60 giorni per ricostruire una vita, sono sufficienti? Non credo, volendo fare le cose bene. Ma ce li siamo dovuti far bastare, tra mille problemi, forse qualcuno di più di mille. E’ stato un periodo lungo, duro, molto faticoso, un periodo che oltre le difficoltà materiali ci ha messi di fronte a quelle umane e personali, a molte rivalutazioni e molte belle scoperte.
Intanto colgo l’occasione per ringraziarvi per i tanti messaggi di vicinanza che ci mi avete mandato, sono arrivate energie bellissime e mi hanno aiutata tanto in questo momento difficile.
Di tutti i cambiamenti che ho fatto, di tutte le difficoltà che ho dovuto affrontare nei miei ormai non pochi anni, questa è stata decisamente la maggiore. A un certo punto ho pensato di non farcela. E’ passato, ma alcune difficoltà permangono e ce le porteremo dietro per un po’. Quindi vi chiedo ancora un attimo di pazienza per la risposta alle email e tutto quello che abbiamo in sospeso, so che potete capire.
Siccome in tanti mi avete chiesto notizie, ho pensato di scrivere questo post che è una carrellata veloce su sessanta giorni che più intensi non si può e che speriamo di lasciarci alle spalle presto con una risata, più forti di prima.
7 febbraio: arriva la stufa nuova. Il perché fossimo al freddo da novembre l’ho raccontato nel post precedente. Siamo contentissimi e andiamo a dirlo ai padroni di casa che avevano promesso di fare la canna fumaria nuova.
8 febbraio: i padroni di casa smontano il camino (foto sopra), immerdano tutto il piano di sotto una quantità di volte (non solo perché con questo lavoro si sporca, ma perché tanto dovevamo pulire noi, quindi nessuna attenzione). Si infilano dentro il camino (foto sopra) e cominciano a infilare i tubi senza agganciarli, è quello che porterà poi alle fuoriuscite maggiori di fumo e monossido di carbonio che quasi ci faranno morire, come ho già raccontato. Come si vede dalla foto, la caliggine che cade dal camino e l’annerimento sono copiosi. Se ne infischiano, dicono che va bene così.
9 febbraio: dopo la nostra intossicazione rifanno la canna fumaria, sempre in modalità fai-da-te e con i materiali più economici che riescono a trovare (compreso il comignolo da 5 euro in latta di cui alla foto sotto, totalmente inadatto a una zona ventosa e a una canna fumaria in acciaio e di questo tipo).
Stavolta però la canna la ancorano al muro e buttano nell’intercapedine tra la canna e il muro una serie di materiali assurdi tra cui un cuscino di materiale ignifugo (ignifugo non equivale a isolante! Infatti il calore darà fuoco alla caligine sulle pareti della vecchia canna), del ghiaietto ignifugo e infine un paio di secchiate di cemento. Sì, nemmeno Paperino lo poteva fare così. Ma nemmeno Paperoga, lasciatemelo dire!
Siccome molti mi hanno scritto, anche nei commenti, per capire meglio come fosse fatta cotale opera di ingegneria civile di altissimo livello, ho fatto questo schizzo che sono sicura, ora, finirà negli annali di Professione Fumista, un numero speciale sulle canne fumarie killer. Spero che tutti quelli che hanno chiesto, riescano a chiarirsi le idee con il disegno sopra e con la foto illustrativa. Ma non perché siano stupidi… anzi! Solo perché è talmente assurdo quello che hanno fatto, che probabilmente il cervello di chiunque si chiude a doppia mandata rifiutando la spiegazione.
Perché, davvero, non è comprensibile.
Non è comprensibile anche che con degli inquilini che ha sempre stra-pagato puntualmente l’affitto, abbiano cercato di lucrarci ancora di più arrivando quasi ad ammazzarli. E senza alcun pentimento, ma di questo ne parlo in seguito. Non gli è bastato che affittassimo una casa che non voleva nessuno perché a chilometri dal paese, vecchia, e che l’affittassimo a più del doppio del suo valore (tramite agenzia immobiliare, noi al tempo conoscevamo poco la zona purtroppo). Non gli è bastato che oltretutto pagassimo noi il rifacimento di bagno e cucina più altri lavori fatti negli anni. Questo non è stato sufficiente. Hanno pensato che fosse il caso di risparmiare anche sul fumista e sui materiali, con il risultato di riuscire quasi ad ammazzarci.
10 febbraio-12 marzo: il mese peggiore della mia vita. Senza canna fumaria, con fuori una media di 50-80 cm di neve costanti, un freddo che alla sera scendeva anche fino a -15°C, abbiamo tentato di accendere i caloriferi. Con l’unico risultato di veder morire la caldaia, perché sottodimensionata rispetto agli impianti, vecchia e già con problemi precedenti al nostro arrivo. Anche se il problema fondamentale, qui, è solo l’avarizia sfrenata dei padroni di casa.
Abbiamo chiuso il piano di sotto e ci siamo ritrovati a vivere al piano di sopra, con l’unica stufa funzionante (ma che con il vento faceva un fumo bestiale a causa di un’altra opera d’arte di canna fumaria fatta dai medesimi). Niente cucina, che è al piano di sotto.
