CASTIGLIONCELLO, PAESE ABBANDONATO DA RIABITARE

Più che un paese, un borgo. Un passato importante, dogana tra il Granducato di Toscana e lo Stato Pontificio, mentre nell’800 d.C. era già un insediamento fortificato, con mura e torre che hanno resistito finora. Castiglioncello, frazione di Moranduccio, ha una storia di 1200 anni interrotta dall’industrializzazione che ha spopolato i piccoli paesi. Viene battuto al gioco delle necessità del ventunesimo secolo, prima con la strada statale che lo taglia fuori, poi per il mancato allacciamento dell’elettricità causa insufficienza di abitanti e infine gli ultimi residenti che nel 1962 abbandonano le case: il comune aveva iniziato la costruzione del ponte sul Santerno che li avrebbe collegati alla statale, ma in una decina di anni avevano fatto solo le spalle di appoggio di questo ponte, ancora visibili. (Il ponte non è mai crollato, come affermano alcune storiografie poco accurate: semplicemente non è mai stato ultimato, in perfetto stile italiano).

Ma questo borgo, nonostante tutto questo non aggiornarsi alla modernità che lo priva dei suoi abitanti, riesce ad affascinare poco dopo qualcun altro e verso la metà degli anni ’70 si insedia una comune. Che fosse una comune è una mia interpretazione: secondo qualche abitante del posto c’era un gruppo di giovani che vivevano con poco, ma il concetto di “comune” per molti anziani è sconosciuto. Ci sono poche tracce di questo passaggio, ho saputo della storia della comune da un vecchio contadino che ha delle vigne nei pressi. Testualmente, tolte le imprecazioni per qualcuno che nella notte era andato a saccheggiargli l’uva, ha detto che ci vivevano “quelli là, i figli dei fiori” ma che “non so cosa ci facevano lassù, non c’è niente“.
Può darsi che fosse un gruppo molto piccolo perché non ne ho trovato traccia su nessuna monografia delle comuni italiane. In ogni caso, fino agli anni ’70 qualcuno lassù c’era, anche se non regolarmente registrato in comune. Perché se ne siano andati, non l’ho scoperto. A occhio, però, così a ridosso del periodo di abbandono delle ultime case, potrebbe anche essere tornato qualche vecchio abitante a rivendicarne la proprietà. Di queste storie, quando facevo ricerche per Scappo dalla città ne ho sentite molte, purtroppo, un po’ originate dall’ingenuità dei comunardi che non si informavano bene prima di insediarsi (vedi consigli sotto) e un po’ dalla cattiveria di certi proprietari che fingono di non accorgersi di nulla fino al completo restauro della casa, per poi sfrattare gli ingenui restauratori con tanto di intervento delle forze dell’ordine.

Noi ci siamo stati più volte, arrivando sempre da Moranduccio. Dalla statale si vede bene Castiglioncello, sulla cima del suo promontorio. A lato della statale si trova subito una stradina che scende verso il fiume Santerno e che porta a un piccolo parcheggio sterrato. Il parcheggio serve in gran parte a chi va a fare il bagno nella cascata ai piedi di Castiglioncello, un angolino incantato (appena cessa la stagione dei bagni).

Di lì si può proseguire in auto solo se si usa un fuoristrada vero, con 4×4, specie se ha piovuto da poco. Ci si inerpica a piedi per la strada sterrata che sale a Castiglioncello: niente di che, una salita media per fisici normali e scarpe normali. La foto è del primo tratto di strada, il più largo, poi la pendenza aumenta e la carreggiata si stringe fino a diventare un sentiero.

Salendo il panorama diventa spettacolare. Prima le poche case di Moranduccio, separate dalla valle scavata dal fiume Santerno e pi, man mano che si sale, si apre una vista spettacolare sull’Appennino Tosco-Emiliano in tutta la sua bellezza. (Mi scuso per la qualità delle foto ma in previsione di arrampicarci tra i calcinacci delle case abbiamo portato solo una compatta)

Arrivati in cima, dovete cercare il varco: non sempre è aperto, dipende dalla vegetazione e se c’è passato qualcuno di recente. Si deve cercare un sentierino stretto che passa accanto alle mura. Per qualche metro ha uno strapiombo a lato ma facendo attenzione non è nulla di particolarmente pericoloso (a patto che non soffriate di vertigini). Ovviamente ci sono altre vie di accesso, sopravvive anche la porta principale a nord, ma la vegetazione ha formato un muro di rovi che rende più sicuro e facile entrare per questo passaggio.

Arrivando, ci si rende subito conto che  è un posto che ha molto di particolare, non solo dal punto di vista architettonico. C’è un’atmosfera di pace da respirare, al contrario di altri paesi abbandonati che ho visitato.Non ha l’atmosfera cupa e da brivido leggero quando senti cigolare un cardine. Qui sembra tutto molto pacifico e oserei dire che ci sia un’energia vibrante, ma rischierei di andare fuori dal discorso. Castiglioncello è stato un luogo con una spiritualità particolare, che in passato è stato attraversato da diversi credo e da artisti, filosofi, viaggiatori di pensiero. Goethe fece questa strada in “Viaggio in Italia“, scrivendo meraviglie degli Appennini tra Bologna e Firenze. Nel paese sopravvivono ancora almeno due chiese e per un gruppo così piccolo di case sono veramente una rarità.

