Se vi serve solo la ricetta del dado vegetale, scorrete il post, la trovate in fondo 😉 Per gli altri, prima si chiacchiera.
Non me ne vogliano quelli che amano follemente il capodanno: a me non dice nulla. E’ un giorno come un altro, domani già che è festivo si pranza con degli amici, come facciamo anche altre volte nel corso dell’anno. Non ci serve una data per festeggiare, tutto qui. E ci danno anche un po’ fastidio i movimenti di massa in una notte all’anno. Per chi invece li ama: buona serata 🙂
Quest’anno, poi, non ho dovuto certo aspettare la fine del calendario per entrare nei tempi del bilancio. E’ stato sicuramente uno degli anni più intensi in assoluto, con tanti eventi positivi e, quasi a sottolinearli, anche tanti negativi. Allora ho pensato di parlare di uno di questi, che da negativo è diventato la soluzione per un bel po’ di problemi.
Si chiacchiera, insomma, come faremmo davanti a una tazza di té. Oggi vi racconterei questo e, come succede spesso tra amici, chiacchierando vi allungherei questa ricetta, rispolverata giorni fa.
Un primo tempo del bilancio per me è stato forzatamente agosto: dopo una caduta rovinosa dalle scale sono rimasta bloccata un po’ di tempo e costretta a riposo forzato. Ho maledetto la sorte, annullato una quantità di impegni, rendendomi conto così che ne avevo veramente troppi (lo so Barbara, me lo ripeti da tempo! Ma dovevo sbatterci il naso). Grazie però alla pausa della malattia, ho avuto modo di cominciare a riflettere su amicizie che si sono rivelate per quel che erano: tremendi gironi dell’inferno, in cui ero cascata senza accorgermene quasi.
Come nei migliori luoghi comuni, ti accorgi di avere dei pessimi amici solo nel momento del bisogno. Siccome il momento del bisogno per me arriva raramente, possono passare anni prima che mi accorga del problema.
La malattia ha portato il bene della riflessione, della pausa e ho dovuto anche fare i conti con la rivalutazione di certe amicizie bacate. Avendo un carattere un po’ forte, non è raro che alcune persone mi si incollino, letteralmente. Sono di solito persone che hanno dei bisogni eccessivi e devono ancora fare i conti con Edipo, Elettra e tutti e i primi tre volumi della psicoanalisi freudiana. In genere sono piuttosto abile nello schivarli, ma forse per troppi impegni, forse per troppi cambiamenti in poco tempo, forse per la lontananza geografica dai miei vecchi amici, forse per altre duecento ragioni che non ho ancora capito, negli ultimi anni ho lasciato la porta troppo aperta. La mia metà e qualche amica mi ripetevano da tempo “Non puoi essere sempre così disponibile” ma a me sembrava eccessivo. Non sono “così disponibile“, ripetevo. Ma invece sì e non lo vedevo.
Hanno un tratto comune questi ‘vampiri energetici’ o ‘vampiri psichici’ (non parlo di serie tv ma di psicologia), almeno nel mio caso: instaurano un rapporto quasi quotidiano e ti portano in qualche modo a proporti spontaneamente per risolvere i loro problemi. Sottolineo “spontaneamente“! Così cominci a trascurare il tuo quotidiano, a mettere in secondo piano i tuoi problemi. Perché, cavoli, questi vampiri psichici prendono 2-3 ore al giorno in media! Ti convincono pian piano che il loro dramma del momento DEVE essere anche il tuo. E hanno sempre un problema, una lagna, una rottura che li rende tristi e infelici e bisognosi di aiuto, del tuo aiuto, ovviamente (eccheppalleee aggiungerei ora!). Per poi mostrarsi meravigliosamente dolci, soavi e ingenui con il resto del mondo, altro tratto in comune. Ma non si mostrano così a caso: stanno solo pescando le prossime vittime; infatti anche tu ci sei finita dentro così.
Dicendolo ora, mi sento anche più cretina ad esserci cascata, ma come quelli che per smettere di fumare hanno bisogno di dichiararlo al mondo e prendere un impegno pubblico, anche io probabilmente ho bisogno di dire pubblicamente di essere imbecille per non ricaderci!
