Uso da tanti anni le pentole in coccio Bionatural, mi trovo bene. Ti racconto la mia esperienza con un risotto… sulla cucina a legna, l’uso più intensivo!
Uso da anni le pentole in argilla rossa e pietra refrattaria Bionatural, che ogni tanto sono apparse in questo blog e hanno sollevato qualche domanda. Ma poi non ricordavo mai di scrivere qualcosa a tema come promesso. Ne approfitto ora, visto che recentemente ho postato la foto sopra su facebook e ricevuto millemila domande su queste pentole.
L’arrivo delle pentole in coccio Bionatural
Più o meno un mese fa, con la scusa che un’altra pentola mi si era crepata, sono arrivate a casa nuove nuove queste due bellezze. Da lì è partito il dramma. Sì, forse farei meglio a dire la “drammatizzazione della mia follia”. La foto sopra, un po’ miserina perché fatta con un cellulare, l’ho postata sulla pagina facebook ammettendo che le mie pentole stavano diventando… complementi d’arredo! Erano così belle, appena arrivate, che da una settimana le guardavo e le spolveravo, ma le lasciavo su un ripiano della cucina inutilizzate!
A nulla sono valse persino le incitazioni di chi ha la stessa casseruola delle foto, la Olla … niente da fare, un po’ con la scusa che non era mai il momento giusto, un po’ ammettendo che mi piacevano anche solo da guardare, le lasciavo lì. “Ancora un pochino...”, mi dicevo, tanto ne ho altri due ‘pezzi’ di altre misure che uso costantemente da anni (la paelliera e la piastra).
Le pentole Bionatural si possono usare su tutti i piani di cottura?
In questa allegra drammatizzazione della follia che prende ogni amante della cucina davanti all’oggetto del desiderio, è successo però che molte persone mi hanno chiesto informazioni su questo tipo di pentole, dal perché le uso ai dubbi sulla facilità o meno di cucinare. Così eccomi qui, l’altra sera non solo ho messo in uso la casseruola bombata, ma approfittando del clima ancora fresco e della cucina a legna ancora accesa, mi sono prodotta anche in qualche foto a corredo delle spiegazioni.
Chiarisco subito che non sono pentole esclusive per la cucina a legna: si possono usare su qualunque tipo di piano cottura tranne quelle a induzione. Ma dove c’è fiamma, si possono usare. Io le uso indifferentemente sulla cucina a legna (senza togliere i cerchi, le appoggio direttamente sulla ghisa) e sui fuochi normali, anzi anni fa ho cominciato a usarle su quattro fuochi che chiamavo “la cucina di Barbie” tanto erano piccoli e scomodi. Quindi le Bionatural vi assicuro personalmente che vanno proprio ovunque. Le mie sono passate ormai per cinque diverse cucine.

Opinioni sulle pentole Bionatural
Come dicevo, la mia storia con queste pentole comincia tanti anni fa, quando la casa sull’appennino e la cucina a legna erano ancora molto lontani. Avevo una normalissima cucina, con un piano cottura a gas standard, nemmeno con le griglie in ghisa.
Al tempo stavo cercando delle pentole in coccio che fossero fatte artigianalmente e controllate, senza uso di smaltatura con metalli pesanti, piombo in particolare. Purtroppo le pentole in coccio oggi in circolazione, soprattutto quelle a basso costo, sono quasi sempre prive di certificazioni e le aziende non rispondono affatto sulla questione della smaltatura atossica.
Su un forum una ragazza mi consigliò le Bionatural e da quel momento mi si aprì un mondo! La settimana dopo mi feci procurare dalla bottega bio dove facevamo la spesa la mia prima Bionatural, la paelliera, la più larga e bassa. A distanza di una decina di anni la sto ancora usando ed è quella che uso di più probabilmente .
Perché mi sono affezionata a queste pentole
Sono pentole fatte a mano con cura e perizia artigianale, ogni pentola è diversa dall’altra e quando si prende in mano si capisce davvero la qualità di questi oggetti.
A me piace molto anche il pensiero che, al contrario delle pentole di acciaio, se un giorno dovessero rompersi o essere dismesse per qualche motivo, non andrebbero certo a riempire una discarica: sono materiali naturali, biodegradabili, non inquinanti. Un pensiero che mi piace molto quando compro qualcosa di utile!