La sera, per un mese, sono scesa con la giacca a vento, cappello e sciarpa in cucina, acceso il gas e preparato l’unico pasto caldo della giornata, ovviamente cose veloci e semplici. Solo chi ha provato a cucinare a 6 gradi, con le mani che tremano e l’acqua ghiacciata per lavare la verdura e i piatti, può capire cosa voglia dire. Ci sono stati dei giorni che mi veniva da piangere. E a volte ho pianto di rabbia, perchè dalla finestra vedevo i bei camini fumanti dei padroni di casa. Lo sapevano che eravamo in queste condizioni per colpa loro, al gelo, bloccati dalla nevicata, che non potevamo traslocare se non se ne andava la neve. Ci hanno guardato vivere così per più di un mese, dopo che li abbiamo sempre pagati puntualmente e che gli abbiamo fatto mille favori. Che persone siano, lo sanno loro.
Abbiamo cercato di trasferirci momentaneamente in residence o in albergo in paese, ma l’avanzata di Burian e le imminenti elezioni politiche hanno portato in Appennino una quantità di squadre di Enel, Hera, Protezione Civile e simili. Tutti i residence erano completamente occupati e così abbiamo scoperto una volta di più che i soldi non servono a niente. Diversi amici ci hanno offerto ospitalità ma erano tutti in altre province e raggiungerli non era possibile, soprattutto dovendo tornare tutti i giorni per lavorare e dovendo trasferire anche i gatti. Così abbiamo stretto i denti e visto che ormai la casa l’avevamo trovata, abbiamo guardato bene la luce in fondo al tunnel e cercato di guardare il meno possibile il tunnel in cui eravamo. Anche quando si è rotta la lavatrice a causa del ghiaccio. Panni a mano, con l’acqua gelida. E lavatrice di soli due anni da ricomprare, altra spesa.
Abbiamo iniziato a cercare casa dal giorno stesso del disastro, tramite amici. Per un grosso colpo di fortuna (chiamiamolo così, ma chi ha fatto il corso Cambio vita sa bene di cosa parlo), abbiamo trovato subito la casa ed esattamente come la volevo io. E’ una casa calda, luminosissima, al contrario delle case di montagna che in genere hanno finestre piccole e tendono ad essere buie. E’ in un paese vicino al precedente, dove però c’è tutto quello che mi serve e posso andare ovunque a piedi, un paese molto vivo e con gente simpatica dove già venivo per le varie spese. Non è più una casa in mezzo al bosco, ma è in un paese in mezzo ai boschi e la casa stessa è a due minuti a piedi dalla prima pineta, attaccata a un bel parco. Il problema, a quel punto, era che smettesse di nevicare per potersi spostare. Nessuno, neanche i mobilieri del posto, riesce a fare i traslochi con la neve. Noi dovevamo spostare casa e ufficio, composto da due studi. Una bella scommessa.
Così, nell’attesa, ci siamo ritrovati a vivere e lavorare in una tiny home improvvisata nel corridoio del piano di sopra. Infine (vedi foto) anche a mangiare una quantità di roba confezionata perchè le mie scorte sono finite in breve e non ero nelle condizioni di fare autoproduzioni, s’è comprato tutto.
I gatti. Molti mi hanno chiesto notizie di Koi che come ricorderete aveva perso due grosse strisce di pelo sulla schiena (foto), a causa dell’intossicazione o dello spavento – non era possibile chiarire quale delle due cause. Koi, che è sempre stato un gatto allegro, intraprendente, curiosone e un latin lover prodigo di baci per tutte le amiche che entrano… è diventato triste e molto pauroso. Ha passato giorni appiccicato a me, non mi mollava un attimo e se non poteva starmi attaccato andava a mettersi su qualcosa di mio, uno scialle, una borsa… Siccome lui è un gran ladro di oggettini e scontrini, che cerca sempre di prelevare dalla mia borsa, un giorno gliel’ho lasciata aperta per farlo divertire ma era così giù di morale che ci ha solo pisolato sopra (foto). Le strisce senza pelo hanno ricominciato a ricoprirsi di peluria che probabilmente gli prudeva, quindi è iniziato anche il controllo-Koi per non farlo grattare, ma senza imporgli il collare elisabettiano – gli mancava solo quello!
Koi, prima che passassimo da casa normale a incubo di Stephen King, mi aspettava sulla scala tutte le mattine per andare ad aprire il mio studio (foto). Questi 60 giorni per ricostruire la vita li ha fatti quasi tutti rintanato nello studio, con noi che lavoravamo con su giacca a vento e cappello, oppure smontavamo mobili e inscatolavamo. Stanco e stordito dagli eventi, pauroso che gli altri due gatti stessero ancora male, ogni tanto andava a controllarli e li leccava sulla testa, poi faceva lo stesso con noi. All’improvviso ti trovavi questo palletto di pelo vicino, che ti leccava la mano e ti guardava con gli occhioni tristi.
I gatti ci hanno messo tanto a riprendersi, li ho aiutati con un po’ di fitoterapia e fiori di Bach.
22-26 febbraio la situazione peggiora. Burian e il gelicidio ci impongono di spalare fuori più volte al giorno, almeno per mantenere una via di uscita, altrimenti ci si trova murati in casa. Le temperature arrivano a -20°C e continuiamo ad avere un’unica stufa al piano di sopra, il piano di sotto resta a 5-6 gradi costanti. La doccia si può fare solo fredda, ma piuttosto che non lavarci ci pieghiamo anche a questo, poi corriamo davanti alla stufa ad asciugarci, tremando da non riuscire a tenere fermi i denti. Continuiamo a dirci a vicenda che sta per finire, dobbiamo tenere duro ancora per poco. Intanto la casa si riempie di scatoloni e di muffe.