Si spera, almeno. Perché, terribilmente vero, ho il complesso della crocerossina. Se vedo qualcuno in difficoltà devo aiutarlo. E c’è gente che se ne approfitta anche troppo, ti elegge seduta stante a sua madre sostitutiva, salvo poi piantarti in asso non appena subodora che potresti essere in un momento complicato. Capace anche che si offenda perché il tuo momento complicato non ti permette di dare la giusta attenzione alla sua banale quotidianità elevata a melodramma (il tuo stupido momento complicato può essere anche solo un trasloco, schiena bloccata e vita da baraccati perché hai otto fatture con pagamento in super-ritardo grazie alle quali è saltato l’acquisto della cucina e il pagamento delle tasse… problemini da nulla, insomma).
Direte: dai, almeno te ne sei liberata. Sì, vero. Però non è la prima volta che ci casco, non è stata l’unica quest’anno, e alla fine resti inebetita, con l’anima stracciata e nessuna voglia di frequentare altre persone, persino gli amici di sempre.
Soluzione. Se vi siete riconosciuti nella mia esperienza e avete problemi anche voi a scollarvi di dosso gente del genere, vi consiglio questo libro: Mario Corte, Vampiri energetici, Edizioni Punto d’Incontro.
Sì, lo so che siamo in tanti, il mondo abbonda di questi soggetti, dal collega che ti chiede di fare il suo lavoro alla madre che pretende che il figlio si trasformi nel suo badante a costo zero.
Il libro mi è servito. Molto chiaro e pratico, ma la soluzione sta solo in noi: non ripetere certi comportamenti è una questione personale. Pensate che io ci sono ricascata solo un paio di mesi dopo..! Fortunatamente è durata poco e, anche se ne sono uscita di nuovo con l’anima stracciata e una grande rabbia verso me stessa per essermi fatta coinvolgere in problemi che non erano miei, sono stata però più veloce a riconoscere e allontanare. Almeno comincio a capire e a far durare meno la questione.
Sicuramente, un altro tratto comune in tutti questi soggetti è il cercarti quotidianamente, incessantemente e fino allo sfinimento mentre hanno bisogno. I peggiori vanno avanti anni. I narcisisti durano invece – deo gratia! – solo qualche settimana, il tempo in cui gli servi, poi spariscono da soli. Se riesci a stare in guardia per quel periodo, non ti fai troppo male. Detta così, sembra facile individuarli ed evitarli, no? No, non lo è. Perché è come vedere per strada un cucciolino maltrattato e accorrere in suo aiuto, nutrirlo e accudirlo, poi svegliarsi un giorno mentre ti sta sbranando una mano o se ne è andato a vivere a casa del tuo peggior nemico. (Ovviamente con gli animali non succede mai, sono solo gli umani a essere così complicati).
Ok, come avrete capito mi sono appena tolta un peso. Però…
… però cosa c’entra tutto questo con il dado vegetale?
C’entra. In tanti modi.
Era una cosa che non avevo più tempo di fare. Ora ho il tempo, un lusso! In genere ne faccio parecchi vasetti in estate, quando tutti gli ingredienti sono disponibili nell’orto, ma quest’anno causa trasloco e vampiri non ce l’ho fatta. Così eccomi qui, un dado vegetale fatto poco prima di Natale, giusto per arrivare alla primavera.
Quando non ho il mio dado, uso quello vegetale di Alce Nero, uno dei pochi buoni, bio e senza glutammati. E mi sento una consumista indecente. Mi infastidisce quella scatolina con i pochi dadi impacchettati uno per uno con la stagnola non riciclabile. E zero controllo delle verdure… mmmmhhhh… sufficiente per non restare troppo senza il mio!
E’ un modo molto bello per portarsi nell’inverno tutti i profumi dell’orto estivo. Il profumo che fa questo dado nei brodi e nelle preparazioni, è unico!