L’edificio della dogana è quello meglio conservato e sono ancora disponibili le planimetrie (con cortesia dell’Agenzia delle Dogane). Si tratta di un edificio a tre piani risalente al 1700 circa e con il tetto in parte non crollato. I muri sono intatti, la scalinata è ben conservata. Come casa primaria, sul modello di Casa Sarti dagli Elfi (vedi sotto) potrebbe funzionare bene e sarebbe anche un ricovero adeguato per i primi tempi. Le case sono quasi tutte a due piani, organizzate secondo la tipologia classica cinquecento-seicentesca di queste zone: al piano terra la stalla e al piano di sopra l’abitazione familiare. Molti dei pavimenti delle stalle e delle case sono in tavelle di mattoni pieni messi trasversalmente (l’antico “cotto”). Questo tipo di pavimentazione una volta pulito può essere tenuto così (ha una manutenzione molto bassa) o trattato con resine per lucidarlo… ma farebbe abbastanza ridere nel contesto di un ecovillaggio… molto chic  il suo pavimento, signora comunarda!

La zona è ancora in parte fortificata, gli spazi per gli orti devono essere reperiti per forza oltre le mura, il che però può essere comodo per gestire un’irrigazione in grande stile. Essendo in cima a un promontorio, è esposto su tutti i lati e ha luce per tutto il giorno, non viene ombreggiato da altre montagne della valle. Il terreno è argilloso, trattiene molto bene l’acqua e c’è un versante che sembra proprio adatto per le viti. Il paese è circondato da castagneti, le castagne qui erano “il pane dell’Appennino”. Ci sono anche querce, la farina di ghiande si può ottenere facilmente con un mulino domestico manuale, si macinano più facilmente del grano e non hanno bisogno di essere coltivate.

Vantaggi del riabitare qui:

  • E’ un posto magnifico.
  • Non è distante da altri ecovillaggi grandi dove fare esperienza, chiedere aiuto, fare rete. (Se siete vegetariani contate però che gli altri ecovillaggi in zona sono onnivori, ufficialmente. Alcuni praticano la pastorizia. La tolleranza da entrambe le parti è necessaria.)
  • Le case hanno muri molto spessi, in pietra, in ottime condizioni.
  • Pietre per riparazioni sono disponibili già sul posto.
  • Ci sono lavatoi esterni in pietra, forse quindi anche delle condutture dell’acqua solo da ripristinare.
  • Da qualche parte c’è una sorgente, si nota dalla vegetazione e forse è ancora utilizzabile uno dei pozzi presenti. Il Santerno passa sotto a valle e riceve acqua anche tramite cascatelle da queste rocce, quindi l’acqua c’è.
  • Una volta sistemati i tetti, con dei pannelli fotovoltaici o anche solo dei solari ci si garantisce quel poco di elettricità che serve (mica si va quassù per passare la giornata su facebook, no?). L’esposizione è perfetta.
  • Apparentemente non sono mai stati fatti impianti elettrici, così fare un impianto fotovoltaico o solare con canaline esterne è piuttosto semplice e non bisogna industriarsi con reperti di fili monocolore incanalati nei muri in pietra (noi ne sappiamo qualcosa… sono lavori che possono durare settimane e far spazientire l’enigmista più dotato!). Negli anni ’60 qui c’erano ancora molte case senza elettricità, anche in paesi più accessibili.
  • I cellulari prendono. Tim ha una buona copertura, Vodafone discreta.
  • Ci sono dei bellissimi camini e forni a legna, alcuni con canne fumarie intatte, ad alcuni a cui bisogna solo rifare la cappa in muratura.

Svantaggi del riabitare qui:

  • La salita per arrivare al villaggio si può percorrere con un fuoristrada o un pickup fino quasi alle case. Con macchine normali e furgoni no. La strada di accesso va ripristinata, è coperta di vegetazione e al momento si riesce a passare solo da un’altra parte.
  • La maggioranza dei tetti sono crollati del tutto, una piccola parte ha una porzione parziale di tetto coperto ma comunque pericolante. La quantità di travi di legno delle strutture originarie permetterebbe di tirarne fuori abbastanza per ripristinare 3-4 tetti di case senza portare legname da valle. Si può comunque dare un’occhiata alla vegetazione attorno, di legname ce n’è.
  • Dimenticatevi adsl e telefono fisso, qui la Telecom non è mai arrivata.
  • E’ un posto del tutto inadatto a chi soffre di vertigini.
  • Non è un posto adatto a chi arriva da un appartamento cittadino. Anche se si hanno le migliori intenzioni, c’è troppo da imparare e sapere per sopravvivere nell’inverno sull’appennino, soprattutto. Consiglio prima (vedi sotto) di trascorrere qualche tempo in uno degli ecovillaggi indicati.

