
Il laghetto vicino casa dove trascino chiunque venga a trovarmi. Si legge molto bene lì.
C’è un romanzo che amo molto, Durante di Andrea De Carlo. E’ un romanzo bello, complesso, intenso, con più livelli di lettura e affascinante. Un romanzo un po’ distante dalla produzione di questo autore, ma forse proprio per questo tra i più riusciti. (Non è sempre un po’ così? Come Il re di Girgenti di Camilleri, un bel romanzo storico, così lontano da quel Camilleri poliziesco, solo onesto artigiano di macchiette nostrane).
Durante lo ricordo in diverse occasioni, ma più che mai quando mi preparo a una partenza. (Non vi anticipo nulla della trama, leggete tranquilli).
Nelle sue quattrocento e più pagine c’è una piccolissima nota vuota, che si fa sentire solo da chi autoproduzione e orto li pratica davvero, nella quotidianità. Non è una frase, un errore di trama o un assurdo: è solo una nota mancante.
Qualcuno che ha un grande orto e conduce una vita semplice, che a un certo punto parte per qualche giorno così, senza badare a nulla, ciao, vado via qualche giorno e ci vediamo poi. E’ un non detto che, a chi questa vita la conduce realmente, solletica subito l’attenzione. Ci si aspetta quanto meno che in seguito il personaggio avrà a pentirsene di questa piccola follia.
Questa nota mancante non l’avranno rilevata invece i critici, notoriamente personaggi incollati agli scranni editoriali o a qualche cattedra universitaria, per la maggior parte convinti che le melanzane nascano a fette grigliate. Da dove venga il cibo è cosa volgare che non li può coinvolgere, cosa materiale da mercato ortofrutticolo, lontana dall’intellettualità italiana stantia, fatta di contatti e favori più che di letture e vita reale. Per fortuna però la critica non se ne è accorta, perché bistrattato com’è De Carlo da questi personaggi, sulla piccola omissione ci avrebbero scritto allo sfinimento. Ad anni dalla pubblicazione si può anche dire senza pasturare i critici.
Dicevo, ogni volta che mi preparo per partire, mi viene in mente questo personaggio di Durante che un attimo prima è tutto intento a curare il suo orto e autoprodurre il necessario, ma che l’attimo dopo parte per qualche giorno di viaggio senza badare a nulla. Così, come se non avesse un orto, le mele sul tavolo e tutta la contingenza del decrescitore.
Io prima di partire sono in fermento, una spina per chiunque mi incroci. Devo calcolare quanto può stare la pasta madre senza rinfreschi, ed ecco che mi segno di fare un rinfresco la sera prima di partire. I giorni precedenti devo fare tutto il necessario nell’orto, in modo che al ritorno non trovi le piantine più piccole soffocate da menta, stellaria, cardi e ogni sorta di pianta che ho già in eccesso o che non si può mangiare.
E i germogli: smetto di riempire i germogliatori tre-quattro giorni prima di partire, si mangiano quelli rimasti e preparo già le dosi per la prossima germogliazione: al ritorno mi basterà aggiungere l’acqua per il primo ammollo, anche se torno stanca e mezza addormentata in piena notte, l’aggiunta di acqua la posso fare. E ci sono i gatti: pappe a sufficienza, acqua, lettiere.
Poi si chiedono favori ai vicini: un’annaffiatura delle piantine in cantina per non ritrovarle secche, un’occhiata all’orto se grandinasse… non vi annoio oltre, ma prima di partire c’è da fare, sistemare e calcolare. Solo una routine, comunque, non assomiglia nemmeno lontanamente a un problema, é solo un’abitudine in più.
Una volta, in versione cittadina, bastava decidere il giorno prima o il giorno stesso che si voleva partire, riempire un trolley, al massimo staccare il gas e si partiva. Oggi, un po’ siamo reticenti ad andarcene in giro (capita, quando si vive in un posto bellissimo e si sono passati anni con la valigia sempre pronta), un po’ è proprio necessario calcolare tutto per non trovare al ritorno un disastro e fare poi il triplo della fatica per ricominciare.
Ho divagato, volevo solo dire che sono nel pieno dei miei soliti preparativi. Durante comunque è un bel romanzo, uno dei miei preferiti, porta in un mondo che c’è ma forse vediamo poco. E’ un bel romanzo anche se il personaggio che ha l’orto molla tutto con la naturalezza di un cittadino con attico in piazza Wagner a Milano. (Non è una citazione casuale, lì c’è un attico recente e orrendo, eretto a sfregio di un passato glorioso in cui Milano era anche una città con pregevoli architetture civili).
Sono in partenza per il Salone del Libro di Torino. Se qualcuno ci passa Domenica 11, mi può trovare alle 14.00 nel padiglione di CasaCookbook con uno showcooking di cucina vegan, che quest’anno è molto presente al Salone. Presenterò la seconda edizione di Formaggi veg. Latte, yogurt e formaggi vegetali fatti in casa e mostrerò dal vivo alcune ricette alla portata di tutti. Le informazioni in dettaglio sono qui [AGGIORNAMENTO 19.07.2017: il programma del salone del libro 2014 non è più online]
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Domenica 18 Maggio sarò invece a Floreka, a Gorle, in quel di Bergamo, dove le magnifiche Petale dell’Associazione Petali e Parole hanno organizzato la VII Edizione della mostra.
Quest’anno il tema è La nostra terra tra petali e parole e io alle 15.00 sarò in Auditorium per parlare di Decrescita e autoproduzione: la via realizzabile, qui il programma. Sarà un percorso attraverso le storie di chi ha cambiato vita e di come, materialmente, si può realizzare questo cambiamento, passando dal trasferimento e ricerca di un luogo adatto, ragionando sui perché e i come, fino a un diverso concetto del lavoro in cui l’autoproduzione diventa una parte di vita vissuta intensamente.
Poi ritorno a casa e mi fermo per un po’, perché come sa chi mi segue da tanto, dall’anno scorso ho deciso di fare solo pochi incontri ma molto ben curati, in posti raggiungibili facilmente.
Ci si rivede a fine giugno a Cesena per un corso di autoproduzione vegan che stiamo ancora organizzando, a inizio luglio sarò al Festival vegetariano di Gorizia, a settembre a Bologna per il SANA, poi in un incontro più intimo su decrescita e downshifting alla Città d’Arte di Biella con Altromercato.
Tutte le date sono qui con maggiori informazioni per gli interessati, informazioni che vengono aggiornate man mano.
Approfitto di questa lista di comunicazioni per ricordarvi che il 16 maggio è la data ultima di consegna per i brevissimi racconti di Un libro semina idee #2 ! Vi aspetto!
7 Commenti
In tutti i luoghi e in tutti i laghi, per citare il poeta. Vabeh, buoni giri (peccato non ci fossi stata l’anno scorso a Torino, quando c’eravamo noi).
Mi farò perdonare invitandovi (trascinandovi) al laghetto!
Bene, verremo dal lagone (Suviana) al laghetto.
Passando da Pavana! Bella strada! (anche se la più bella in assoluto resta la Futa, dal passo fino giù a Fiesole!)
🙂
Questo articolo è da serbare. Descrizione magistrale! Grazie!
sì, immagino che ti ritrovi molto anche tu cara! 😉