Leviamoci dalla testa che l’orto si comincia solo in primavera. L’orto si può cominciare tutto l’anno, anche in luglio e agosto, anche se il nonno dice che non è vero e il vicino vi deride per l’idea. Ma chi fa davvero l’orto, chi lo cura e lo cresce con amore, sa che la natura non si ferma mai e il tempo è sempre propizio per seminare, trapiantare e raccogliere. C’è sempre qualcosa da fare. Sia un piccolo orto in terra, sia un orto sul balcone, se non avete avuto il tempo in primavera e ce l’avete ora, bene: è il momento giusto per cimentarsi!
Io quest’anno ho ricominciato a giugno. Per la terza volta. Vivo in uno dei pochi contesti in cui l’orto non dura dodici mesi. A causa degli inverni rigidi di montagna, da dicembre a febbraio c’è poco da fare, non cresce nulla. In quei mesi, mi dedico con più vigore alla coltivazione dei germogli. A tal proposito, vi segnalo che il 16 settembre terrò un veloce corso di germogliazione domestica a un festival in Romagna, trovate tutti i dettagli nella pagina degli eventi. Oppure, se vi interessa cominciare subito, la stagione è adatta e trovate qui la mia guida alla germogliazione casalinga. Sono io che mi ci dedico di più nel periodo invernale, anche se ora sto facendo qualcosa perché sono in dirittura di arrivo con un nuovo libro sui germogli.
Tornando all’orto, la foto sopra è stata fatta al volo prima di chiudere anche l’ultima finestra. Un nubifragio si è portato via per la terza volta il mio orto. Premetto che questo probabilmente non succederebbe se fosse meno esposto, avessi più spazio e potessi adottare qualche sistema in più come l’intervallare aiuole erbose, ma bisogna fare con quel che si ha e io mi sento già grata di questo pezzetto di terra che si affaccia sui colli dell’appennino, attorniato da coltivazioni esclusivamente biologiche e boschi naturali. Divago. Oggi va così, abbiate pazienza. Il clima vacanziero mi fa questo effetto. Quando è stata scattata questa foto era già la terza volta che rifacevo l’orto.
La prima volta sono partita a marzo, grazie a un inverno particolarmente mite, con solo due giorni di neve, una rarità. Ma quando le piantine cominciavano a spuntare, è arrivata una grandinata che ha rotto e ghiacciato tutto. Ho approfittato per fare un po’ di pulizia, ho smontato tutto, ripulito dalle radici di alcune spontanee non commestibili che stavano diventando davvero troppe e ho riseminato e trapiantato nuove piante, formando nuove aiuole senza dossi, come avevo visto nell’orto-giardino della mia cara amica Elena, un lavoro magnifico che attornia tutta la casa. D’altra parte lei è solo una dei massimi esperti italiani in materia di permacultura. Visto che qui ho un terreno argilloso e fare i bancali con la tecnica classica è poco produttivo, perché il terreno si secca molto e tende a franare man mano, sono partita subito da aiuole piatte. Nemmeno un mese e un altro nubifragio con grandinata ha rovinato tutto, si sono salvate pochissime piante.
Infine il terzo nubifragio di giugno, quello della prima foto sopra, dove proprio mi son cascate le braccia… non solo mi ha trascinato via mezzo orto soffocando l’altra metà, ma il mio vicino di casa ha ridacchiato perché il suo orto classico a suon di zappate, diserbo e letame aveva tenuto perfettamente. Il mio compagno mi ha suggerito di lasciar perdere per quest’anno, visto che ero anche molto impegnata con il lavoro, l’uscita del libro sull’orto naturale e la nuova associazione.
Ma, come scrive Paolo Pejrone, uno dei miei maestri, “il vero giardiniere non si arrende, mai”. Non mi sono arresa e ho ricominciato. Ho chiesto un paio di carriolate di paglia ai miei vicini agricoltori, ho risistemato le aiuole, raccolto tutte le mele che erano cadute ancora verdi centrando perfettamente le poche piante superstiti, acquistato in un vivaio bio le piantine e trapiantato quel che il nubifragio aveva portato via, cioè tutto tranne biete, cicoria e qualche insalata. La foto sopra è il desolante panorama post-nubifragio. Frutta acerba sparsa ovunque, piante sradicate o spezzate, qualche filo di paglia superstite dalle vecchie aiuole.
Questa volta, a scanso di nubifragi e vento prima che la paglia si sia ben assestata sul terreno, ho fermato qui e là con grossi mattoni. In breve, il mio orto è diventato rigoglioso. Neanche un mese dopo, posso godere di succulenti pomodorini da insalata, freschissimi cetrioli che si appoggiano alla paglia, rigogliose biete, cicorie e insalate, tenerissimo tarassaco qui e là, fiori di zucca in quantità e peperoncini in arrivo.
