“Passata bene l’estate?” è la domanda più gettonata del momento e sono stupita che non sia ancora comparsa tra i meme del Milanese Imbruttito. In ogni caso questo è un post sgangherato e scritto di getto sulla mia estate, così rispondo a tutti.
Ho cominciato l’estate con ottocento progetti e ne ho portati a termine settecentonovantanove. Bene, direte. Sì peccato che erano altri settecentonovantanove che non avevo preventivato, mentre gli ottocento programmati languono ancora nella lista “un giorno, forse”. Il motivo è che è stata un’estate parecchio strana che ha fatto cambiare una quantità di programmi.
Per esempio, avevo deciso che in agosto avrei fatto quindici giorni di pausa totale. Ho programmato piccoli trekking di uno o due giorni, giornate a casa a leggere sorseggiando té freddo, cose semplici così. Godersi i monti e ri-po-sa-re.
A giugno ho avuto delle avvisaglie che non stava andando per il verso giusto. Tipo che il bar tabacchi vicino casa si è trasformato in una balera degli anni 80, con musica a tema. Tutto il giorno più alcune sere. Ho chiuso le finestre per lavorare, mica sono una vicina rompiballe. Se uno vuole aprire una disco anni ’80, chi sono io per disturbarlo?
A inizio luglio stavo ancora lavorando e la situazione era che il bombardamento musicale si sentiva anche tenendo le finestre chiuse e schiattando di caldo. Non vedevo l’ora di qualche trasferta per togliermi dalle orecchie per una giornata i Village People. Ho iniziato a cercare asilo dagli amici per riuscire a consegnare almeno alle scadenze. Ma comunque ho retto, perché stavano arrivando i miei agognati quindici giorni di vacanza.
Verso metà luglio la musica è aumentata di volume e quantità oltre ogni limite, potevo svegliarmi alle cinque con Rovazzi e fare le quattro del mattino con i canti in coro dei pompieri di Viggiù. Non è una battuta, ho i video, come confermato dalla stessa Sindaco, si trattava dei cori dei pompieri di Viggiù seguito dall’inno del corpo dei Vigili del Fuoco. Mi hanno detto che è normale. Alle tre del mattino. Non so cosa fate o facevate voi dopo la discoteca, ma a me, pur frequentando diverse compagnie, non è mai capitato il coro dei pompieri… la brioche calda sì, il cappuccino anche, qualcuno che balla ancora in strada o in spiaggia ok, ma proprio i cori dei pompieri di Viggiù mai. Ho scoperto questa carenza formativa nella mia gioventù milanese: nemmeno un amico che intonasse Volare in mezzo alla strada svegliando tutto il vicinato.
I vicini di casa si sono lamentati con il gestore e il Comune, ma incredibilmente il bombardamento musicale non ha smesso. Alcuni vicini mi hanno detto “Qui d’estate è così, non c’è modo di farlo smettere“. Ah, ma pensa! Poi magari chiedetevi perché non riuscite a vendere le case in questa zona… io stavo valutando un altro trasloco!
Ho inziato a lavorare con i tappi nelle orecchie ma il volume era diventato così alto che erano inutili, in più le telefonate con i tappi nelle orecchie sono un casino. Un giorno di fine luglio mi sono ritrovata a fare una telefonata di lavoro chiusa in lavanderia, scrivendo appunti appoggiata alla lavatrice, dopo che un collaboratore sentiva solo Gloria Gaynor e non capiva cosa doveva fare e per quando. Ho dovuto incontrarmi con altri clienti in altri posti perché nel mio studio non era possibile dato il volume assurdo della musica, tutto il giorno e la notte. Così mi sono trascinata nell’afa di Bologna con due ore scarse di sonno e ho persino invidiato gli abitanti di piazza Verdi, perché almeno da loro verso le 4 del mattino smettono.
