Ritorno al blog mentre il bosco si colora di giallo, arancio e rosso, mentre i sentieri diventano soffici al calpestio e arriva, lentamente, il freddo. Quest’anno guardo alla spoliazione stagionale degli alberi pensando alla mia: tante zavorre lasciate andare, tante finte necessità ridotte, una passeggiata quotidiana nel bosco per respirare l’aria che profuma della terra umida, della prima nebbia pungente, di aghi di pino.
Mi sono dovuta fermare, era il momento. La stanchezza che mi portavo dietro ormai da tempo e che non risolvevo se non per brevi periodi, si è convertita negli ultimi tempi in una successione di malattie. Non ne potevo più di ammalarmi continuamente. Non c’era virus che non sperimentassi, non c’era dente che non dolesse e una frequenza di mal di testa e malesseri di vario genere che mi stancava ancora di più. Attendevo l’inverno, privo di impegni di trasferta, per fare un digiuno terapeutico e ripristinare questo sistema immunitario provato. Aspettavo. Davo la precedenza agli impegni di lavoro.
Ma un giorno, in preda a laringite acuta e senza – di nuovo – un filo di voce, costretta a rimandare tutti gli impegni di lavoro, ho percepito che era quello il momento di fermarmi, non potevo aspettare l’inverno.
Vedo arrivare la luce, dopo tanto buio. Si affaccia incandescente tra le foglie.
Ho cominciato, così com’ero, senza procrastinare ancora: gli impegni ci saranno sempre, la vita sarà sempre un casino e alla fine l’unico modo di fare qualcosa è farlo. Per citare Doris Lessing, una delle mie scrittrici preferite, “Whatever you’re meant to do, do it now. The conditions are always impossible“.
Così ho cominciato con la pulizia intestinale profonda, poi alimentazione di soli vegetali non lavorati (quindi niente cereali e legumi) e ora sto benissimo. Di nuovo attiva, piena di energie e rivitalizzata.
Sto continuando ad alimentarmi solo di frutta e verdura, crude e cotte (più o meno il sistema di guarigione di Ehret), non amidacee, più frutta secca e solo ogni tanto, una volta a settimana, un pugno di riso integrale al vapore.
Rispetto alle altre volte, la depurazione intestinale è stata velocissima e fondamentale: dal terzo giorno stavo già bene e avevo continuamente voglia di mangiare frutta, cosa che nell’ultimo periodo dovevo impormi a forza. Sono i danni collaterali di un sistema-corpo fuori uso: voglia di mangiare solo schifezze, rifiuto per i cibi veri e naturali.
In questo mi aiuta l’orto che, stagione strana, ha finito questa settimana di darci succosi pomodori, croccanti zucchine e … sì, è novembre, lo so. Questo è il cestino che abbiamo raccolto quando abbiamo tolto le piante di pomodori e di zucchine, ormai sulla via del secco. Pensavamo di dover solo tagliare e sistemare, invece…
E non che togliendo poi le piante di peperoni sia andata diversamente! Altri peperoncini piccanti appesi a seccare, altri peperoni per pinzimonio e caponata e … altre zucchine.
Mi fermo sul tavolo del nostro micro-giardino ad ammirare i colori accesi e a sorridere per le zucchine che non sarebbero di stagione e i peperoni che non dovrebbero crescere in montagna
E le mele, grandi e buonissime, che ci dona con tanta generosità il nostro albero. Queste sono una varietà locale e antica che qui chiamano rosa dei monti. Nel nostro orto c’era già l’albero quando siamo arrivati, ed è da agosto che ci rifornisce di mele.
Per non parlare delle castagne, quest’anno tante, raccolte nei boschi qui attorno. Separiamo le più belle e grandi dalle piccole. Le grandi da far cuocere sulla cucina a legna per le caldarroste, le piccole a bollire per fare la crema di marroni.
Le castagne sono un lavoro e un cibo da chiacchiera, almeno a casa nostra è così: si selezionano, tagliano e cuociono intanto che si chiacchiera della giornata, al calduccio, aspettando la cena. Nella foto sopra, in cottura lenta nel coccio c’era una zuppa anche se non sulla cucina a legna perché questo novembre è così caldo che non la accendiamo tutti i giorni. E’ un novembre che ci ha regalato più pomodori e zucchine, peperoni e mele che zucche e broccoli… lo prendiamo così!
21 Commenti
Cara Erbuccia, come sempre, quando ho delle idee che mi girano da troppo tempo nella testa, arrivi tu a catalizzarle.
Da settimane volevo scrivere qualcosa sull’ascolto del corpo, ed eccoti qui che oltre alle meraviglie del tuo orto, ci racconti che la consapevolezza e l’ascolto sono sempre la giusta via.
