Qui la pausa pranzo è sempre più una corsa a ostacoli.
Appena mangiato un boccone al volo, ognuno corre alle sue occupazioni extra-lavoro che vanno dal raccogliere erbe (io) al sistemare la legna (il cinico che vive con me). Tutta una corsa in attesa di inverno e neve.
Al momento la ex piccola stalla è stata convertita in legnaia ma ha le pareti storte e i tagli di legno sono molto irregolari, quindi l’impilamento di 40 quintali di legna è stato un po’ difficoltoso, con qualche saltuario crollo “di routine”.
Oggi una voce si è levata dalla ex stalla-legnaia: “c’è un animale dietro la legna! vieni giù!”
Sì, certo, perché io sono Indiana Jones…
Prima di rispondere all’appello mi sono informata con codardia dalla finestra “Animale di che tipo? Striscia o ha le zampe?”
“Forse ha le zampe, mi pare… si è nascosto. Salta in giro.”
Le zampe mi tranquillizzano ma non così tanto da accorrere prima di altre informazioni.
“Sì, ma che tipo di animale? Più topo o rinoceronte?”
“Mah… tipo rospo, ma non credo sia un rospo… ah, eccolo! è un riccio!”
Riccio… io amo i ricci!!! Sono scesa di corsa, armata di stracci morbidi, sperando di dovergli fare solo una cuccia… onorata dal nuovo ospite!
Invece le condizioni della legnaia, a rifletterci, non sono ideali, anche se lui l’aveva scelta come casa per l’inverno. Ma non sa che pericoli ci sono. Purtroppo ogni tanto casca qualche legno, ogni tanto passa il cane dei vicini, il gatto degli altri vicini, qualche cinghiale (mi hanno anche mangiato l’uva, screanzati!) e soprattutto passiamo noi tutti i giorni a prendere e spostare legna. Tutto troppo rischioso per un povero riccio addormentato.
Naturalmente, una volta che l’ho preso con gentilezza usando due panni, si è anche lasciato convincere a farsi osservare, per controllare che stesse bene e non avesse nulla di rotto. Ma subito dopo, alla vista della reflex che deve essergli sembrata la Morte Nera, si è riappallottolato al volo!
Quindi ecco qui le foto dell’aspirante inquilino timidone. A noi però il musetto l’ha fatto vedere, io sono stata sommariamente annusata e ritenuta degna di ‘aculei giù’, almeno finché non è comparsa la macchina fotografica!
Per prenderlo ho usato due panni morbidi, uno per mano (gli aculei altrimenti fanno male), e l’ho sollevato delicatamente, depositandolo in una cassetta di legno, primo contenitore adatto trovato sotto mano.
Non preoccupatevi, non ho mobilitato Sea Shepherd per salvare il riccio dalla legnaia, è solo l’attivista che vive con me.
Il riccio è stato portato nel bosco fitto da cui probabilmente era arrivato.
Gli abbiamo cercato un bel tronco e foglie asciutte per lasciarlo al riparo e protetto.
E ce ne siamo tornati a casa. Fine pausa pranzo. Alle 17 siamo tornati a dare un’occhiata, non c’era più: buon segno, è andato a cercarsi una tana più da riccio, speriamo meno pericolosa della precedente!
21 Commenti
Ma è davvero un amore!
Non mi è mai successo di vederne uno ma devono essere di una tenerezza infinita, mi sono piaciute anche le tue istruzioni per l’uso e manutenzione del riccio, se ne vedrò mai uno, ne farò tesoro. Ciao
Ieri notte, verso mezzanotte circa, c’erano i vostri Edera e Hamonveg (più lui, io son rimasta in macchina) che parlavano con un ricco in mezzo alla strada,intimandogli di tornare a casa 😉
Che bellino che è! Sicuramente si sarà fatto una tana al calduccio sotto lefoglie del bosco. :**
Oddio ma che amore!!!!! Bravi per averlo aiutato!! 🙂
Spirulina: se te ne capita uno, ti innamori! e poi hanno delle zampette che sembrano manine e un musino così dolce… bellissimi!!!
Edera: Sarà mica stato un RICCIO tesora? perché non vi ci vedo a parlare con un ricco intimandogli di andare a casa … XD
Silvia! ti devo rispondere alla mail, che rimba che sono!!! Ma che bravi, come si fa a resistere a quella pallottola lì? 🙂
Mirtillo ogni tanto ne trova uno all’uliveto, si limita ad abbaiargli …non so se è per esperienza pratica o per istinto che non si azzarda a toccarlo!
….eh già, riccIo….maledetta dislessia da tastiera 😉
Ma che carino quel riccio, anche da noi ogni tanto si rifugiano in cantina, abbiamo un posticino super nascosto dove si nascondono ma li ho sempre lasciati li anche perché c’erano anche dei piccolini ^-^
bravissimi….
francesac
Ma che riccio fortunato!
Che tesoro!
Uuuuuuuhhhhhhhhh!! 😀 Com’è bellinoooo! Ok, ora mi tolgo la faccina adorante e torno “seria”.
Che bella sorpresa nella vostra legnaia!
Si vedono molti ricci dalle mie parti (qualche settimana fa perfino in città, vicino ad un’aiuola!), in estate ho avuto un incontro ravvicinato con un piccolino che si è piantato nel centro della strada terrorizzato dalla mia auto. L’ho spostato e quando ha preso coraggio mi ha guardata col musetto appuntito…e io mi sono sciolta d’ammòre! 😀
La felpa dell’attivista mi fa troppo ridere, eheh!
Riccio che amore, voi bravissimi che l’avete salvato e riportato nel bosco, bello anche Matteo (sì?) che di Cinico messo così ha solo lo zucchero.