Allora, poco convinta del “non si può farlo smettere” ho scritto una pec al Comune e al sindaco. E poi un’altra. Finché non sono stata ricevuta dal sindaco, ma a quel punto erano passati anche i miei quindici giorni di vacanza e avevo l’esaurimento nervoso galoppante. Nei miei 15 giorni di vacanza, alla balera improvvisata hanno deciso di fare orario continuato ventiquattro ore su ventiquattro. Lo so che è una ripetizione, volevo farlo capire bene. Lo so, lo so, chi di voi è un avvocato, lavora in un comune, nella polizia municipale o ha un locale… sta per scrivermi che non si può fare. E infatti. E’ ovvio che non si possa fare, ma visto che secondo il Comune non disturbava per niente, ho dovuto chiamare il mio avvocato mentre era in ferie e chiedergli se dovevo traslocare di nuovo o se magari c’erano altre soluzioni.
Non indovinerete mai, guardate, è una cosa stranissima, veramente strana… è bastato chiedere la visione di un paio di documenti in Comune et voilà, non solo è cessata la disco dance ma è sparito anche tutto l’armamentario per musica e karaoke. Ah non ve l’ho detto? Sì, c’era anche il karaoke. Non aggiungo considerazioni artistiche per pietà.
Grazie a questo sistema di intrattenimento locale, ho perso tempo e lavoro, sono sfinita, letteralmente, devo curare una sindrome da stress e le mie vacanze le ho passate … non le ho passate! Ho riempito le giornate impazzendo per la frustrazione di dover sentire tutto il giorno e tutta la notte questo bombardamento musicale, con un arretrato di sonno che mi serviranno due anni per recuperare e leggendo tutti i regolamenti comunali, penali, civili ecc. che guarda un po’, dicevano tutti che non si poteva fare… con conseguente amplificazione della frustrazione. Il mio studio legale però si è rilassato in vacanza, è bello fresco e brioso, ora sta scrivendo con parole sue cosa devono fare con il microfono e dove infilarlo. (Nella scatola e metterlo su eBay, cosa avevate capito 😉 )
Ma quindi, dai, a parte la balera sopra, passata bene l’estate?
Ma sì… dopo nemmeno una settimana di pace, un lutto. Grave, di famiglia, con tutti gli annessi di rientrare in contatto con una famiglia che con me non è mai stata tale. Stavolta poi li ho offesi a morte perché non sono saltata sul mio elicottero privato precipitandomi lì in un minuto per una persona che mi aveva cancellata da diciassette anni e che sapeva da più di un anno di andare verso la fine ma non aveva ritenuto opportuno dirmi qualcosa. Ah è facile offendere la gente, si sa.
Non scrivetemi commenti di condoglianze, dico sul serio, non è il caso. Ho superato il lutto tanti anni fa, in anticipo, sono dispiaciuta per questa persona che è rimasta sempre aggrappata ai suoi rancori e alla sua superbia, a una lunghissima lista di giudizi su tutti… e non si è goduta nulla della vita. E’ una cosa triste. La ringrazio però, perché anche grazie al dover superare queste situazioni, io oggi ho una vita spirituale equilibrata e delle idee precise sul perché nasciamo in una famiglia piuttosto che in un’altra. Se oggi sono così e riesco a capire ed empatizzare con molte persone, è anche per aver fatto lo sforzo di capire e perdonare prima loro. Magari tra qualche tempo ve ne parlo del perché nasciamo qui e non da un’altra parte.
Dai, però tutto negativo? Alla fine passata bene l’estate, giusto? Io ti seguo su instagram, mica è stato tutto tragico!
Ma no, infatti! Dai, un po’ di notizie positive.
Ho iniziato a sistemare il sito, poi è successo di tutto ma qualche risultato si vede, giusto? E’ anche più veloce, cosa che mi premeva maggiormente visto che detesto i caricamenti lunghi, ho sempre voglia di andarmene a fare altro. Ora che ho sistemato almeno il grosso della faccenda, aspettatevi una sequela di post che erano in attesa da tantissimo.