Sei il mio esempio, sappicelo :*
no ma… dai, così è troppo! Ho appena finito di leggere il tuo post e risponderti … si vede che oggi dovevamo essere a tema!
Che meraviglie dal tuo orto! Anche per noi quest’anno è stato un po’ strano, caldo, ma troppo umido, le limacce non ci hanno dato tregue, troppe e si sono divorate un sacco di cose, fra cui le zucchine, le melanzane, i pomodori che quindi in questo periodo non abbiamo più raccolto. Fortunatamente abbiamo dell’altro e ancora molte erbe spontanee visto che il freddo tarda.
Che brava che sei ad ascoltare il tuo corpo e cambiare l’alimentazione seguendo l’istinto. Ho notato anch’io che quando ci si ammala molto è l’unica cosa da fare per guarire… ora è da molto che non mi ammalo, vari anni e lo prendo come un segnale positivo. Un caro abbraccio!
Ciao Daria, sì conosco il problema, finché ero in pianura le limacce mi mangiavano un bel po’ di verdure. Qui non ce ne sono, in compenso a primavera abbiamo uno o due mesi di ritardo sulla maturazione… a ognuno il suo 🙂
In realtà non sono così brava ad ascoltare il mio corpo… anzi, non sono brava a elaborare quello che ascolto, altrimenti mi sarei fermata prima! Devo imparare a non ignorare quello che ascolto 😉 Un abbraccio cara!
Anche su di me hai quest’effetto sincronico. Ricordo il post sulla benedizione dell’avere dei vicini di casa problematici, che arrivava proprio nel momento in cui non ne potevo più di starli a sentire (e da lì mi sono iniziata a riaprire alla ricerca di un nuovo nido) e oggi queste sante parole di Doris Lessing e la tua esperienza, che arrivano all’indomani di discussioni a tema sulla mia vita.
E’ un piacere leggerti, grazie di condividere 🙂
Claudia
Grazie a te di farmi sapere che non sono la sola “avventata” che fa le cose senza rifletterci due anni, a volte vale davvero la pena di farle e basta 🙂
Ciao Erba Viola!
E’ così piacevole leggerti..sei così SANA..anche quando scrivi dei tuoi malesseri..di cui me ne dispiaccio…ma noto che anche tu come me hai ancora bisogno dei segnali del ns corpo per fermarti..invece di farlo prima di arrivare al punto 0!
Sono contenta quando esce un tuo post…li aspetto come una bimba aspetta un dono!
Baci e salutami Koi <3
Ciao Stefania, Koi ringrazia molto, ormai è il vip della casa e viste le sollecitazioni… il prossimo post prometto che riporterà le sue evoluzioni e “manie” (non ne ha poche il principino!)
Sì, devo proprio migliorare i tempi tra l’avviso di stop e la frenata effettiva 😉 Un duro lavoro! Un abbraccio a te intanto!
Ciao Grazia,
condivido appieno le tue osservazioni sui messaggi che il corpo ci lancia attraverso i sintomi, peccato non riesca a indurre la stessa riflessione nelle persone con cui condivido la quotidianità e neppure nei miei cari, spesso prigionieri del circolo vizioso: problema ignorato/represso-sintomo-farmaco-apparente miglioramento-“nuovo” problema di salute…
Inoltrerò questo post: magari le tue parole risulteranno efficaci dove le mie falliscono.
Puoi darci qualche novità su Koi e sul suo “inserimento” a casa?
Da appassionata di mici, non riesco a non essere curiosa! 🙂
Un saluto dal versante sud dell’Appennino.
Ciao Francesca,
tocchi un argomento spinoso… a parte il mio compagno e qualche amica, trovo anch’io un muro di gomma. Ma ho imparato a lasciar perdere, cosa che dà molti frutti: primo non mi metto in situazioni di stress parlando con i muri – e già questo non è poco. Secondo, ho verificato che facendo così, succede l’inverso: vengono loro a chiedere e nel momento in cui chiedono, sono molto più ricettivi verso il messaggio. Poi qualcuno cambia e qualcun altro no. Sai, il fatto che dall’altra parte ci siano degli individui in camice investiti di autorità che propinano solo pillole non aiuta.
Un saluto a te da questa parte dell’Appennino! 🙂
Infatti, anche io oramai taccio se non interrogata…
Tuttavia, non riesco a non dispiacermi vedendo persone cui voglio bene stanche, stressate, nervose e continuamente alla ricerca della “medicina magica” che metta fine ai loro disturbi, le aiuti a dormire meglio, a dimagrire, etc.
