Amo la luce dell’alba, così ambrata e calda, il silenzio e il tempo per lavorare e pensare. In questo momento sembra vertere tutto sul recupero: lavorativo prima di tutto, ma anche di tempi, di ritmi e di oggetti. Recupero il lavoro dopo la pausa forzata di trasloco, frattura coccige e adsl ballerino. Son corse forsennate. Ma intanto ogni mattina, quando scendo per la colazione, mi godo questa luce della prima alba e il suo calore confortante sulle cose che di casa in casa, di scelta in scelta, mi hanno accompagnata o sono entrate a far parte di questa nuova avventura. Le condivido, sperando così di soddisfare anche la curiosità di chi mi ha richiesto tante volte (soprattutto su facebook) foto, foto, foto della nuova location. La ‘location’ è una casina abitata da qualche quadrupede e due persone che sono: una convintissima che non si butta via niente e tutto si recupera, l’altro terrorizzato che tutta la sua tecnologia finisca in un’ambientazione “da cascina” (non intendendo con questo le modaiole cascine ristrutturate dai milanesi nell’Oltrepò, ma le concrete cascine prive di ogni comfort dei contadini della Lomellina negli anni ’50).
Insomma, un po’ per soddisfare le richieste di foto, un po’ per anticipare i prossimi argomenti, un po’ per un filo di leggerezza in una pausa al volo, tra un lavoro e l’altro.
La prima luce dell’alba che vedo ogni mattina è quella che colora il grande armadio nel mio studio. Dal balcone della camera da letto c’è una vista magnifica e probabilmente una luce meravigliosa, ma temo che verrei fucilata sul posto se osassi spalancare le imposte a quell’ora. Mi consolo aprendo tutte le altre.
Quando scendo, una delle prime cose che vedo è il vecchio comò dei miei trisnonni, che con la luce dell’alba assume i toni mogano che amo di più. L’ho restaurato io più di dieci anni fa e ora avrebbe bisogno una ripresa, dopo tanti traslochi e la sua lunghissima storia. Una delle prime cose che faccio, prima ancora di preparare la colazione, è accendere qualche candela di soia profumata con oli essenziali naturali. Di solito le faccio io, ma siccome ultimamente di tempo ne ho avuto proprio zero, sto usando quelle acquistate dalla mia amica Cecilia. Oltre ad essere un’erborista vera (il che è fondamentale visto che io ho il terrore degli improvvisati che usano oli & c. senza competenze, rischiando magari di intossicarmi), ha delle manine sante e una bottega che è uno spettacolo per i sensi.
Questa delle candele di prima mattina è una nuova abitudine, nata per caso.
(Notare che non ho photoshoppato la polvere sul mobile e nemmeno l’ho tolta prima della foto… mi piace il realismo, e il realismo è che, all’alba, casa mia non è spolverata. E’ così.)
Le candele, chi mi conosce lo sa, mi seguono un po’ dappertutto, ecologiche, quasi sempre in cera di soia e raramente in stearina vegetale, ne lascio ovunque per profumare. La luce calda e avvolgente dell’alba gli dona colori quasi infuocati, specialmente alla mia ciotola in cera, una produzione di qualche anno fa, che non penso ripeterò a breve, data la macchinosità e lunghezza del procedimento. Certo non pensavo però che durasse così tanto! Stagione dopo stagione, invece, assume colori sempre più belli e intensi. Le altre nella foto sono semplici candele di soia fatte tempo fa, con le tonalità delicate che dà solo questa cera. (Le ricette per le candele e la ciotola sono tutte nel mio libro Crea le tue candele naturali, ma ci sono anche un po’ di ricette ‘gratis’ in questo video qui, soprattutto per chi vuole cominciare. Non guardate me, però, perché in quella puntata avevo influenza, febbre e giramenti di testa… sembro Belfagor).
E poi mi piace la luce dell’alba che batte in modo diverso sulle nostre cose, apparentemente in ordine casuale ma con un ordine assolutamente sensato per noi, di cose costruite, discusse, accumulate, adottate e capitate negli anni.
Adoro come la luce del mattino entra dalla finestra del soggiorno e va a illuminare direttamente l’interno del grande camino. Gli alari sono molto datati, non quanto il camino, ma hanno la loro bella età e li abbiamo lasciati con la loro patina originale, li trovo meravigliosi, sicuramente non li cambierei mai con quei cosi superlucidi che producono adesso. Di fianco i lunghi chiodi fatti a mano che sono saltati fuori con la pulizia della canna fumaria: servivano a reggere il paiolo. In casa è in atto la discussione tra la fazione “butta via almeno i chiodi arrugginiti! Sono chiodi! Arrugginiti poi! Sei allergica alla ruggine del ferro!” e la fazione “Ma sono antichi! Fatti a mano! Pensa quante persone li hanno curati e usati! Sono bellissimi!“.
