Andare via dall’Italia? Quando la frugalità non basta

da Erbaviola
UP! in volo con i palloncini dall'omonimo film

Potrebbe essere una possibilità. Nessuno si spaventi, c’è un punto di domanda.

Sono un po’ assente perché sto recuperando giorni e giorni di lavoro perso per l‘avventura di ritorno alla preistoria di cui vi raccontavo nel precedente post. Approfitto dell’occasione per aggiornarvi, avendo ricevuto diverse email di persone che volevano sapere com’era andata a finire.
Quindi, prima di passare al resto, eccovi l’aggiornamento in tre simpatici punti elenco, una cosa da non fare mai al di fuori dei testi tecnici. Ma io sono io.

1) L’Enel ha risposto alle richieste di tutti, privati, commercianti e aziende con un’unica email preconfezionata in cui si dice che siamo stati colpiti dalla celebre “neve collosa“. Voi sapete cos’è? No? Nemmeno io.
Purtroppo non è presente in nessuno dei miei libri. Voi direte, ma che libri hai? Meteorologia? Sì, anche, perché come molti ricorderanno, tra le mie avventure di vita in Italia c’è stato anche insegnare inglese per la navigazione aerea in un istituto aeronautico. Questa esperienza mi ha lasciato qualche competenza sui cumulonembi e qualche volume di navigazione aerea e meteorologia. Devo quindi fare un appunto a tutti gli autori dei sopracitati volumi per l’imperdonabile assenza della voce “neve collosa“. Cosa sia, lo sa solo l’Enel. Comunque ci informano che, a causa della neve collosa, la colpa dei disservizi non può essere imputata a Enel. La quale pertanto non rimborserà nulla. Fine della discussione.
No, non è uno scherzo, chi vuole può richiedermi una foto della lettera dell’Enel sulla neve collosa.

casa assediata UP!

2)  Tutti i giornali a cui abbiamo scritto hanno inspiegabilmente ignorato la questione. “Inspiegabilmente” è ironico in questo contesto, dato che in Italia abbiamo molto amore per la condivisione dei consigli di amministrazione, dai giornali alle partecipate statali, alle aziende.
E sì, signori, ho scritto anche Il fatto quotidiano e Il manifesto, non pensiate che abbia scritto solo a Topolino. Su suggerimento di alcuni che commentavano nello scorso post e mi sollecitavano via email, ho scritto anche personalmente a questi quotidiani proponendo la mia noiosa prosa.
Zero risposte, nemmeno un vaffa.
Questa è la considerazione della lamentosissima editoria italiana per i propri lettori. Sono troppo impegnati ad auto-compiangersi per la mancanza di fondi e chiederne a noi altrettanti per gli spauracchi della chiusura. Ho scritto anche a Peter Gomez che, quando scrivevo con uno pseudonimo maschile su materie economiche, si era iscritto ai miei tweet. Ma come lettrice donna sull’Appennino mi sono declassata, non interesso. O gli è finita l’email nella cartella spam, anche se di norma succede solo alle aziende quando mando delle fatture.
Quindi, noi 80mila senza servizi primari per una settimana resteremo uno dei tanti misteri italiani. Non siamo mai esistiti. Un po’ come la neve collosa. Io ve l’avevo detto che non era successo niente!
Guardiamo però il lato positivo, è un risparmio in più: i soldini per questi giornali vanno nel mucchio per i progetti futuri.
Secondo me, comunque, da Topolino mi avrebbero almeno risposto. Prossima volta scrivo a Nonna Papera. Se non mi risponde, ho almeno la scusa che è un personaggio di fantasia.

3) Stanno ancora aggiustando qualcosa, quindi la corrente va e viene. L’Enel nega. In pratica segnalo dei guasti che non ci sono. Siamo un paese di visionari. Poi ci sono giorni che il centralino delle segnalazioni guasti è irraggiungibile, perché siamo così visionari che abbiamo tutti le stesse allucinazioni collettive e telefoniamo in massa all’Enel.
Una delle poche volte che sono riuscita a parlare con un addetto Enel, ho chiesto come fare per il rimborso del termostato del frigorifero che è morto all’ennesima scarica di ritorno. Mi hanno risposto che devo chiamare un tecnico, farlo aggiustare e farmi scrivere che il termostato si è rotto per colpa dell’Enel.
Il tecnico mi ha risposto che lui non è il RIS di Parma e che non c’è nessuna possibilità di dimostrare che il termostato si sia rotto per quello e non, per ipotesi, perché ho lasciato l’asciugacapelli acceso dentro il congelatore o usato il No-frost per raffreddare la polenta. In ogni caso non può rilasciare perizie scritte sulle dinamiche di rottura, come sa benissimo anche l’Enel, ma solo scrivere che pezzo si è rotto e cosa ha sostituito.
Quindi per i rimborsi… ciaone.

up-volo

Gente, io però ve lo dico dal profondo del cuore: piuttosto che andare a far parte delle schiere di expat che si leggono sulla stampa italiana (specialmente quella di cui sopra) mi farei un’altra settimana in balia dell’Enel.
Gli expat della stampa italiana li detesto. Ma, grazie alle mancate risposte dei giornali sopra, ora non li leggerò più. Che sollievo.
Per chi non lo sapesse gli expat della stampa italiana, sono tutti casi reali e vicini a noi, del tipo:

Pierfrancesco Spatoletti Torre di Porziacelata racconta: “in Italia c’è paura delle sfide, in Africa sono una risorsa”.
“Mio padre aveva un’azienda a Brescia ma facevamo solo 2 milioni di euro l’anno, un po’ pochino, così sono andato a Capo Verde in vacanza e già che ero lì ho aperto un chiosco di banane sulla spiaggia. Ora sto benissimo, le banane tirano molto a Capo Verde e i capoverdiani sono sempre in fila davanti al mio chiosco. Faccio 4 milioni di euro l’anno esentasse, ho sposato una fotomodella che guadagna più di me perché qui c’è la meritocrazia. Abbiamo fatto 8 figli in 3 anni perché qui ci sono i servizi e per le neomamme c’è anche l’ostetrica che viene a casa per una settimana dopo il parto, la colf gratis, la pedicure e un cesto di frutta”.

Ecco, io invece sono nell’altra schiera. Quella che si è fatta un mazzo così per costruire qualcosa di onesto (errore!) in questo Paese (doppio errore!) e ha tenuto duro fino all’ultimo per non cedere e restare, credendoci.
Solo che mi sto facendo mangiare viva dalle tasse e dall’esosità boriosa di chi deve girare tutti i giorni in elicottero e addebitarmi anche la manicure.

Volevo solo fare il mio lavoro, avere una vita semplice e frugale, vivere in mezzo a un bosco, produrmi gran parte del necessario e ce l’avevo quasi fatta a realizzare questo tipo di vita. Non fosse che devo lavorare 16 ore al giorno per pagare tasse su tasse. Solo questa settimana ho 525 euro di Tarsu per una casa di 110 mq e con tutto che composto nell’orto! Come dice la mia metà, è un po’ troppo contando che l’immondizia ce la mettiamo noi!
Motivo: niente differenziata.
Cosa ci possiamo fare? Niente.
Il comune non è attrezzato per la differenziata nelle frazioni, che quindi pagano di più.  Protestare è inutile. Il nostro consiglio comunale montano è impegnato, come mi ha riferito qualcuno, a “farsi i selfie con il dito medio alzato e la bocca a culo di gallina“. Non ho capito nello specifico, non li conosco, ma temo si riferisse all’impegno del consiglio comunale nell’emergenza neve.
Figuratevi cosa fanno quando gli chiediamo la raccolta differenziata nelle frazioni!

In ogni caso io posso coltivarmi quanti cavoli voglio, ma la Tarsu la devo pagare in denaro contante, non in cavoli. L’autoproduzione e la decrescita possono poco contro l’esosità delle tasse italiane.

up-risparmio

Invece di perseguire i miei sogni di vita frugale, a causa della gestione scriteriata di questo Paese sono finita a distanza di una decina di anni a lavorare più di quando avevo deciso di lasciare Milano, per il solo fatto che il peso fiscale effettivo è il 63%. In pratica, posso tenere solo il 37% di quello che guadagno. Sempre che i clienti decidano di pagare, perché in Italia c’è quest’altra bella usanza. Puoi contare di incassare solo l’80% del lavoro che fai e da lì devi togliere il 63% di tasse (*). Lo Stato ovviamente non partecipa alle perdite, solo agli utili.
E’ troppo poco. E’ impossibile investire sulle strutture, ingrandirsi. E’ impossibile ottenere fondi per l’ampliamento e ultimamente ci fa anche paura espanderci, soprattutto prendere nuovi clienti, perché domani mattina puoi trovarli chiusi con mesi di lavoro in fumo. E’ dal 2010 che rifiutiamo qualsiasi lavoro con enti pubblici, sono quelli che pagano meno di tutti, spesso la scadenza è mai.

up-frugale

Insomma, non sto qui a farvi tutto il dettaglio di quello che non va. Ma a volte mi sento come gli ebrei tedeschi nel 1939, con tutto il rispetto per l’Olocausto. Mi riferisco a quei tanti che, prima di vedere i campi di concentramento, hanno creduto nel cambiamento, quelli che pensavano fosse una cosa passeggera, che sarebbe passata, che non valeva la pena lasciare il proprio paese, la casa, i beni ecc. Mi viene da pensare che dobbiamo ricordarci la storia.
E se anche noi fossimo noi, oggi, i buonisti che non vedono quel che sta per arrivare?
Oggi non siamo perseguitati per religione, ma per ceto: siamo il ceto che devono spremere all’infinito per mantenere quell’impero di corruzione. Non se ne viene più fuori. Neanche auto-producendo gran parte del necessario.

L’arroganza e la lentezza che dell’Enel, un monopolio privatizzato che sarebbe illegale in tutti gli altri paesi europei, insieme ad altre manifestazioni che abbiamo ricevuto negli ultimi anni da enti pubblici e inutili, ci hanno chiarito solo una cosa: l’Italia è una dittatura. Non è più una repubblica, non abbiamo nemmeno un governo eletto dal popolo.
La Treccani definisce le dittature come “sistemi di governo contraddistinti da una forte concentrazione di poteri nelle mani di un individuo o di un gruppo ristretto di individui, ma ha perduto del tutto (o quasi del tutto) qualsiasi riferimento al carattere eccezionale, limitato e temporaneo di tale concentrazione di poteri e soprattutto alla sua natura ‘costituzionale’.
Vi ricorda nulla?

up-trasloco

Ci siamo dati qualche mese per decidere in via definitiva, anche se abbiamo già qualche buona offerta e qualche posto da visitare. Nel frattempo cercheremo di alleggerirci il più possibile e anche di risparmiare il più possibile.
La primavera e l’estate le utilizzeremo per giri esplorativi. L’idea è di restare ai confini dell’Italia, ma dovendo trasferire anche il lavoro, abbiamo molto da studiare sulla materia fiscale.

Oggi pensavo all’eventualità di un ennesimo trasloco e alla quantità di cose che abbiamo ancora di troppo. Sarà una buona occasione per un ulteriore pulizia mentale e materiale. La mia paura è di ritrovarci a vivere come la coppia all’inizio di UP!, a rincorrere le bollette e basta,  oppure di traslocare a costi esorbitanti perché zavorrati dalle cose non essenziali.
(Avviso per le mie amiche: il food processor Kitchen Aid è essenziale, non ci pensate nemmeno!)

up-felici

Voglio pensare a questo, oggi, a una possibilità di rinascita e non alla rabbia per l’essere praticamente costretti ad andare via per sopravvivere. Questo è il mio Paese, non è giusto. Ma me la devo far andare giù.
Impegnata e combattiva lo sarò sempre, ma non posso sprecare altri anni a sovvenzionare un’orda di arricchiti cafoni incapaci che a forza di eleggersi tra loro e infilare amici, parenti e zoccole qui e là, hanno ridotto il paese al set di Idiocracy (se non l’avete ancora visto, cercate di farlo: se non l’hanno distribuito in tutti i cinema c’è un grosso perché, potreste capire troppo. E non preoccupatevi delle poche stellette, fa ridere e riflettere solo gli intelligenti informati, agli altri sembra la normalità).