 

Consigli su luoghi con difficoltà, strutture, vegetazione e clima simile:

Potrebbe essere interessante, dopo averlo visto, trascorrere un breve periodo in uno di questi due villaggi. Secondo me i più simili per clima, vegetazione e possibilità di riabitazione nonché tipologia di case sono:

Ecovillaggio Campanara Via Campanara 1 – 55035 – Palazzolo sul Senio – Firenze (FI) Tel. 335 7104642    juliehelene@libero.it

Ecovillaggio degli Elfi – Gran Burrone – Selina Gaia Di Gioia, via Posola 78, 51020 Sambuca Pistoiese, PT
(Questo è solo l’indirizzo postale, potete scrivergli oppure andare di persona ma verificando il periodo migliore con loro). Negli anni ’70 hanno riabitato un paese simile, sistemato case e ora sono circa 200 persone divise in varie strutture, con parecchi ettari coltivati e raccolta nei boschi circostanti. Hanno pozzi artesiani scavati da soli, pannelli fotovoltaici (sono arrivati più di recente) e un’organizzazione accettata anche da istituzioni locali che li considerano un valore per la tutela del territorio. Mi sembra l’esperienza più vicina a quella che potrebbe sorgere a Castiglioncello.

 


Consigli generali sul riabitare paesi abbandonati

I consigli sarebbero tantissimi, ma molti variano a seconda del posto che si riabita. Questi sotto sono una selezione, quelli che solito vengono sottovalutati e portano a risultati disastrosi.

  1. Informatevi al catasto sulla proprietà. Richiedete una visura catastale. Dovete andare di persona perché queste case non hanno indirizzo e non si può chiedere online una visura per un intero paese, anche se piccolo.
  2. Accertata la proprietà, qualcuno potrebbe essere disponibile sia a un affitto minimo (non c’è molta concorrenza come potete immaginare…) sia a contratti di cessione gratuita decennali o ventennali in cambio dei lavori che farete nella casa per risanarla. Sono contratti che vanno fatti in forma scritta e depositati all’Agenzia delle Entrate, non serve il notaio o un mediatore immobiliare. Il costo è quello della marca da bollo.
  3. Non fidatevi delle informazioni orali in comune o nel vicinato. Prendere per buono “Non si sa più di chi sono le case” e “Sono tutti morti, vai a sapere” è di solito l’anticamera di lotte burocratiche di anni, sgomberi ecc.
  4. Non fate sogni sull’usucapione. La legge è cambiata e in ogni caso l’idea di stare appesi alla paura di essere buttati fuori per vent’anni non è un bel presupposto per vivere sereni.
  5. Lasciate stare le chiese. Le chiese si sa sempre di chi sono e finché sono ruderi le ignorano, se le sistemate potrebbero chiedervi di tutto, da un affitto allo sgombero e persino i danni per i lavori eseguiti non a regola d’arte.
  6. Predisponete una piazza grande sempre ben pulita e agibile. Serve sia per ritrovarsi che per, importantissimo, l’elisoccorso. Lo so che il sogno della vita nella natura a volte fa accantonare queste cose ma chi vive già queste esperienze sa quanto possa essere importante un trasporto veloce, dall’ostetrica che deve arrivare d’urgenza fino all’intossicazione da funghi (no, non avrete nel frattempo l’erba magica che fa da antidoto, cerchiamo di essere realisti 😉 ), fino a un trauma da caduta che rende impossibile un altro tipo di trasporto. L’elisoccorso è andato diverse volte anche nell’ecovillaggio degli Elfi, indicato sopra.
  7. Iniziate sempre un nuovo progetto abitativo di questo genere in primavera: avrete tempo per riparare tetti, fare legna (nel senso di comprarla perché quella che farete appena arrivati è verde e si usa l’anno successivo) e scorte per l’inverno, avere un rifugio caldo e confortevole, conoscere bene il territorio. In alternativa è un disastro annunciato e purtroppo, come molti, dovrete mollare per freddo e fame.
Vi lascio con questa immagine di una scritta sul muro che mi ha colta di sorpresa mentre mi arrampicavo su dei calcinacci per capire come mai lì fosse stato intonacato non più di quarant’anni fa a gesso invece che a calce (chi è di queste parti e conosce bene i muri in pietra non fa errori del genere).
Si ringrazia, in ordine di apparizione: la mia metà che ha scovato questo come altri posti di cui vi parlerò perché mi sembrano ideali per riabitare. Controlla anche che la mia abilità nel cadere non si manifesti mentre sono in bilico su una trave a fare foto e non mi perde d’occhio a scanso di idee balzane che potrebbero venirmi e che si concluderebbero con il ritrovamento delle mie ossa in fondovalle. Yari, che oltre ad un caro amico, in quest’occasione è stato anche il tester per le vertigini, sopportando pazientemente passaggi perigliosi e viste a 180° sugli strapiombi. Naturalmente nemmeno in questa situazione ha perso il suo aplomb, ma ha decretato che il posto non è per tutti.

