Si è concluso Un libro semina idee #2.
I racconti pervenuti, in ordine sparso:
- Cristina Sferra di CookingCri ci invita a un giro poetico nella leggerezza dei gusti con Un amore di (veg)formaggio
- Daniela Pinna di Dany’s Ode To Daily Life ci fa divertire e imparare qualche trucchetto con L’insostenibile velocità dell’Agar-Agar.
- Roberto Masini, con La mia vita da formaggio [NOTA 16/07/2014 Purtroppo il sito non è più attivo] ci regala un punto di vista davvero insolito.
- Nicola Gogoli, [NOTA 16/07/2014 Purtroppo la pagina non esiste più], con Il Santo Formaggio [NOTA 16/07/2014 Purtroppo la pagina non esiste più]. Probabilmente riceveremo delle rimostranze dalla CEI, ma solo perché il dott. Gogoli conosce un vangelo apocrifo che loro ignorano.
- Daria Voltazza di Gocce D’Aria che ha scritto il toccante racconto Ma cos’é questa novità?
- Daria ha ospitato anche Michela Quadri con il racconto di una prima volta rocambolesca, Ci penso io!
- Valentina e Alessandro di V(ale)ntinamente si svelano così… valentinamente divertenti, con Il primo pranzo ufficiale
Eh lo so, con tanti che amano scrivere sui blog, tanti che aspirano a farsi notare da un editore, tanti che vogliono divulgare la loro esperienza e tantissimi che passano il tempo a scrivere su Facebook, si pensava ne arrivassero di più di esperienze, sufficienti almeno a fare un ebook. Invece ne sono arrivati pochi ma belli belli.
Volete un commento, cosa devo commentare su questo giveaway quasi deserto? Sarà che non ho l’appeal di Zuckerberg, sarà che non mi esprimo solo per ‘Mi piace‘, sarà che con i bermuda sto malissimo.
Sarà che per me esiste anche l’impegno, non solo i mi piace e le ricette 😉
Perché, vedete, lo so anche io, che peraltro sono del mestiere: se avessi raccontato su Facebook com’è stata la mia prima esperienza con la cucina etica, sarebbero arrivati tantissimi commenti, molti dei quali recanti la personale prima esperienza dello scrivente. Gioco facile.
Un gioco che però dopo pochi giorni viene archiviato, finisce nelle pagine precedenti, difficili da caricare e che nessuno sfoglierà mai (tranne i TG nel caso svaniate nel nulla o diventiate un serial killer). Un gioco che serve a poco, sostanzialmente.
Dopo aver scritto diversi libri da sola, puntavo a un progetto collaborativo e no profit. Necessità spirituale, non materiale, visto che sto già lavorando ad altri libri. Magari un progetto per dare un po’ di visibilità a qualcun altro che vale (sì, la mia solita idiozia di ritenere ancora la rete un mezzo di scambio e non di affermazione personale, quasi che mi fossi fermata agli anni ’90, alle reti civiche). Non è andata, amen. Non mi riescono tutti i progetti che metto in piedi, solo alcuni, è normale.
Qui la proposta era diversa, più impegnativa che mettere un Like sulla pagina Facebook o una ricetta. Intanto scrivere su un foglio di testo e non su Facebook. Già qui possiamo eliminare almeno la metà dei potenziali partecipanti.
Poi partecipare a un progetto no-profit per la divulgazione dell’alimentazione sostenibile, un ebook appunto. E qui eliminiamo un’altra grande fetta: quella di chi è poco o nulla interessato alle locuzioni ‘progetto no profit‘ e ‘divulgazione dell’alimentazione sostenibile‘. E qui alcuni ingenui diranno: ma come, con tutti i blog vegan che ci sono! Sì, vero. Ma per questo non ho spiegazioni, mica posso avere io la risposta per tutto. Non faccio ipotesi campate in aria, ma magari avevano tutti molto da fare nell’ultimo mese e mezzo 😉 (Sì, è una preterizione ironica che s’invola nel ‘tutti’.)
Una mia amica mi ha detto: “Perché non hai chiesto di partecipare a tutti quelli che conosci?! Dovevi scrivere direttamente ai blogger, invitandoli a partecipare, come fanno sempre Tizio e Tizia e Tizialtro“.
No.
Tizio e Tizia e Tizialtro il mio blog lo leggono, lo sanno già che c’è questa iniziativa.
Ma io non vado a fare il porta-a-porta per un giveaway o come volete chiamarlo. Se volevo fare il porta-a-porta mi candidavo alla Folletto e venivo a citofonarvi alle 7 del mattino. Della domenica.
Siccome invece il progetto era serio e chiaro e ben pubblicizzato, fruibile da tutti, non c’era necessità che io andassi a fare il porta-a-porta ai blogger. Che oltretutto è anche una cosa un filino patetica, diciamocelo. Ho preferito lasciar leggere e decidere singolarmente. Nessun vincolo di richiesta diretta, neanche agli amici più stretti.
Morale, tra chi non ha visto, chi non ha potuto, chi si è dimenticato, chi stava scalando l’Everest, sono arrivati questi sette notevoli racconti. Ben scritti, divertenti, leggeri e impegnati allo stesso tempo. A questo punto mi son detta: ma come si può fare una scelta tra poche persone che si impegnano davvero? Bisognerebbe premiarle tutte, per coraggio, audacia, intraprendenza e simpatia!