Andare o restare? Chi lo sa.
Intanto semplifichiamo tutto, meno di tutto e più leggerezza. Di solito aiuta anche a pensare.

end_up

Le immagini sono tratte tutte dal film UP!, consigliato caldamente, è un film di animazione stupendo, con dei colori magnifici, una storia delicatissima e piena di livelli di lettura. A me piace il discorso sul cosa è davvero indispensabile e importante nella vita. Adatto anche per i bambini.

 


(*)  Qualcuno mi ha fatto notare che le tasse si pagano sul 100% delle fatture, anche le non riscosse. Ecco, questo almeno lo evitiamo da anni: fatturiamo solo al momento del pagamento effettivo, si chiama tecnicamente “fattura e iva per cassa“. Lo consiglio caldamente se si fattura in Italia: prima si manda la nota di pagamento, se pagano si emette la fattura. Se non pagano, niente fattura, così ci si perde “solo” il lavoro e non ci si pagano sopra le tasse.

 

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76 Commenti

Ilaria Marzo 14, 2015 - 10:43 pm

Ahi ahi come ti capisco. Io facevo parte della schiera degli expat, sono tornata qui perché lo VOLEVO. Ho pensato che ce l’avrei fatta, che tutta la retorica sull’Italia fosse esagerazione. Mi mancavano le verdure non di plastica, il sole sulla pelle. Be a conti fatti dopo quasi un anno da rimpatriata posso dire che ho fatto una cazzata. A malincuore credo di dover tornare sui miei passi e prepararmi a dire di nuovo addio. PS se puoi tenerti i clienti di qui e fregartene della lingua io guarderei a Croazia e Slovenia. La Slovenia è verdissima e molto civile.

Reply
Erbaviola Marzo 15, 2015 - 2:51 pm

ciao Ilaria, grazie! Sì, la Slovenia la stiamo valutando infatti 🙂 Tu eri in Slovenia? In estate andremo a fare un giro esplorativo anche lì, se hai suggerimenti sono davvero benvenuti!

Reply
Ilaria Marzo 16, 2015 - 1:14 pm

No, ci sono stata solo in vacanza a Lubjana ma andandoci in macchina ho visto un pò anche i dintorni ed è davvero verdissima sembra un pò la Svizzera solo meno cara! Comunque anche la capitale mi era sembrata molto vivibile, per nulla affollata o caotica, già da quello capisci molte cose! 🙂

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Ilaria Marzo 16, 2015 - 1:15 pm

Ps. Io sto valutando la Nuova Zelanda, fai un pò te!

Reply
Valeria Marzo 14, 2015 - 11:23 pm

un enorme sospiro di condivisione TOTALE di quello che scrivi… aggiungici pure una figlia di 5 anni e il pensiero del futuro che l’aspetta rimanendo qui…

Reply
Erbaviola Marzo 15, 2015 - 2:54 pm

cara Valeria, capisco benissimo. Non vediamo un futuro per noi nei prossimi anni, figuriamoci tra una trentina per i bimbi di adesso. Purtroppo al di là della situazione economica c’è la questione mafiosa endemica e il circo delle raccomandazioni… se anche migliorasse l’economia italiana, cosa che tutti gli economisti dicono impossibile, resterebbe comunque sempre un paese in balia di una casta irriducibile. Il che non è affatto un bel futuro.

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izn Marzo 15, 2015 - 12:38 am

L’unica domanda è dove??!!!

Reply
Erbaviola Marzo 15, 2015 - 2:56 pm

Dipende dalle proprie esigenze personali, da cosa si cerca e dal proprio stile di vita, lavoro ecc. Per noi al momento la scelta è tra Francia, Belgio e Slovenia, ma noi ci portiamo dietro il nostro lavoro e non possiamo allontanarci più di tanto dall’Italia per il momento. Senza questi vincoli, salirei con compagno e gatti su un aereo per Pukhet o per la Nuova Zelanda, senza biglietto di ritorno.

Reply
domenico Marzo 15, 2015 - 12:43 am

La neve collosa è meravigliosa!!! potrebbe avere molte affinità con le scie di normalissima condensa che gli aerei rilasciano da 10-anni in qua ad ogni ora del giorno e della notte, ma quella è roba da complottisti… il nostro paese? prima o poi si auto distruggerà o sara la terrazza sul mare di nuovi padroni con politici eterodiretti con il joystick…ops a volte quando penso al futuribile mi sembra un presente terribile.. un abbraccio condivido la voglia di fuggire…

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Erbaviola Marzo 15, 2015 - 2:59 pm

Grazie Domenico. Sì, in effetti la lettera sulla neve collosa ci ha fatto lo stesso effetto che se ci scrivessero che il danno è dovuto alle scie chimiche o ai rettiliani… ma siamo noi che non siamo abbastanza larghi di vedute per accettare queste motivazioni fondatissime 😉

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Cami Marzo 15, 2015 - 2:40 am

Noi siamo quelli che pur amando il proprio paese, ci siamo stancati delle prese in giro di ogni genere e tipo e grazie al lavoro ce ne siamo andati felici e contenti. Non si può vivere per pagare solo tasse e avere servizi scadenti.
Non si può sempre aspettare, lo abbiamo fatto per troppo tempo…
Cambiare aria, in ogni senso, é comunque stimolante ed interessante… Sono sicura che se compirete questo passo ne rimarrete felici e soddisfatti e avrai così nuove avventure da raccontarci ^__^

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Erbaviola Marzo 15, 2015 - 3:01 pm

Grazie Cami, mi rincuori molto! 🙂

Reply
Simona Marzo 15, 2015 - 2:43 am

I tuoi post da riso amaro… ma come ci siamo ridotti…

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Erbaviola Marzo 15, 2015 - 3:04 pm

come “ci hanno ridotti” semmai… 🙁

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Dada Marzo 15, 2015 - 9:41 am

Dopo una vita passata a dire che non lascerei mai le mie radici, anche io mi ritrovo (già da un po’ di tempo, in verità) a fare le stesse considerazioni! E prima o poi le metterò anche in pratica! Perché non è mai troppo tardi per avere un’infanzia felice!!
Del resto avevo passato quella stessa vita a dire che non volevo figli! E poi l’ho fatto a 45 anni!

Reply
Erbaviola Marzo 15, 2015 - 3:16 pm

Infatti Dada, anche io penso che non sia mai troppo tardi. Un anno in più di vita bella è comunque un anno di vita bella, vale la pena anche a 90 anni 🙂

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Barbara Marzo 15, 2015 - 9:54 am

Beh, tu sai che scelta abbiamo fatto, se vogliamo una scelta di comodo: Andrò in un paese dove rispettano le file, dove lasciano gli avanzi del picnic sul prato, dove si parla una lingua che comprende la parola meritocrazia, dove un ministro che accetta in regalo una penna è costretto a dimettersi, dove i musei sono gratis, dove non conoscono la neve collosa e dove, se ho bisogno di aiuto, c’è sempre Harry Potter.

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Erbaviola Marzo 15, 2015 - 3:18 pm

Non penso Barbara che la vostra sia una scelta di comodo dopo tutto l’impegno che ci avete messo per costruire una casa, far parte di una comunità e migliorarla. E’ durissima lasciare queste cose! La vostra è una scelta coraggiosa ed è anche la ricerca del meglio per vostra figlia 🙂

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Marta Marzo 15, 2015 - 10:04 am

leggendo il tuo post mi sento montare come panna fresca menata dalla frusta elettrica, purtroppo non ti posso contraddire in neanche una virgola e quel che é peggio é che ormai son convinta che non cambierá mai niente perché la corruzione e la burocrazia che l’alimenta hanno radici profonde e fanno comodo a troppe persone che tirano i fili di questa mongolfiera su cui viviamo. Piú di una volta ho pensato che mi sarebbe piaciuto andarmene ma la cosa sarebbe ora troppo complicata e mi tocca subire il ladrocinio legalizzato che i nostri pseudo governanti ci infliggono, a te auguro di trovare una vita migliore, che sicuramente visti i nostri standard non sará troppo difficile!!

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Erbaviola Marzo 15, 2015 - 3:20 pm

Grazie Marta, auguro anche a te che le cose diventino meno complicate un giorno! Ti abbraccio!

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Ivi Angioni Marzo 15, 2015 - 10:28 am

ciao Grazia… come capisco tutto quello che scrivi e pensi… non è facile decidere di andarsere…Io sono una che è tornata a un certo punto, alcuni anni fa, dopo tanti anni fuori…e ancora non mi ci sono abituata alla mente piccola piccola e imbrogliona, cafona di tanti italiani che ci circondano. Ciò che mi fa continuare a stare ancora qui nelle colline toscane è una speranza…a cui in fondo però non credo di credere così tanto. Io suggerisco di andare nel sud della Francia, oppure, dove viveva prima mio marito, inglese, in Nuova Zelanda… Lì puoi fare una vita naturale, e non ti tassano in maniera folle, e sono a favore di chi vuol condurre una vita più frugale e legata alla terra e alla natura. Solo, costa molto muoversi da lì verso l’Europa…se avete parenti , nonni da visitare almeno un paio volte l’anno…’ché poi lì vi vengono a trovare in pochi, anche se in tanti lo vorrebbero, o almeno lo dicono… Personalmente andrei nel sud dell’Inghilterra, perché penso alla qualità delle scuole e del senso di civiltà così più sviluppato nel paese di mio marito…ma lui non vuol tornarci nel paese, di cui dice, non ha il sole come nel Mediterraneo… Io non lo so…il fatto è che non ci si sente più veramente ‘a casa’ da nessuna parte. Ma io già qui non sono a casa, sono sarda, ma non ci vivo dai tempi dell’università… E poi penso, questo paese è così bello … che peccato dover rinunciare a viverci…perché non eliminare la dittatura neanche più celata …se solo tutti noi, persone con la testa che funziona bene, con tante risorse…potessimo unirci seriamente, e opporci, e riprendercelo in mano questo ‘Bel Paese’ che amiamo, senza quella gentaglia che vuole solo la sua rovina, per riempirsi le tasche… 🙁 In bocca al lupissimo, che la vostra scelta sappia darvi il riscontro che meritate. Ciao Grazia, una persona che ti sente vicina e capisce, ivi

Reply
Erbaviola Marzo 15, 2015 - 3:23 pm

Ciao Ivi, grazie per le informazioni e la spinta! In effetti il sud della Francia lo stiamo considerando. La Nuova Zelanda a me piace tantissimo, ma per ora è fuori dalla nostra portata per impegni lavorativi e famigliari, abbiamo bisogno di restare a una modesta distanza dall’Italia, almeno per i prossimi anni. L’Inghilterra invece l’adoro, ma poi, invariabilmente, quando ci ho vissuto per un tempo più lungo sono stata conscia che ho bisogno del sole e del caldo, è una necessità fisica. Grazie della comprensione Ivi, mi fa molto bene! ti mando un grande abbraccio!