Il piano di sotto, non più riscaldato, comincia a sviluppare muffe nere su diversi muri, alcuni sembrano addirittura bagnati. Cerchiamo di evitare il più possibile il piano inferiore, passandoci solo per uscire. Tra scatoloni e muffe, comincia a sembrare una casa di Accumulatori seriali.
Ma siccome eravamo in un comune di allegroni, hanno trovato anche il modo di farci ridere in questo disastro. Un giorno il mio compagno va fuori per spalare e rientra dopo un minuto con espressione perplessa dicendomi “Senti, vieni a vedere… non so, magari è uno scherzo… ci hanno fatto un gavettone ghiacciato…”
Io inizio a dubitare della sua sanità mentale, chi dovrebbe venire fin qui a piedi a farci gli scherzi?! In mezzo alla tormenta?!
Vado a vedere e al posto della maniglia della porta d’ingresso, all’esterno, c’è un grosso masso di ghiaccio, plastificato, con all’interno la maniglia e sopra, sparsa, un po’ di neve. Resto anche io a guardare allibita questa scultura attaccata alla porta che non permette di usare la maniglia.
Poi tolgo un po’ di neve e leggo… Hera. Il gestore dell’acquedotto. Sono o meglio erano sacchi di acqua potabile, in previsione che venisse chiuso l’acquedotto come altre volte. Solo che i geniali distributori porta a porta le hanno appese alle maniglie senza suonare e così… un bel blocco di ghiaccio e plastica da scalpellare via dalla maniglia d’ingresso! Ne avevamo proprio bisogno, che simpaticoni!
Poi c’era lo scherzone quotidiano: tu spali l’auto per due ore, passa lo spalaneve cretino pagato con le tue tasse e butta tutto sulle auto, che tanto dall’altra parte c’è solo prato, che gusto c’è. Ma almeno, a forza di spalare, entravamo riscaldati e per un’ora sembrava persino di avere in casa una temperatura normale.
23 febbraio: Quasi ogni giorno controllavamo le linee che ci servono per lavorare: Enel e adsl. Che erano come nella foto sopra. Appese a un filo loro, appesi a un filo noi.
Il lavoro diventa difficile: non possiamo lasciare la casa altrimenti l’unica stufa si spegne e così ci alterniamo. Nei giorni del gelicidio dobbiamo inventarci di tutto per spostarci, il panorama di auto volate fuori strada diventa una costante. Si pattina, di conseguenza si va pianissimo o si cerca di restare a casa.
Il 23 febbraio io dovevo essere a una tavola rotonda al Festival del Giornalismo Alimentare a Torino. Dal 22 febbraio sera è arrivata la tormenta maggiore e non sono riuscita a partire. Non da casa: da casa partivo e anche se lentissimamente sarei anche arrivata a Bologna per prendere il treno. Ma avevano soppresso diversi treni da Bologna, così, al volo, grazie a quella struttura pericolante delle foto sopra, ho inviato un video con il mio intervento sul tema “Comunicare la scelta vegan” registrato al piano di sotto, a 6 gradi, in giacchetta. Il piano di sopra era già pieno di scatoloni, non c’era un posto dove fare un video. Notate per favore la professionalità, stavo morendo di freddo. Dovevo fare l’attrice 😀
24 febbraio-fine marzo: ho dovuto vendere e regalare tante delle mie cose. Spesso cose fatte con amore, come queste sedie a cui avevo fatto i copricuscini su misura dello stesso colore della cucina. Piccoli dettagli, che facevano parte della mia casa e del mio mondo ma che non entravano nella nuova casa, di tutt’altro tipo e disposizione.
Ho messo in vendita prima le cose più grosse, le stufe, la cucina a legna. La mia amatissima cucina a legna è andata a una coppia che sta mettendo a posto una casetta da queste parti e ha trovato la sua collocazione in cucina, poco lontano dalla mia credenza e dalle mensole che sono finite vicino a un delizioso camino. Se n’è andata, tra le prime, anche la stufa nuova di cui sopra, venduta al sindaco di un paese qui vicino che ha anche avuto modo di ammirare dal vivo la porcheria di canna fumaria che ci ha quasi ammazzati. Come quasi tutti quelli che sono venuti, dagli amici a semplici conoscenti, che avevano sentito di questo fatto e, da utilizzatori di legna, erano curiosi di capire in cosa consistesse il problema, sono andati via scuotendo la testa. L’unanimità dei responsi è stata: devono ringraziarvi che non li avete denunciati. Ma non ci hanno ringraziato, anzi.
Il tavolo da orto sul balcone è stato donato alla scuola dell’infanzia di Vado-Monzuno e verrà utilizzato dai bambini. Mi sembrava uno spreco smontarlo e tenerlo in garage, lì vivrà ancora. Il comune è stato scelto in base a un criterio molto semplice: chi si sbrigava prima a venirlo a prendere. Gli altri comuni più vicini avevano tempistiche burocratiche notevoli, mentre questo comune in una settimana ha fatto tutti i passaggi e mi ha fatta chiamare dall’ufficio tecnico, anche piuttosto perplesso per la cosa… “Buongiorno, dove dobbiamo venire a prendere… ehm… uh… leggo qui… l’orto semi-mobile? Che cos’è, mi scusi?”. Risata, spiegazione, tutto risolto. Nei passaggi di consegne aveva cambiato nome e spaventato l’ufficio tecnico.