Ora attendo trepidante le prime zucchine, sebbene sia fine luglio. Sì lo so, molti vecchi ridono perché a fine luglio non ho ancora visto la prima zucchina… ma il senso è che tra poco ne avrò da stancarmene mentre se avessi lasciato perdere, dovrei comprarle per i prossimi due mesi. Due mesi son pochi? A me bastano e soddisfano. E poi arriverà altro. E’ un orto pieno di soddisfazioni. Si coltivano anche quelle.
La mia pazienza è stata premiata più volte. Chi si è fermato a guardare il nuovo orto, chi ha chiesto, chi ha pensato di fare altrettanto cominciandone uno ora. La più grande soddisfazione è stata quella il mio vicino agricoltore ottantenne che ho trovato un giorno in giardino, tornando a casa. Stava spiegando al fratello il miracolo del mio piccolo giovane pesco stracarico di frutti, curato solo con macerati vegetali, senza potature. Gli stava dicendo che ora lo faranno anche loro, perché invece i loro alberi si ammalano di continuo con i metodi tradizionali. Credo che l’aver interessato all’agricoltura sinergica un contadino montanaro resterà una delle più grandi soddisfazioni della mia vita.
In questa fine luglio e inizio agosto sto cominciando a veder spuntare i primi cavoli rossi, un po’ martoriati dall’ultima grandinata ma felicemente sopravvissuti e che non vedo l’ora di trasformare in kimchi e crauti. Seminerò dei radicchi tra biete e catalogne, che continueranno a crescere fino all’inverno. Seminerò anche altri ravanelli tra spinaci e zucchine, occupano poco spazio, crescono in fretta e rendono più saporite le verdure attorno. Ho un intero bancale ancora libero in cui sto per trapiantare cavolo nero toscano, cavolini di Bruxelles e cavolfiori, in parte regalatimi da un’amica che ne ha seminati in eccedenza. Inoltre preparerò un po’ di seminiere con quel che trapianterò prossimamente, tra fine agosto e settembre: broccoli, broccoletti, catalogna, cavolfiore, cipolle estive, finocchi e magari qualche cavolo cappuccio per la primavera, sperando nella sopravvivenza alla neve invernale, protetto nella legnaia.
Nell’orto c’è sempre modo di cominciare di nuovo, c’è sempre qualcosa da seminare e guardare crescere con piacere, da raccogliere con amore e gratitudine. Se passate l’estate in città, pensate a un orto sul balcone, qui c’è una guida all’orto sul balcone e molti post sul coltivare un orto sul balcone, cosa che io faccio ancora pur avendo anche un orto in terra. Oppure ritagliate un pezzettino dal giardino e cominciate a coltivare un orto vero, è il momento di farlo, con rilassatezza, senza fretta. L’ortoterapia insegna che riconnettersi con la natura coltivando un piccolo orto, anche solo sul balcone, aiuta a ritrovare la pace, la serenità, la concentrazione e aiuta il rilassamento e il riposo notturno.
Allan Armitage, uno dei più grandi esperti mondiali di succulente e perenni, un giardiniere di poche parole e molto studio che presta attenzione alle nuove tecnologie senza snobbarle come molti vecchi saccenti italiani, all’inizio di Armitage’s Garden Perennials (purtroppo non esiste ancora in italiano) scrive: “Per farla breve, coltivare un giardino non ti permette di invecchiare mentalmente, perché hai sempre ancora troppi sogni e idee da realizzare“. E’ vero, è il mio augurio anche per voi.
E i vostri orti, come stanno procedendo?
8 Commenti
Smodata ammirazione per il tuo pesco! Chiedo un articolo apposito perché anche io ho i problemi del tuo vicino e ogni anno penso di buttare tutti gli alberi di pesco per non rifare una stagione a combattere bolla, afidi e varie! Grazie!!!
Certo Francesco, molto volentieri! Me lo sono segnata, ho altri post in programma prima, ma credo di riuscire a inserirlo. Tu intanto, mi raccomando… non potare!!! 😉
Cara Grazia, approfitto di questo post per ringraziarti perché non fai germogliare solo le piante ma anche le persone!!!
Ero al corso a Rimini “Cambio vita, mi reinvento” e da due settimane sono all’opera con la mia mappa. Non ti ho scritto subito dopo il corso perché ho sentito il bisogno di lasciar sedimentare dato che gli scossoni emozionali sono stati parecchi. Sono tornata a casa molto carica e con una quantità di idee da mettere in pratica … la carica dura ancora oggi, una cosa pazzesca per me che ho sempre visto svanire l’entusiasmo dopo poco e ho collezionato progetti su progetti lasciati a metà!!!
