Carissimi, spero che sarete già tutti impegnati nei preparativi o degnamente a riposo lontano dalla pazza folla, magari davanti a una tazza fumante e dei biscottini deliziosi. Il mio Natale sarà molto familiare, quindi non potevo farmi mancare una piacevole chiacchierata con chi legge questo blog. Passerò le feste con le mie persone e animali preferiti, solo loro, perché abbiamo bisogno un momento di pace e serenità dopo un anno veramente intenso. Dal dicembre scorso a questo le nostre vite sono cambiate molto e abbiamo bisogno una sosta e un po’ di riflessione, di raccoglimento intimo e gioia di esserci, di essere ancora qui.
Abbiamo anche dei piccoli progetti per le feste. Uno su tutti, buffo e magari poco intellettuale è quello di finire finalmente la cucina. E magari anche quel piccolo mucchio di cose ancora da montare dopo il trasloco. Ecco, la foto sopra è un po’ il simbolo di questo periodo, l’avevo postata su Instagram qualche giorno fa. Ero arrampicata sulla scala tipo Spiderman per fotografare pane e farina per un articolo… ma questa foto non voleva proprio venire. Di solito sto attenta a non guardare troppo la cucina perché tendo a vedere solo che non è ancora finita. Invece, dall’alto della scala, ho girato un attimo lo sguardo verso la cucina e ho sorriso … Qualcuno passando a farsi un caffè tra i miei sbuffi impazienti, mi aveva acceso tutte le lucine. A volte basta guardare qualche minuto da un’altra parte, no? E anche avere qualcuno che ti sa accendere le luci giuste.
Così ho pensato che sarà la mia filosofia per queste feste: qualsiasi cosa mi dia fastidio, posso guardare per qualche minuto da un’altra parte. Non è una grande scoperta filosofica, ma credetemi: sta funzionando. C’è un tempo per non interessarsi dei problemi e farsi una risata o guardare le lucine con un sorriso.
Quest’anno non ho vestito i gatti da elfi di Babbo Natale, ma se volete divertirvi, vi rimando a questo post di auguri di Natale di qualche anno fa con i gatti vestiti a festa, eravamo ancora nella casetta in mezzo al bosco. Quest’anno ho pensato a qualcosa di diverso per farci gli auguri, quindi conto molto sui vostri contributi! Ho pensato: perché non tiriamo fuori quel che non ci piace del Natale e magari diamo un’alternativa? Sorridendo, è ovvio.
Mi è venuto in mente perché è un mese almeno che sento persone che sbuffano e scalpitano elencando liste di pranzi e cene a cui devono andare, elenchi di regali da fare (a cui seguiranno elenchi di lamentele su quali hanno ricevuto). Ve lo dico subito: non ho soluzioni.
Ho soluzioni solo per prendere le distanze da questi convegni sociali con una risata. E’ inutile ripetersi che l’anno prossimo andremo ai Caraibi per tutto il mese, fino alla fine delle feste. Non lo farete. Vi disilludo anche sulla beata solitudine in montagna: forse ci sono rarissimi contesti in cui si riesce a stare in santa pace, lontano da tutti, ma non li ho ancora trovati. L’ultimo giorno di lavoro (per me), tra tutti i disturbi, ha visto avvicendarsi sotto la finestra del mio studio nel paesino di poche anime sperduto sui monti anche una coppia di zampognari che suonavano Piva piva. Solo piva piva. Incessantemente. La prima mezz’ora eravamo tutti immersi nella magia del Natale in montagna. Dopo tre ore facevo la quarta telefonata iniziando con “Scusa la zampogna in sottofondo… sì, qua fuori… sì, sì, bello fa molto Natale in montagna… sì, certo, da Milano sembra bello, immagino”. Alle 18 ero in versione Milanese Imbruttito “Ué ma allora? Abbiamo finito o no con la zampogna? Qua lavoriamo!”. Invece sono andata in cucina a farmi un té al gusto Christmas Apple Cinnamon Pie e ho guardato le lucine. C’era sempre piva piva in sottofondo, ma ho sorriso.
Ridiamo insieme allora, meglio? Ecco l’elenco delle cose che eliminerei dal Natale. Aspetto le vostre! In ordine di importanza, mi raccomando.