I vasi di fiori, le piante, le mie rose, è stato tutto donato agli amici. Non ce l’avrei fatta a vendere a qualcuno i miei fiori e le mie piante, le ho regalate. So che le cureranno bene e spero che saranno amate. Ho dovuto darle via perché nella fretta di trasferirci e con la montagna di spese che ci sono state, veramente tantissime (se avete mai traslocato, pensate a farlo di fretta senza programmazione), non riuscivo anche a farci stare un terreno per portare attrezzi e piante. Gli attrezzi li ho dati a un’amica insieme ad alcune piante che ogni tanto andrò a trovare e curare. Prima o poi comincerò anche un orto ospitato lì, o aiuterò in quello che c’è, vedremo.
Tutto quello che non poteva stare nella nuova casa, per spazio o per uso, è stato eliminato, donandolo o vendendolo. Le donazioni sono state maggiori, anche per il brevissimo tempo. 60 giorni per cambiare vita, solo una ventina per vendere tutto e con le strade bloccate dalla neve, con persone che non potevano venire a prelevare dei mobili.
Sì, mi è spiaciuto, per alcune cose particolarmente e per le piante mi è spiaciuto tanto. Per il mio orto curato per anni con amore, per il tavolo da orto che mi ricordava anche un periodo bello, di speranze e una persona dolce e sognatrice che ora non c’è più, Annalisa, “Nilo”, la cofondatrice di Orti Urbani, i produttori di questi tavoli da orto.
Ma come ha scritto un grande artista rumeno, Constantin Brâncuși, “Si può avere il reale possesso dello spirito, mentre delle cose materiali non si può essere che un guardiano provvisorio”. In quest’ottica, le ho semplicemente lasciate andare in altri posti, a proseguire le loro funzioni.
13 marzo: la mattina del trasloco arriva Gatto Selvatico. Questo gatto è comparso un paio di anni fa e ogni tanto veniva a farmi compagnia nell’orto. Si metteva al bordo e mi guardava lavorare. Non si è mai lasciato avvicinare. Veniva anche in giardino, si sedeva sulla mia sedia e pisolava al sole. Se uscivo, si allontanava. Gatto Selvatico è ricomparso la mattina stessa del trasloco. Ci ha guardati per tutto il tempo dall’orto, seduto su un mattone di quelli che usavo per segnare le aiuole. L’orto era un pantano, con la neve che si scioglieva ancora, mentre lui stava lì immobile sul suo mattone a guardarci andare via; ci siamo salutati in silenzio come sempre. Ciao Gatto Selvatico.
Il primo giorno che ha smesso di nevicare ed è uscito il sole, ho telefonato ai traslocatori “Allora si può? eh? eh? ora si può? Non nevica! Non nevica!!!”. Nel frattempo gli attuali deliziosi padroni di casa avevano fatto una corsa contro il tempo per darci la casa pronta subito perché era chiusa da anni, ma in ottime condizioni. Imbiancatura e controlli impianti al volo. Ma il trasloco? Il traslocatore, un mobiliere della zona, mi ha quasi riso nel telefono.. sì, non nevicava ma la neve a terra? Ha sentenziato “martedì”. Era mercoledì. Delusissima.
Ma almeno avevo una data! Ho passato i giorni lavorando freneticamente per avere il lusso di due giorni di trasloco liberi, poi inscatolando, smontando tutto da soli e infine sbirciando fuori se si stesse sciogliendo la neve. Ormai le nostre conversazioni erano ridotte a “Oggi viene Tizio a prendere questo. Si è sciolta ancora un po’? Ci passano?“.
Davanti a casa sono comparsi cartelli surreali per le cose in vendita, che facevano rallentare i pochi automobilisti del posto. “Stufa qui”, “Comodini qui”, “Armadio qui”, “Tavolo da orto avanti dritto”, il migliore è stato: “Star Wars e Spiderman qui” per dei poster. Però ho conosciuto persone veramente carine, la prossima volta mi metterò a vendere l’arredamento quando arrivo e non quando vado via!
Un appunto sul trasloco, che comunque è andato benissimo, tutti bravi e veloci. Alle 8.00 hanno cominciato a caricare e alle 18 avevo tutto nell’altra casa, sia casa che ufficio, con la cucina quasi finita e riadattata ai nuovi spazi. Il resto ce lo siamo montato noi nelle settimane seguenti.
Ma dicevo, vorrei fare questo appello a tutti gli operatori del settore: idraulici, montatori, elettricisti ecc. Esistono le salopette, le fanno ancora! In due giorni ho visto più mutande e pezzi di sedere peloso di quanti avrei voluto vederne. Ho capito che ormai avete tutti le mutande Emporio Armani dell’outlet. Però non è lo stesso un bel vedere. Tornate alle salopette, grazie!
13 marzo- adesso: stiamo ricostruendo casa. Il pelo di Koi ricresce ed è anche vispo e allegro, è tornato il Koi di sempre, non c’è attività che non deva supervisionare o da cui non cerchi di rubare un rotolino di scotch, un pacchettino di viti… facendoci poi ammattire per ritrovarli. Ma va bene così. Mako e Kiki si stanno riposando, fanno delle grandissime dormite. Noi lavoriamo, cerchiamo di recuperare salute e lavoro, entrambi molto provati dall’esperienza. Le conseguenze della carbossiemoglobina nel sangue sono un rallentamento generale, stanchezza cronica e nausea… di solito la terapia non è vivere al gelo e fare il trasloco.