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48 Commenti

Ale Settembre 10, 2013 - 11:00 am
Ci siamo stati un paio d'anni fa. Bellissimo. Forse sono un po' troppo "comodino" per un'esperienza del genere (oltre all'inettitudine nei lavori manuali). Ciò cui non potrei proprio rinunciare son stereo e tv (per film, serie, sport, non per altro).
Erbaviola Settembre 10, 2013 - 11:17 am
beh sì questa è un'esperienza più estrema, ma perché dovresti rinunciare a stereo e tv? :) alcuni ecovillaggi hanno la tv, l'elettricità arriva dai pannelli fotovoltaici. Magari c'è una tv per tutti o comunque non una tv per stanza come sta succedendo tra le persone "normali". Poi dipende ovviamente dai gusti personali... io passo giorni senza vederla ma ci sono sere d'inverno che guardo anche due film di fila.
Ale Settembre 10, 2013 - 11:37 am
Sì, diciamo che la monopolizzerei quando ci stanno le Olimpiadi o similia... Per non dire di scannamenti sui gusti musicali... Mi sa che rimaniamo su casale da ristrutturare, in prospettiva.
Erbaviola Settembre 10, 2013 - 12:17 pm
ah, è stata la mia scelta infatti ^_^ Noi siamo molto socievoli entro certi limiti, poi c'è un ambito di coppia e uno personale in cui l'ingerenza esterna diventa fastidiosa più che piacevole.
Ale Settembre 10, 2013 - 12:23 pm
Hippies nei limitis.
Andy Settembre 11, 2013 - 9:30 am
Salve, progetto interessantissimo, solo una domandina...siete a conoscenza di qualche ecovillaggio simile "aperto ad eventuali nuovi compaesani??" Premetto che sono giovane (26 anni), sposato, ho esperienza decennale nel campo dell' edilizia e mia moglie e' una cuoca provetto. Grazie per le eventuali risposte. Peace. Andy
Erbaviola Settembre 19, 2013 - 11:00 am
ciao Andy, ce ne sono diversi che accolgono nuovi abitanti, viste le vostre competenze però proverei con l'ecovillaggio solare di Alcatraz (Gubbio), oppure se volete qualcosa di molto più frugale, ci sono la tribù delle noci sonanti (dalle parti di Ancona) e diversi ecovillaggi al sud, soprattutto in Puglia e in Sicilia ma elencarli tutti è difficile. Ti conviene cominciare a cercare dal RIVE, la rete italiana degli ecovillaggi, trovi molte informazioni sul sito di AAM Terranuova
Vale Settembre 10, 2013 - 11:07 am
Nel 2010, per essere precisi. Paese davvero suggestivo. facebook.com/photo.php?fbid=1471065868110&set=a.1471063388048.63777.1577529088&type=3&theater Questa l'abbiamo fatta in una delle chiese.
Erbaviola Settembre 10, 2013 - 11:18 am
Bella! un po' troppo cattolica per i miei gusti ma interessante ;)
Vale Settembre 10, 2013 - 11:35 am
Beh, sì, anche per me, in realtà. ^_^
Erbaviola Settembre 10, 2013 - 12:27 pm
Noi faremo finta che sia una richiesta alla grande madre per ritrovare il fidanzato messicano Jesus U.U
Petra Settembre 10, 2013 - 4:54 pm
Molto interessante. Ma visto che sei di Milano: se volessi vivere con la tua filosofia ma non potessi allontanarti do molto da questa città (o da Monza), dove cercheresti? Il mio sogno è (trovare un angolo dove l'aria fetida padana sia un po' meno fetida) ristrutturare una vecchia cascina, ma chissà se se ne trovano di già abitabili, da mettere a posto a poco a poco, a prezzi accettabili? Purtroppo vengo da altrove e non conosco affatto la zona...
erbaviola Settembre 12, 2013 - 11:52 am
Non esiste un posto così, l'ho cercato a lungo. Ti puoi al massimo illudere che il bosco dietro casa sia intatto, ma se dopo 1 chilometro c'è un inceneritore o un'azienda di materie plastiche... bisogna proprio avere una grande fantasia per illudersi. Io ho provato prima verso la Brianza e a parte i costi mostruosi e inadeguati alla scarsa qualità del posto, c'è un traffico spaventoso. Siamo poi passati alla zona pavese, nel parco del Ticino ma grazie a certe amministrazioni di una certa parte politica volta solo alla speculazione edilizia e al business dell'immondizia, ora sono in costruzione ben 9 inceneritori. Più quello di Parona che ha già portato il livello dell'incidenza del cancro ben oltre le medie italiane. Non è un caso che mi sia allontanata molto da quel tipo di nord. La questione cascina poi è da smitizzare. Prima di tutto le cascine in Lombardia sono enormi complessi con costi che vanno dai due ai dieci milioni di euro. Sì, anche quelle che sembrano ruderi, perché sono complessi molto grandi. Alcuni immobiliaristi le ristrutturano facendone lotti più piccoli però francamente a me non sembra una soluzione ideale: è come vivere in un grande condominio orizzontale, con tutte le rogne del condominio e in genere persi in mezzo al nulla, con il paese più vicino raggiungibile solo in auto. Mi spiace smitizzare così un sogno ma è meglio essere realisti, ci si evitano molte disillusioni e perdite di denaro. Se ti capita, leggi "Scappo dalla città", lo trovi anche nelle biblioteche. Questi argomenti sono affrontati con minuzia, c'è un intero capitolo sulla ricerca della casa e gli errori da non commettere. Purtroppo riportare tutto in una risposta sul blog sarebbe lunghissimo :) Se poi hai qualche domanda su aspetti particolari, sono qui ^_^