E poi non so, mi sembrano proprio le ‘mie’ pentole ideali, bellissime, ruvide e rustiche, con la sicurezza totale che niente di tossico venga rilasciato durante la cottura. Quando le guardo nella mia cucina, sembrano lì da sempre, non oggetti freddi e estranei ma qualcosa che mi parla dei tanti pranzi passati, delle serate a tavola con gli amici, del calore buono e del profumo della legna. Fanno parte del mio cucinare con amore.

Le pentole di coccio Bionatural sono facili da usare?
Una delle domande che mi hanno posto più di frequente è se siano facili da usare. La risposta è semplice: si usano come tutte le altre pentole. L’unica differenza è il risultato: il cibo è molto più saporito, i sapori sono più rotondi, danno quell’idea di pienezza che io ho sperimentato solo con la lionese di ferro dopo mesi di utilizzo. Insomma, oltre che per la salute, fanno sicuramente la differenza per il gusto!
Proviamo a fare insieme una ricetta con una pentola Bionatural? Risotto ai porcini!
Se vi va, potete seguirmi qui di seguito nella preparazione di un risotto ai funghi porcini, una ricetta classica della tradizione italiana, che possono seguire tutti facilmente per vedere l’uso della pentola (se non la conosci, trovi qui in fondo la ricetta completa).
Purtroppo la rete non mi permette di farvi sentire il sapore nettamente diverso ed esaltato, rispetto sia alla pentola di acciaio che al tegame di rame stagnato (quello che prima usavo per i risotti). Chiamo però a testimone chi è passato dalla mia tavola e se ne è reso conto di questa differenza! 😉
Si parte dal soffritto (foto sopra), poi riso, sfumatura con brodo di funghi porcini, ancora brodo man mano che il riso assorbe, pochi minuti prima della fine cottura aggiungo i funghi porcini precedentemente saltati due minuti, termino la cottura e faccio mantecare.

Differenze nell’utilizzo tra le pentole normali e le pentole di coccio Bionatural
L’unica differenza tra le pentole normali e le Bionatural è che bisogna scaldarle da 5 a 15 minuti prima di utilizzarle, ma ugualmente, io vi consiglio di spegnere la fiamma 5-10 minuti prima di terminare la cottura perché mantengono molto il calore e vanno avanti a cuocere anche a fiamma spenta. Se poi usate la cucina a legna, c’è da tenere la fiamma bassa (io ho messo solo un ciocco di castagno sulle braci e mezza apertura della canna fumaria, così da avere la ‘fiamma bassa’) perché la refrattaria sulla ghisa scalda subito.
Come vedete dall’ultima foto della cottura, 10 minuti prima del termine ho spostato la pentola sul treppiede per staccarla dalla ghisa: ha terminato di cuocere senza ricevere altro calore diretto.
Sui fornelli normali è sufficiente spegnere la fiamma 10 minuti prima della fine cottura e andare avanti a cucinare. 5 minuti prima per preparazioni meno delicate del risotto.
Ho scelto il risotto come esempio anche perché è una delle cose più antipatiche da pulire nelle pentole. Ma qui non attacca! Almeno, dovete impegnarvi proprio tanto per bruciare un risotto sul fondo con le Bionatural! Sono facilissime da usare anche per questo motivo… all’interno il cibo non attacca, in modo del tutto naturale! Infatti l’invetriatura è fatta con silicati di sodio e calcio, totalmente atossici e inerti.

Così, una volta finita anche la mantecatura, abbiamo riempito i piatti e la casseruola è rimasta a raffreddare sulle refrattarie del camino (avevo i poggiapentola impegnati per altro!). Visto come non ha attaccato nemmeno il risotto?
Quale pentola Bionatural è meglio?
Dipende dalle misure. Dipende molto da come e quanto cucinate, c’è gente che fa 50 g a testa di riso, chi ne fa 100. Con questa casseruola da 20 cm in foto delle foto, io faccio un risotto fino a otto persone, quello che vedete nella foto in cottura sono, a crudo, 350 g di riso carnaroli semilavorato per 5 persone.