Siamo molto stanchi, come lo sarebbe chiunque ma anche felici della nuova sistemazione e con mille progetti.
Alcuni scorci sulla vita attuale.
E’ nevicato e abbiamo guardato la neve, l’ultima nevicata della stagione, dalla finestra del mio studio, questo bellissimo magico panorama da paesino di montagna avvolto nelle luci del crepuscolo e sonnolento sotto la neve. Non ci siamo allarmati, non abbiamo chiuso tutte le finestre, non abbiamo avuto paura per la luce, la connessione, le comunicazioni. E’ finita. Sono finiti 60 giorni per ricostruire la vita, da soli. Siamo molto forti.
Nel poco tempo libero dal lavoro, montiamo gli ultimi mobili, sistemiamo, apriamo scatoloni. Per esempio, per due settimane non abbiamo avuto tempo di montare l’armadio e il nostro guardaroba sono stati quattro sacchi di vestiti su un comò nell’ingresso. Senza farsi troppi problemi, inutile correre, tutto andrà a posto, ora la priorità è recuperare salute e lavoro. Se una maglia ha una piega, sai che dramma… Poi la Kiki come vedete ci ha aiutati a interpretare gli ideogrammi dell’Ikea (sul perché ho dei mobili Ikea ci torno un’altra volta, vale la pena parlarne).
L’ultima cosa che abbiamo portato fuori di casa è stata la stufa che ci ha scaldati nelle terribili cinque settimane rinchiusi al piano di sopra. Era troppo difficile venderla perché pesava parecchio e il trasporto di conseguenza era costoso, così l’ho regalata a un’associazione del posto che si occupa di animali. Sono venuti a prelevarla con un amico che ha la gru (foto). Intanto che io questa volta, da vera fifona, facevo solo la fotografa dell’operazione. Eh niente, 200 kg appesi alla gru e oscillanti mi terrorizzano.
Tolta la stufa, abbiamo chiuso tutto e sono andata a riconsegnare le chiavi ai proprietari. Lo so che è incredibile quello che sto per dirvi. Qui vi aspettereste che arrivi il momento delle scuse per quello che ci hanno fatto passare e dei ringraziamenti per non averli denunciati trascinandoli in giro per tribunali per i prossimi anni.
Invece, alla consegna delle chiavi, urla e insulti. Sono andata via senza replicare mentre la moglie mi correva dietro urlando per strada una serie di ingiurie. Motivo: le abbiamo fatto scrivere dall’avvocato per disdire il contratto (è la norma, la disdetta per giusta causa non si può fare sulla parola) e io personalmente ho osato chiederle la ricevuta del pagamento della legna. Mi ha urlato “Vergognatevi! Anche questa ci fate! Volete anche la fattura!“. Sì, agricoltori che prendono migliaia di euro di contributi e fanno una fattura ogni tanto quando proprio devono. Chiedere la fattura è lesa maestà. Far scrivere dall’avvocato è offensivo.
Sì, potevo denunciarla per questo e per le ingiurie, ma non l’ho fatto perché capisco l’abisso di ignoranza in cui vivono e onestamente mi fanno solo pena, così attaccati ai centesimi e a una meschinità d’animo che li rode dall’interno.
La punizione se la danno già da sé, quella che urlava dal profondo era invece l’impotenza davanti al fatto che ciò che hanno fatto è venuto a conoscenza di tutta la zona. Pare che altri siano stati meno gentili di noi nei giudizi.
L’8 febbraio siamo rimasti intossicati dal monossido di carbonio.
Il 10 febbraio abbiamo deciso di scappare da quella che non era più una casa ma una trappola di gelo e morte.
Il 13 marzo traslocavamo in una nuova casa.
Il 1 aprile, Pasqua, è stato il primo giorno che ho cucinato di nuovo. Non ho scaldato qualcosa di precotto, non ho solo tagliato verdure per l’insalata. Ho cucinato. Ho cucinato le lasagne. Per me è stato il momento in cui dire “è finita davvero”.
Nel pomeriggio siamo andati a passeggiare al laghetto di Castel dell’Alpi, uno dei miei preferiti, anche lui martoriato dalle nevicate, con tanti alberi rotti, sentieri franati ma ancora lì, fermo e vivo. Come noi. E’ la prima foto sopra che apre questo lungo post.
60 giorni per ricostruire casa e uffici, in condizioni meteo piuttosto estreme. Ora aspettatevi grandi progetti 🙂
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Aggiornamento per chi ha partecipato al crowdfunding per il libro “L’autoproduzione è la vera rivoluzione“.
Data la situazione di cui sopra, ci sono stati dei ritardi. Sono sicura che l’empatia vi appartenga abbastanza da comprendere la situazione, sono sicura che sia così per la maggior parte dei partecipanti. Potete figurarvi me in mezzo a questo delirio che mi sedevo comodamente alla scrivania a correggere le bozze? O che ricevevo 400 copie fresche di stampa (avete presente quanto posto occupano?), chiamavo i collaboratori a sfidare la tormenta e unirsi a me per incartarle una a una inserendo leggiadri messaggi personali? Era impossibile.
Inoltre, ci sono stati altri disguidi, uno dei quali sono state le email da Produzioni dal basso: abbiamo mandato delle email periodiche di aggiornamento ma a quanto pare finiscono nello spam di molti o non arrivano del tutto.
