Aggiornamento del 2020: questo libro, nato grazie a un crowdfunding con i lettori di questo sito, adesso lo trovi in tutte le librerie, in cartaceo e ebook, su Amazon, Kindle e altri store online.
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Del com’è nato e del come verrà pubblicato con la partecipazione dei lettori il libro L’autoproduzione è la vera rivoluzione. Storie di decrescita, d’utopia e d’altre leggerezze.
Era una notte buia e tempestosa, scriveva Snoopy sui tastini della sua macchina meccanica, seduto in cima al tetto rosso della sua cuccia. Snoopy scrittore cominciava sempre così. Mi ha sempre fatta sorridere, a volte mi immagino Stephen King che scrive “Era una notte buia e tempestosa“. Non so perché Stephen King, forse perché è uno dei pochi scrittori per cui una notte buia e tempestosa avrebbe senso. Quando non so bene cosa scrivere, che sia un articolo sull’autoproduzione o un post oppure (spoiler alert!) l’introduzione alla ricetta del tomino di latte di riso, scrivo “Era una notte buia e tempestosa“. Questa frase in cima al foglio bianco, che campeggia lì solitaria, mi fa sempre sorridere. E’ un rito, da lì in poi di solito comincio a scrivere e non mi accorgo della tazza di té bancha che raffredda (finché non cerca di berlo la gatta Kiki), delle pile di libri seminati in giro per lo studio, delle carte che ogni tanto slavinano dalla scrivania e delle ore che scorrono in quella realtà parallela che in molti chiamate Mondo Reale.
All’inizio di questo post ho scritto “Era una notte buia e tempestosa“. Ho sorriso, l’ho cancellato, l’ho riscritto e ricancellato finché ho capito che questa volta restava lì. Questa volta scrivere è più difficile del solito. Sono veramente brava a parlare del lavoro degli altri, a studiarlo, a trovare le logiche per slogan e flussi di coscienza, ma divento un orso con aspirazioni eremitiche quando devo presentare il mio personale lavoro. Per me l’ideale sarebbe scrivere e poi dire “ecco qui, io l’ho scritto, se vi va lo leggete e statemi bene” e ritornare alle slavine di fogli del mio tavolo. Però, se poteva funzionare per Salinger che dopo un solo romanzo si è ritirato per cinquant’anni di vita strettamente privata e ha rilasciato solo un paio di interviste controvoglia, non può funzionare per chi scrive oggi – e non solo per me che pubblico manuali di orto e cucina invece di capolavori come Il giovane Holden.
Quindi eccomi qui, piuttosto sulle spine, a parlarvi di quel progetto a cui lavoro da mesi. Un libro non è una cosa nuova per me, ma questo è fatto in un modo completamente diverso dal solito. Questa volta non ho presentato un progetto a un editore e aspettato che mi rispondesse come al solito “Scrivi molto bene ma prima facciamo un manuale sulla coltivazione della Rapa di Caprauna, che vende molto di più! Poi parliamo anche di questa cosa dei racconti e dell’autoproduzione…” – perché gli editori, si sa, a volte sono degli illuminati, discendenti di quella ventina che rifiutò i romanzi di Virginia Woolf e la costrinse ad aprirsi una casa editrice per poter pubblicare qualcosa di suo. O colleghi di quell’altra cinquantina che più di recente ha rifiutato i lavori di J.K.Rowling e E.L.James (va bene, E.L.James ha lo stile di una rapa di Caprauna, ma che avrebbe venduto milioni di copie lo si capiva senza grandi studi di marketing).
Così questa volta ho preso il mio progetto e invece di presentarlo a degli editori, l’ho presentato ad alcune persone speciali con cui lavoro da anni. Voglio dire tutta la verità: ne ho parlato anche a un paio di editori con cui collaboro, che in realtà l’avrebbero pubblicato molto volentieri. Mi sono scusata perché questo libro lo volevo proprio fare a modo mio. L’autoproduzione è la vera rivoluzione, è un libro troppo importante per me perché possa vederlo sparire nei meandri di una casa editrice, corretto con la penna rossa da editor che non hanno la minima idea della mia vita, delle mie idee e del mio lavoro ma si sentono autorizzati a tagliare dei pezzi o aggiungerne altri scritti da loro (è successo!), impaginato da qualche sonnambula che inverte i testi o inserisce il correttore automatico generando piogge di refusi (capitato più di una volta) e infine con la copertina realizzata da qualche grafico sottopagato in preda a deliri psicotici (è l’unica spiegazione legale che riesco a dare davanti a certe copertine che mi sono state imposte).