Un altro uso che adoro di questa casseruola è nel forno della cucina a legna: metto dentro gli ingredienti di una zuppa di legumi o anche solo i fagioli, l’acqua e la infilo nel forno alla sera quando restano solo le braci. Alla mattina trovo la zuppa già fatta (o i fagioli già cotti!)… e poi venitemi a parlare di slow cooking con le pentole elettriche! 😉
Un’ultima cosa, che mi era piaciuta tanto e ho scoperto non essere cambiata negli anni… quando dovevo acquistare la prima Bionatural e cercavo informazioni, scrissi al distributore italiano, con tutte le mie domande noiose e pignole. Ho ricevuto una delle rarissime risposte italiane davvero puntuali e precise da parte di un’azienda. Niente marketing e dichiarazioni “siamo bio” dall’ufficio comunicazione, ma una bella email con tutte le informazioni dettagliate e l’invito a telefonare o passare in negozio se volevo altri chiarimenti.
Questa è una cosa che capita davvero raramente, così ad anni di distanza resto convinta di aver fatto la scelta giusta. Oggi c’è il sito che è già molto ricco di informazioni ma… si può sempre chiedere. E’ bello quando non risponde un call center.
E il risotto? Il risotto era squisito, ce lo siamo mangiato tutto. La foto è impietosa, scusate, ma i commensali erano impazienti!
[Questo non è un articolo sponsorizzato, non ho contatti con l’azienda Bionatural e non ho percepito nulla per averlo scritto. Dopo tanti anni ci siamo conosciuti online, proprio perché da questo articolo gli erano arrivati parecchi ordini.]


Ingredients
- 300 g di riso Carnaroli semilavorato
- 20 g di funghi porcini secchi
- 1 piccolo scalogno
- 30 g di vino bianco secco
- 1 litro di brodo vegetale delicato caldo (carota, poco sedano, cipolla, odori)
- 1 rametto di rosmarino fresco
- Olio extravergine di oliva
- Sale
- Pepe bianco
Instructions
Mettere a bagno per mezz'ora i funghi porcini secchi in acqua tiepida.
Preparare o riscaldare il brodo vegetale.
Sciacquare bene il riso sotto l'acqua corrente.
Quando i funghi si sono idratati, strizzarli e tagliarli grossolanamente.
Tritare finemente lo scalogno e soffriggerlo con un velo d'olio finché non diventa trasparente.
Aggiungere il riso precedentemente lavato e lasciar tostare un paio di minuti a fiamma viva, girandolo ogni tanto.
Sfumare con il vino bianco mantenendo la fiamma viva.
Quando sarà evaporato del tutto, abbassare la fiamma e versare lentamente metà del brodo, sempre mescolando.
Dopo 5 minuti di cottura, con il brodo che sobbolle, aggiungere i funghi porcini e mescolare.
Proseguire la cottura per circa 10 minuti, aggiungendo un mestolo di brodo quando è necessario.
Verso la fine della cottura, gli ultimi cinque minuti, dovrebbe succedere più volte di aggiungere il brodo e mescolare, lasciando che il brodo si assorba del tutto.
A fine cottura, spegnere la fiamma e salare. Mantecare con poco olio, due pizzichi di pepe bianco e un pezzetto di rosmarino fresco.
45 Commenti
Grazie! Io uso pentole normali attualmente,sono “pericolose” vero?
ciao Anna, dipende da cosa usi. Alcune pentole in acciaio di alta qualità sono piuttosto controllate e non vengono prodotte in altri paesi extraeuropei dove i controlli sono davvero carenti. Quelle a basso costo, per esempio quelle che trovi nei supermercati, o comunque a costi irrisori sono poco controllate e potrebbero facilmente contenere tracce di metalli pesanti tossici che poi vengono rilasciati nell’uso, ogni volta che si usano. Sono ‘pericolose’ nel vero senso del termine solo le pentole in teflon (tanto che in alcuni paesi non si può più usare il teflon da anni), quelle antiaderenti in genere perché alla fine sono polimeri simili al teflon su cui grandi studi e casistiche non ci sono, i contenitori in plastica per microonde (ma qui si apre però il capitolo del microonde) e le pentole smaltate, quasi tutte con vernici contenenti metalli pesanti e le pentole di alluminio (usate molto nella ristorazione).
per questo motivo anni fa ne ho sostituite diverse. Non è che sono pericolose tutte le altre pentole tranne queste, semplicemente non tutte le pentole sono di sano utilizzo, bisogna starci un po’ attenti 🙂
Ciao! Non mi ahi più scritto. Una mia amica invece le usa solo di vetro…cosa ne pensi? io ne ho un paio così (piccole), ma alla fine le uso per mettere l’insalata, perchè al primo uso mi si erano scurite tantissimo alla base…è normale??