Allora un attimo di pazienza che riprendiamo in mano le fila del discorso, importiamo tutti gli indirizzi in un altro sistema e aggiorniamo via email sulle ultime fasi, siamo comunque in dirittura d’arrivo. L’email riassuntiva prevediamo di riuscire a spedirla entro lunedì.
Se invece non vi garba, va benissimo uguale e in questo caso potete scrivere un’email a: stampa@erbaviola.com, chiedendo la restituzione della vostra quota, cosa che sarà fatta subito. Non siamo scappati alle Cayman con il malloppo, quindi potete anche chiedere di recedere dalla quota 🙂
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Aggiornamento per i corsi.
Tutte le date corrette dei corsi le trovate come sempre nella pagina corsi e eventi. Ovviamente alcuni sono stati spostati ma la maggior parte sono stati rispettati, sia i corsi che gli incontri.
Vi invito a guardare cosa c’è di nuovo, ma non posso trattenermi dal dirvi che sono orgogliosissima, felicissima e piena di entusiasmo perché il corso Cambio vita, mi reinvento di Milano si terrà al Centro studi tibetani Mandala, un luogo meraviglioso pieno di belle e dense energie ma sopratutto un luogo serio, un luogo di concentrazione ed evoluzione.
Per tutte le informazioni vi lascio alla pagina dei corsi.
34 Commenti
Che odissea.
Siete due grandi… a parte che le mazzate, a sti due stronzi, ma le mazzate! Sono contenta che la gente in paese abbia fatto il lavoro “sporco” al posto vostro, però, so cosa comporta il livore continuo.
Buon ri-inizio! E un grattino ai miciotti, si meritano di essere straviziati!
ciao cara, beh almeno hai fatto in tempo a vedere la casetta com’era in una situazione tranquilla 🙂 I micioni vengono costantemente stra-viziati, contaci! 😀
Finalmente!
Certo abbandonare tante cose amate e fatte con tanta cura non è bello, ma pazienza. in fondo anche senza la canna assassina avevi tanti disagi che nella nuova casa non avrai.
Ogni nuovo inizio ha qualcosa di magico.
Sì, è vero Adriana! infatti stiamo cercando di vedere solo il bello e il positivo, il resto rimane alle spalle e non ci tocca più 🙂 Un abbraccio!
Sono contenta per voi, siete stati proprio forti! Vi ammiro tanto. Un abbraccio forte
Ps: salopette x tutti, basta chiappe solo stoffa!!!! Come condivido il tuo umorismo, mi fai sempre ridere a crepa pelle. Buonanotte
Grazie Roberta! Io credo che tutti siano forti senza saperlo, poi in queste situazioni viene semplicemente fuori…ma non le auguro a nessuno, meglio non scoprirlo! 😀 Un abbraccio!
Un post denso ed intenso che mi ha fatta sentire davvero vicinissima a te. In queste settimane sei stata sempre nei pensieri, ma non ti ho scritto per paura di disturbarti, immaginando la mole di cose da sbrigare, organizzare e risolvere. Il modo con il quale racconti di questa vostra disavventura (che ha sfiorato la tragedia) dà la misura dell’intelligenza e sensibilità vibranti che ti contraddistinguono. Quanta saggezza nel gestire il dolore e la rabbia ed il distacco forzato! Sei davvero un esempio di forza e determinazione: grazie!!
Il 28 aprile è sempre più vicino ed io non vedo l’ora di stringerti in un affettuoso abbraccio. Verrò con Gloria e con altre due amiche alle quali ho parlato di te e che si sono già innamorate del tuo carisma! 🙂
Per libro, non preoccuparti, prenditi tutto il tempo che ti serve. Ci mancherebbe solo che un progetto tanto luminoso e pacifico ti provochi stress ed ansie. No no no!! Solo vibrazioni positive di calma ed armonia, please.
Buona notte anima bella,
è confortante sapervi al caldo e al sicuro in una nuova tana.
Mille baci.
Mi cara, lo so e lo sento che mi sei stata molto vicina. Non mi avresti assolutamente disturbata, nel caso, mi fa sempre piacere sentirti 🙂 Sono felicissima dei due corsi di Rimini e Milano perchè vedo che si stanno iscrivendo delle belle persone, si formeranno di sicuro dei gruppi molto tosti, come è già successo in passato in alcune altre occasioni. Quindi non vedo l’ora che arrivi il giorno e che ci abbracciamo fortissimo! Intanto ti mando un grande abbraccio a distanza, anima luminosissima :-*
cara Vale non ti conosco ma hai scritto praticamente le stesse cose che avrei detto io, e anche meglio di me 🙂 spero di conoscerti prima o poi per il momento ti mando un abbraccio. Un abbraccio immenso anche a Grazia che anche io ho avuto paura di disturbare con troppe email e offerte di aiuto in questo ultimo periodo …mi si allarga il cuore a sapere che ora il peggio l’emergenza e tanto altro di negativo è passato ( forse anche un pochino anche a tutti noi che pregavamo-chi può o inviavamo pensieri di luce ). non so esprimere meglio quanti auguri vi invio-a due e quattro zampe….e ….non so cos’altro direeeeeeee!!!!!!!!!!!