(Non gli ho ancora detto che li voglio riattaccare e appenderci il paiolo, con questo post gli verrà un’infarto).
E poi c’è questa credenzina degli anni ’40-’50, che ha subito analoga discussione. Ma cosa devo farci, io l’adoro. E una volta messa a posto (anche qui lasciandole la sua patina e i suoi segni del tempo ma riportandola a uno stato utilizzabile), ‘qualcuno’ ha già proposto di affiancargliene un’altra simile. Miscredente redento!
Ma non è bellissima con il primo chiaro del mattino e quei giochi di luce che la riscaldano?
E le tante piccole cose, il rito del té al pomeriggio (quando si può), una vecchia tovaglia all’uncinetto, il té Dammann Freres, il portacandela francese regalato da un’amica tanti anni fa, cose leggere e vaganti. (Sì qui stiamo scadendo pericolosamente nel radical chic, per salvarmi dirò che sono tutte cose recuperate, regalate, raccolte, amate).
E infine il mio ultimo grande amore, in fase finalissima di restauro: la cucina a legna che prende proprio in pieno le prime luci del mattino. Sempre che la Bibi non venga a rapirla e una mattina io trovi solo i condotti dei fumi.
Ne parlerò diffusamente nei prossimi post, con tutte le fasi di restauro e… prove tecniche! Sappiate infatti che il 31 agosto con 34 gradi noi abbiamo acceso la stufa per provarla! La mattina dopo si schiattava ancora dal caldo, ma era necessario.
Per chi è esperto di design, ebbene sì, è proprio un’originale L’Americana di Angelo Po, del 1950. E’ il mio attuale orgoglio di restauratrice della domenica!
(Anche se qui ho fatto più il direttore dei lavori perché causa infortunio e lavoro non proprio ‘femminile’, la mia metà e un bravissimo vicino di casa si sono accollati il trasporto, la pulizia canna fumaria, l’installazione tubi e tutti gli annessi).
E ora torno al lavoro, di corsa!
19 Commenti
Da quel poco che ci fai intravedere io credo che la tua nuova casina sia semplicemente deliziosa, calda e accogliente 🙂 Un abbraccio
Nell’attesa di vedere tutte queste stupende cose dal vivo, ti ringrazio per la citazione 🙂 Lo specchio che abbiamo recuperato insieme ancora non ha una collocazione, ma a breve la troverà…una volta o l’altra dobbiamo farci un giro per rigattieri (con i nostri uomini che secondo me ne sarenno felicissimi, neh? ;))
p.s. che meraviglia i chiodi fatti a mano!! se li metti in un barattolo fuori alla porta di casa, tengono lontani ladri e invidie.Però qualcuno alla parete lo attaccherei anche io 😉
Grazie Chicca, ma dovrai vederla dal vivo, ti tocca 🙂
Cecilia, ho una controproposta: li lasciamo all’Apple Store e noi andiamo per rigattieri e mercatini! Lo specchio poi era carinissimo! Secondo me ha grandi possibilità 🙂 (quella dei chiodi non la sapevo, ora ne mettiamo subito fuori qualche kg, mi pare che ci serva questo tot a noi 😉 )
A quanto si percepisce è una meraviglia di casa con una splendida atmosfera, ma questo succede sempre e solo quando le persone che la vivono sono meravigliose! Complimenti.
un Sorriso…
Curiosità pienamente soddisfatta, direi! (e io non le avevo nemmeno chieste le foto, ma ero ugualmente curiosa). Comunque sposo perfettamente la tua teoria del “dai teniamolo”, anche per il gancio del paiolo, io anche se abbiamo smontato il camino per rifarlo nuovo a villa colle il gancio del paiolo l’ho tenuto, non si sa mai! 🙂
Per i mobili non ho parole, tutti meravigliosi. Noi abbiamo tenuto qualcosa dei mobili trovati nella nostra casa, ma la maggior parte delle cose (quelle che non saremmo stati in grado di sistemare da soli) le abbiamo regalate ad una nostra amica che ha il babbo falegname, sperando che tornino a nuova vita comunque, anche se in un’altra casa!
Splendida casa arredata con oggetti di valore perché antichi e con un passato. La sai valorizzare bene. Come va ora il coccige? Ciao Silvia
Grazie per averci fatto sbirciare dentro casa tua, è piena di cosine davvero belle, soprattutto pensando che hai dato loro il tuo tocco personale dopo averle amorevolmente “salvate”. L’alba nel proprio nido è uno dei momenti più belli, specialmente in estate o all’inizio dell’autunno..per non parlare del tè pomeridiano. C’è chi dice che sono “solo” oggetti, ma è straordinario pensare ai pranzi della domenica passati per la cucina a legna che adesso dimora con te! 🙂
Ma…ohiohi, frattura di coccige?? Stai bene adesso??