Le 5 cose che eliminerei dal Natale
1. Last Christmas degli Wham! E’ terribile. E’ melensa, patetica e la musica è poco meno di uno spot su Antenna 3 nel 1980. Se avessi dei superpoteri, li userei per sostituirla ovunque. Entri in un negozio, accendi una radio e zac! Per un mese quella schifezza onnipresente di Last Christmas è ovunque. Con i superpoteri la trasformerei in Fairy Tale of New York dei Pogues. O in Bruce Springsteen che canta Santa Claus Is Comin’ To Town. O i Queen che eseguono Thank God It’s Christmas. Capite perché alcuni sono così nevrastenici a Natale: un mese di Last Christmas. E’ una tortura.
Bisogna cercare la qualità ovunque, la musica che ascoltiamo è molto importante. Modella l’aria e l’anima. Sta a noi decidere cosa avere nella nostra aria e nella nostra anima.
2. Le playlist con le Hit di Natale. Perché ascoltare delle liste di musiche pateticamente commerciali scelte da altri? Non siete un centro commerciale. Potete fare delle playlist personali. La bella musica esiste, credetemi.
Per esempio, oggi entrando nel mio studio si sente in loop l’album Christmas Songs dei Bad Religion. Datemi retta, se non avete tempo di fare una bella playlist, c’è il punk. La versione punk di qualunque cosa è più bella dell’originale. Il punk può migliorare tutto, persino Last Christmas degli Wham! (ma ci vorrebbe un miracolo).
3. Gli addobbi di Natale da ottobre. L’albero si fa a dicembre, per i milanesi c’è la deroga al 7 dicembre perché l’albero si fa rigorosamente a Sant’Ambrogio. Ora, se fate un albero per rispettare la tradizione, rispettatela tutta. Mi fa impazzire la filologia a metà. O è tradizione, o è punk. Se è punk vedi il punto 2. Coerenza!
Poi, ora che vi siete appassionati anche alle feste americane, dateci una tregua. Quest’anno c’erano gli alberi di Natale con le ragnatele di Halloween, l’Italia sembrava una puntata di Stranger Things.
Perché correre sempre verso quello che c’è dopo? Godiamoci il presente. L’albero, le luci, gli addobbi sono belli anche perché ci sono in un momento che anticamente era quello della riflessione e del riposo. Lo vanifichiamo se guardiamo l’albero e pensiamo a come fare l’uovo di Pasqua.
4. Il maglione buffissimo di Natale, che più brutto non si può. Era una moda americana. ERA. Passato. Erano già in ritardo i vipparelli italiani 2-3 anni fa. Ora avete veramente rotto con sti maglioni orrendi del negozio cinese e siete fuori tempo massimo. Non c’è ragione per ammorbarci con la visione di queste cinesate sintetiche orripilanti credendo di essere simpaticizzzzzimi.
Sostituire con: una giornata in cui prendersi cura di sé e degli altri, senza aggiungere altri vestiti usa-e-getta alla lista di tutto quello che buttate in discarica. (Non ci provate nemmeno a dire “donazione”: nessun bambino africano è così sfortunato da meritare quelle schifezze, abbiate pietà).
5. Gli ospiti con i vestiti con i brillantini. Amo ricevere i miei amici. Li adoro. Sono un’ospite perfetta, vi faccio sedere sul mio divano immacolato, sulle mie sedie di velluto e anche appendere i cappotti vicino al mio. Ma la dovete veramente smettere con questi brillantini! Stavo ancora tirando via quelli dell’anno scorso e ho il divano che sembra quello di Elton John. Ho i gatti impanati di brillantini.
Soluzione. D’ora in poi, quando arrivate, oltre alle scarpe faccio togliere anche i vestiti con i brillantini, sappiatevi regolare.
Tutto il resto, compreso l’essere farciti di cibo dalla nonna o le duecento domande sul perché siete ancora vegan, single, disoccupati o con una carriera patetica incomprensibile alla massa e incomparabile ai successi dei figli di altri, fanno parte del concetto di famiglia a Natale. E’ il momento dell’anno in cui l’autostima dobbiamo metterla in cassaforte o ce la ritroviamo facilmente sotto le scarpe 😉 In caso di emergenza, guardate le lucine e sorridete!
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