Sei stata super, ci tenevo a farti i miei complimenti, la giornata è volata e gli argomenti erano tutti molto stimolanti, sono state le “montagne russe” del cambiamento e sei stata una guida perfetta, il tuo metodo funziona benissimo era proprio lo scossone e l’organizzazione che avevo bisogno. Ti contatterò a settembre per il counseling: adesso voglio fare un altro mese di lavoro e avanzamento sulla mia mappa! Grazie grazie grazie!
Grazie Cristina per le tue belle parole! Sentire il tuo entusiasmo mi fa molto bene e mi sprona a continuare perché ci sono tante bellissime persone che hanno solo bisogno qualche consiglio giusto per potersi sviluppare pienamente e contribuire al miglioramento del mondo! Grazie a te quindi, per tutto ciò che di bello e luminoso farai! Quando sarà l’ora del counseling, lo saprai tu e tu sola, io sarò comunque sempre qui a braccia aperte e molto molto felice del tuo percorso. Un grande abbraccio cara!
ciao Cristina…anche io come te sono stata fra le persone fortunate che hanno partecipato a Rimini…e mi associo a tutto quello che dici!!! questo post è servito a far rinascere la voglia di produrre dopo un’estate terribile qui da me …. sto leggendo il post oggi 29 settembre, ma mi sembra comunque attuale …e poi la frase “E’ un orto pieno di soddisfazioni. Si coltivano anche quelle” mi ha incantato. E poi a provare nuove cose certo si rischiano fallimenti ..ma anche gioie inaspettate… e quindi vale la pena! anche quando non si tratta di orto.
Ciao Grazia, questo articolo sembra fatto apposta,proprio in questi giorni mi sto attivando per fare un orto sul balcone insieme ad una mia amica. Mi ero fermata un attimo dicendo che era troppo tardi, ma ho cambiato idea subito, non volevo aspettare! Ho pensato ci sarà pur qualcosa che si può piantare in agosto. Ho cercato tra i miei semi, e quindi pianteremo scarola, lattuga, rucola, basilico e prezzemolo; e sto cercando dei semi di spinaci e cavoli in baratto con altri miei semi! Ti chiedo per la carota e la zucca è troppo tardi??
Ti faccio i complimenti per il blog, e per il tuo libro scappo dalla città! Scrivi benissimo e ho trovato tanti aiuti pratici. Vorrei venire al tuo corso a settembre, vediamo se gli impegni me lo permettono. Intanto ti ringrazio e ti auguro buona giornata 🙂
Cara Simona, tempistica perfetta! Questo è un periodo in cui tutto cresce in fretta grazie a caldo e sole, quindi c’è più soddisfazione che a partire in primavera. Il basilico è un po’ tardino, però tentare non nuoce… magari un paio di cose le prenderei in vivaio e le trapianterei, giusto per essere in tempo a gustarsele prima dell’autunno 🙂
Le carote prova: mal che vada, arriveranno in primavera dove le hai seminate. La zucca sì, è tardi, ma magari scegliendo una qualità tardiva con frutti medi o piccoli e una piantina da trapiantare invece della semina, fai ancora in tempo 🙂
Grazie per i complimenti, sei molto gentile! Fammi sapere come va il nuovo orto e se hai bisogno altri suggerimenti sono qui! Buon inizio semine!
ciao Grazia questo tuo post è stato tanto utile per me…per molti motivi…. primo perchè hai confermato ( anche se ovviamente non ce n’era bisogno ) la tua autenticità. Mi spiego meglio: avete notato che quando qualcuno comincia a scrivere di coltivazioni, permacultura, orto, etc e comincia ad avere molti estimatori ….dopo un pò si limita a scriverne o gira tutta l’Italia a tenere seminari….senza più coltivare nemmeno un filo d’erba???? invece qui c’è chi lo rifà tre volte in un anno!!! scusa Grazia mi dispiace della sorte un pò avversa…ma che esempio che ci hai dato!
e poi il suggerimento di provare comunque, anche uscendo un pò dai dogmi e dagli schemi…mi viene in mente la storia del bambino sordo che riesce in un’impresa notevole perchè non aveva sentito i commenti di chi diceva che era impossibile..o qualcosa del genere…
confermo anche che è possibile avere pesche stupende senza veleni e troppo lavoro, utilizzando nel mio caso solo propoli e macerati.
e grazie per l’entusiasmo che ci trasmetti sempre, insieme a tanti consigli utili