Poi c’è anche quell’altra questione, il fatto che l’autore percepisce, dopo più di un anno, solo l’8-10% del prezzo di copertina, tolte le tasse e da tassare ulteriormente. Faccio un esempio pratico: libro da 19,90, l’autore percepisce al netto circa 0,90 euro a copia e dopo minimo un anno dalla pubblicazione. Anche senza conoscere in anticipo quello che percepirà e con il rischio molto alto, altissimo, che l’editore imbrogli sui numeri o non paghi del tutto (a me di quest’ultima categoria ne sono capitati ben due; con fatica ne ho trovati altri ottimi e onesti). Infine, poi, l’autore deve anche accollarsi le presentazioni, pagarsi treni e compagnia per andare in giro a presentare il libro. Il che vuol dire sostanzialmente avere un altro lavoro per mantenere l’attività dello scrivere, oppure vivere di rendita.
Ora facciamo un minuto di silenzio ripensando a Salinger che con un solo romanzo ci ha campato cinquant’anni. Ma pare che gli editori americani al tempo non cercassero di scambiare romanzi con manuali sulle rape.
Allora ho voluto fare qualcosa di completamente diverso. Per esempio assumere dei collaboratori di notevole esperienza e abilità, che conoscessero il mio lavoro e il libro su cui lavoravano, pagandoli adeguatamente (cosa piuttosto rara nell’editoria). Giovanna Rivella, una degli editor e copywriter più bravi che conosco, ha un rispetto quasi sacrale per gli autori e ama tutti i testi a cui lavora, in tre lingue, un genio. Isabella Giorgini è una delle illustratrici più talentuose che ho incontrato, ha uno stile di vita simile al mio e forse per questo ci capiamo al volo. Ha avuto praticamente carta bianca e ha creato una veste ideale per questi testi. Matteo Avallone si sta occupando del book site e di tutta la parte online, è l’unico che non soccombe alle mie crisi di pignoleria, ma solo perché è più preciso di me, oltre ad essere un eccellente web strategist.
Così, dopo mesi di lavoro, in occasione dei 18 anni di questo sito, è nato un libro che adotta come titolo L’autoproduzione è la vera rivoluzione, proprio quella frase che, partita da qui anni fa, ha trovato eco in tutti quelli che vogliono un mondo nuovo, più sostenibile, per sé e per il futuro.
Il sottotitolo, Storie di decrescita, d’utopia e d’altre leggerezze, chiosa uno dei miei album preferiti: D’amore, di morte e d’altre sciocchezze di Francesco Guccini. Lo ascoltavo spesso tanti anni fa, quando stavo cercando di capire come crearmi una vita più autentica, a mia misura . Ultimamente è tornato, proprio mentre finivo questo libro. “Ci vuole scienza, ci vuol costanza, per invecchiare senza maturità“, da Quattro stracci, è forse la strofa che mi rappresenta di più, perché decidere di vivere in modo diverso, al di fuori delle convenzioni sociali di carriera, crescita e famiglia tradizionale, richiede impegno, studio e fatica però è spesso bollato come immaturità. Decidere di essere felici qui e ora è incomprensibile per la maggioranza, ma è la decisione più matura che si possa prendere per la propria vita.
Nei prossimi due mesi raccoglieremo i fondi necessari a fare tutto il lavoro che fa di solito l’editore, ma questa volta sarà un lavoro nostro, mio e vostro che mi leggete. Non c’è un editore tra me e voi, non c’è distributore o libreria: diamo vita in modo indipendente a questo libro che parla proprio di un percorso di indipendenza, il mio. Una “produzione dal basso”, dall’autore al lettore, il quale diventa anche, a tutti gli effetti, l’editore. Invece di decidere se comprare o meno un libro, il lettore può decidere di farlo nascere.
Nella teoria non è diverso dal comprare un libro: paghi (in realtà molto meno, perché anche se è un prodotto di alta qualità siamo riusciti a contenere i costi) e ti arriva il prodotto che hai acquistato.
Nella pratica è molto diverso perché:
- partecipi materialmente al progetto approvandolo e finanziandolo,
- permetti un pagamento equo a chi ci lavora professionalmente,
- fai lavorare una tipografia italiana a conduzione familiare (oggi molti editori stampano all’estero per abbattere i costi),
- acquisti solo carta certificata FSC non proveniente da foreste primarie (poco usata perché più costosa),
- ricevi infine un libro che dall’inizio alla fine è pensato, realizzato e amato per trasmettere contenuti importanti, autentici come la sua realizzazione.
Ti lascio e vi lascio alla lettura ed eventuale partecipazione al progetto sulla piattaforma Produzioni dal Basso che ci ospita e garantisce la raccolta dei fondi.
Anche se decidi di non partecipare, la tua condivisione del progetto sui social media (facebook, twitter ecc.) ci sarà molto utile per trovare lettori-editori, ti ringraziamo in anticipo!
Aggiornamento del 2020: questo libro, nato grazie a un crowdfunding con i lettori di questo sito, adesso lo trovi in tutte le librerie, in cartaceo e ebook, suAmazon, Kindle e altri store online.
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