Questa è una risposta a due amiche. Una è E., l’altra è Fiore, due persone distanti anni luce e vicinissime, che hanno la capacità di stimolare riflessioni e azioni, che chiedono e che fanno, soprattutto.
E., dopo aver rivoluzionato la sua vita, il lavoro, aver iniziato ad autoprodurre tutto il possibile mi chiede “Ma secondo te l’autoproduzione ha ancora senso?“.
Sono rimasta un po’ stupita dalla domanda, lo ammetto. Poi mi sono accorta che avevo cominciato a dare per scontate parecchie cose che faccio quotidianamente, forse perché stanca o forse perché le riverso tutte in altri contenitori, tra rubriche, libri ecc.
L’autoproduzione è fondamentale. Può trasformare radicalmente il bilancio mondiale, può alterare gli equilibri di potere, può essere realmente un’azione sovversiva, probabilmente la principale. Non essere più dipendenti dal supermercato perché il pomodoro cresce coltivato da noi e con i semi che noi abbiamo conservato è una possibilità reale, è lì, una realtà concreta, vuol dire aver già intrapreso una rivoluzione di indipendenza e aver fatto una dichiarazione pubblica di non accettare il controllo dell’industria alimentare. Perché è da questa che parte tutto. Dal fatto che 60 anni fa, tra voi e il vostro pomodoro c’era al massimo un contadino, un grossista e un bottegaio, mentre oggi ci sono fino a venti passaggi e ricarichi. Questi ricarichi che sono mediatori, grossisti, autotrasportatori, autostrade, confezionamento, smistamento, certificazione ecc., fanno sì che il vostro pomodoro invece di costarvi l’equivalente di due minuti del vostro lavoro, ve ne costi quindici e che quindi per acquistare quello che vi serve davvero e quello che vi faranno credere che vi serva, finirete a lavorare quelle 40-60 ore settimanali senza vivere mai davvero. E’ una moderna forma di schiavismo, che al contrario delle precedenti nella storia è molto più allargata.
L’unica via reale, praticabile e urgente è l’autoproduzione: produrre il più possibile in proprio, consumare il resto scegliendo criticamente. E diffondere, diffondere, diffondere. Perché solo così possiamo uscire da questo schiavismo moderno, da questo controllo del mondo che passa attraverso il controllo del cibo.
Alla mail di E. però non ho ancora risposto, rimando, sono stanca di parlare di autoproduzione. Finché lei mi scrive: “la domanda che ti ho fatto è importante…che senso ha scrivere e riempire il cuore della gente di sogni se poi non ci credi???”
E’ questo quindi quello che appare? Che non ci credo più? Accidenti… In realtà è solo che scrivo meno sul blog, ma continuo a fare e divulgare altrove.
Sì, ci credo, non ho smesso mai di crederci. Ci credo sempre di più, ma sono un po’ stanca. E’ una cosa che capita a tutti, prima o poi, non si può essere sempre a mille, altrimenti si diventa conferenzieri americani da cinquanta euro a testa per spiegare agli aspiranti new rurals che fare l’orto è la nuova rivoluzione. Il vero sovversivo non è mai monocorde. E’ abbastanza critico da spaventarsi, ripensarci, inventare, gioire, difendere, argomentare e stancarsi. La stanchezza è fisiologica. Se ti dai completamente, credendoci, a un certo punto alzi la testa e sembra che intorno a te non sia cambiato poi molto. E arriva un po’ di stanchezza.
Sono stanca per esempio di vedere anni di propaganda sulla stevia ridicolizzati e vanificati dalla multinazionale che dopo aver avvelenato la gente con il cancerogeno aspartame, fa il dolcificante alla stevia e lo vende come salutare. La salute non gli interessava però finché vendeva tonnellate di aspartame a ignari consumatori con problemi di peso e diabete.