Petra Settembre 13, 2013 - 5:51 am
Accidenti. Cercherò 'scappo dalla città', ma come scegliere il male minore quando dalla città non puoi scappare? Io che ho sempre vissuto in campagna dovrò spostarmi con pupo di tre anni, per questioni di lavoro del papà, in un luogo da cui Monza sia raggiungibile senza troppo stress ogni giorno. Come sapere quali sono le zone meno inquinate? Andando verso i laghi, secondo te, la situazione migliora o peggiora? Esistono mappe aggiornate dell'inquinamento? Non ho il cuore di far crescere un piccoletto nella zona più inquinata d'Europa; ma farlo stare ogni mese più di 10 giorni senza papà, forse è peggio.
Erbaviola Settembre 19, 2013 - 11:05 am
è impossibile saperlo in Italia, non esistono mappe del genere solo studi parziali. La zona dei laghi la eviterei anche solo per l'indecente traffico che si genera ogni weekend, allora tanto vale abitare in un appartamento con finestra sulla tangenziale... l'ultima volta che sono stata a Arona mi bruciava la gola dalla quantità di scarichi di auto che c'era. A meno che non scegli posti banditi alle auto ma sono scomodissimi, tipo Orta S.Giulio o una delle isole. Purtroppo la provincia di Monza e Brianza è veramente molto inquinata tra la quantità di fabbriche e il traffico pesante, non cambia molto secondo me tra Milano e lì. Hai solo qualche parco in più a disposizione (che curano in genere con generose quantità di pesticidi... come il parco nord di Milano)
Petra Ottobre 23, 2013 - 11:13 pm
Sigh. Nessun suggerimento per non allontanarsi troppo dalla zona? Nemmeno in aperta campagna l'aria migliora? E nel resto della pianura padada, tenendosi lontano dal centro delle città, hai idea di come sia la situazione? Che so... dintorni di Reggio Emilia, che ha il bel vantaggio (per noi) di essere ormai servito dall'alta velocità?
Erbaviola Ottobre 25, 2013 - 1:47 pm
guarda Petra, io non sono la persona adatta a cui chiederlo: come ti ho già detto, non c'è assolutamente un luogo in Lombardia o in pianura padana che sfugga all'inquinamento da polveri sottili, agli scarichi delle aziende ecc. La pianura padana è una sorta di grande conca, in cui si accumula tutto quello che viene prodotto. IO me ne sono andata, sarei un po' ipocrita a convincere qualcuno del fatto che ci sia un posto vivibile lì- Se ci fosse, sarei rimasta :) Reggio Emilia non la conosco.
Petra Novembre 8, 2013 - 6:16 pm
Grazie per la pazienza... e per la sincerità. Mi dici della Pianura Padana quel che penso anche io, e quel che ripeto sotto gli sguardi di commiserazione di chi mi considera esagerata; sotto sotto, confesso, speravo di essere contraddetta, sentendomi dire qualcosa che non sapevo. Vedremo dove ci porterà il nostro destino, e vedremo anche come dargli una mano ;-)
FRA Settembre 10, 2013 - 5:27 pm
Grazia...mamma mia...capisco cosa intendi con "energia vibrante"..la sento semplicemente guardando queste tue fotografie..immagino cosa devi aver sentito sul posto...mamma mia...da brividi. Fra
erbaviola Settembre 12, 2013 - 11:55 am
Sì, in qualche modo strano e non spiegabile scientificamente, chi ha vissuto in un posto intensamente ci lascia la propria energia... quando cercavo casa non era raro che mi capitasse di avere sensazioni molto negative entrando in una casa, o al contrario molto positive. In questo paese è tutto molto pacifico, forse è il risultato di una vita davvero frugale ma appagante.
Daria Settembre 11, 2013 - 10:02 am
Fantastico luogo! Grazie per averne parlato... mi piacerebbe visitarlo e col tuo racconto mi hai fatto viaggiare anche solo con l'immaginazione.
erbaviola Settembre 12, 2013 - 11:56 am
Daria, se ti capita di organizzarti fammi sapere che ci andiamo insieme! Io ci torno sempre volentieri...
elisabetta NeuroPepe Settembre 12, 2013 - 4:38 pm
non so se ci vivrei "nella pietra" (sarei più una tipa da legno che scricchiola sotto i piedi) ma certo è che per un attimo, forse un pò più lungo, mi ci sono vista lì e ho visto anche altre persone. mi sono vista mentre lo abitavamo, mentre camminavamo in quei vicoli, nei dintorni magari boscosi ... e mi sono emozionata. quindi grazie. stas quando rientra mio marito gli mostro le immagini. e mi sa che RIcomincio (è ciclica la cosa) la ricerca ...
Erbaviola Settembre 19, 2013 - 11:06 am
mi fa piacere che ci siano persone che apprezzano questi posti, magari un giorno qualcuno farà rinascere Castiglioncello :)
Anna&Ipa&Silo Settembre 13, 2013 - 11:00 am
Finalmente riesco a commentare anche qui, oltre che su Fb.. Direi che è proprio il caso di parlarne a voce ;-) Se arrivo da te in ciaspole possiamo?
Erbaviola Settembre 19, 2013 - 11:06 am
beh, prima delle ciaspole no? :D
Daniele Settembre 17, 2013 - 4:37 pm