Sì anche quelle sono un’alternativa migliore a quelle che ho elencato nella risposta sopra, poi ovviamente bisogna vedere anche la composizione, quella può dirla solo il produttore. Se parli del Pyrex, è uno dei pochi materiali atossici a basso costo. L’unico problema è che il pyrex è un pessimo conduttore di calore, quindi ne risentono le ricette… io ho solo delle teglie e una casseruola in pyrex. Sono robuste e facili da pulire però la stessa cosa cucinata nel pyrex e nelle pentole di coccio è completamente diversa, il gusto cambia tanto.
dimenticavo: ti avevo mandato una mail, se non l’hai ricevuta stasera quando torno te la rimando! Non sarà finita nello spam?
queste pentole le ho sempre guardate con grande desiderio, ma ho sempre avuto paura che:
1. assorbissero gli odori di quello che ci si cucina dentro.
non è che rimane sempre un leggero odorino di risotto? e se la volta dopo vuoi fare una cosa senza soffritto, ti rimane l’odore del soffritto?
2. siano fragili, magari mentre le lavi prendono un colpo e buonanotte.
dimmi che mi sbaglio!!!! 😉
Metto in fuga subito i tuoi timori 🙂
1. No, con l’uso si cucina sempre meglio ma gli odori non rimangono, basta lavarle con un detergente delicato e una spugna non abrasiva. Oppure con cenere o lisciva, ancora meglio. A me non rimangono odori e le uso spesso anche con il curry… se non resta l’odore/sapore di curry, non resta nulla! 😉
2. queste no, dovresti prenderne in mano una per renderti conto. La differenza con le normali pentole in coccio è che queste sono in argilla e PIETRA REFRATTARIA. Pesano non poco e sono anche molto solide. Una, la paelliera, è caduta con tutto lo scatolone dal camion del trasloco mentre caricavano. Siamo rimasti stupiti anche noi che non si è nemmeno scalfito un po’ di smalto. Incidente a parte, le mie prime due hanno una decina di anni e sono in ottime condizioni dopo un uso intenso. Però dovresti vederle e toccarle dal vero per renderti conto 🙂 Io semmai sto attenta a non sbatterle nel lavandino, avrei più timore che si ammaccasse quello 😉
grazie!
in verità, se sono quelle spagnole, possiedo una piastra rotonda che mi avevano regalato ed è sì pesantissima (adesso non ce l’ho qui per controllare che sia lo stesso tipo, perchè l’ho portata in quella che sarà la mia casa nuova) (beh, nuova si fa per dire, se non erro sopra la porta c’è scritto 1861 😉 ), ma ho sempre paura di romperla.
non l’ho quasi mai usata, d’estate faccio il pane sulla piastra (tipo arabo) per non accendere il forno, ho provato una volta questa qui, ma buttava un caldo infernale, altro che il forno!!
verdure alla piastra idem, di solito le faccio d’estate e non oso accendere un tale generatore di calore!
però una bella pentolotta per farci gli umidi, se mi dici così, quasi quasi….. magari anche una padella, se dici che non attacca….
Ce l’ho anche io la piastra e la uso tanto! Forse l’errore è nell’uso, ci sono arrivata dopo anche io: non va tenuta sulla fonte di calore tutto il tempo: va solo scaldata 10-15 minuti (anche meno in estate) e poi spostata su un poggiapentola in ferro/ghisa. Grazie alla refrattaria, continua a cuocere quello che hai messo sopra! Per le piadine è fantastica, ma anche per le verdure grigliate!!
Ah prova a usarla anche per cuocere il pane o la pizza dentro il forno d’inverno, vedrai che risultato, sembra uscito dal forno a legna!
proprio per il pane l’ho usata, alla casa nuova!
vero è che il forno forse lì non arriva ad una buona temperatura (non ci ho il termometro lì, ma a naso forse non arriva a 200? possibile?), fatto sta che è venuto un disastro.
ho pensato che fosse perchè lei, la piastra, andrebbe preriscaldata? ed io il pane lo metto a lievitare sulla teglia un’oretta prima di infornarlo…la teglia era lei, la piastra… che forse dopo nel forno ci ha messo il suo tempo a scaldarsi….un disastro :(((
d’altra parte, come si fa? il pane tutto molliccio non lo puoi mica spostare prima di infornarlo, per metterlo sulla piastra preriscaldata…??
e guarda che sul pane qui a casa vecchia non mi batte nessuno, mi viene un babbà…. teglia di metallo del forno, niente di che.
il pane arabo in estate lo faccio su una piastra spessa di alluminio, due minuti per parte…. premiata panetteria il cairo 😉
(con quella non cuoceva bene e buttava un caldo pazzesco).
insomma, ‘ste pentole sono il mio sogno, ma forse non le capisco. magari per gli umidi….