Purtroppo, è un mercato fiorente, che prospera sulla quasi inesistente conoscenza dei meccanismi fisiologici del nostro corpo (insegnamenti scolastici: non pervenuti… :(), quindi spesso si lamentano pure di spendere tanto denaro alla ricerca di risultati che non arrivano.
Ciò che proprio non riesco ad accettare è che i bambini vengano rapidamente e colpevolmente trascinati in questi meccanismi, dietro indicazione di quegli stessi camici bianchi da te citati, sulla cui competenza (specialmente in materia di nutrizione) avrei spesso da obiettare, ma la cui “autorità” la maggior parte dei genitori, comprensibilmente preoccupati e generalmente stressati, accetta acriticamente: ne ho un esempio vivente nel nipotino di due anni e mezzo, e temo che anche il fratellino di un mese e mezzo possa avviarsi sullo stesso percorso, grazie agli stessi medici… 🙁
Speriamo questa consapevolezza possa crescere progressivamente.
Saluti a te e carezze ai mici!! 🙂
Speriamo davvero perché ho appena visto le statistiche sui casi dei bambini e adolescenti diabetici e sono davvero allarmanti, forse dovrebbero trovarle più allarmanti i genitori che invece si abbonano subito a insuline varie e macchinette applicate al corpo del proprio figlio che gli permettono di mangiare al fast food. Dubito però, purtroppo, che con la pessima politica che abbiamo in Italia e il disinteresse per la salute vera a livello nazionale, si possano vedere dei miglioramenti a breve.
ciao Erbaviola… i tuoi post sono sempre illuminati e illuminanti!
grazie Simona! 🙂 Fortuna che ieri mi hai detto che hai lasciato un messaggio qui, altrimenti non lo capivo che eri tu!
E’ proprio vero, ogni tanto bisogna fermarsi, fare il punto della situazione, rigenerarsi e ripartire.
Ci dimentichiamo che non siamo macchine alle quali cambi un pezzo e si riparte più veloci di prima, il nostro è un corpo che va rispettato e va coccolato.
Il sistema di guarigione di Ehret è ottimo 🙂
Autunno fuori e dentro, qualcosa che sento anche mio.
Anch’io ora dovrei fermarmi ma non posso, sono di corsa, sono in fase di cambiamenti e tutto questo mi crea ansie… Ma la vita è una trottola, almeno la mia, in questo momento e quindi la prendo così.
Riuscirò a fermarmi anch’io e potrò finalmente riflettere 😀
ps. Quest’anno anche il nostro orto è stato un po’ strambo,visto il clima, ma mangiare ancora pomodori e cetrioli a novembre non mi è affatto dispiaciuto, per le castagne ci accontentiamo di quelle acquistate dai contadini in montagna quando li troviamo 🙂
Sì Ehret questa volta l’ho affrontato in un altro modo, spogliandolo da tutti i proclami idioti di neo-crudisti e guru dell’ultima ora che me l’avevano reso insopportabile… e sta andando molto meglio 🙂 Un abbraccio Cami, da orto surreale a orto surreale 😉
Ciao Grazia!
Ti seguo da tanto, ma in silenzio. Oggi, però, voglio lasciarti questo mio messaggio di stima perciò che fai e che scrivi, per la bellezza e il calore che trasmettono le tue foto e il tuoi post.
E’ sempre confortante leggerti!
V.
Ciao Valentina, grazie! E grazie della scoperta del tuo blog, sto leggendo! Un abbraccio intanto 🙂
Che onore averti come lettrice del mio blog! 🙂
come dicevamo…???Fermarsi in tempo?
Beh lunedì scorso una smart alle 5 del pomeriggio mentre attraversavo sulle strisce pedonali non si è fermata…non mi ha vista e mi ha fatto volare a terra con il risultato di 5costole rotte un gomito un ginocchio e la tempia sinistra contusi…sono viva però!
Sono piena di dolori non dormo da 6gg ma sono incredibilmente serena…!
in questi gg ho visto il filmato su dvd di un seminario di Joe Dispenza…evolvi il tuo cervello…lo conosci?cosa ne pensi?
la mia vita fin’ora si è evoluta come dice il dott.Joe..questo è il secondo incidente…il primo 7anni fa cambiò completamente la mia vita…ora vedremo!
Stefania, mi dispiace tantissimo! Sì, sicuramente prenderla dal lato positivo della rottura e rinascita va bene, ma un incidente è sempre un incidente e questo sembra davvero una bella botta! Un abbraccio grande per la guarigione, adesso riesci a dormire o fa ancora molto male?
Sì, conosco Joe Dispenza, condivido le linee generali della sua filosofia, per altre vie è quella che adotto anche io.