Caspita,
che bel post!
Mi è proprio piaciuto! Sì!
E l’armadione del tuo studio (per non parlare di comò e stufa a legna!)…uno spettacolo!
Fra
F… f…f… FRANCESCAAAA???? Oddio… svengo! Io leggo il tuo blog da tantissimo e credo di non aver mai osato scriverci un commento! Ora sono imbarazzatissima con i miei restauri da dilettante, davanti a tutti i tuoi bellissimi interventi!
@Sorriso: grazie 🙂 Io credo anche che le case amate ci rendano un po’ migliori e questa è stata una casa tanto amata in passato, poi abbandonata, che aveva bisogno nuove attenzioni. Ripaga di tutto, specialmente in serenità!
@Gloria: hai ragione, i mobili hanno tantissime vite… più dei gatti credo 🙂 Ed è bellissimo così!
@Silvia: Grazie, va un po’ meglio, adesso sentirò cosa ne pensa l’osteopata 😉 Grazie anche dei complimenti, perché so che sono dal cuore (le persone aride di solito dicono “ma quanta roba vecchia! e i mobili non sono della stessa serie!” vero? )
@Natadimarzo: sì un po’ meglio, ormai è passato un mese, mi sto quasi abituando 🙂 Hai ragione, gli oggetti sono la loro storia e in qualche modo portano le energie positive di chi li ha amati prima.,,
Cara Erbaviola! E perchè mai dovresti sentirti imbarazzata o una guardona (come ti sei definita nel commento che hai lasciato da me?)!!!!
E’ normale, se dovessimo lasciare commenti a ogni blog che leggiamo diventerebbe un lavoro. Si guarda, a cvolte si prende ispirazione, a volte si dice “mah” , si commenta o non si commenta…no problem!
Cavoli…però così mi pare di capire che incuto un po’ di paura….sei la seconda persona che mi dice di non aver lasciato mai un commento per una sorta di “timore reverenziale”….sono allibita….io che mi reputo una persona molto alla mano…invece….a quanto pare….
scrivi tutto quello che vuoi,tutte le volte che vuoi, ok?
A presto
Francesca
…….ecco……io aspetto e al momento giusto colpisco……la tua Cucina Economica mi piace davvero tantissimo e fai bene a temerne un furto da parte mia!!! Certo che se veniamo da te in moto poi mi trovo in difficoltà a portarla via…ma….bè…..qualcosa penserò :))
ti lovvo, a te e alla tua casetta bella ♥
ciao Erbaviola,
volevo se possibile la tua illuminante opinione sull’argento colloidale….
Cosa ne pensi come antibiotico naturale e per la conservazione dei cibi?
Grazie in anticipo per la risposta.
ciao
Sì, anch’io trovo confortante il calore della luce del sole che si posa sui mobili e sugli oggetti di casa. Mi ci perdo, quando posso. Bellissimo post, riscalda il cuore. E bellissime le cose fotografate.
Invidissima per la tua cucina, mi ricorda tanto quella della nonna che sfornava delle mele buonissime!
Trasmetti tanta serenità e amore quando parli della tua casetta, si vede che l’adori.
ma è la credenzina della mia nonna! :)Bellissima…a CHI non piace?!
taci che la mia mamma l’ha fatta sparire quando io comprendevo ancora poco…se no…
è che è troppo nei miei pensieri, son certa che prima o poi saltera’ fuori la sua gemella 😉
e l’Americana? ah che colpo al cuore… 🙂
Complimenti per tutti gli Angolini, Brava
Una Buona gì,
ele
Quando ho visto la credenzina degli anni 40-50 non ci potevo credere : è stato un tuffo nel passato. Non pensavo che ne esistesse un’altra oltre a quella con cui ero cresciuta io nella casa dei miei nonni!
Pensare che “da grande” poi l’ho buttata via per dei mobili moderni. La trovavo brutta e ingombrante allora.
A rivederla adesso mi sembra bellissima! Quella dei miei nonni era color naturale.
Erbaviola, credimi era proprio identica! Neanche fosse un aricolo di design!
Ogni tanto vado a vederla e lascio vagare la mente nei ricordi e pian piano rivedo anche quello che c’era dentro.
I miei nonni abitavano in una casa del 700 non ristrutturata senza riscaldamento e quando io ero piccola(40+ anni fa) l’acqua calda si faceva con un pentolone sulla cucina a legna.
C’era l’orto il letamaio e d’inverno si formavano i ramage sulle finestre per il freddo.
Che bei ricordi!!!
Ciao
Susy
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