????
Mi informo sempre troppo tardi… mai avrei immaginato le pentole in acciaio potessero essere tossiche! Cercherò su internet a vedere cosa si dice di una nota marca italiana di batterie di pentole… intanto mi chiedevo: ma queste bionatural potranno andare anche nel forno elettrico? Che so, per una bella pasta al forno o una focaccia? Prima o poi devo sostituire le mie teglie in teflon (vergogna!).
grazie per il post e per il solito, instancabile lavoro di “pubblicità progresso” che fai 🙂
Non tutte come dicevo, ma alcune sì, c’è persino gente allergica all’acciaio e al cibo cucinato con pentole di acciaio.
Vanno tranquillamente nel forno, tutte, anche i coperchi. Ci sono anche le pirofile. Io come ho scritto metto la pentola delle foto (casseruola da 20 cm di diametro) anche nel forno della stufa a legna, ti fa anzi una cottura meravigliosa nel forno.
Se le metti nel forno elettrico, consumi anche meno elettricità perché la refrattaria fa raggiungere più in fretta la temperatura e la mantiene a lungo.
ahahha grazie per la “pubblicità progresso” ! 😀
decisamente non sono un’esperta, ma da quando abito da sola ho una bella tajine rossa di coccio con cui preparo le verdure per il cous cous e…ha il suo perché! le tue pentole hanno un che di romantico e “caldo”, e poi in cucina “fanno figura”! chissà se mia mamma ha qualcosa del genere che posso arraffare…
secondo me c’è la possibilità che la trovi sai… in Toscana si usavano tanto e se rustica e molto vecchia, c’è anche il caso che sia verniciata senza piombo 😉 La tajine per il cous cous è il top, concordo! 😀 Un abbraccio per la tua bella soffitta, mi è rimasta molto impressa dalle descrizioni, sai? ^_^
Ciaoo, le consigli per fare il pane in pentola ?
Grazie mille,
Damiano
Io uso la piastra da 28 cm per cuocere il pane nel forno a gas (prima la usavo nell’elettrico), mi permette di consumare molto molto meno e il pane viene benissimo. In inverno ho il forno a legna della cucina economica, ma lì si raggiungono facilmente anche i 300 gradi, quindi non metto altro. La piastra è questa: https://www.macrolibrarsi.it/prodotti/__piastra-a-base-tonda.php?pn=1116
E’ ottima anche per la pizza. In entrambe i casi, va scaldata da subito, quando accendi il forno, vedrai che arriva a temperatura molto più in fretta e si spegne di frequente, perché la ollare interna al piatto mantiene a lungo il calore. Il pane e la pizza, sotto, sembrano cotti nel forno a legna. Spero ti sia utile!
Ciao! Ho appena comprato una tajine verniciata
Come faccio a sapere se la vernice utilizzata è atossica?
Grazie per i consigli e le belle foto
Chiara
ciao Chiara, non ne ho idea, io prima di acquistare controllo bene chi è il produttore, se ha certificazioni, dove viene fatto *davvero* il prodotto… se è fatto in Oriente, scordati che sia atossico, vale anche per i pezzi più costosi. Magari la prossima volta passa al controllo prima di acquistare 😉 Purtroppo dopo è impossibile farlo, a meno che tu non sia in grado di grattare un po’ di smaltatura, portarla in un laboratorio e farla analizzare alla ricerca di metalli pesanti e minerali non inerti… ma sarebbe più costoso che comprare una pentola bio fatta bene 😉
Ciao!
Grazie per questo post..ero alla ricerca di una tajine senza robaccia dentro alla smaltatura e sono arrivata quì..farò sicuramente un giro sul sito Bionatural, ma intanto mi ha fatto piacere scoprire di non essere l’unica a tergiversare, anche mesi, prima di iniziare ad usare la pentola…. “nuova”… (magari dopo mesi che la bramavo prima di acquistarla!)
ciao Renata, sì meglio tergiversare un po’ ma avere qualcosa che duri tanti anni e davvero sano! 😉 ci capiamo!