Reply
Fiorella Marzo 15, 2015 - 10:40 am

Leggendo il tuo post e le vostre risposte mi sento finalmente tra persone che parlano la stessa lingua, vedono e sentono le stesse cose. IO però non sono d’accordo sull’andar via. Non sono io nel posto sbagliato, in fondo se l’Italia e gli italiani sono unici è perché quelli venuti prima dell’era del diodenaro erano grandi uomini, che avevano capito che bisogna essere prima che avere. Avete mai notato che a scuola ci insegnano prima a coniugare il verbo essere e poi l’avere? Ho passato tre anni della mia vita cercando di cambiare il mondo, tre anni di frustrazioni e delusioni. Poi ho capito che per cambiare gli altri dovevo cambiare me stessa e le mie abitudini, far vedere cosa potevo fare da sola e credetemi a piccoli passi dei piccoli cambiamenti ci sono. Per anni ci è stato detto che il denaro poteva comprare tutto, cose, affetti, salute e felicità. Qualcuno se ne é ancora convinto qualcun’altro inizia a dubitare di questo dogna, e molti credeteci moltissimi sparsi in tutt’Italia non ci hanno mai creduto.
Resistiamo, andiamo avanti con piccole pratiche di resistenza e resilienza, so che è difficile ma io non voglio darla vinta al “nulla” .
Infine volevo ringraziarvi perché sono una flybaby da una settimana e già mi sento meglio.
Ciao e buona domenica, Fiorella

Reply
Erbaviola Marzo 15, 2015 - 3:34 pm

Ciao Fiorella, che bella la tua nuova spinta di flybaby 🙂 Sono sicura che ti porterà a tante altre cose positive!
Sul discorso di restare e cambiare, credimi che capisco benissimo quello che dici. Erano le mie posizioni, ho lottato tanto e le lotte le trovi man mano in questo blog, almeno dal 2003 a oggi. Ho deciso di restare e lottare anche dopo aver dovuto vendere la casa nel 2008 grazie al fatto che è stato dato il permesso per la costruzione di NOVE inceneritori nella provincia pavese, di cui uno di fianco a casa mia in piena area protetta del Parco del Ticino. Ho ricominciato da zero, mi sono spostata sull’Appennino, ho continuato a lottare, quando per le trivellazioni e quando per la tutela del territorio o il rischio idrogeologico. E ho continuato a scontrarmi con l’unico problema italiano, all’origine di tutto: la corruzione.
E mò basta. Mi spiace per chi resta, ma io ho davvero dato il massimo ottenendo zero. Non è cambiato niente, quindi cambio io: vado in un posto che non abbia tutti questi problemi.
Spero che un po’ mi riuscirai a capire, magari alla luce di tanti anni impiegati in battaglie e lotte concrete, non certo in pochi commenti al bar 🙂

Reply
Nina Marzo 15, 2015 - 4:16 pm

Noi abbiamo deciso quattro mesi fa.
Ci siamo licenziati e fra due settimane partiamo per il mondo.
Non abbiamo le idee chiare, non abbiamo tanti soldi, non sappiamo cosa fare e dove andare.
Sono già quattro mesi che viviamo senza stipendio e ci siamo accorti di poter vivere bene uguale, spendendo meno, facendo quello che prima non avevamo tempo di fare, e senza regalare soldi a stato e istituzioni truffaldine.
Si parte il 30 marzo, direzione Sudamerica.
Mi piacerebbe rimanere in contatto.
Nina

Reply
Erbaviola Marzo 17, 2015 - 7:56 pm

Volentieri Nina, scrivimi se ti va. Mi interessa molto questa scelta e il vostro viaggio. Un abbraccio di buona partenza!

Reply
Alice Marzo 15, 2015 - 4:53 pm

Erbaviola sono 4 anni che ti seguo in silenzio, volevo ringraziarti tantissimo per il riferimento a Idiocracy, è un pezzo che rifletto su quel film, ma ero l’unica, quindi grazie davvero, ora so che ci vedo bene e le rotelline nel cervello funzionano!

Reply
Erbaviola Marzo 17, 2015 - 7:56 pm

ahah bene, sono contenta anche io di trovare qualcun altro che l’ha capito! Siamo una minoranza ma esistiamo!

Reply
Maiemi Marzo 15, 2015 - 9:50 pm

Solidarietà!

Anch’io ex-expat, tornato in Italia sperando che qualcosa stesse almeno cominciando a cambiare quando ho visto il Movimento 5 Stelle guadagnare consensi. Niente da fare. Nemmeno una lucina in fondo al tunnel.

Amo questa terra, e c’è sempre quella sottile malinconia che ti prende inaspettata di tanto in tanto quando vivi altrove, flashback di posti che hai conosciuto, nostalgia per dei cibi che ti mancano, ma il fatto che siamo nati qui per me non vuol dire che dobbiamo per forza mandar giu tutto per amor di patria: il mondo è la tua ostrica!
Pianificando anch’io il mio prossimo re-espatrio, e l’inverno che verrà spero di farmelo al caldo.

Vento alle spalle per il tuo progetto!

Reply
Erbaviola Marzo 17, 2015 - 8:00 pm

Io comincio infatti a nutrire il sospetto che la gente perbene si sia stancata di impegnarsi nella politica e quelli che ci approdano, anche in movimenti apparentemente innovativi, siano sempre i soliti approfittatori e loschi. Certo, non tutti. Ma ho questa impressione sulla maggioranza. In particolare il movimento cinque stelle mi ha dato l’impressione, non avendo una vera gerarchia all’inizio, che fosse TROPPO facile entrarci.
Infatti vivo in un paesino in cui uno si è auto-nominato rappresentante del posto e più che scemenze non fa… anche se per superare l’amministrazione in carica ci vorrebbe tanta fantasia.

Vento in spalle anche a te! vediamo un po’ dove si finisce 😉

Reply
Winterwolves Marzo 15, 2015 - 10:12 pm

Ciao,
mia moglie segue sempre il tuo blog… io lavoro online (faccio videogiochi) e l’UNICO motivo per cui siamo ancora in ITAGLIA (si scrive così, non è un errore) è che abbiamo parecchi animali per cui l’ennesimo trasloco sarebbe un po’ impossibile adesso.
Una volta che, purtroppo, gli animali saranno di meno, abbiamo in programma di visitare luoghi vicini come la Svizzera o la Slovenia. La Svizzera ci piace per la mentalità, per cui se vai forte in macchina di massacrano di multe, per cui se provi a pagare in nero ti denunciano. E chiaramente per la tassazione “leggermente” più bassa, dal 17 al 21%! E’ vero che la vita costa di più, ma quando risparmi oltre il 40% di tasse, non sono sicuro che alla fine costi poi più di tanto che in Itaglia.
L’unico problema è un po’ il clima, e la lontananza dal mare, cose che la Slovenia invece ha. Tra l’altro ho parenti che abitano a Trieste per cui alla fine potremmo propendere più per questa seconda possibilità (in Istria un sacco di gente parla italiano).
Inutile dire che sono d’accordo con tutto, in particolare la tassazione assurda per finanziare i soliti ignoti che vivono alle spalle del prossimo, il sistema corrotto, le file di mesi per fare esami, e così via.

Una volta che vi siete trasferiti scrivi un blog riguardo all’esperienza perchè penso che ci potrebbe interessare molto!! (e non credo che siamo gli unici: negli ultimi anni l’emigrazione è tornata molto di moda…)

Reply
Erbaviola Marzo 17, 2015 - 8:04 pm

Ehi ma fate dei lavori bellissimi! Sono ammirata! Non ne capisco nulla di videogiochi ma qualcosina di grafica e animazione sì.
Io la Svizzera non la apprezzo molto, primo per la mentalità compulsiva: ospitano ancora sotto falsi nomi e falsi conti delle quantità di denaro e oro provenienti dall’olocausto, hanno coperto non si sa più quanti criminali nazisti ma si ergono a paladini della legalità. E una serie di altri paradossi di questo genere. Uniti al fatto che sono un paese piuttosto razzista verso gli italiani, non me li fa vedere come una meta positiva 🙂

Sul blog, se ci trasferiremo, contaci ma sarà sempre questo. Mica lo abbandono, che io resti in Italia e vada altrove.

Reply
Elisabetta Marzo 15, 2015 - 10:17 pm

Ciao Grazia, ti scrivo dalla Norvegia, dove vivo non perche’ sono scappata, ma perche’ mio marito e’ norvegese…qui’ si pagano tante tasse, ma le cose funzionano davvero, c’e’ tanta neve a volte, di tanti tipi e con tanti nomi, ma quella collosa non l’ho mai sentita dire 🙂 e c’e’ anche tanto sole e colori meravigliosi, fateci un pensiero!

Reply
Erbaviola Marzo 17, 2015 - 8:05 pm

Elisabetta, grazie, la Norvegia è bellissima e i norvegesi sono calorosi, neve a parte 🙂 Se non conoscete nemmeno lì la neve collosa… beh, ho perso le speranze di identificarla! 😀

Reply
nunzio Marzo 15, 2015 - 11:31 pm

Ciao,
scrivo anch’io dalla Norvegia dove dopo alcuni anni avevo deciso di andar via per questioni climatiche. Ho vissuto vari inverni qui e la depressione mi prende sempre di piu, benchè l’estate sia splendida ho una paura da shock dell’inverno. Mi sono licenziato 3 settimane fa e nel frattempo ho avuto altre 3 offerte di lavoro, pagate profumatamente, una l’ho rifiutata, l’altra l’ho posticipata di un anno e la terza, la migliore, non ho potuto rifiutarla. Avevo già un buon stipendio ma questo è meglio, inoltre ho possibilità di acquisire delle competenze che, in futuro, credo mi permetteranno di vivere in Norvegia solo 6 mesi d’estate e il resto dove voglio…anche in Italia da turista o nullafacente. Nel tempo libero faccio volontariato in una fattoria poco lontana da Bergen (città dove vivo) e mi sta piacendo, almeno quando il tempo lo permette. Qui chi apre un’attività agricola riceve gli aiuti dallo stato; non sò in che misura ma so che ci sono. Buona fortuna. nunzio

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Erbaviola Marzo 17, 2015 - 8:11 pm

Ciao Nunzio, grazie delle informazioni, intanto ti auguro il meglio per la nuova attività: lavorare 6 mesi e vivere libero gli altri sei è stupendo, spero che ci riuscirai davvero! Un abbraccio!

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Lisa Marzo 15, 2015 - 11:35 pm

la neve collosa mi ha uccisa!
tanta tanta solidarietà per te.

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Erbaviola Marzo 17, 2015 - 8:12 pm

grazie Lisa!

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vicky Marzo 16, 2015 - 11:06 am

ciao grazia,
anche io non vivo più in Italia. Sono in Germania perché io e il mio ragazzo volevamo costruirci un futuro e lui ha trovato un solo posto per fare il dottorato di ricerca: a Stoccarda. Io l’ho seguito, siamo qui da un anno e mezzo e non è facile come si pensa. Non è facile perché l’UE esiste quando fa comodo, altrimenti siamo stranieri, è difficile perché siamo due laureati in filosofia e ti ridono in faccia perché “che lavoro è il filosofo?!?!”, è difficile farsi dei nuovi amici quando non hai 10 anni ed esci a giocare nel parco, è difficile perché i gentori e i parenti ti chiedono sempre “sì ma poi torni vero?” come se fossi un’egoista che li ha abbandonati. Insomma come tutte le cose ci sono anche i contro. Io cerco di concentrarmi sulle cose che ho, e non su quelle che non ho. Ma a volte penso anche io di tornare dalle mie amiche, vicino ai miei che hanno bisogno e in un paese in cui non devo faticare per esprimermi.
Ma probabilmente una volta a casa mi lamenterei di altre cose…
Non succede anche a te a volte di accorgerti di pensare a ciò che non è anziché a ciò che è?

un bacio
Vicky

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Erbaviola Marzo 17, 2015 - 8:17 pm

Vicky, hai riassunto benissimo una gran parte delle mie remore nel partire. Ho vissuto in Inghilterra e Austria, la situazione era molto simile. A parte nell’ambiente accademico, dove davvero mancava solo che mi stendessero la passatoia rossa con ali di folla plaudente ai lati, il resto non era facile. Avevo anzi sviluppato un ottimo accento franco-inglese, avevo capito che a lasciar trapelare che ero italiana non sempre sortivo simpatie immediate. Dovevo prima farmi conoscere 😉

Per rispondere alla tua domanda – bella domanda, anzi! – per carattere sono più positiva che negativa, tendo anzi a diventare fastidiosa con i miei “guarda il lato positivo”. Irritante a volte. Però ci sono situazioni come questa che, arrivando dopo anni di lotte e cambiamenti caduti nel vuoto, agiscono come detonatore alla negatività che, conscia o meno, avevo ammucchiato in un angolo.
A distanza di giorni dal post sopra, vorrei trovare di nuovo la luce per vedere quello che è. 🙂

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Daniela Marzo 16, 2015 - 1:30 pm

Concordo pienamente…. Peccato non essere più giovane per poter riprovare da un’altra parte. Ma ricominciare daccapo a 54 anni (e senza sapere effettivamente cosa fare) non è possibile. Resto qui, a farmi mangiare lo stipendio dalle tasse e fino a che ci sarà uno stipendio!
Daniela

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Erbaviola Marzo 17, 2015 - 8:20 pm

Se devi restare Daniela, resta perché ci vedi qualche speranza. Altrimenti un cambiamento è possibile anche a 90 anni. Se ti permette di vivere anche solo un anno in più serenamente, vale la pena, vale la pena sempre. Anche perché se ti aspetti di avere davanti trent’anni di patibolo, stai già vivendo malissimo, non puoi che migliorare 🙂 Un abbraccio!

