Iniziano le giornate degli acquisti di Natale. In realtà ormai le fanno iniziare a settembre, ma da tradizione dovrebbero cominciare oggi. Molti non avranno tempo di preparare qualcosa di fatto a mano, di autoprodotto. Molti stanno pensando alla propria vita, desiderando una strada diversa da percorrere, una vita più semplice e frugale, ma non hanno ancora la forza morale di presentarsi con regali “non comprati” davanti a parenti e amici.
A queste persone vorrei dire: non preoccupatevi, non nascondetevi, soprattutto non sentitevi in colpa paragonandovi a chi fa tutto da sé (o a chi si vanta di farlo ma ha dei retroscena molto discutibili – e ce ne sono tanti). La decrescita o la frugalità non sono una gara a chi autoproduce di più.
La via del vivere con leggerezza per sé e per il mondo é un percorso, materiale ed emozionale, di azioni e sentimenti che sono interdipendenti. La ricerca della leggerezza, del vivere con cura e della sostenibilità sono fondamentali quanto il fare a mano il pane. Non sono momenti scindibili, sono motivazione e esecuzione, ricerca e azione.
Per questo è logico e anzi salutare, a volte, il non aver tempo di preparare tanti regali fatti a mano. Se torniamo a casa dopo una giornata di lavoro intenso e troviamo magari dei bimbi che richiedono una giusta attenzione, un compagno/a con cui chiacchierare e preparare la cena o il nostro bisogno di silenzio o di due pagine lette in santa pace… sono queste le priorità che dobbiamo ascoltare. Non la corsa forsennata all’autoproduzione di tutto.
La frugalità non consiste nell’aspettare di mettere a letto la famiglia per poter sferruzzare fino alle due di notte il regalo per l’amica. Il vivere con leggerezza è avere anche il tempo per seguire i ritmi veri della famiglia o i propri ritmi personali, senza sovraccaricarsi di lavori e impegni. La decrescita non è fare una fatica immane e corse forsennate per vedere poi la faccia contrariata di una cognata modaiola davanti a un barattolo di scrub autoprodotto.
Se avete poco tempo in questo periodo, usatelo per la vostra famiglia, per voi stessi. Per i regali fate degli acquisti consapevoli: materiali ecologici, da artigiani e negozianti locali.
C’è una meravigliosa via di mezzo tra la sciarpa sferruzzata di notte e una porcheria in poliestere cinese agguantata in uno dei tanti negozi delle multinazionali.
Guardatevi attorno, trovate le botteghe locali. Comprate da piccoli artigiani, da persone che conducono il loro negozio o la loro attività con amore, passione e coscienza per il mondo. Ce ne sono tanti.
Durante il mese di dicembre vengono organizzati diversi mercatini per le vie delle città: frequentateli.
Ignorate quel che è trasportato dall’altra parte del mondo, nessuno ha bisogno un piffero peruviano, anche se sembra fatto a mano. Guardate invece i singoli artigiani e commercianti: la signora con il banco di sciarpe e cappelli fatti a mano, spesso con filati naturali. La ragazza che abita nel paese vicino e fa il sapone in casa con materie prime biologiche. Il libraio che rischia tutti i giorni di venire schiacciato dai megastore ma continua a scegliere indipendentemente cosa proporre di bello ai suoi lettori. L’erborista che non si limita a rivendere scatolame ma confeziona tisane su misura e ha scelto di non vendere finte cure dimagranti. Il negozio di giocattoli in legno atossico, che non ha i giochi a basso costo, colorati con vernici tossiche, importati dalla Cina.
Comprate guardando negli occhi chi ha fatto quel prodotto, domandate informazioni, apprezzate quello che fanno. Anche questa è la decrescita, non è solo il fare da sé, è anche lo scegliere con cura e consapevolezza.
Non entrate nei megastore uscendo con tanti facili sacchetti infiocchettati. Girate nelle botteghe, tra gli artigiani, uscite con un pacchetto senza loghi ma confezionato con Amore, Passione e l’idea di un mondo più giusto e pulito. Se non avete tempo in abbondanza e se autoprodurre tutto è alla fine un impegno sfiancante, regalate l’artigianato di altre mani ma scelto con amore. Anche la cognata modaiola che storceva il naso davanti al brutto barattolo di scrub autoprodotto in fretta e furia, si innamorerà invece del un cestino di saponette fatte a mano e confezionate ad arte, oppure delle candele in materia vegetale del maestro ceraio che non conosceva. E chissà, magari cambierà qualcosa anche in lei.
Passate le serate con gli amici, con la famiglia e regalate a questi il vostro tempo e il vostro amore, non a una inutile gara a chi autoproduce di più. Non serve, non fatevi fuorviare da chi ha un bisogno così spasmodico di attenzione e autoaffermazione da dover mostrare di fare tutto a tutti i costi, dovesse anche stare in piedi tutta la notte. Che senso ha? Vivere con cura è altro. E’ chiacchierare con l’artigiana che vi sta mostrando le sue creazioni, tornare a casa con un pacchettino pieno di bellezza e passare la serata rilassandosi.
L’autoproduzione non è la strada verso il martirio, è la strada verso uno stile di vita più sostenibile, più locale, più vero. Possiamo fare da soli, oppure, per alcune cose come i regali di Natale, scegliere persone indipendenti come noi, che producono in modo consapevole e sostenibile: ce ne sono ovunque.
Cancelliamo le multinazionali, i megastore, le catene di negozi e i centri commerciali, acquistiamo da persone come noi. E’ così che si cambia concretamente il mondo.
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