Così, ecco qui. Non scomodo nemmeno i giudici e il verdetto è che vengono premiati tutti e sette.
Visto che però il premio deve essere premio vero ma alcuni il libro messo in palio ce l’hanno già: scegliete voi quale preferite ricevere tra i miei. Attendo la scelta dei vincitori via email. 🙂
Alla fine, questo piccolo concorso è diventato una mia grande soddisfazione personale: premiare tutti quelli che si sono impegnati, come dovrebbe succedere più spesso in questo Paese. Non uno su mille, non l’amico simpatico, non chi prende la scorciatoia.
E per tutti gli altri, spero che la scalata dell’Everest sia stata molto interessante. 😀
A chi passerà di qui leggendo questo post e i racconti tra molto tempo, l’augurio di non capire nulla delle considerazioni sopra, perché vorrà dire che sono state ampiamente superate e il mondo è progredito, anche quello “etico”.
Vi abbraccio.
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Note.
Ovviamente io continuerò con Un libro semina idee, una forma tremenda di giveaway in cui bisogna impegnarsi e non mettere solo dei like, continuerò a pubblicandoli solo sul mio blog dove passano qualcosina-mila visitatori al giorno e senza andare a fare il porta-a-porta dagli altri blogger. Chi vuole partecipare, partecipa perché è una persona che si impegna e gli interessa fare rete, divulgare informazioni utili, importanti. L’esperienza alla fine mi è piaciuta troppo per non ripeterla 😀
La preterizione ironica non è una figura retorica, me la sono inventata io. Sono figure retoriche la preterizione e l’ironia. Lo so che voi lo sapete, ma nei prossimi giorni ho da fare e non ho tempo di rispondere a messaggi deliranti di sconosciuti che mi linkano la Treccani Riassunta Online o l’Accademia della Crusca per spiegarmi che la preterizione ironica non esiste. Giuro solennemente che ne sono consapevole.
9 Commenti
Sto ancora ridendo! 😀
l’ immagine dell’Everest mi è piaciuta moltissimo e accetto la tiratina d’orecchie collettiva che hai distribuito, almeno io l’ho meritata. Il mio Everest in questi giorni ha l’aspetto stucchevole di una nube rosa confetto di tulle, con cui devo finire di confezionare 11 gonnelline ine ine (minuscole) per uno spettacolo che un amica coreografa ha il 25, sono peraltro appena emersa da una nube analoga di colre bianco, questa volta si trattava di 15 vestiti per le ragazze più grandi. In realtà però la cima più alta da scalare è il mio cattivo carattere, asociale e pigro che un po’ non riesco a vincere e un po’ non voglio combattere.
Cara Erbina, perdonami perchè ti avevo detto che ci avrei fatto un pensiero ma alla fine tra viaggi e guai di poco conto, l’ispirazione non mi è arrivata. Purtroppo se non scrivo in maniera ironica scivolo nella polemica, e sinceramente per un argomento così bello non ho voluto rischiare.
Comunque se ti può consolare, ho lanciato un giveaway dove avrei regalato a tre persone l’iscrizione annuale alla mia associazione e un massaggio al viso del valore di 50 euri e non ho avuto un’adesione. baci baci
Io ho partecipato molto volentieri a questo giveaway che mi è piaciuto subito proprio perchè chiedeva di fare qualcosa… in effetti spesso quando si chiede di impegnarsi in qualche modo che sia diverso dal semplice cliccare su un pulsante, molti spariscono e non colgono l’opportunità che va oltre al semplice terno al lotto…
Comunque sono contenta della decisione finale e sono felicissima del premio!
Che bello! Sono felicissima!
Grazie grazie grazie, di tutto cuore 🙂
Cara Grazia, non posso che ringraziarti ancora!
Ero stra-convinta che i partecipanti sarebbero stati tanti ed ero curiosissima di leggerne i racconti, sperando di farmi anche qualche risata (non posso essere l’unica che si fa venire l’ansia per un’alga a presa rapida!), ma anche se pochi, li ho letti di gusto.
Nicola, mitico, mi ha ricordato l’esilarante “Parola di Giobbe”, di Covatta. Fantastico 😀
E anche con questo post mi insegni che la strategia vincente resta quella di essere orgogliosi di ciò che facciamo, di quello in cui crediamo, nella condivisione, a prescindere da tutto e tutti (e per un vegano, in questo mondo, le situazioni che richiedono questo approccio non mancano, si sa).
Io partecipo anche al prossimo, si, si!
Cara Grazia, mi complimento per la tua iniziativa e stra – condivido le tue considerazioni qui sopra. Faccio parte della schiera dei ‘non-ispirati-al punto giusto’: prima o poi mi scatterà’ qualcosa e allora sarò felicissima di partecipare !!!!!! Ti ringrazio per questi post: mi piacciono un sacco e mi danno la carica !! Un caro saluto !!! Nadia
HAI RAGIONE! Io sono arrivata in ritardo di due ore… che su un mese e mezzo di tempo è una vergogna. Imparo la lezione e vado avanti a orecchie basse. Sorry.
Abbiamo vinto! Abbiamo vinto! Yeppie!!!
(Ehm)
Oh che bella notizia! Grazie mille! E ancora grazie anche a Daria per l’ospitalità, è stato un piacere conoscerti!