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Graziella Marzo 16, 2015 - 1:55 pm

Cara Erbaviola leggo sempre il tuo blog, che mi piace molto, ma è’ la prima volta che ti scrivo. Perché questo post (e altri di questo genere, la rete ne è’ piena) mi ha molto irritato. Cerco di andare con ordine: un conto è’ andarsene dall’ Italia per trovare prospettive di lavori migliori, o per accettare lavori migliori, altro perché si decide che “tutto fa schifo” . E ti parla una che da giovane ha condotto tutte le battaglie possibili e immaginabili ( per il divorzio, l’ aborto, la scuola pubblica, la cultura per tutti ecc.., pagando per questo un caro prezzo ( ho dovuto cambiare lavoro, poi mi è’ andata benissimo perché così ho avuto il coraggio di fare quello che mi piace). Ora, insieme a molti altri, mi sono battuta per la legge 40, e abbiamo vinto. Vedere che voi, generazione più giovane, non avete memoria storica, scappate quando potete ( e per fare cosa, poi? Se lavori in Italia ovunque tu vada la tasse le devi pagare come qua, in Francia ormai la tassazione sulla casa e’ più alta che qui e hanno le centrali nucleari, se proprio cerchi un ambiente poco inquinato stai sbagliando…), date per scontato tutte le conquiste passate be’ guarda mi sembra tanto comodo…organizzatevi, scendete in piazza, fatevi sentire, con l’ enel abbiamo avuto problemi anche noi, ci siamo rivolti ad un avvocato con le palle, ci vorrà tempo ma l’ Enel ti giuro non la farà franca, altro che andarmene! E i giornali che non scrivono…ed dai radio 24 ci ha fatto un servizio sui…disservizi in Emilia in quel momento, è così altre radio ecc. Quanto alla dittatura di cui tu parli…non abbiamo sicuramente il migliore governo del mondo, ma io sono cresciuta con i racconti di come si viveva con una dittatura ” vera”, mio padre, partigiano, ci ha rischiato la vita , mio nonno veniva picchiato dalle squadracce fasciste un giorno si e l’ altro pure, quindi attenzione alle parole. Sono vecchia, sicuramente penserai…be no guarda, ho 50 anni, siete voi che, forse, non riuscite ad apprezzare ciò che avete.

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Daniele Marzo 17, 2015 - 10:02 am

Sinceramente condivido in pieno il discorso di Graziella. La nostra generazione non fa altro che trovare i punti deboli della nostra società, senza mai apprezzare quello che invece i nostri genitori ma soprattutto nonni hanno lottato per avere e farci avere. Io sono un Ingegnere di 38 anni, sempre stato dipendente e mai lavorato in proprio, e sinceramente i soldi che pago per le tasse non li vedo poi così tutti sprecati come la maggior parte delle persone pensa. E’ vero, ci sono tantissimi sprechi, ma non per questo bisogna vedere solo quelli. Poi a mio avviso, è inutile criticare sempre, bisogna cambiare noi stessi in primis, soprattutto nel modo di pensare e vedere, cercando di vedere anche le cose positive e per me sono veramente tante nel nostro paese. D’altronde come dice un detto delle mie zone, “moglie e buoi dei paesi tuoi”. Lasciare un paese è come abbandonare un figlio. Io credo che tutto si possa migliorare; nel nostro piccolo io e mia moglie abbiamo rinunciato a tantissime cose, facciamo una vita al di sotto delle nostre possibilità, dedichiamo tanto tempo a nostra figlia facendogli capire cosa è giusto e cosa è sbagliato, perché solo con l’insegnamento adeguato si riesce non a cambiare, perché la mente delle persone non si cambia, ma a far ragionare e quindi pensare in modo diverso, e magari migliore. Basta lamentarsi (non dico espressamente a te ma in generale visto i commenti che hai ricevuto) e lottiamo/viviamo nel modo migliore che pensiamo possa essere giusto prima di tutto a noi stessi e poi a tutto il resto. Poi ciascuno è libero di fare ciò che vuole, cambiare paese, cambiare cultura… il mondo è bello perché è vario 🙂

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Anna Marzo 17, 2015 - 10:49 am

Leggo basita questa risposta.

A parte che seguendo questa scia,noi donne dovremmo nel 2015 già ritenerci fortunate perché possiamo uscire di casa liberamente e votare in quanto un tempo non era concesso,quindi,dovremmo rimanere mute e a cuccia senza lamentarci di nulla perché “un tempo si stava peggio”.
Mi scusi,ma che termini di paragone sono?

Di cosa,poi,dovremmo essere grati e a chi esattamente?

Di vivere in un Paese dove l’illegalità è stata elevata a Istituzione,dove le infiltrazioni mafiose sono ormai accettate a livello culturale perché “danno lavoro”,dove chi scrive le leggi è indagato o condannato,dove i “grandi” imprenditori fanno impresa con i soldi dello Stato (ovvero i nostri) mentre ile piccole-medio imprese tartassate si suicidano,dove i soldi pubblici vengono impiegati,invece che per la tutela della salute pubblica,per farci ammalare investendo nel fossile,negli inceneritori e nello strupro di quelle pochissime aree di terra rimaste incontaminate?

E’ questo lo scenario bucolico di cui dovremmo sentirci fieri?

Si,sono basita davanti alla Sua risposta soprattutto in questo blog,dove la proprietaria ha dato prova concreta da anni di coerenza con i propri ideali e di onestà intellettuale.

Cosa deve fare,immolarsi per questa patria per la gloria?

Non nutro alcuna speranza verso questo paese,alcuna.
Ogni singolo giorno l’asticella si abbassa e ciò che in qualsiasi paese civile farebbe gridare allo scandalo,qui,si rielabora e si accetta come status quo.

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Erbaviola Marzo 17, 2015 - 9:57 pm

Sono abbastanza basita anche io Anna, ma penso di aver già detto tutto nella risposta a Graziella.
Come dici bisogna puntare all’evoluzione non all’accontentarsi. Si può fare di necessità virtù sulle piccole cose ma non sui grandi sistemi. Posso mangiare sciapo perché ho finito il sale e magari complimentarmi per la salubrità della dieta iposodica. Ma non posso accontentarmi perché questo stato mi lascia solo il 37% di quello che guadagno per dare 9mila euro al mese a qualche zoccola che ha il seggio in parlamento in virtù dell’angolo di apertura delle sue gambe.
Sul cosa farò non ho ancora deciso ma mi fa veramente bene ascoltare tutti, anche le voci contrarie ma educate come Daniele. Le idee si possono sempre discutere 🙂

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Grazia Marzo 17, 2015 - 9:45 pm

Graziella, sono praticamente certa che tu abbia letto un altro blog e non il mio. Altrimenti sapresti che non ho mai avuto una vita comoda o poco impegnata nel cambiamento:

– da quando ho 21 anni vivo fuori da casa dei miei. Ho fatto l’università lavorando, mi sono laureata in corso e con il massimo dei voti, con pubblicazione della tesi. In gergo si chiama ‘dignità di pubblicazione’, è rarissimo. Hai idea di quanto bisogna lavorare e impegnarsi per una cosa del genere?

– appena uscita dall’università ho lavorato con vari contratti accademici che si possono riassumere come “ricercatore”. Mi sono impegnata al massimo, ero obiettivamente molto brava e materialmente senza raccomandazioni. Ho avuto tre offerte in quegli anni per andare all’estero, da tre università: UCL di Londra, Toronto e Tokyo. Sono rimasta in Italia.
Pensavo nella mia ingenuità di ventenne di farcela comunque, anche senza raccomandazioni, amicizie e storie di letto con vecchi baroni ottantenni bavosi. Invece dopo essermi vista passare davanti schiere di raccomandati tra cui il figlio della preside di facoltà (che peraltro non voleva nemmeno il posto ma insisteva la madre), il figlio del direttore dell’istituto di anglistica nonché addirittura una signora che non sapeva nessuna lingua straniera ma ha vinto il concorso per un dottorato in lingue comparate il cui esame scritto era in due lingue… beh, a quel punto ho dovuto abbandonare la carriera accademica. Ma sono sicura che già lo sapevi, essendo assidua lettrice del blog.
Tu, Graziella, quante volte hai dovuto mollare il lavoro che stavi facendo e che amavi moltissimo, per reinventarti completamente in un altro?

– Non che fuori dall’università le cose siano andate meglio. Brava ero brava, perché mi cercavano tante aziende, non dovevo nemmeno mandare i curriculum. Ma i contratti per la mia generazione sono una sequela di posti a tempo determinato, specialmente se sei una donna. C’è stata persino un’occasione in cui un’azienda parastatale, DigiCamere, mi ha fatto non ricordo più se tre o quattro contratti di fila come sostituzione maternità di dirigenti che non c’entravano niente con il lavoro che facevo io, dicendomi che non potevano assumere perchè avevano dei problemi con alcuni dipendenti in mobilità. Poi un giorno ho accettato un contratto in un’altra azienda, sempre a tempo determinato e sempre con la promessa del “dopo indeterminato” e sai… mi hanno fatto un’offerta in un’ora per restare: stipendio più alto e tempo indeterminato. Ma avevo già firmato dall’altra parte. Quello che è entrato al mio posto, oltre ad essere meno qualificato era un uomo: contratto a tempo indeterminato da subito.
Tu, Graziella, quanti contratti a tempo indeterminato hai fatto fino a oggi? Quanti ne ho fatti io lo sai, perché leggi il mio blog. Ma ti rinfresco la memoria: https://www.erbaviola.com/2013/11/16/la-societa-del-cambiamento-e-i-tanti-lavori-che-ho-fatto.htm

– da più di dieci anni non faccio vacanze, uso i soldi che guadagno per divulgare uno stile di vita diverso dovunque abbiano voglia di ascoltarmi. Questo ben prima che uscisse il primo dei miei libri, casomai stessi pensando che lo faccio per vendere libri (e se vedessi quanto prendo di diritti d’autore lo penseresti ancora meno). Anni dopo, i libri hanno cominciato a finanziare in parte queste conferenze che sono servite a tanta gente per riuscire in un cambiamento che non conoscevano o in cui si sentivano soli.
Oggi però sono arrivati i nuovi guru della decrescita, gente che vende a decine di euro dei corsi su come farsi i detersivi in casa. Chi come me si è sempre impegnato davvero per cambiare i consumi e fare informazione si è ritrovato ad aver fatto solo – gratis- da apripista a questi sfruttatori della moda ‘ecogreen’. Nonostante questo schiaffo morale, ho continuato ad andare gratis dove mi chiamavano. Ci ho creduto nel cambiamento e ci ho messo materialmente molto, in denaro, non solo a parole.
Tu quand’è che sei andata in vacanza l’ultima volta Graziella? Io non ci vado da 12 anni. Ho passato primavera-estate-autunno di 12 anni a fare divulgazione per cambiare il modo di consumare in questo Paese. Tu?