La ricetta è piaciuta alla Cucina della Capra, che oltre a una cuoca sopraffina è anche una personcina molto carina. Ho promesso che avrei postato la ricetta dopo che lei ne ha parlato su Facebook, ed eccomi qui a condividerla 🙂
La ricetta molti la conoscono già: c’è su uno dei miei libri, Scappo dalla città. Manuale pratico di downshifting, decrescita, autoproduzione, Ed. FAG Questo libro è arrivato alla seconda edizione, una delle belle notizie di quest’anno, anche se ha causato un bel po’ di stress. La nuova edizione era prevista per il 2013, ma a settembre, quando la casa editrice ha riaperto, sono arrivate una quantità di richieste dalle librerie e sono andate esaurite tutte le copie, così siamo corsi a fare la seconda edizione, riveduta, ampliata, con le foto a colori e nuovi personaggi. Fortuna che ci stavo già lavorando nei mesi precedenti!
E’ simbolico. Bisogna mettere sotto vetro e usare spesso le cose belle che abbiamo e che ci capitano, guardarle e usarle all’occorrenza, per insaporire la vita. Gli amici che si fanno sentire anche se non hanno bisogno niente, solo per il piacere di una chiacchierata. Gli amici che ci sono sempre quando hai bisogno. Gli amici che devi minacciare di respingerli con il lanciafiamme mentre vogliono venire a aiutarti con il trasloco anche se hai solo un fornellino elettrico per rifocillarli. Gli amici che “scriviamo qualcosa insieme?” e lo si fa davvero, scoprendo che si è molto molto più in sintonia di quel che si pensava.
Ricetta per 3 vasetti di dado vegetale
200 gr di sedano
2 carote
1 cipolla grossa rossa
1 zucchina
100 gr di prezzemolo
20 foglie di basilico
2 rametti di rosmarino
15 foglie di salvia
150 gr di sale integrale o gomasio tritato finissimo
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
50 ml di olio extra vergine di oliva
Preparazione
Sminuzzare molto finemente le verdure e le erbe aromatiche e mettetele dentro a una pentola meglio se di coccio, insieme a un cucchiaio d’olio, quindi coprire con sale e far cuocere per almeno 1 ora e mezza senza aggiungere mai acqua. A questo punto frullare con un frullatore a immersione o un robot da cucina e rimettere sul fuoco finchè non si sarà addensato ancora. L’operazione può essere fatta direttamente nella pentola se utilizzate un frullatore a immersione. Terminata la cottura, spegnere la fiamma e incorporare l’olio, mescolando bene.
Durante la cottura del dado di cui sopra, sterilizzare per bollitura dei contenitori di vetro e versarvi il dado quando ancora caldo. Meglio utilizzare barattolini piccoli, così da non lasciare aperto un singolo barattolo per molto tempo.
Avviso: molti vi diranno di buttar dentro tutte le verdure che avete. Pessima idea se siete dei buongustai. L’insaporitore è un equilibrio di sapori, se si mettono verdure a caso può variare molto; per esempio un finocchio o le foglie di cavolo o spinaci ne altererebbero inevitabilmente il sapore, con conseguenze su tutti i piatti che verranno.
Come si usa: 1 cucchiaino da caffé = un dado vegetale. Grazie alla consistenza cremosa, può essere utilizzato senza scioglierlo in acqua. Per esempio, nelle verdure in padella è fantastico, così come negli stufati di seitan, arrosti di seitan, spezzatino di soia, verdure al forno e come brodo per la cottura di risotti, sughi e minestre, ovviamente.
Alcuni usi particolari: per far rinvenire lo spezzatino di soia, lo rende molto più saporito; per fare un sugo di pomodoro molto veloce si può saltare il soffritto e far cuocere la passata con uno/due cucchiaini di dado vegetale; per una velocissima zuppa di miso, basta un cucchiaino di miso, uno di dado vegetale e acqua calda… fatto!
Conservazione: grazie all’alta quantità di sale, si conserva per 6-8 mesi in barattoli di vetro ben tappati e non fermenta né dà ospitalità a batteri. Non è necessario bollire i vasetti, per lo stesso motivo. Se non vi sentite sicuri però, potete sia congelare i vasetti che tenerli in frigo.
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