Un bacio, ci sentiamo ♥
uhm, speriamo bene…metterlo fuori nel bosco non so se è stata una buona idea, farsi una tana adesso con il freddo… 🙁
se lui aveva scelto la legnaia vuol dire che aveva trovato il suo posticino, poi è anche strano che fosse sveglio di questa stagione, credo.
se scelgono un posto, secondo me, vuol dire che lì stanno bene e quindi il viavai a loro non dà fastidio, l’inverno scorso ho avuto un riccio che ha fatto il letargo qui, dentro alla cuccia del cane (che non c’è più), proprio fuori dalla porta di casa, e se ne è stato lì bello bello al calduccio e al riparo dall’acqua per svegliarsi a marzo, anche se noi ovviamente si passava da lì cento volte al giorno (tanto loro dormono, basta lasciarli tranquilli).
dai un’occhiata qui, io ho imparato tante cose sui ricci:
http://hedgehogs.altervista.org/forum/index.php
ma a occhio quanto pesava?
Che meraviglia!!!
Anche noi abbiamo un riccio che vive nella legnaia, l’hanno trovato Roberto e le bimbe un giorno in cui sistemavano la legna col nonno (ovviamente anche se avevano la reflex a portata di mano non gli è passato nemmeno per la mente di fotografarlo). Dopo che abbiamo segato e spostato tutta la legna ammassata pensavo davvero che se ne fosse andato, e invece domenica Roberto l’ha avvistato di nuovo. Visto che sotto le cataste di legna abbiamo sistemato tanti bancali a fare una sorta di pavimento un po’ più stabile, lui ovviamente si è semplicemente traferito lì, e sinceramente penso che sia ben al sicuro (anche al riparo dai cinghiali). E soprattutto è in compagnia, visto che spesso nella capanna sentiamo anche lo scoiattolo che sgranocchia. Bello sapere di averli lì, a me mette allegria! 🙂
Harlock: Mirtillo sa tutto, si era già capito. Saranno abbaiate di circostanza 😉
Marta: il nostro era un riccio solitario che saltellava in giro bello sveglio … era meglio che non si facesse male in un posto in cui il ‘posticino tranquillo’ non c’è proprio 🙂
Natadimarzo: sì sono carinissimi, secondo me sono progettati appositamente per far sciogliere :)))
Barbara: sì infatti, il cinico è solo di facciata perché è capace anche di stare a controllare due ore i cerbiatti che brucano in campo aperto per assicurarsi che non arrivino i maledetti cacciatori
Gloria: beh da voi ha trovato una villa superlusso per l’inverno 😀 riccio fortunato!!!
Hai fatto bene, questo simpatico animaletto rischiava molto.
Simpatica la felpa!
Carissima Grazia,
mi piace tanto leggere questi tuoi racconti,proprio tanto!
Bella la storia del riccio (sapessi quanti ne arrivano anche da noi! mamma mia….una notte, erano forse le 3, sento Emma, il nostro cagnone, abbaiare come una pazza, mi alzo piano piano per non svegliare il mio piccolo Giò e che ti vedo nel cortile? Un cane impazzito che fa una specie di balletto intorno ad un povero riccio terrorizzato! Corro di sotto, infilo gli stivali e armata di scopino e paletta riporto il riccio nel bosco! Sono soddisfazioni però, vero?)
E bella l’atmosfera che si respira in questo post…. la vostra vita quotidiana è speciale!
Fra
Dalla fotografia non si capisce se il riccio possa essere di una cucciolata tardiva e quindi piccolo oppure adulto. Nel primo caso se non ha grasso a sufficienza non potrà sopravvivere all’inverno. Mi piacciono i ricci, come tutti gli altri animali. Nel libro “Il riccio. Ci sono anch’io!” di Marina Setti Alberto Pedisa editore e presso il CRES di Reggiolo RE (ora chiuso) ma che ho visitato ho saputo che nel primo caso i piccoli vanno nutriti con un alimento sostitutivo del latte che si chiama Esbilac e che so essere abbastanza costoso. Nel secondo caso, siccome vanno incontro a dei brevi risvegli sarebbe opportuno lasciare nei dintorni cibo e acqua a cui possono accedere senza spreco di energie. Vanno bene pezzetti di mela, cibo umido per gatti, carote, noci, crocchette per gatti, ecc.
Oddio ma che amore *__*
Nonostante viva in montagna non mi è ancora capitato di vedere un riccio, se non morto purtroppo 🙁
E’ davvero dolcissimo e tenerissimo e la vostra premura nel metterlo in un luogo sicuro è segno di grande responsabilità e rispetto (ma di questo di certo non avevo dubbi 🙂 )
Vedo che state in campagna, per cui il “salvataggio” del riccio è decisamente facilitato. Con molta probabilità l’amico spinoso, in piena salute, cercava solo un comodo rifugio per l’inverno.
Parlando di ricci in salute, chi li trova in zone cittadine molto spesso si trova invece di fronte ad un riccio che ha perso il suo habitat naturale per opera dell’uomo (l’urbanizzazione è il caso classico, in quanto distrugge il suo habitat naturale) e ne patisce le conseguenze.
Se trovato d’estate consiglio di verificare se è disidratato (il naso deve essere umido). In autunno è invece opportuno controllarne il peso: ricci di peso inferiore ai 600 grammi alla fine di ottobre non riusciranno ad affrontare il letargo (non hanno accumulato sufficiente grasso)ed è bene farli svernare in compagnia umana.
A chi ama questo simpatico animaletto (che, detto per inciso, è un ottimo giardiniere, essendo ghiotto di lumache e insetti) consiglio il libro della Bestajovsky: “Il riccio in casa e in giardino” – edagricole.
A chi invece trova ricci in condizioni di salute critiche consiglio di orientarsi mediante il sito Sosricci.it
Forza Seashepherd.