Abbiamo preparato, con la bravissima Isabella Giorgini un regalo speciale per i partecipanti al crowdfunding del libro L’autoproduzione è la vera rivoluzione. Una cosa in più che mi piace parecchio. I partecipanti hanno già ricevuto un’email dettagliata, se sei un partecipante e non l’hai ricevuta… scrivi al solito indirizzo e te la rimandiamo! Guarda prima nello spam 🙂 Intanto gustatevi un’anteprima sopra delle bozze che sono state create al sole della Puglia e …
… un’altra sbirciatina di nascosto alle bozze. Sorpresa!
Ho avuto dei colpi di fortuna pazzeschi (ma chi ha fatto il corso Cambio vita, sa di cosa si tratta) e ho trovato una quantità di arredi per la casa a prezzi irrisori. Ve ne parlerò prossimamente perché voglio documentare anche un paio di restauri, così quando mi chiedete informazioni ho già il link della spiegazione. Sì perché a volte mi chiedete come ho fatto qualcosa ed è qualcosa che dura venti giorni e con quaranta prodotti di cui metà da produrre da soli. Così è più facile.
Quella sopra è la scrivania danese da centro e le sedie che ho trovato a pochissima distanza una dalle altre, sono diventate parte del mio studio. E sì, mi è testimone Instagram che le ho trovate prima che Casa Facile e altre riviste di home design cominciassero a metterle in copertina! 😀 Infatti io le ho pagate una sciocchezza, adesso invece provate a cercare le sedie originali di Antonin Suman… Brava me! Pacca sulla spalla da sola!
Sono riuscita a seguire la dieta nutritariana per sei settimane senza sgarrare! E sto anche preparando un post approfondito proprio sulla nutritariana. Sono felice, nonostante tutto quello sopra, non ho mollato, ho vinto io. Un paio di sere ho avuto la tentazione di tirare il ciotolone di insalata sulla balera, una sera ho avuto la tentazione di lanciarlo fino a Milano, ma no. Mi sono mangiata le mie insalate XXXL e ne sono uscita depurata, alleggerita, felice e convinta di poter fare di più. Per me il limite sono sempre state le trasferte. Resistere anche con alcune trasferte e portarmi ogni volta il pasto da casa è stato impegnativo. (L’immagine sopra è dal mio libro “Alimentazione naturale“, ma sulla nutritariana ci sono solo quattro pagine – e non è che ne servano di più. Lo dico per chi ce l’ha già ed è curioso di questo tipo di alimentazione).
Dai, prova a chiedermi ancora “Passata bene l’estate?” Potrei sorridere o fare una risata isterica, dipende dai momenti.
L’ultima l’altro ieri. Avete presente quanta gente in costume da bagno c’è sulle spiagge di Milano Marittima? Ecco. Ora pensate a un assembramento di gente in costume da bagno, poi moltiplicate per la decina di chilometri di bagni che si susseguono su quel litorale. Ora pensate a me che invece sono completamente vestita e sto professionalmente ticchettando appunti davanti un cliente (che ha un locale lì, non è che porto i clienti in spiaggia!) e indovinate ora, in questo panorama di migliaia di culi all’aria e una sola persona vestita e pure vegana amica degli animali, chi verrà punto dalla maledettissima unica vespa di tutta Milano Marittima?
Segue polpaccio a cocomero, consigli di bagnare subito la gamba in mare, saltelli fino alla riva per farlo tenendosi su la gonna con una mano e facendo no no no con l’altra alle offerte di chiamare il 118, il resto della riunione con una gamba ibernata dalla borsa del ghiaccio gentilmente preparata dal barman con un sacchetto di plastica e ghiaccio a cubetti appuntiti che sgocciolavano ovunque… una robina chic insomma. Ridete pure.
Passata bene l’estate? Sì, guarda, non c’è male. Un po’ monotona eh… e la vostra?
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