piatto di ravioli vegan fatti da me ha esclamato “questi ravioli vegani sono più buoni di quelli veri!” ? Forse ormai sono così abituata ad altri gusti che dovrei riabituarmi… Per ora li lascio a te?
Non devo commentare da smartphone sul sito, finisce sempre che mi converte i messaggi in orrori grammaticali ? Ce, non c’è – e nandina, non andina
Avevo capito! ^_^