Anche quest’anno ho ripristinato l’orto sul balcone, che affianca le altre coltivazioni dell’orto in terra. Questo tavolo da orto ce l’abbiamo ormai da quattro anni, sta fuori tutto l’inverno ed è ancora in perfette condizioni. L’avevamo utilizzato per il balcone dell’appartamento provvisorio in cui abbiamo abitato appena arrivati qui, intanto che cercavamo qualcosa di più adatto alla nostra filosofia di vita, dopo aver abbandonato la pianura padana e il mio storico gigantesco orto.
Il primo anno aveva sorpreso anche me, orfana di orto in terra, dando alloggio a 18 piante di pomodori, insalate da taglio e aromatiche… praticamente tutto l’occorrente per le nostre insalate.
Una volta trasferiti nell’attuale casa, un anno e mezzo fa (quasi due, dai), l’abbiamo comunque tenuto, usandolo prima come serra per le piantine da orto, poi come ricovero invernale di alcune piante e ora di nuovo come orto.
Posizionato strategicamente su un terrazzamento, è un piacere curarlo perché intanto si può godere del meraviglioso panorama.
Dopo aver valutato di trasformarlo in una coltivazione di funghi dentro la legnaia, abbiamo lasciato perdere (questioni di spazio) e l’abbiamo trasformato in una fragolaia. Le fragole sono le poche che abbiamo salvato dall’orto lo scorso anno: purtroppo gli inverni qui sono molto rigidi, sotto la neve le fragole non svernano bene, nemmeno con la paglia. Così abbiamo imparato da una nostra amica del posto che le coltiva in vaso e ritira i vasi in cantina durante l’inverno. Nel nostro caso, invece di riparare i vasi all’interno durante l’inverno, installeremo la serra apposita di questo tavolo da orto.
Siccome oltre al grande freddo in inverno, qui c’è anche il sole molto forte d’estate, come normale essendo piuttosto in alto, ho consociato delle lattughe da taglio. Intanto che le fragole crescono e si espandono, gli terrà un po’ di ombra qualche insalata che risemino ormai settimanalmente. Le fragole apprezzano molto e sembrano addirittura tuffarsi nel fresco delle foglie dei lattughini.
Uniche cure: il compost maturo messo a inizio stagione, una settimana prima di trapiantarle e annaffiature di macerato di equiseto tutte le settimane.
Intanto mi sono anche premunita per quando non ci sarà l’ombreggiamento delle insalate, vale a dire quando le fragole si saranno espanse abbastanza da occupare tutto il terreno del tavolo da orto. Sul lato più soleggiato ho piantato tre zucche hokkaido: due le farò arrampicare sui bambù già predisposti sopra, per formare una piccola pergola stagionale con le zucche hokkaido piccole e penzolanti (non vedo l’ora!). Mentre una piantina la farò correre in giù, fino a terra, altre zucche ma questa volta lo scopo è ornamentale.
Dall’altro lato, la vista del tavolo da orto è su questa gigantesca rosa, che ho trovato stentata e triste al nostro arrivo qui e che dopo quasi due anni di cure e potature oculate mi sta dando molte soddisfazioni.
Con la sua maestosità ed esuberanza fa sembrare tutto piccolissimo, anche l’ombrellone che sembra un ombrellino da cocktail. Sono titubante nel darle un nome, sicuramente si tratta di un ibrido di tea rifiorente, a grandi fiori e poco profumata, con foglie verde scuro e lucido, inizialmente rosse. Tutte queste caratteristiche hanno fatto supporre a un’amica vivaista che si possa trattare di una Queen Elizabeth. Io sono dubbiosa, perché dovrebbe essere qui dagli anni ’50 e la Queen Elizabeth è un ibrido di Walter E. Lammerts del 1954… le vie dei fiori sono infinite, ma ho dei forti dubbi sulle loro possibilità di arrivare in un giardino qualunque, quasi in tempo reale. L’altro dubbio è che la Queen Elizabeth l’ho vista dal vero solo in Inghilterra e me la ricordo più pallida e composta.
Ma chi se ne importa, in fondo, è bella e non sempre vale la pena di classificare tutto.
Mi capita di lavorare sotto la sua ombra e mi distraggo a guardare le fioriture sempre diverse. E’ una rosa meravigliosa, che regala colori pastello nelle prime ore della mattina,
per passare a dei rosa molto accesi quando il sole è alto e ci si ripara alla sua ombra per un po’ di fresco dopo pranzo,
fino ad accompagnare la sera con toni rosati delicati e cadute di petali nel vento. Una gigantessa molto romantica.
10 Commenti