Quando Bankei predicava nel tempio Ryumon, un prete Shinshu, che credeva nella salvezza ottenuta ripetendo il nome del Buddha dell’Amore, si ingelosì del suo pubblico e volle discutere con lui.
Bankei stava parlando allorché comparve il prete, ma questo creò una tale confusione che Bankei si interruppe e domandò che cosa fosse tutto quel baccano.
«Il fondatore della nostra setta» si vantò il prete «aveva poteri così miracolosi che stando su una riva del fiume con un pennello in mano riusciva a scrivere attraverso l’aria il sacro nome di Amida su un foglio che un suo assistente reggeva sull’altra riva. Tu puoi fare questa cosa prodigiosa?».
Bankei rispose gaiamente: «Forse questo gioco di prestigio può farlo la tua volpe, ma non è questo il modo dello Zen. Il mio miracolo è che se ho fame mangio, e se ho sete bevo».
Andare all’essenza della vita, invece, è il lavoro più duro. Non andrebbe mai rimandato.
E’ il lavoro dell’esistenza, dell’essenza liberata da tutte le sovrastrutture dei nostri pensieri, preconcetti, ideologie, credo. L’essenza del vero miracolo, saper ascoltare i bisogni reali e solo quelli.
E’ il miracolo della libertà acquisita, dell’autenticità verso se stessi e nel rapporto del sé con il resto del mondo. E’ una libertà che si porta anche ad altri, che si esterna da sola e migliora anche chi ci sta vicino.
Altrimenti perdo il vero miracolo, lo perdo di vista.
Queste righe sono dedicate a chi c’era domenica scorsa a Badia Polesine nella bella libreria L’Antica Rampa di Gilberto Moretti, ospite squisito, una chiacchierata voluta e organizzata dalla ineguagliabile Simona Stefani di Venus In Fur, con la partecipazione prelibata (è il caso di dirlo!) di Annalisa Malerba e Daria Voltazza. Ci eravamo preparati per scrivere il sacro nome di Amida da una riva all’altra del fiume, ma abbiamo fatto di meglio, evocato una tribù di appartenenza. Ed era lì. Ecco perché non potevamo essere altri o di più.
Vi abbraccio.
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18 Commenti
Cavolo se mi è piaciuto quest’articolo.
detto da uno scrittore, provoca gongolamento perpetuo. Grazie!
Bene, visto che ormai ci conosciamo, completo il ragionamento. Nel post precedente hai scritto di avere quattro orti. Ecco, credo che tu ne abbia dimenticato uno: questo blog. Qui coltivi sogni. Beato chi sa coglierne i frutti deliziosi.
Massimo
Grazie Massimo, è un bellissimo pensiero!
Anche io ce l’ho il libro \\101 storie zen”, questa storia l’ho letta più volte però non l’avevo mai “messa a fuoco” come ora! E’ sempre un grande piacere leggerti. Ti avverto però che qualche volta scrivi anche il sacro nome di Amida da una riva all’altra del fiume 😉
Grazie Annalisa, è un bellissimo complimento! Mi piacerebbe dire “scriviamo”…
mentre leggevo sono andato a vedere in alto se avevo cliccato il link giusto …non ti riconoscevo 🙂
molto bello!
stasera sono stato al “museo” della sartoria monaco e ce n’erano di tutti i tipi, di macchine da cucire 😉
Sono in un attimo di pausa dal prendermela con le multinazionali e i cattivi della terra, ma solo perché lo sto facendo altrove 😉 Così questo si è trasformato in una (momentanea, non abituarti!) oasi di pace.
Grazie ancora del suggerimento per la macchina, ho pensato di fare delle foto dettagliate, magari loro riescono a capire l’oggetto misterioso!
..emozione..
Grazie <3
emozione è ricevere un mazzo di fiori da Ipazia e un sorrisone da Silo! (e come una stupidina ho scordato il mazzo di fiori alla fine :'( )
Bellissimo… è stato un grande piacere vederti di persona domenica e spero ci saranno altre occasioni per rivederci!
Un abbraccio!
PS: a casa di mia madre c’è una macchina da cucire uguale uguale…
Fantastico Daria, allora verrò a chiederti un po’ di cose perché non sono troppo sicura di quello che ho trovato. Sì, piacere grandissimo di averti vista finalmente dal vivo, che bello! E le tue bimbe sono meravigliose!!
e un altro pezzo del miracolo e’ ogni singolo passo del percorso:
intuire la liberta’ del “se ho fame mangio, se ho sete bevo”
scoprire che si applica ad ogni singola azione, dal pulire un’aiuola a riparare una sedia, o una macchina da cucire
gustare la consapevolezza della liberta’
gioire della bellezza di ogni singola azione, perfetta come le increspature crate da un sassolino nell’acqua
dimenticarsi la consapevolezza e godere della liberta’, riscoprendo che e’ naturale e semplice
… e questo e’ il nirvana
a tutti coloro che traballano su questo percorso, o che lo faranno in futuro, o che camminano spediti e sicuri
grazie Diana, è esattamente il senso, ma tu l’hai spiegato in modo concreto, quindi grazie!
Bello, ricercare la qualità della vita.
Grazie per avermici fatto pensare.
ciao
Grazie a te per il passaggio di pensiero Eliana 🙂
Ciao Grazia, il tuo ultimo commento da me, era finito nella moderazione, e dato che non ho ancora sistemato la questione account, non riesco a commentare sul blog che gestisco su blogspot. Penso che a breve trasferirò tutto su wordpress, devo solo capire come 😉
Per il post dettagliato sulla mia nuova attività … ci proverò, ma dovrà riassumere il mio ultimo anno di vita, speriamo bene. Nel frattempo un abbraccio e buona vita
Nadir
ciao cara, non preoccuparti. Su wp credo che ci sia un tasto apposito per importare tutti i contenuti da un blog su blogspot. Io resto in attesa del riassunto dell’ultimo anno allora …!