– Nel 2005 dopo anni di sacrifici siamo riusciti a comprarci una casa con terreno nel parco del Ticino, in Lomellina. Niente aiuti da genitori, eredità o altro, solo il nostro lavoro. Ma nel 2007 il Comune di Vigevano ha approvato un nuovo piano regolatore e la costruzione di una centrale per oli combusti in piena zona protetta. Abbiamo lottato, fatto comitati, se tu avessi letto questo blog avresti seguito tutta la storia. C’è ancora, cercala, è durata due anni. Ad anni di distanza, vivendo ormai a 400 km da lì, mi occupo ancora di difesa del territorio in quelle zone, non mollo. Se vuoi un piccolo riassunto della situazione: https://www.erbaviola.com/2011/04/13/la-devastazione-scientifica-del-territorio-italia.htm
Ti è mai capitato, Graziella, di dover svendere casa tua per forza, di restare senza una casa ed essere condannata all’affitto perenne? Riesci lontanamente a immaginare cosa voglia dire?

– Nel 2008 il Comune di Vigevano mi contattò per un progetto sul biologico, perché ero tra i pochi in Italia che sapevano muoversi tra la legislazione europea, i piani di sviluppo rurale e la richiesta di fondi. Ho lavorato per loro nove mesi, dopo i quali hanno preso il progetto intero, che si chiamava Mercato Ducale, l’hanno chiamato Mercato Sforzesco e trasferito in blocco a Coldiretti, Ente risi e non so chi altri della cricca. Non mi hanno pagata. Non mi dilungo su battaglia legale e dettagli, avrai già sicuramente letto tutto su questo blog.
Ti è mai capitato Graziella di lavorare 9 mesi gratis? Hai mai provato a fare 9 mesi senza stipendio con un mutuo da pagare?

– Sorvolo su molte altre mie attività di protesta, impegno, lotta, altrimenti devo riscrivere il blog e mi pare ridondante. Prova con la sezione “Appelli e boicottaggi”.
Arrivo a una delle ultime lotte impegnative: la protesta contro le trivellazioni per la ricerca di idrocarburi. Forse hai perso questi post, Graziella: https://www.erbaviola.com/2011/05/20/state-attenti-al-vostro-territorio.htm

Tu, Graziella, hai 50 anni, il che significa un paio di generazioni prima della mia. Hai vissuto il boom economico degli anni ’80-’90 e le aziende che assumevano. La mia generazione non ha trovato nemmeno le briciole. Io, con una laurea a pieni voti e un master, non ho mai avuto in vita mia un contratto a tempo indeterminato. Ai tuoi tempi si facevano al massimo un paio di contratti determinati prima di avere un posto assicurato, era scontato. Oggi no.
Tu hai solo la fortuna di essere nata prima e di aver affrontato i problemi di adesso con la sicurezza di una casa tua, un lavoro stabile. Dovresti viverli con più comprensione per chi queste cose non le può avere. Non hai idea di cosa sia il senso straziante di precarietà che devi vivere giorno dopo giorno e che forza ci voglia per fare le lotte di cui sopra e restare qui.

Noi, Graziella, a quarant’anni siamo stanchi di vivere, sia chi fino a oggi ha lottato come me che chi non lo ha fatto ed è stato solo vittima della contingenza.
In virtù di questo, Graziella, da persone come te dovrebbero arrivare parole di incoraggiamento se volete farci restare. Che senso ha alzare il dito della maestrina e farci lezione perché voi avete lottato per la legge 40? Grazie, anche io l’ho fatto, e sai che ti dico? E’ una passeggiata. Non c’è la Polizia che ti carica se vai a fare un corteo per la legge 40. Ti invito invece a venire a una manifestazione in difesa degli sfrattati, poi parliamo di lotta, impegno e di quello che si può fare.

Io non riesco a capire perché hai scritto questo messaggio, sinceramente. Non capisco il fine. Cosa volevi ottenere, di farmi una lezione? Caschi male, sono in pochi a potermi parlare dall’alto del “io si che mi impegno”, ma di solito sono persone che hanno l’intelligenza di non farlo. E’ una lezione che potrei accettare da Gino Strada, non da chi mi fa notare che in Francia le tasse sulla casa sono quanto le nostre. Io, grazie a quello che è questo Paese, una casa non posso possederla. Ce l’avevo, l’ho dovuta svendere e fine. Non me li pongo i problemi sulle tasse della casa, beata te che puoi. (si fa per dire…)
Non so davvero cosa volevi ottenere, non lo capisco. Ma forse, il tuo parlare qui per la prima volta dopo tanto che leggi questo blog, è davvero solo l’esempio dell’italiano medio: mi hai letta per anni, stando a quello che dici e mai una parola positiva. Mai che ti fosse scappato un “ciao, ti leggo con piacere” o “ciao, sono veramente contenta che la protesta alla Coop abbia avuto effetto” (cercala) No, niente. Però la prima volta che non ti va quello che scrivo, mi fai una piazzata.

Secondo te, dopo queste tue parole avrò più voglia o meno di restare in questa nazione e lottare per i diritti di tutti, anche dei tuoi?

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Valeria Marzo 17, 2015 - 10:17 pm

ho sbagliato a premere i pulsante replay e il mio commento è finito sotto il commento di Anna… sorry 😉

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Anna Marzo 17, 2015 - 11:12 am

Ieri sera,ho avuto una brutta avventura.
Ho seguito per ben dieci minuti lo spazio giornalistico di Formigli,che trattava dell’arresto del prode Incalza.
Ho resistito dieci minuti,poi,ho spento per legittima difesa.
Il solito leit motiv “Aspettiamo la sentenza,poi,vedremo se il ministro Lupi dovrà dimettersi” tuonavano in studio,a parte Peter Gomez,che giustamente parlava di opportunità politica,di responsabilità morale,etica.

Non vedo speranza alcuna.
E’ vero che ognuno di noi si può costruire il proprio piccolo il mondo che desidera e tu Grazia da anni ci racconti come hai fatto,ma come ricordi sopra il contesto generale bussa sempre alla porta.
Ricordi l’esempio della decisione di abitare fuori dalla città,ma poi giunge lo Stato che argutamente ti costruisce accanto nove inceneritori,obbligandoti a fuggire da casa tua.
Ecco,uno può organizzarsi per costruire il proprio piccolo mondo,ma è pur sempre un mondo calato all’interno della realtà Italia,una realtà completamente malata,corrotta e folle di cui paghiamo nel nostro quotidiano un conto esorbitante sia economicamente sia psicologicamente.

Io non vedo attualmente speranze.
Sono completamente sfiduciata.
Credo profondamente che questo sia un Paese morto a livello culturale e civile.

Se hai l’opportunità di andare verso altri lidi,fallo e di corsa.

Un abbraccio

Reply
Valeria Marzo 17, 2015 - 10:15 pm

Cresce sempre di più la mia stima per te! e ti dico anche un’altra cosa: io ho 47 anni, quindi solo 3 in meno di Graziella, la generazione è la stessa, ma lontano il modo di pensare, e aspettavo che tu rispondessi, perché sapevo che l’avresti fatto nel modo più giusto, puntuale ed educato possibile, sicuramente molto più di quanto avrei potuto fare io, che aspettavo, come ti ho detto, con le dita che mi prudevano difronte alla tastiera. Non hai bisogno di avvocati che prendano le tue difese.
Ti auguro tutto il meglio Grazia, te lo meriti.

Reply
Graziella Marzo 17, 2015 - 12:41 pm

@Anna. Credo Lei abbia frainteso il senso del mio commento: lungi da me l’ idea che ” le donne debbano rimanere mute e a cuccia ” o che non dobbiate lamentarvi, ci mancherebbe! Anzi, proprio l’ opposto: ovvero che lottiate ( lottiamo ) per cambiare le cose, organizzandovi nel modo più efficace. Ho parlato del passato solo per fare alcuni esempi di come noi, ovvero la generazione precedente, siamo riusciti ad ottenere dei diritti civili che prima non c’ erano. Di come, ancora adesso, si possa riuscire a modificare, in Italia, alcune cose in meglio. Per esempio, Erbaviola combatte per un ambiente meno inquinato, benissimo, io ho recentemente lottato (insieme a moltissimi altri, molto più importanti di me) per cambiare una legge ingiusta, quella sulla procreazione assistita. Due lotte diverse, entrambe però per rendere più civile il nostro Paese. Noi ce l’ abbiamo fatta. Ora, uno può fare ciò che vuole, andarsene come meglio crede, ci mancherebbe, ma la continua critica di ” come si vive male in Italia” personalmente la considero un’ offesa per chi invece ha scelto di restare e di lottare ( e a volte ci riesce anche). Mi sembra anche che continuare a mitizzare la ” vita all’ estero” sia un po’ irrealistico, a meno che non ci sia di mezzo la possibilità di un lavoro migliore. In tutti i Paesi ci sono luci ed ombre. Il problema delle tasse e’ sicuramente enorme in Italia, ma chi di voi sta facendo qualcosa per cambiare le cose?

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Graziella Marzo 17, 2015 - 12:53 pm

@ Anna : per la Sua seconda risposta, ” costruirsi un piccolo mondo che si desidera” non è’ esattamente un modo per cambiare la realtà che ci circonda . Per stare meglio noi nel privato, sicuramente. Ma poi ” giunge lo Stato ” , come dice ancora Lei, dimenticando che lo Stato siamo ( anche) noi, e che comunque ovunque, anche in Francia, Gran Bretagna o Germania, lo Stato se vuole ti costruisce accanto qualunque cosa. Per esempio una centrale nucleare ( che invece qui è’ vietata).

Reply
Anna Marzo 17, 2015 - 1:17 pm

Come si fa a non sentirsi soffocati in un Paese dove condannati/indagati/magnacci legiferano e decidono del nostro futuro?
Come si può avere fiducia?
Paghiamo sulla nostra pelle,sulla nostra salute e sulle nostre esistenze ogni santo giorno che scende in terra il peso della corruzione. Lei vede una volontà seria di cambiare rotta?
Io no.
Un Paese senza legalità è il far west.
Non esiste un ambito che non sia contaminato dalla mafia, dal malaffare, dalla corruzione.
Mi spiace, ma io non nutro fiducia alcuna.

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Daniele Marzo 17, 2015 - 1:48 pm

Io a volte rimango allibito dalla rabbia che abbiamo nei confronti del nostro Paese.Come al solito vengono elencate solo le cose di comodo, tipo corruzione, illegalità, mafia, parlamentari mafiosi, soldi pubblici buttati… Mai una volta che si riesca anche a fare un elenco delle cose buone che offre! Ma che pensate che fuori dall’Italia non ci siano Mafia, corruzione, sperpero di soldi pubblici, inceneritori?!?!?!? Ma siamo un pò realistici, e vediamo un pò chi di noi non ha mai fatto fare un lavoro senza chiedere la fattura, oppure uscito da un esercizio commerciale senza scontrino. Tutti adesso grideranno io non lo mai fatto!!!Forse negli ultimi anni la nostra generazione è migliorata, ma non ci prendiamo in giro, tanto come al solito tutto il mondo è paese, e le persone sono tutte uguali, basti vedere uno Svizzero o un Tedesco con la ferrari in Italia come si comporta e mentre invece come viaggia bene nel rigore del suo Paese. Allora se lo Stato ti permette anche di fare certe cose, sta alle persone capire se farle oppure dire di no! La speranza è che la nostra generazione ed i nostri figli dicano di no a queste ingiustizie, che non accettino un lavoro per comodo o raccomandazione, che non vadano a fare politica corrotta, perchè Renzi & Co sono figli dei nostri genitori, e chi ha insegnato a loro? Mia figlia mi auguro che non vada a popolare quella schiera di persone lì, e se un giorno invece sarà così allora vuol dire che ho sbagliato insegnamento. Nessuno si deve immolare, ma come diceva Graziella è inutile andare in Francia e pensare di stare bene, quando poi la corrente la prendi dal nucleare e città come Parigi scelgono l’inceneritore perché “Non sarà il modello più sostenibile, ma è quello storico, quello che adottiamo da più di un secolo” a detta loro.Poi come ho scritto prima, ognuno è libero di fare ciò che vuole e per fortuna la libertà nella nostra epoca esiste!