Ma ovviamente non mi disturbate mai, è sempre un grande piacere 🙂 Al limite, se non riesco a rispondere subito causa cataclismi di questo genere (che speriamo non si ripetano più) scrivo che non riesco, ma non è mai un disturbo, anzi! non scriverei erbaviola altrimenti :-*
I quattro zampe e anche i due ti aspettano Daniela :-*
buona nuova e lunghissima vita a tutti.
con tanto affetto
Grazie Antonella, di cuore, buona vita anche a te!
Sei come sempre: ridi, anche solo perché sei viva (e non è poco).
Meno male che questa brutta storia è finita, e adesso è tutta in discesa; ma li hai i freni, vero?
Dì un po’, non sarebbe bello leggere i nostri commenti dalle Cayman, dove “sicuramente” sei fuggita con il malloppo? Seduta al sole, con una bella bibita con l’ombrellino?
Un abbraccio
A parte che con quello che abbiamo raccolto non pagavo nemmeno l’aereo per le Cayman… LOL Sì, sarebbe bello potersi riposare, ne avrei proprio bisogno ma temo di dover lavorare per vivere, sopratutto dopo questa botta di spese impreviste in cui sono partite migliaia di euro così, solo per spostarci da qui a lì-
Ti abbraccio con il freno a mano inserito fisso ormai! 😀
Sono felice che ora il periodo difficile ( e che periodo, aiuto!) sia passato…purtroppo questi problemi dovuti alla completa indifferenza di proprietari interessati solo al denaro e minimamente al benessere di chi paga esiste… e ti sono vicina anche per il veloce e repentino trasloco…
ma alla fine vedo che si sta tutto sistemando, e si ritornerà alla tranquillità. Penso sempre che gli eventi, le difficoltà sopratutto, non capitino per caso e che forse erano necessari per aprirci gli occhi su delle situazioni che ci trasciniamo e viviamo convinti che siano giuste e perfette per noi..ma forse non lo sono e la vita , in qualche modo , deve farcelo capire.
O almeno, questa è la consolazione che mi dò quando succedono batoste come la tua. Ti auguro di ritrovare una serenità e una tranquillità che per un bel pò ti sono mancate..e poi ricorda, l’importante è avere accanto gli affetti di chi ti ama e ti rispetta.. la casa vera alla fine è quella, non la fisica fatta di mattoni, quella se non va si cambia.. un abbraccio
Cara Dany, anche io la penso così e l’ho verificato più volte nella vita. Quando succede qualcosa di così forte e apparentemente drammatico, sta arrivando un cambiamento che avevamo cercato da tanto e che altrimenti non sarebbe stato possibile. Sicuramente gli occhi li ho già aperti su molti aspetti e ho anche capito che il mio amore per vivere in mezzo al bosco, consumare meno, essere sostenibili per il pianeta… in realtà ci ha fatto accettare una situazione che già dall’inizio non andava accettata. Nel 2012, i primi sei mesi in quella casa li abbiamo fatti con la caldaia che continuava a rompersi, dovevamo andarcene allora. Ma un trasloco appena fatto, nuove spese, in più avevamo rifatto bagno e cucina… siamo rimasti. E sono stati quasi sei anni di “nonostante” e padroni di casa che si approfittavano in tutti i modi possibili, al punto che alla fine non lo vedevamo nemmeno.
Sicuramente abbiamo imparato che essere accomodanti e gentili non è adeguato con certa gentaglia. Ma siccome non siamo capaci di essere altrimenti, la soluzione è stata trovare dei padroni di casa perbene 🙂 In tutto questo: mai più agenzie, mai più. E’ da lì che nasce il male e si originano questi mostri.
Un abbraccione!
Grazia! So cosa vuol dire fare un trasloco. L’ho appena fatto ed è stato pesantissimo. Ho anche io donato e venduto cose a cui tenevo tantissimo ma alla fine so che era l’unica cosa da fare. In fondo ho sempre sentito che per me le cose materiali tolgono più energia di quella che donano. Credo di aver imparato molto da questo mio trasloco.
Quello che è successo a te è stato terribile. Ti auguro tutto il meglio.
Grazie cara! Sì, è vero, molte cose richiedono più energia di quella che danno, hai assolutamente ragione! un abbraccione per la tua nuova vita!
Ma che bello leggerti di nuovo serena! Ti ho pensata in questi mesi, dal calduccio e dalla comodità di Bologna. Siete stati bravi è dire poco, traslocare già di per sé non è cosa da poco (sai che quando ho avuto problemi di salute dopo aver traslocato in questa casa, l ginecologa lo ha scritto sul referto?), farlo di fretta e a fronte di quanto era accaduto è notevole! E soprattutto siete stati bravi nella gestione dei rapporti con i vecchi proprietari, è vero quel che dici, più che rabbia fanno pena, ma viste le conseguenze della loro pochezza io non avrei trovato per niente semplice mantenere la calma. Buona nuova vita allora, che sia una splendida primavera!
Cri, sicuramente hai ragione e ha ragione anche la ginecologa (brava! non tutti badano a queste cose!)… traslocare è una delle esperienze più destabilizzanti della vita, anche quando lo fai con molta felicità e attesa di una nuova vita. In questo trasloco la mia unica felicità era il non stare più in una casa gelata e marcia, per il resto è una lotta quotidiana perché sono in uno stato d’animo per cui devo impormi di aprire scatole e mettere a posto cose… magari anche fare in modo che i mobili di prima si adattino alla casa attuale ecc.tutte cose che mi sarei volentieri risparmiata e non avevo proprio voglia di fare. Vedremo cosa ne uscirà 🙂 Intanto un grande abbraccio a te 😉
Ciao Grazia, raccontata così è veramente una storia epica! insostenibile e folle…probabilmente ce l’avete fatta anche perché affrontavate un giorno alla volta…una prova di resistenza!!