Non so quali altri paesini avete scovato, spero di aggiungere un’altro non ancora conosciuto da voi. Il paese si chiama TOIANO, è in provincia di PISA, vicino a Palaia. E’ chiamato il paese fantasma perché come per Castiglioncello non vi abita più nessuno, non arriva acqua, ma l’elettricità credo di si. Siamo stati con mia moglie circa 2 anni fa e lì abbiamo conosciuto una famiglia che è ritornata ad abitare il posto, sembravano quasi una comune. Per gli abitanti vicini erano visti come matti, ma in realtà parlando con loro e sentendo le loro motivazioni si capiscono tante cose. Ti allego il link e spero ti sai utile :-) Daniele
Erbaviola Settembre 19, 2013 - 11:09 am
ciao Daniele grazie!! Non lo conosco, andrò a dare un'occhiata appena riusciamo a muoverci fin lì!
giovanni Ottobre 20, 2013 - 7:47 pm
Castiglioncello é stato occupato da un nutrito gruppo di gente verso la fine degli anni '80 se non ricordo male, durante un rainbow a Moraduccio al quale partecipai. Stettero non molto tempo e poi vennero sgomberati da un esercito di carabinieri (forse la scritta che hai fotografato risale a quel periodo). Mi è arrivata voce che lo ha comprato un architetto da non molto (forse pochi anni) ma è, appunto, solo una voce cioè non ho verificato al catasto. La mia esperienza mi dice che in un posto del genere se non si ha un grosso budget da investire è meglio entrarci minimo in una ventina di persone x non passare tutta la vita in mezzo a un cantiere. P.S: trovo abbastanza inutili le discussioni su come vivere in posti del genere (tv, internet etc...) perchè penso non ci sia un modello a seguire e perchè anche le migliori intenzioni sono soggette a cambiamenti e ripensamenti, mentre trovo più interessanti eventuali consigli pratici o un dibattito sulle varie forme di vivere in comune.
Erbaviola Ottobre 22, 2013 - 8:33 pm
grazie per le informazioni. Il 'vicino' di vigna di chi occupò ha parlato anche di questo insediamento più tardivo ma come di una cosa successa e risolta nel giro di meno di un mese, non una vera e propria occupazione. Ci sono stati anche diversi episodi seguenti di campeggiatori sfrattati e scambiati per occupanti. L'esperienza degli anni '70 a cui si riferiva, invece, era di persone che come ha detto lui "un inverno o due li hanno fatti", quindi un insediamento più stanziale. Le voci che ho raccolto sono tantissime e non si riesce a capire quali siano degne di nota, per questo non ne riporto nessuna. Se qualcuno ha comprato, buon per lui :) In alternativa, il posto è lì.
francisca Ottobre 22, 2013 - 4:43 pm
Curiosando nel tuo interessante sito ho notato con gioia la scritta Castiglioncello, paesino abbandonato.... Che onore ritrovare un pezzo di casa e di ricordi dove meno telo aspetti. Sono nativa di quei posti meravigliosi, non di Casti (come lo chiamo io :) ma del comune di cui fa parte, Firenzuola. Mi sono riempita di stupore davvero, a leggere di quanto hai ricercato e riportato cosi tanti approfondimenti su questo luogo. Fin da quando da piccola ho visitato Casti mi ha sempre un po' affascinato e anche un po inquietato ( quelle porte e finestre ormai distrutte a ridosso degli strapiombi )..comunque un posto magnifico ogni anno a primavera era diveroso passare una giornata lassù quando il biancospino è in fiore è ancora tutto più magico. E ogni anno, insieme alla mia cara amica e compagna di avventure, rientravamo in ogni casa come se fosse da rituale per scorgere nuovi particolari o degradi o purtroppo anche come spesso è accaduto cadute di muri....ma ogni angolo di questo borgo sembra ormai davvero sacro...di anno in anno l ho sempre visto più distrutto e ogni hanno pettegolezzi da paese lo volevano venduto da tedeschi, svizzeri per costruire ecovillaggi... l'ultima è stata addirittura una società di italiani che vorrebbero ricostruire il borgo per farci una qualche specie di spa di lusso...... questa è la più grossa e incredibile... quante storie su questo paesino addirittura che vi erano state viste persone che vi facevano messe nere o cose del genere....poi i famosi figli dei fiori........ma io credo che più semplicemente erano giovani che trascorrevano weekend nella natura facendo niente di male....al massimo prelevare qualche pietra delle case per costruire un fuoco! racconto questa poi tolgo...il disturbo... qualche anno fa prosegui la strada alla destra dell' entrata di castiglioncello, e arrivai in cima al monte che è dietro a Casti..........un altro borgo mozzafiatooooo! con meno case ma con più terreno in torno ....addirittura tutte le case erano ristrutturate ....mi innamorai subito e pensai di informarmi di chi erano perchè ero proprio convinta che munita di una jeep potessi andare a vivere in quel paradiso contornato di montagne di castagni. per mia sfortuna il proprietario mi disse che non era disposto ne a vendere e ne affittare e stranito mi disse anche: e che ci vai a fare lassù?!?!?! quest'estate colpo di scena! noto che dal paesino di moraduccio partono cavi elettrici che portano proprio lassù, a quel gruppo di case, non ci potevo credere e mi dissi...ma forse ci sono sempre stati e non li ho mai notati......e