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Erbaviola Marzo 17, 2015 - 10:06 pm

Questo lo condivido, ma il nazionalismo a tutti i costi no. Noi siamo cittadini del mondo, non solo dell’Italia. L’imprenditore che sposta l’azienda all’estero e continua a vendere in Italia e magari anche ad abitarci, vedi i vari Benetton, D&G e compagnia, non lo approvo. Ma se io un giorno decido che preferisco avere il rischio del nucleare ma un sistema meritocratico, perché no? (non è la mia scelta, è solo un esempio)
La Francia (e non è detto che sia quella o che non rimanga qui) nel mio caso ha dei criteri di scelta che non hanno niente a che vedere con le tasse sulla casa, il fisco ecc. Non sono i criteri con cui scelgo dove vivere, solo delle aggiunte. Ho altri criteri che riguardano sostenibilità ecc.
Ma, appunto, si ragiona. Non ho deciso, l’ho scritto. Mi sto solo interrogando e sono molto stanca della situazione dopo tanti anni di lotte. Questo almeno un po’ dovrebbe essere comprensibile 🙂

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Erbaviola Marzo 17, 2015 - 9:59 pm

Graziella, il tasto REPLY l’ho messo apposta per permettere di rispondere sotto al commento che si vuole, senza usare @ 😉

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Cristina B. Marzo 17, 2015 - 6:16 pm

Ciao Grazia,un bellissimo ed esaustivo post . Che capita proprio nel momento in cui una coppia di amici fraterni andranno via alla volta delle Baleari per realizzare il loro sogno: ritrovare serenità.E che ovviamente ci hanno invitato una volta sistemato tutto, sapendo che da anni pure noi vorremmo cambiare aria e vita, delusi dal fatto che ci stiamo piegando ad una società schizofrenica in cui facciamo un lavoro che non è quello per cui abbiamo studiato (e che amavamo fare).
Per come la vedo io l’Italia è come un vestito stupendo: per quanto bello se non è della tua misura non riuscirai mai a sentirti a tuo agio e arriverai a detestarlo.
Un abbraccio

Reply
Erbaviola Marzo 17, 2015 - 10:07 pm

Un abbraccio a te Cristina, bella metafora 🙂 Fammi sapere come andrà in ogni caso! Un abbraccio!

Reply
Cristina B. Marzo 17, 2015 - 11:08 pm

Sarà fatto! (dita e zampe incrociate) 😀

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alessandra Marzo 17, 2015 - 7:45 pm

grazie per il tuo post.
quando sono arrivata alla faccenda dei cavoli e dei contanti, alla decrescita e frugalità sono scoppiata in lacrime.
è tutto tristemente vero.
ed a chi parla ancora di lotte dei nonni e scontrini o fatture non emesse, ribadisco il tuo passaggio su elicottero e manicure.
grazia, è un piacere leggerti

Reply
Erbaviola Marzo 17, 2015 - 10:12 pm

Abbracciamoci Alessandra, và. 🙂 Magari vale ancora la pena di lottare, si potrà magari cambiare qualcosa? La situazione è orrenda, ma qualcuno vede una luce. Continuo a ragionarci.

Sulle lotte dei nonni non mi tornano mai i conti. Tutti hanno il nonno partigiano. TUTTI. Poi gli chiedi divisione e nome di battaglia e niente, se lo sono dimenticati. Mi resta la curiosità di capire com’è che i partigiani erano massimo diecimila e hanno nipoti ovunque, mentre i fascisti tesserati che erano ben trenta milioni non sono nonni nemmeno di quei quattro gatti di Casa Pound. Guarda che son misteri davvero!

Reply
DaniVerdeSalvia Marzo 17, 2015 - 9:24 pm

Lacrime agli occhi, nella fuga di cervelli adesso dovrò mettere in conto anche quello splendido e splendente della mia Erbetta, l’unica vegana che amo come un’onnivora <3
Non so di cosa ti stupisca: ecccerto che la neve collosa esiste, non hai letto 'Il senso di Smilla per la neve', dove dice che gli Inuit hanno oltre 60 diverse parole per definire la neve: “nella lingua inuktitut esistono molte parole per descrivere le diverse forme e condizioni della neve. C’è la neve che scende, la neve che segna la fine della bella stagione, la neve appena caduta, la neve soffice su cui si fa fatica a camminare, i cumuli di neve morbida, la neve dura e cristallina, quella che si è sciolta e poi ricongelata, la neve su cui è piovuto sopra, la neve farinosa, la neve trasportata dal vento, la neve con cui il vento copre gli oggetti, la neve dura che cede sotto il peso dei passi, la neve fusa per essere bevuta, la neve ammucchiata e la neve più adatta a costruire gli iglù", e non ultima la neve collosa conseguente alle scie chimiche delle aeronavi rettiliane. E non c'è niente da ridere!
Sono quasi anziana, ho un marito con più titoli e master di Marchionne ma disoccupato da oltre 3 anni, niente pensione lui, niente pensione io, una sola gioia, una figlia avuta in tarda età, adesso 16enne. E per questo nostro amore unico e tardivo abbiamo voluto studi di lingue con la speranza di una vita dignitosa, seppure lontano da noi. Non c'è speranza in questo paese, pare strano ma ancora siamo ben lungi dall'aver toccato il fondo: la stramaggioranza ha ancora la casa di proprietà e magari la seconda casa per le vacanze, più auto in ogni famiglia, vacanze etc. Solo quando non avremo più di che riscaldarci nè di che dare da mangiare ai nostri figli daremo voce e forza alla nostra disperazione, ed allora ci sarà sangue, e sudore, e lacrime. Penseremo mica che da una dittatura si esca attraverso le lezione, ehhh? Opps!, dimenticavo: ci hanno già tolto anche quelle, peccato che non ce ne siamo accorti. Ti voglio bene Erbetta, e te ne vorrò ovunque tu vada. Magari manda a chiamare, eh? Un grande abbraccio.

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Erbaviola Marzo 17, 2015 - 10:18 pm

ahahahah Dani, fortuna che ci sei tu che mi strappi sempre la risata! Ero lì che leggevo tutta seria la neve e sono scoppiata con la neve collosa dell’astronave rettiliana! Ma come ti vengono? 😀
Ti abbraccio tantissimo Dani, perché tu sei una donna stupenda che si è saputa reinventare un lavoro non da zero ma da meno cinquanta, quindi cento volte meglio di qualunque Marchionne titolato.
Ecco, se devo guardare degli esempi di resistenza, di arte dell’arrangiarsi, di imprenditorialità femminile (e anche di simpatia, dai)… io guardo te e un po’ di speranza in più la vedo. Grazie di essere passata di qui, perché di ricordarmi la mia brocanteur preferita avevo proprio bisogno! Ti abbraccio!

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Fiorella Marzo 17, 2015 - 11:30 pm

Ciao a tutti,
ci ho messo un po’ a leggere i post, come ho detto nel mio precedente post ci sono voluti tre anni prima di capire che al mondo non interessava essere cambiato da me, ma visto che il mondo così com’è non mi piace io ho deciso di continuare sulla mia strada, con le mie lotte, la mia personale decrescita e a difendere la mia libertà da ogni richiesta di scendere a patti.
Ma questo è quello che penso io ed io sono il frutto delle esperienze che ho vissuto, delle persone che ho incontrato, di ciò che ho avuto e ciò che mi è stato tolto.
Oggi la ragazza di mio figlio è partita, è andata via per 2 mesi, ha lasciato il lavoro da commessa e ha accettato di andare all’estero e sinceramente non me la sono sentita di dirle che faceva una brutta cosa, in 2 mesi prende quello che prendeva qui in un anno, facendo quello per cui ha studiato tra le altre cose…
Viviamo in un momento difficile, negli ultimi trent’anni ci hanno convinto che il denaro potesse comprare tutto, ora come lo spighiamo a chi si è illuso di questo che non è vero? Come glielo spiego ai miei figli che se questo paese è messo male è perchè io non ho fatto abbastanza e che quindi loro devono restare, scendere a patti con “degrado morale” e cercare di rimettere a posto le cose? come si fa a dire ad un ragazzo di 28 anni non andartene dall’Italia rimani qui con me, quando io ho il posto fisso e lui lavora da 8 anni con un contratto del cavolo? No, non posso farlo, posso solo lasciarlo libero di vivere la sua vita, di fare le scelte che lo rendono felice.
Ma io rimango qui perchè, e questo ci tengo a precisarlo è un mio pensiero personale che vale per me, mi sento in dovere di rimettere le cose a posto, perchè sento di aver mancato, io sono lo Stato, io dovevo vigilare, io dovevo dissentire e non l’ho fatto abbastanza
Sentimenti come rabbia e rassegnazione sono giustificati e li capisco, voi non avete idea di come mi incazzi quando sento parlare di expo e sentire che gli sponsor sono Coca cola Mc Donalds e Nestlè. Ma secondo voi è normale? No! Cosa posso fare io? Nulla! se non continuare a boicottare tutte le multinazionali…
Quindi ragazzi e ragazze (qualunque sia la vostra età) fate ciò che vi rende felici, se deciderete di andarvene da questo paese sono convinta che continuerete a lottare per lui, ma io rimango qui perchè quando ritornerete e so che ritornerete, ci dovrà essere pur qualcuno a prepararvi una gran bella tazza di caffè.
Ciao e buona serata

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Graziella Marzo 18, 2015 - 1:16 am

Cara Erbaviola, ho cercato di esprimere un ‘ opinione che non ritenevo offensiva, solo diversa dalla tua. Mi sono ritrovata a leggere parole molto aggressive nei miei confronti , cui non intendo replicare. Questo blog è’ tuo, questa è’ casa tua, ho sbagliato io ad entrarci , utilizzerò meglio le mie energie d’ ora in poi. Solo, per precisione: non ho mai avuto un contratto a tempo indeterminato in vita mia, ho dovuto fare e subire scelte molto dure per essere coerente con le mie idee, mai avuto certezze o sicurezze o altro ancora, quindi mi hai “catalogata” in modo proprio sbagliato. Quanto a farti la lezione, è perché poi? Manco ti conosco…ho espresso un’ opinione su un tuo modo di vedere ciò che succede in Italia, mica su di te. Pensavo di poter aprire un confronto, nient’ altro. Sicuramente ho sbagliato blog.

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Valentina Naturalentamente Marzo 18, 2015 - 4:05 am

Cara Grazia, ti rinnovo la mia ammirazione nei tuoi confronti. Sei di una forza, coerenza, intelligenza e saggezza impareggiabili. Ti auguro tutto il meglio, con il cuore. Anche se non ci conosciamo, ti stimo profondamente per il tuo impegno per cambiare questo mondo malato. Dovremmo tutti dire “grazie” alle (rare, rarissime) persone come te. La risposta che hai scritto al commento di quella Graziella mi ha dato ancor di più la misura di quanto la tua vita sia una vera e propria missione rivoluzionaria.
Con sincera gratitudine,
un abbraccio di luce,
Valentina.