@Erbaviola : Vero! ,,poche ma buone ! 😀
In alternativa al pyrex, considerato che qualcuno lo chiedeva nei commenti, uso quelle in vetro borosilicato (ne ho un paio) le ho acquistate su purenature24.com .. (non scuriscono al primo utilizzo) da utilizzare esclusivamente con la retina frangifiamma !
PS: Bellissima la tua cucina ! 😀
Ciao…
bell’articolo…semplice ed efficace…
le foto della preparazione sono chiare e illustrano passo passo la facilità con cui poter cucinare con questo tipo di pentole…
grazie ancora per supportare la cucina bio…e buona.
ciao a presto
luca
Ciao, andrebbero bene anche le casseruole e pirofile in gres naturali smaltate senza metalli pesanti? Vorrei sapere se ci siano differenze tra queste e le tue, io vorrei usarle sia per cuocere pane e pizza in forno che per risotti sul fornello, mi chiedevo se per risparmiare potessi usare solo una delle due per fare tutto, ma non credo sia possibile, grazie per l’attenzione.
Ciao Luca, la differenza è notevole, sia in qualità che tenuta del calore. Parliamo proprio di materiali molto diversi. Sicuramente in Italia ci sono ottimi prodotti in gres, assicurandosi sempre che il gres sia appunto garantito senza metalli pesanti e atossico. La differenza maggiore è nella tenuta in cottura, perché il tipo di lavorazione e materiale delle bionatural permette una diffusione uniforme del calore, il mantenimento del calore per una mezz’ora dallo spegnimento della fiamma (quindi un risparmio energetico). Le pentole in gres sono di solito più sottili delle Bionatural, sono meno indicate per lo slow cooking. Hanno delle buone caratteristiche che sono quelle della classica ceramica gres. Le bionatural non sono terracotta semplice: è un impasto di terracotta e pietra refrattaria, quindi la diffusione del calore e la tenuta è superiore, le puoi anche mettere in forno a 250 gradi senza problemi che si crepino.
Per la questione pizza non capisco… quella sopra è una casseruola. Io ho anche la piastra per grigliare della bionatural e la uso in forno per pane e pizza. La pizza viene molto bene, come con forno a legna. Ma non ci puoi fare le zuppe, come nella casseruola non puoi fare la pizza… magari spiegami meglio cosa intendevi 🙂
[…] Il brano soprariportato è tratto dall’articolo: https://www.erbaviola.com/2014/04/05/le-pentole-bio-in-argilla-e-pietra-refrattaria-bionatural.htm […]
Buongiorno 🙂 scusi per il disurbo, ma sinceramente non so proprio dove sbattere la testa 🙁 Finalmente dopo tanta titubanza mi sono decia ad cquistare pentole in argilla rossa e refrattaria da un artigiano ( perciò co trollata e sicura sulla qualità ) tuttavia mi “ha fatto acquistare” delle pentole diciamo a forma di pera (larghe in basso che vanno a stringersi in alto) per la bollotura dei legumi/minestroni (28diametro e 22 altezza) con coperchio Bucato e con uno Sfiato laterale… mentre delle piccole (basse 10/12 cm) casseruole per “ricuocere i legumi una volt lessi… Cercando au internet non jo trovato traccoa di qieste pentole! Vedo sempre e solo casseruole e assolutamente coperchi senza buchi! Lei ne sa qualcosa? Il motivo dei buchi -a detta dell artigiano- è che impediscono la formazione della schiuma
Grazie
Buongiorno Maria Chiara, non c’è problema, se posso aiutarla lo faccio volentieri ma non so proprio di che tipo di pentola stiamo parlando… ha magari una fotografia? Va bene anche con il cellulare, può mandarmela via email (indirizzo qui https://www.erbaviola.com/contatti )
L’unica pentola vagamente simile a questa descrizione é il tajine, che però sembra un piatto con un coperchio a cono, a volte con alcuni fori sulla parte più stretta.
La schiuma nella cottura dei legumi si forma solo se non si mettono in ammollo e non si sciacquano, succede quando si usano direttamente i legumi secchi, perché si liberano nell’acqua gli oligosaccaridi che si disperderebbero altrimenti nell’ammollo. Sono quelli che producono la maggior parte della schiuma. Altrimenti è un problema che non esiste. Mi sembra anzi che un coperchio con i buchi sia poco indicato per cuocere i legumi, perché il vantaggio della terracotta è proprio quello di trattenere di più il calore rispetto alle pentole in acciaio… fare dei buchi è il contrario. Però non so, dovrei vederla per capire, provi a mandarmi un’immagine.