invece.....incontro un amico, anche lui nativo e amante di quelle zone e chiedo se ci avevo visto bene......e mi conferma che solo da qualche mese erano stati iniziati dei lavori tra cui aveva partecipato anche lui stesso avendo una ditta di muratura............ed ecco che scopro che almeno li era vero e fondato il pettegolezzo di gente straniera che aveva ben pensato di investire su quelle case..... ancora non sono andata a scuriosare.....ma magari questo inverno una bella passeggiata mela faccio.... un altra cosa che mi ha colpito del tuo articolo è che c'è molta positività ed hai scritto più vantaggi che svantaggi....di quel luogo. in molti dicono che nella condizione che è andrebbe buttato giù tutto definitivamente e ricostruito da zero. Un saluto, francisca
francisca Ottobre 22, 2013 - 4:53 pm
p.s scusa per gli errori di ortografia madornali!!! ma ero di fretta ma non ho potuto fare a meno di scrivere ;)
Erbaviola Ottobre 22, 2013 - 8:36 pm
secondo me non è affatto da buttare giù, anzi! Io vivo in una casa con struttura simile, sono mille volte più solide di quelle in mattoni e cemento. Poi è così bello, sarebbe uno scempio buttare giù tutto. Sui lavori non so dirti, quando siamo passati noi non c'era ancora nulla, le foto sono quelle sopra e come vedi... Però se nel frattempo hanno cominciato, è solo un'ottima notizia: è fantastico che qualcuno recuperi Castiglioncello! Se riesci ad avere altre informazioni e ti va di condividerle qui sei la benvenuta! Penso che ormai siano interessati in molti!
DA STALLA A LEGNAIA » Erbaviola.com - Grazia Cacciola Ottobre 22, 2013 - 7:36 pm
[...] per caso i muri di questa stalla vi ricordano qualcosa? Forse questo. La tipologia costruttiva e i materiali sono gli stessi. Condividi questo articolo / Share and [...]
Daniela Bluindigo Novembre 8, 2013 - 10:52 am
Bellissimo articolo, pieno di informazioni utili, ricerche approfondite e anche molto suggestivo. Mi sono soffermata anche sui vari commenti e mi dispiace leggere della situazione abbastanza critica sullo stato dell'inquinamento in Italia. Vivo in Spagna da vari anni e spesso la gente mi chiede se tornerò in Italia. Logicamente amo il mio Paese e soprattutto la gente ma poi davanti a tanti problemi di ordine pratico veramente mi tiro indietro. Anche noi per anni abbiamo cercato un posto immerso nel verde, ho pure comprato un terreno, ma la situazione anche qui è critica per gli elevati costi di costruzione. Adesso viviamo in un paese, circondati dalla campagna, l'acqua ogni mese deve essere analizzata perché contiene arsenico!!! Non ci lamentiamo anche se paghiamo un affitto elevato per vivere in santa pace senza vicini.
Lenticchie 10 e lode. E un’oretta a Castiglioncello! | Passato tra le mani Dicembre 28, 2013 - 9:59 am
[...] figli e cibo e siamo partiti alla volta di Castiglioncello. Scoperto grazie a questo stimolante articolo di [...]
luca Febbraio 10, 2014 - 9:52 am
io ci sono per partire e rimettere su castiglioncello o vissuto settimane intere la ed è un sogno poterci stare per sempre
giulia blocal Febbraio 16, 2015 - 6:21 pm
Ciao! complimenti per il sito! volevo sapere quanto dista questo paesino da Firenze? è ancora abbandonato? vorrei organizzare una gita :) grazie!
Grazia Cacciola Giugno 11, 2019 - 7:37 pm
Non molto Giulia, un'ora e mezza e la strada è molto panoramica, ci sono dei bei posti dove fermarsi durante il tragitto. Se organizzi una gita, vale la pena di fermarsi anche a Castel del Rio :)
Giacomo Luglio 14, 2020 - 11:30 pm
Come stanno facendo a brento sanico, paese disabitato che sta in ristrutturazione da parte di un gruppo di persone, sarebbe bello fare un gruppo per iniziare a ripulirlo dalle erbacce per poi trovare qualche sponsor /qualcuno competente per iniziare una ristrutturazione... Fattibile?
GRAZIA CACCIOLA Luglio 15, 2020 - 12:58 pm
Ciao Giacomo, sì sicuramente Brento (che è a venti minuti da me) è in corso di lentissima ristrutturazione ma non credo che sia un progetto destinato ad andare avanti. Le case sono state tutte comprate all'asta da un sacerdote che si sta occupando del restauro con dei volontari e sporadici contributi. Verranno date in comodato d'uso a chi si vorrà insediare lì ma non so proprio di cosa dovrebbe vivere chi si insedia lì: non arriva nessun tipo di connessione, nemmeno con i cellulari, quindi è escluso un bel pezzo della vita attuale "normale". Conta che il cellulare lo usano anche nella comune di Avalon. Non c'è spazio per coltivare, è il motivo principale per cui tutti gli abitanti se ne sono andati a metà del secolo scorso. Quello che non dicono i documentari su Brento, come su altri paesi della zona, è di cosa vivevano realmente questi paesini: il passaggio delle diligenze e poi delle auto che scavallavano dall'Emilia alla Toscana. Ci vivevano in tre modi: fornendo vitto e alloggio con cambio cavalli per le diligenze; raccogliendo i dazi e le tasse per il ducato da chi passava e doveva pagarle per forza: derubando i