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DaniVerdeSalvia Marzo 18, 2015 - 9:44 am

Condivido ogni sillaba del commento di Valentina, e rilancio: raramente persone che portano avanti, anche con estrema fatica e necessarie rinunce, una vita all’insegna della ricerca e del mantenimento di alcuni ideali, alla fine non si ammantano di un integralismo aggressivo e saccente. Grazia, al contrario, si è sempre posta in maniera umile, disponibile e totalmente aperta. Secondo me meriterebbe tutt’altro che non l’emigrazione, ma si sa, oramai i meriti sono titoli di assoluto demerito, le persone intelligenti e raziocinanti sono pericolose, “Pensano!…”, meglio costringerle all’esodo, intanto che stanno riorganizzando il confino. Dai Erbetta, se sarò tanto brava, leggerò tanti libri, non accenderò la televisione, manterrò Il Neurone attivo fosse anche con la Settimana Enigmistica, forse alla fine avrò l’indubbio onore di ritrovarti vicina di casa a Caprera…

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paola Marzo 18, 2015 - 10:11 am

Ciao a tutti, a Grazia in modo particolare. Grazia, io, al posto tuo, me ne sarei già andata da un pezzo. Tanto qui, credimi, non cambierà MAI NIENTE. Non sono più giovane e aspetto solo la pensione di mio marito (che, spero, ci sarà dopo 42 anni di officina) per andarcene senza voltarci indietro.

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paola Marzo 18, 2015 - 10:40 am

Scusate, volevo solo aggiungere al mio commento precedente che niente al mondo vale come la mia salute, soprattutto mentale, e rimetterci la salute per combattere “cause già perse in partenza” non fa per me.

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Nunzio Marzo 19, 2015 - 3:30 pm

Ragazzi volevo ringraziare della bella atmosfera che regna in questo post; e…Grazia, complimenti per le tue lotte, ti stimo.
Mi piace molto la sensibilitå alle azioni presente e future che ci promettiamo.
Volevo dire che il problema del presente e futuro dell’Italia, con me stesso, lo affronto da anni; come e’ giusto che sia ho cambiato varie opinioni, o meglio, la stessa prospettiva si e’ evoluta.
Vivo all’estero dal 2010, dico vivo perche’ non ho sempre lavorato, almeno non sempre per soldi.
Ho lasciato l’italia e un contratto a tempo indeterminato (da 2200 euro al mese netti) perche’ i soldi non mi bastavano, sapevo che esisteva di piu. Ho viaggiato ininterrottamente per 3 anni, ho fatto 12mila km di autostop in 14 mesi, vissuto in corea del sud, estonia, su una barca a vela nell’atlantico, attraversato la russia in autostop, vagabondato in mongolia, volontariato in germania, autostop nei balcani, in finlandia a fine gennaio, passato 55 giorni in prigione in una cella di 220cm lunga e 65cm larga, da solo, in un paese dove la gente non parla una parola di inglese, il “bagno” era un buco di 15 cm e un rubinetto a 25 cm dal pavimento da dove usciva solo acqua fredda. Sembrerå strano, ma lo ricordo come uno dei periodi piu istruttivi della mia vita.
Oggi ho firmato il quinto contratto a tempo indeterminato della mia vita (i primi 3 italiani e gli ultimi 2 norvegesi) e so’ giå che lo lascerø. A me, e ritengo di non essere migliore di nessuno, la “sicurezza” di una casa o di una stabilitå (non precarietå) non solo non mi manca ma mi spaventa. Se dovessi decidere ora qualsiasi cosa della mia vita; casa, lavoro, relazioni e far si che resti tale per sempre io mi sentirei MORTO. Perdonatemi ma e’ ciø che sento.
ma ciø che voglio dire principalmente e’ che a mio avviso, la questione dell”italia il paese che non cambia” e’ relativamente vera, e’ solo una mia prospettiva, ovvio: i cambiamenti sono innanzitutto piu lenti di ciø che noi vorremmo che fossero. In alcuni casi ci mettono svariati decenni/secoli per piccolissime varizioni, e non solo: il cambiamento stå gia avvenendo; niente e’ stabile. Dobbiamo solo mettere da parte la nostra “arroganza” e presunzione (io in primis) e avere tolleranza, molto piu profonda di ciø che abbiamo, Grazia E’ UN BENE se tu andrai via, per te e per quelli che restano, poiche’ man mano resteranno SOLO le mele marce, e si annulleranno a vicenda, come timidamente sta accadendo. Io, sono un tecnico (con la licenza media) e per deformazione professionale non perdo mai il contatto con il lato pratico delle cose: immagino e credo in una nuova Italia POVERA e felice come quella del dopoguerra, dove le famiglie dormivano in una stanza, dove si facevano molti figli per avere aiuto nei campi, dove si coltivava la terra altrui (anche se sono tendenzialmente anarchico e sto generalizzando per dare un’idea di una condizione che amerei vedere un tantino piu equilibrata nei rapporti umani/sociali e non finanziari), dove non si posedeva nulla e i fortunati avevano il vestito della domenica, dove si andava a in paese con la moglia sulla canna della bicicletta, dove i fortunati avevano l’asino. Cerco di vivere nel mio mondo estremamente(!) consumistico come la Norvegia quasi da barbone; non compro abiti da anni, li trovo nella spazzatura dove spesso cerco anche il cibo e credo nella felicitå dell’era preindustriale alla quale l’italia lentamente sta tornando

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Daniele Marzo 20, 2015 - 8:45 am

Scusami tanto Nunzio ma da Italiano onesto mi sento veramente offeso. Sinceramente il fatto che Grazia decida di andare via dal Nostro Paese, per te può sembrare un bene (ogni opinione è libera e lecita), rimango del fatto che ognuno è libero di fare ciò che vuole della propria vita, ma la cosa che più mi ha fatto girare le p…e è la frase “poiché’ man mano resteranno SOLO le mele marce, e si annulleranno a vicenda”. Io non ci sto, sono fiero di vivere in Italia, lavoro onestamente, faccio una vita più dignitosa possibile, cerco d’istruire mia figlia nel modo migliore assieme a mia moglie e sentirmi dare della mela marcia per il fatto che io ho deciso di restare in Italia proprio non mi va giù! Io non critico il tuo stile di vita, sicuramente avrai avuto le tue ragioni che ti ha portato a fare ciò che hai vissuto in questi anni, ma resta il fatto che non è togliendo tutti i confort, i soldi, che si ha una vita migliore. Quando parli di Italia Povera del dopoguerra, felice lo dici tu, dai racconti dei miei nonni/genitori tanto felici poi non erano. Vivere in 10 in una stanza da letto, lavorare 12 ore al giorno per sopravvivere non mi sembra tanto la felicità. Bisogna accettare il cambiamento, viverlo nel modo migliore possibile, e non fare di tutta l’erba un fascio.Io vedo soprattutto cose positive, il fatto che prima si moriva a 50 anni per un “colpo” come dicevano i nostri nonni, adesso invece l’età media è 80anni e passa. Molto è cambiato, ma se si vuole vedere nel cambiamento solo le cose negative allora vuol dire che il problema non siamo certo noi italiani. Un in bocca al lupo a Grazia, che si trova sicuramente a fare una scelta molto difficile, perché a quanto deduco dai suoi post è una persona che ama vivere, vivere bene, ed ama anche il Nostro Paese, altrimenti questo articolo l’avrebbe già scritto da un’altra parte del mondo 🙂

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nunzio Marzo 20, 2015 - 5:03 pm

Daniele caro, non ti devi scusare, la tua opinione è un diritto, mi scuso io se ti ho offeso, non era assolutamente mia intenzione e ne sono rammaricato ma come ho chiaramente detto anche la mia e’ un opinione e non aveva lo scopo di offendere nessuno, incluso te.
Di conseguenza ti ringrazio per la tua risposta. Quello che volevo intendere quando ho detto “Grazia è un bene se tu andrai via” non intendevo dire “grazia devi andare via”, ovviamente è una sua scelta, ma io le situazioni le conosco entrambe e posso certificare che i cambiamenti giovano a tutti. Grazia vedrà la prospettiva diversa tra il visitare un posto e viverci, nel bene e nel male, valuterà tutte le cose belle e capira che non tutte sono belle (come ho detto sono la maggioranza gli italiani che tornerebbero, e parliamo di italiani in germania, belgio, svezia, canada e tanti altri paesi che nella mentalità collettiva sono “migliori” ma migliori realmente non lo sono o lo sono solo in parte). Scegliere equivale ad accettare dei compromessi, SEMPRE; ogni scelta comporta l’accettazione dei compromessi relativi a cio che si lascia e cosa si trova. tante cose possono essere spiegate per ore ma fin quando non si provano non si acquisiscono pienamente, esattamente come quelle persone che meritano che il carro smetta di essere trainato da persone come Grazia e come te Daniele, ecco cosa in realtà intendevo quando ho detto “le mele marce devono restare da sole”, probabilmente siete genitori e sapete quanto è grande la diferenza tra dire continuamente a un figlio “non fare questo errore” e invece avere la saggezza e la lungimiranza di farglielo commettere quell’errore; capite che intendo? E questo esempio signori non lo applico ai politici (che abbiamo eletto noi) ma comincio in primis da me stesso, l’ho imparato su di me, se vuoi cambiare il mondo devi cominciare da te stesso (gandhi) e lotto a partire dai miei genitori e dalla differenziata, dal modo di guidare e parcheggiare, dal modo in cui curano i rapporti sociali e professionali istigando al clientelismo e alla corruzione, seppur in scala familiare. Ho imparato che -scegliere è come votare- da una mia amica attivista, in tutto, quando scegliamo NOI votiamo, dal cibo, ai programmi tv, al lavoro che facciamo, i libri che leggiamo, gli amici che coltiviamo, gli interessi, come ci vestiamo ecc. le nostre scelte sono VOTAZIONI che decidono come la società cambia, ecco l’importanza dei social network, i comportamenti e le analisi di massa, la gestione dei dati in scala globale, l’unificazione a comando dei media (che influenzano le scelte) e tanto altro, tanto, passando dalla sociologia, da come scegliamo un partner, il modo di viaggiare e come spendiamo i nostri soldi; i soldi sono la penna con cui votiamo la personalità del sistema consumistico. Possiamo fare corsi su corsi, lezioni e convegni su un cato comportamento, ma la verità è che una certa tipologia di persona mai cambierà fin quando non sarà di fronte alla NECESSITA’ di cambiare, anche questo è tratto dall’evoluzione della specie di Darwin. Esattamente come qualsiasi sia il vostro lavoro sapete che potete studiare una cosa e capirla perfettamente m’a fin quando non la farete con le vostre mani non acquisirete mai padronanza di quell’attività: ecco che dopo l’universita (didattica italiana) si seguono i master a pagamento, poichè c’è necessità di acquisire quela conoscenza ATTRAVERSO il canale della praticità, del fare. Ecco, in Italia molte persone spingono il carro e molte persone stanno sopra, fin quando chi sta sopra vedrà il carro avanzare non capirà mai; questa è una mia opinione. Riguardo alla “felicità del dopoguerra” mi esprimo meglio, come ho gia detto “sto generalizzando per dare un’idea di una condizione che amerei vedere un tantino piu equilibrata nei rapporti umani/sociali e non finanziari”. Nel mondo esistono i colori e bisogna usarli, senza estremizzare le cose bianche o nere, ai colori per me equivalgono le sfumature e gli equilibri, gli adattamenti. Non parlavo di una società dove si muore a 50 anni (anche se la media di vita di 50 anni non appartiene al dopoguerra ma al 1700) ma ho parlato di equilibri nei rapporti umani e non finanziari. Parlando per assurdo, altrimenti mi si incolpa di essere visionario e che -è impossibile- dico che noi tutti insieme dovremmo cercare l’equilibrio e i settaggi; per generalizzare vorrei vedere nessun altro in automobile e con tutto ciò che non è strettamente indispensabile (ed è taaaanto, credimi) e le energie collettive che vengano spese per istruzione e sanità; visionario vero? Con le spese militari di tutto il mondo potremmo vivere senza lavorare, lo sapete?…solo le miloitari. Io sono figlio di contadini e i miei genitori altrettanto, entrambi. Sono letteralmente cresciuto nella terra, scalzo 12 mesi all’anno fino a 5 anni e mai avuto un passeggino, ho le foto di quando ero piccolo, non camminavo ancora, e mia madre mi portava con se in campagna mettendomi nella cariola, e doveva farlo poichè doveva lavorare. Fino a 14 anni andavamo non 12 ore ma dall’alba al tramonto in campagna e non portava cibo ma solo la bottiglia con l’acqua, io e mia sorella quando avevamo fame mangiavamo i pomodori, i cetrioli, i finocchi, andavamo a rubare le mele e i fichi dagli alberi dei vicini, giocavamo con la terra e tornavamo a casa neri come dei carboni. I miei lavoravano tanto perchè hanno deciso di -avere- di piu e si sono costruiti una casa di 250 metri quadrati su 2 livelli, grazie anche a tanti debiti ma sempre pagati. Se i miei si fossero accontentati di una casa di 50 metri quadrati (che ora sarebbe ideale poiche ci abitano da soli ed è dispersiva quella che hanno) avrebbero potuto lavorare 5 ore al giorno. E comunque nelle 12-13-14 ore che facevano io personalmente vedo molta piu felicità di chi fa 9 ore al giorno a milano e ne passa 3 nel traffico, mangia cibo spazzatura e le sue gioie risiedono esclusivamente nell’avere l’iphone, l’Audi a6, gli abiti firmati, le cene nei ristoranti chic e se sarà fortunato il nostro impiegato milanese modello non morirà a 60 anni per il tumore allo stomaco. Ecco che bisogna applicare i colori e montare gli equilibri. Io e mia sorella abbiamo dormito per 4-5 anni nello stesso lettino da 1 persona, ognuno con la testa dal lato opposto, nella stessa camera con i miei genitori e ne conservo solo ricordi belli. Mio padre mi racconta con sofferta nostalgia di quando aveva 13-14 anni e la sera prima di andare a letto doveva ricordarsi di andare a prendere l’acqua al pozzo (non avevano l’acqua corrente in casa) altrimenti se la notte si svegliava e aveva sete restava senza, e non vedo nessun rammarico o shock da sofferenza nei suoi occhi. Il valore delle cose si capisce quando non ce le abbiamo; e, a mio parere, NOI in quanto ad AVERE siamo senza equilibrio ;). Io sarei fiero ugualmente di vivere in italia Daniele, non ho mai detto il contrario, e avevo lasciato il mio quarto contratto a tempo indeterminato per dedicarmi alla terra, ultimamente rivedo con sempre piu piacere l’immagine di mio nonno che potava gli olivi e me lo ricordo fino a pochi giorni prima di morire che a 82 anni andava in campagna dal mattino all’alba e ci stava fino a tarda sera: io lo vedevo felice, profondamente. Poi vedo, nel traffico, i dirigenti d’azienda in Porsche turbo (modello di punta di auto sportive) tristi, vuoti, neutri, inanimati e persi. Spero di aver risposto ai tuoi punti con l’educazione e la stima che intendevo. Mi piace l’argomento che trattiamo e sono sicuro che dialogando ci si possa capire sempre di piu. Grazie