Ciao Erbaviola, vorrei sapere se per sostituire le padelle di casa vecchie e tossiche andrebbe bene questa. http://pentolebionatural.com/prodotto/pentola-con-manico/ oppure mi consigli qualcos’altro. Avevo pensato anche a quelle con copertura in titanio, puoi consigliarmene qualcuna atossica? Ci tengo molto visto che non ci mangio solo io ma anche i miei figli piccoli. Vorrei cambiare anche le pentole in acciaio, ma la priorità è delle padelle che fanno pena. Grazie
Buongiorno,
riguardo alle pentole bionatural, dove trovo la certificazione sulla provenienza dell’argilla e sulla mancanza di materiali tossici per l’invetriatura?
A parte la parola del produttore/rivenditore non trovo alcuna certificazione, inoltre sulle pentole non c’è alcun marchio.
Grazie per l’attenzione
Cara Erbaviola.
Innanzitutto ti ringrazio molto per tutto quello che condividi con noi a titolo gratuito.
I tuoi libri addirittura sono un caso molto raro. Per lo più girano scritti pressapochisti, mentre tu affronti gli argomenti in modo dettagliato, preciso e affidabile, solo dopo aver studiato, approfondito e sperimentato.
Ti scrivo per chiederti un consiglio, sperando che ti sia già capitato qualcosa di simile e che tu abbia tempo in questo periodo per rispondermi.
Oggi ho acquistato delle pentole in terracotta, che nella mia zona sono un antico prodotto di artigianato.
A sorpresa il produttore mi ha raccomandato di condizionarle con del latte intero, in modo che il grasso penetri negli eventuali micro fori e li sigilli.
Il punto è che io sono vegana…
Mi ha detto che la percentuale di grassi è fondamentale… Secondo te cosa potrei usare in sostituzione?
Ciao,
Sonia
Cara Sonia, intanto ti ringrazio di cuore per l’apprezzamento!
Sì mi è già capitato e anzi pensavo di farci un articolo perché dopo anni di uso di queste pentole mi sono resa conto che alcune indicazioni dei produttori non sono corrette, credo perché molti sono uomini che non cucinano 😉
Per la questione del latte, era un metodo molto vecchio e a basso costo per ingrassare le pentole, un metodo di quando l’olio era un piccolo lusso. Potresti usare tranquillamente del latte di soia visto che i contenuti di grassi sono pari a quello vaccino ma con la differenza che non sono grassi trans, quindi non fanno male.
Altrimenti, io con le pentole nuove di terracotta con smaltatura atossica e parti in coccio faccio così: metto a bagno in acqua la pentola, completamente sommersa, per 24 ore. In questo modo la terracotta si idrata bene. Poi la faccio asciugare all’aria aperta (non sole diretto) per una giornata, capovolta. Infine passo la parte interna con un pezzetto di carta da cucina e poche gocce di olio extravergine di oliva. Per la prima volta, cuocio qualcosa che contenga olio e dopo l’uso la lascio incoperchiata per qualche ora, senza lavarla. Infine la lavo come sempre, con detersivo per piatti eco, pochissime gocce tanto queste pentole in coccio sono antiaderenti e non vanno sgrassate di continuo.
Per le casseruole, le prime volte dopo la pulizia ripasso l’interno con il pezzetto di carta e poco olio. In genere, più le usi e più i sapori migliorano 🙂
Nota importante: usa assolutamente uno spargifiamma di ghisa. Non a retina, quelli di ghisa. Altrimenti dopo un po’, soprattutto con il fuoco da metano o gpl, si sporcano all’esterno di nero e sono difficili da pulire. Inoltre lo spargifiamma ti fa consumare meno gas e evita la formazione di crepe. Conta che i nostri fornelli sono fatti per pentole d’acciaio, non per quelle di terracotta.
Sulle cucine a legna invece va direttamente sulla piastra di ghisa.
Spero ti sia utile 🙂
Un caro saluto!
Grazie mille Erbaviola.
Di spargifiamma me ne son regalata ben due; sempre in terracotta, ma non smaltata, legati con fil di ferro tutto intorno per sopportare eventuali rotture. Uno ha proprio la misura giusta per cuocere e riscaldare le piadine.
E ora… idratiamo e ungiamo per bene.