Cara Elena, onestamente nel riparlarne per raccontarlo su erbaviola mi sono chiesta anche io come abbiamo fatto… ma l’importante ora è esserne usciti! Il resto si sistemerà 🙂 Un abbraccio!
Cara Grazia, un mondo di auguri per la tua nuova vita! Sicuramente saprai superare ogni cosa, ricavandone ciò che di buono e di saggio questa esperienza così dura ha comunque portato..vedo che già lo hai detto. Bene, buon proseguimento davvero! Ti auguro di cuore che ogni cosa possa realizzarsi secondo i tuoi desideri.
Carissima, tutto è bene quel che finisce bene, e speriamo che con i malviventi abbiate dato per il resto della vostra vita lunga e prospera.
A proposito del crowdfunding, a me non è arrivata nemmeno una email, neanche quelle partite per sbaglio. Invece di pantaloni a vita bassa come sai è pieno il mio mondo 🙂
Ma speriamo davvero! Ne abbiamo infilati una quantità tale che mi sento di dire che abbiamo dato per le prossime 5-6 vite!
Per il crowdfunding credo che il problema fosse il mailserver di PDB, adesso ci siamo importati gli indirizzi a mano e provvederemo a inviare le comunicazioni via email usando server proprietario e verificato… se anche quello non funziona, non so più che fare! 🙂
Sono convinta che certe prove ci capitano solo perché dobbiamo imparare a gestirle, superarle e cogliere il buono che in loro c’è. Altre persone differenti da voi avrebbero soccombuto (suona male ma credo si a giusta) alla situazione. Un abbraccio forte e viva la vita!
grazie Elena e ricambio di cuore l’abbraccio! Certo, capitano sempre per ottimi motivi, ma a volte sono proprio pesanti da gestire 🙂
Felice di leggere che stiate tornando alla normalità, complimenti per tutto il lavoro, siete grandi!
Mi sono arrivate due mail, una il 13 e l’altra il 17 c.m., grazie per le guide gratuite sull’orto, noi quest’anno ci proviamo.
Un abbraccio
Adriana
Cara Adriana ti ringrazio!
Le email sono uguali? perché altrimenti è giusto, la newsletter del 13 aprile era per il post e varie informazioni, quella del 17 aprile era tutta dedicata all’orto, la raccolta di tutte le mie guide gratuite 🙂
Un grande augurio per il tuo nuovo orto, se hai bisogno sono qui!
Le email sono arrivate in modo correto, chiederò senz’altro lumi per l’orto.
Ancora grazie e buona giornata.
Sono molto felice di leggere che siete finalmente nella nuova casa. Spero che d’ora in poi la strada sia più semplice e “scorrevole”. Non ho parole per il comportamento dei vostri ex padroni di casa. Beh veramente ne avrei ma è meglio non dirle nè tantomeno scriverle. Che gente piccina!
Non ho ricevuto nulla del progetto del libro dal 27/01 ma ho dato per scontato che non avessi il tempo per seguire anche quello. Aspetto con pazienza e felice che stiate tutti bene.
Una coccola ai pelosi (non ai sederi senza salopette! Brrr…)
Licia
Ciao Licia, abbiamo fatto la riunione organizzativa da poco e scritto il riassunto per tutti. Purtroppo come scrivevo nel post ci sono stati dei problemi con le email inviate attraverso Produzioni dal Basso: alcuni le hanno ricevute e altri no. Adesso dovrebbe essere risolta! Un abbraccio, grazie! Sicuramente adesso sarà tutto in discesa.
E’ da un po’ che ti ho letta, con tutta la gioia di sapervi in una nuova situazione vivibile e confortevole, ma riesco a scriverti solo ora…aprile mi ha travolta come un treno, tra lavoro e casini e sballi emotivi; sono stata, giocoforza, un po’ assente dagli schermi. Quanto ti ho pensata dopo il tuo primo post su questa brutta storia, vedendo e vivendo il meteo terribile di marzo! Sono felice che sia passata, sono felice che stiate tutti bene e che anche Koi, Mako e Kiki si stiano riprendendo.
Tem0 il trasloco, che prima o poi dovrò affrontare, lo so, come la peste…non riesco proprio a immaginarmi di doverlo fare così di corsa e in quelle condizioni!
Un abbraccio a tutti, viva la luce della casa nuova (che meraviglia!), la primavera (che per i nuovi inizi, chettelodicoaffare, è il momento migliore) il vostro spirito forte, tenace e gioioso!
P.S: Te lo dico, davanti alla scena di Gatto Selvatico la lacrimuccia era lì lì per scendere…sono entrata troppo in empatia!
P.P.S: Divagazioni facebook: il cassetto dei calzini di lui mi ha fatto troppo ridere!!
Claudia cara, ti mando un grande abbraccio e scusa se rispondo solo ora, ma tanto ci siamo sentite in altri luoghi. Gatto Selvatico mi manca e mi ha commossa la sua presenza insolita in tutto quel trambusto e per un’intera mattinata. E’ un gatto saggio, avrà già trovato qualcun altro da sorvegliare da lontano. 🙂