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nunzio Marzo 19, 2015 - 8:52 pm

Mi sono riletto, e volevo chiarire un concetto che forse non credo di aver espresso; durante questo tempo che ho viaggiato, letto (piu del solito) e osservato sono arrivato alla conclusione che la “malattia” è mondiale, non solo italiana, anche se in Italia ci sono degli aspetti estremi e che risaltano di piu, in realtà i posti che ho visitato hanno, sommariamente, gli stessi problemi. Tanto che la maggiorparte degli italiani all’estero, o perlomeno quelli piu intellettualmente onesti e introspettivi, vorrebbero tornare, vi siete chiesti il perchè? In Norvegia ho uno stipendio da favola, pochissima burocrazia, non posseggo una moto o una macchina, non posseggo smartphone, non compro nulla che non sia strettamente indispensabile, cerco il cibo nella spazzatura e me ne vanto, vivo in un tessuto sociale tecnicamente efficiente, da quello che risparmio posso comprarmi una casa in contanti dopo 5 anni di sacrifici ma sono INFELICE. Quando parlo di “visitato” non intendo il week end a Londra o la settimana a Berlino; generalmente ho cercato di evitare i luoghi di interesse comune, ho evitato gli ostelli e le città turistiche perchè volevo informazioni dalla gente e non dai media; quindi ho cercato accoglienza in cambio di lavoro in case private, in luoghi “sconosciuti” al turismo dove potessi ascoltare “la voce fuori dal coro” e devo dire che è un modo di spostarmi e capire che mi incanta. 2 mesi in Germania, 6 settimane in Estonia, 3 mesi in Russia, 1 mese in Mongolia, 2 mesi in Giappone, 6 mesi in Corea del sud, 1 mese in Finlandia, 2 mesi su una barca in giro per il mediterraneo, 3 mesi tra slovenia, croazia, bosnia, montenegro, macedonia e grecia, 3 settimane in svezia, 4 mesi su una barca tra gibilterra, canarie e caraibi e poco altro, spostamenti sempre in autostop/barcastop, dormito ovunque, realmente ovunque in tenda e sacco a pelo, dalla foresta siberiana alle chiese, o il cesso di una stazione di servizio o una stazione di polizia, nei vagoni merce, sui cassoni dei camion, nei recinti con le pecore e altro, la mia “casa” è stata sempre e solo il mio zaino, niente altro. Durante questo splendido periodo della mia vita (tra i 30 e i 33 anni) ho avuto molto tempo per riflettere e confrontarmi lontano dalle IMPURITA’ che porta l’avere, ho avuto modo di percorrere un percorso di egodecostruzione e di avvicinarmi alle anime e al senso dell’umanita’ come non avevo mai fatto in vita mia, mai. Ho capito cose che ritengo molto importanti e vere; tra queste che -il povero non è chi non ha nulla ma chi necessita tanto- per dirlo con parole di Josè Mujica. Cioè che il nostro stile di vita occidentale ci ha avvelenato l’anima nel senso piu radicale che questa frase può avere, prima ritorneremo ad avere un concetto nel quale essere è piu prezioso di possedere e essere prevaricherà su possedere meglio sarà per l’umanità tutta. Quando mi sono spostato ho prediletto l’Asia perchè lo ritenevo il continente dell’anima, il continente dove risiedono arti e scienze molto profonde e spirituali rispetto al mondo occidentale, è vero, ma si sta inquinando e velocemente anche, quindi ci sono luoghi che “rallentano” in questa corsa e luoghi estremamente avanzati che un giorno collasseranno; -non è concepibile una crescita infinita su un pianeta finito- (non ricordo chi l’ha detto). Questi concetti credo siano alla base di tutto. In Norvegia, uno dei posti piu “evoluti” al mondo vedo ormai da vari anni tante false verità vere solo siu giornali, tante contraddizioni in termini sociali, comunicative e relazionali; avevo deciso di andare via tornare alle mie radici e mi sono dimesso poco piu di un mese fa, volevo tornare a “imparare” la mia meravigliosa lingua nativa, godermi e rappresentare degnamente il mio paese, in modo diverso, poichè vedo che la maggior parte non riescono a cambiare (c’ho provato anch’io, e ho delle cicatrici ancora fresche e profonde) esattamente come non sono riuscito io qualche anno fa e ora avevo deciso di riprovare. “purtroppo” amo anche il mio lavoro, e qui ho avuto una grande possibilità, e mi sono solo temporanamente ricreeduto, ho deciso che posticipo di un annetto, non di piu: poi torno. Voglio stare stare tra gli ulivi e i limoni, coltivare la terra e non possedere nulla oltre ai concetti dei libri. In questo anno le cose matureranno sottilmente e io avrò piu tempo di prepararmi alla decrescita, a quello stile di vita ideale per “schivare” il sistema, a costruirmi un’armatura che il sistema non può attaccare, il sistema è costruito e alimentato dal -possedere-…se si fugge questo concetto gli si troncano le gambe, non può farci nulla, diventa impotente. Quindi cosa sta accadendo, ai miei occhi è sublime come la fioritura di un mandorlo a primavera, anche se solo pochi mesi fa me ne logoravo, la gente (i poteri forti) che si stanno scannando per il possedere si stanno lentamente autodistruggendo, sembra assurdo ma è cosi, e chi prima si adatta al cambiamento sarà colui che prima godrà del cambiamento, questo lo dice Darwin nell’evoluzione della specie. Invece un meraviglioso autostoppista russo incontrato sul lago baikal, parlando di profonda filosofia e antropologia e di autostop (l’attività sociale piu toccante che ho fatto in vita mia), quando gli esposi i miei “dubbi” mi disse; “la sequenza degli eventi è sempre corretta”. Oddio quanto è vera questa frase.

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M.T. Aprile 5, 2015 - 2:21 pm

Avevo contattato Enel per il disservizio di assenza di energia elettrica per diversi giorni e mi era stato detto che per quel periodo ci sarebbe stato rimborso. Così come l’avevo letto su vari giornali. Ora scopro da questo articolo che così non sarà: proverò a informarmi, ma temo che sia come scrivi.
Ne aggiungo una. Con la neve caduta ci sono stati tanti alberi caduti o che si sono piegati sui vari fili, compresi quelli telefonici. Fatta la segnalazione a Telecom, la ditta ha informato che non è responsabilità sua, che spetta al proprietario del terreno rimediare e che se ci sono danni, deve pagarli e pagare una multa. Si fa presente che Telecom non chiede permessi per passare su un terreno e che c’è responsabilità per i danni alle linee solo per atti diretti, tipo taglio di alberi che causa rottura di fili o sbandamento d’auto che danneggia pali. Ma questa è l’Italia.
Non bastasse questo, i passi carrai per cui si paga le tasse bisogna tenerli liberi pena la multa, ma gli spazzaneve possono occluderli come metri di neve che tanto va bene: protestare con i vigili è inutile, rispondono che chi fa pulizia della strada può farlo.

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M.T. Aprile 7, 2015 - 6:54 pm

Mi sono informato dall’Enel e verrà erogato, come da legge, l’indennizzo per mancata erogazione del servizio elettrico, entro cinque mesi dall’evento. La comunicazione verrà data in bolletta, spiegando le modalità del rimborso, che potrà essere scalato dalla bolletta o con il ricevimento di un assegno.

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cindy Giugno 23, 2016 - 1:46 pm

ciao Grazia ho scoperto da poco il blog e sto “recuperando” il tempo perso leggendoti ogni giorno!
Ogni post è ironia, idee .. voglia di fare insomma un mix che mi piace. Per quanto riguarda la situazione paese credo che chi ha provato a stare dalla parte sbagliata ben ti capisce. L’Italia è un cumulo di ingiustizia. Ho lavorato in proprio per qualche anno .. e dopo aver investito e lavorato com un cane HO CHIUSO per non farmi espropriare casa dalla banca. Non ho parole per il dispiacere che ancora mi porto dentro. Crisi, mancati incassi, usura bancaria, credit crunch .. queste sono le opportunità di fare impresa in questo paese!
oggi vivo con poco, pochissimo e ho scelto il down shifting per necessità. Produco da me con piacere pane in pasta madre, yogurt soya, detersivi bucato e saponi artigianali con oleoliti vari. Faccio un petit orto in balcone (un amore) … amo leggere e pratico yoga in tutti i posti meravigliosi che incontro. Non mi manca più la vita di prima, quella delle altre persone. Sono sposata e oggi viviamo con uno stipendio da operaio in due … abbiamo un piccolo mutuo per la casa (50 mq). Ho 37 anni e sono laureata ..ma di lavoro da dipendente non ne vedo in giro. Mi accontento perchè mi appagano altre cose, ma non tornerei a vivere come prima .. schiava del mio stesso lavoro. Anche io non riuscivo a pagare .. ho scelto molte volte di rinunciare a cure necessarie per onorare gli F24 in scadenza ma si può?
Sicuramente se, io e mio marito arriveremo alla terza età non staremo in questo paese … morire nella povertà no grazie !
un imbocca al lupo
Cindy

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