viaggiatori. Quest'ultima era così diffusa che ne parla persino Goethe in "Viaggio in Italia", riferendosi proprio a queste zone. Essere assaliti e derubati dai locali era piuttosto frequente, così come pagare una fortuna per dormire in un immondezzaio. Cosa che, tutt'oggi, capita di frequente a chi fa la "Via degli Dei", le abitudini di questi montanari ormai sono scritte nel loro DNA: se possono fregare il forestiero, lo fanno immediatamente, anche quelli che sembrerebbero brave persone. Sono posti molto duri e molto difficili in cui vivere, c'è una natura magnifica che però è solo il contraltare di gente incattivita nei secoli. Tornando a Castiglioncello, ha una posizione che secondo me è molto migliore di Brento, potebbero facilmente arrivare dei servizi decenti permettendo una vita a contatto con la natura ma senza essere completamente fuori dalla civiltà. Il problema di Castiglioncello, però, mi hanno detto in molti locali (quindi tendo a prenderlo per vero) è che la maggioranza delle case sono ancora di proprietà di singoli, non sono passate a un ente del territorio. I singoli stanno ancora pagando IMU ecc,, sono ancora trasmesse nelle successioni quindi vogliono vendere a tanto. Sono gli stessi che si sono interessati per mandare via i ragazzi che si erano insediati ristrutturandole. Ma bada bene, ecco dove torna fuori la mentalità furbacchiona e ladroneggiante di questi luoghi: li hanno osservati, hanno seguito da lontano i lavori, hanno visto che stavano sistemando. E una volta che hanno finito di sistemare tetti e rifare piani completamente crollati, sono intervenuti per mandarli via. Chi andrà mai lì, dovrà comprare da questi bei soggetti e non a piccoli prezzi. Motivo per il quale, per ora, resta deserto. Si favoleggiava tempo fa di un tedesco o un olandese che avesse comprato tutto ma è leggenda. In realtà in zona ci sono sia tedeschi che olandesi che hanno comprato casette normali per le vacanze e che durano di solito qualche anno, poi se ne vanno disillusi dalla terribile accoglienza locale.
cris Febbraio 8, 2018 - 3:18 pm
Bellissimo articolo. Solo una correzione: l'elettricità non è mai stata tolta. L'abbandono del paese iniziò con la grande industrializzazione, negli anni 50 (ed hai visto che bei risultati) con tutti che andavano a Milano e Modena, e - così - quando Enel decise di "tappezzare" anche i ppaesi minori, non le era più conveniente allacciare la corrente elettrica. Se non trovi televisori o altri elettrodomestici abbandonati, è perchè non ci sono mai stati. ;-)
Grazia Cacciola Giugno 11, 2019 - 7:41 pm
Grazie Cris, magari non era chiarissimo quello che ho scritto, ma era proprio che "Apparentemente non sono mai stati fatti impianti elettrici", quindi grazie della conferma :) E grazie al cielo per gli elettrodomestici abbandonati! Comunque ti dirò... ho visitato diversi paesi abbandonati e di elettrodomestici non ce ne sono mai, per quella parte credo che se ne occupino quei tizi che raccolgono il ferro per venderlo sai...
apeboss Giugno 11, 2019 - 6:57 pm
neanche saiu di cosa parli, il borgo è oramai da abbattere e ricostruire con prezzi assurdi, non vi è modo di arrivarci con una macchina che non sia un fuoristrada e poi il paese vicino si chiama Morraduccio, non Moranducio!
Grazia Cacciola Giugno 11, 2019 - 7:35 pm
Mi dispiace molto per la tua rabbia. Sai, se io avessi trovato queste imprecisioni, avrei scritto un commento così: "Ciao, purtroppo ormai non ci sono speranze per il borgo perché mi pare che non ci si possa più arrivare in auto e di conseguenza i prezzi di ricostruzione sarebbero molto alti. Ti segnalo che c'è un refuso, il nome del paese è Moraduccio, Buone passeggiate! :) " Stesso contenuto, ma senza sfogare sugli altri le proprie frustrazioni di vita. Ti auguro di vivere più serenamente :)
Samantha Luglio 19, 2019 - 10:29 pm
So per certo che fino al 2010 il borgo era occupato. Ho conosciuto in un centro sociale a Firenze un ragazzo che ci abitava, Ho saputo da amici che qualche anno dopo è stato sgomberato, ma nulla è stato fatto, un borgo carico di secoli di storia ridotto ad un rudere.
Giacomo Luglio 15, 2020 - 2:24 pm
Grazie per la risposta, da quello che ho saputo dal comune di firenzuola il borgo appartiene a una società privata. Per rispetto della privacy non mi hanno potuto dire nulla della società (dovrei chiedere al catasto) adesso provo a fare altre ricerche online... Se riuscissi ad avere altre info.. Mi dispiace tantissimo lasciare tutto alla malora
GRAZIA CACCIOLA Luglio 15, 2020 - 3:44 pm
Non so se a Brento hanno fatto un'associazione o una società per partecipare all'asta e comprare le case (mi pare siano 8). Comunque il sacerdote che se ne è occupato e sta cercando di ripopolare il borgo è Don Antonio Samorì. Ti mando il suo indirizzo e numero di telefono in privato, se hai interesse a partecipare al ripopolamento di Brento lui è sicuramente la persona che può informarti. :)
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