Ciaooo
Perfetto!!! Non osavo suggerire tanto! Sei già a livello perfezione con lo spargifiamma in terracotta, meglio di così… non si può proprio! Un abbraccio e buone cotture. Se ti va di raccontarmi tra un po’ com’è andata l’esperienza con le pentole, mi fa molto piacere saperlo.
Cara Erbaviola,
Successone! Addirittura non uso più il sale per cuocere i fagioli; rimangono così saporiti che non ne hanno bisogno. Sapori esaltati. E poi che bello cucinare nella terracotta… mi sembra di essere già in campagna nel mio eco villaggio autosufficiente a cucinare i prodotti dell’orto naturale…. ci arriverò.. ci arriverò.
Un abbraccio.
Sonia
Buongiorno,
ma si riesce a cuocere anche il riso integrale? a farci dei risotti?
Che opinione hai della pentola a pressione.
grazie mille per tutti i tuoi approfondimenti e le tue condivisioni.
ciao
Giulia
Il riso integrale cuoce benissimo, anche facendo dei risotti. Io a metà spengo la fiamma o nel caso della cucina a legna sposto la pentola di lato, perché continua a cuocere senza bisogno di altro calore, grazie alla refrattaria. Il riso integrale viene molto bene, non c’è nemmeno bisogno di girarlo, come con la pentola a pressione. La pentola a pressione è però un discorso completamente diverso, cercherò di affrontarlo in un prossimo post. 🙂 La uso, anche spesso, ma non per farci il risotto, di solito solo per legumi che richiederebbero una cottura lunga, tipo i ceci 🙂
Ciao Giulia e grazie mille per questo bellissimo articolo. Posso chiederti se possono essere usate su piastre in vertroceramica? Grazie mille.
Ciao, no assolutamente no, come tutti i materiali in refrattaria. Essendo pentole che accumulano molto calore, spaccano i piani in vetroceramica. Sono adatte solo a fuochi e piani in ghisa, mi spiace.
Perdonami volevo scrivere Erbaviola ?. Sorry!
figurati! Così mi sono accorta del post di Giulia sopra, che purtroppo non avevo visto subito.
grazie mille delle risposte! Per i tempi di cottura del riso integrale… quali sono?
Ciao Giulia, io faccio così per il riso integrale, ma premetto che uso il Baldo integrale di Girolomoni e il Rosa Marchetti di Un Punto Macrobiotico, quindi controlla anche la cottura che richiede il tuo riso. Questi due richiedono 40-45 minuti.
Metto in ammollo il riso per 2-3 ore in acqua filtrata, sciacquo e metto sul fuoco la piastra radiante con la casseruola bionatural e dentro un dito di acqua filtrata, attendo che si scaldi il fondo (2-3 minuti) e intanto ho messo a bollire un quantitativo di acqua pari a 3 volte il volume del riso (basta che metti il riso in un misuratore graduato e moltiplichi quella misura per tre per avere la quantità di acqua). Verso il riso, lo giro appena appena in quella poca acqua e poi aggiungo piano piano mescolando l’acqua bollente e pochissimo sale di roccia. Coperchio e lascio cuocere a fiamma bassa per 30 minuti, non c’è bisogno di mescolare durante, solo al termine. Spengo la fiamma e lascio altri 10 minuti in cottura senza fiamma (la bionatural va avanti anche 15-20 minuti senza fiamma).
Come radiante uso questo: http://amzn.to/2lqwnc2 lo trovi nei negozi di casalinghi ben forniti. Mi raccomando, non lo spargifiamma ma la piastra radiante, lo spargifiamma non si usa con le bionatural 😉
Ciao! Sono tentata di acquistare le pentole BIonatural, ma la mia paura è per il discorso smaltatura, loro dichiarano priva di piombo e cadmio, ma non c’è nessuna certificazione, dobbiamo andare sulla fiducia?
ciao Vittoria, personalmente ho dato un pezzetto della mia primissima bionatural a un’amica che lavora in un laboratorio (un pezzetto che si era staccato dal coperchio dopo che l’avevo fatto cadere più volte, sigh!). Non c’erano tracce di piombo, cadmio, antimonio e non mi ricordo il quarto che è di solito presente nelle vernici tossiche. Però non tutti possono fare queste prove, quindi ti direi di chiedere direttamente alla Bionatural, loro di sicuro ti sapranno fornire tutti i parametri. 🙂