Sono stanca anche di evitare imballaggi e prodotti inquinanti ma vedere con quanta leggerezza e felicità si godono la vita i genitori di pargoli che consumano pannolini usa-e-getta fino anche ai tre anni e oltre. Tutta pipì santa che gli ricadrà in testa in formato diossina cancerogena, ci pensano mai i loro allegri genitori?
Sono stanca anche di cose più sottili. Per esempio sono stanca anche del manipolo di uomini che pontificano sulla decrescita senza nemmeno coltivarsi un basilico per l’insalata. Avete mai notato che le voci ‘filosofico-economiche’ sulla decrescita sono tutte di uomini? Sono perplessa e delusa dall’ambiente estremamente maschilista che si è creato intorno all’argomento in Italia, dove sono le donne a fare l’autoproduzione e gli uomini a discorrere. Se sei un maschio con dei pensieri appena sufficienti, puoi star sicuro che ti chiamano persino dal Collettivo Anarchico di Frittole per una conferenza sulla decrescita dal punto di vista economico. Ma se sei una donna puoi aver studiato trent’anni, puoi saperne il decuplo e aver scritto cento volte tanto, ma ti chiameranno solo per spiegargli come si fa il pane e il detersivo marsiglia liquido. Non è sempre così ma nella maggioranza dei casi questa è la situazione italiana.
Per non parlare di quanto sono stanca di quelli che copiano tutto in blocco e se ne attribuiscono meriti e onori.
Stanca di quelli ‘avrei un progetto‘ con scritto in fronte che sarà tuo il lavoro e la spesa ma loro il guadagno. Stanca di quelli che ti chiamano perché “porti tanta gente” ma poi ti presentano un elenco di cose da non dire in formato guida telefonica.
Stanca degli animalisti che passano tutto il tempo a litigare tra loro e di quelli che si auto-proclamano i più grandi del pianeta (ma almeno questi ultimi fanno ridere).
Così finisce che mi stanco di spiegare la duecentomilionesima volta come si fa il detersivo marsiglia liquido e mi ritiro nel mio mondo di casa-studio-orto-montagne-erbe. Perché alla fine è logorante spiegare sempre come si fa l’orto sul balcone e non perché l’agribusiness è diventata la leva mondiale di controllo, perché si tratti di un disegno politico preciso, non di casualità evolutiva.
Ma se vivi in una nazione in cui quando scrivi con uno pseudonimo maschile ti cita il quotidiano di economia, mentre quando scrivi con il tuo nome vero è tanto se ti si fila la sora Cesira (che chiaramente vuole solo sapere come si fa il marsiglia liquido), ti trovi troppo spesso a fare i conti con quello che potresti fare e quello che ti lasciano fare. E ti stanchi, è inevitabile. Per me è così. (e sì, lo pseudonimo lo saprete solo dopo la mia morte, non prima).
Poi ci si rialza. Perché, sì, cambiare è una grande idea sovversiva. L’autoproduzione è una grande idea sovversiva. E’ sovversiva persino all’interno di quelli che si considerano culturalmente i sovversivi, perché prima o poi la dovrete piantare di parlare e basta, dovrete ficcare nella terra quelle manine che conoscono solo la tastiera e piantarvi il vostro cibo!
E prima o poi, in un futuro fantascientifico, il Collettivo Anarchico di Frittole chiamerà anche una donna a parlare degli aspetti economici della decrescita e di come si può cambiare il mondo, ci sono già alcuni visionari, anzi, che lo fanno. Ma questa è proprio roba da rivoluzionari illuminati…
Fiore, davanti a questa discussione sul maschilismo imperante, stravolta di fatica, mi ha scritto “ma io vado avanti lo stesso. (…) non mollo, ma non per ambizioni politiche, non voglio più sentir parlare di sigle. solo per passione personale e per amore nei confronti del mondo, perché spero tanto che guarisca. forse la crisi tremenda che ci avvolge sarà la strada...”
Ecco, questa per quanto semplice è la strada. Una strada solo per persone che ci credono davvero, con una mano sulla tastiera e l’altra a impastare il pane, rivoluzionari e visionari, sognatori e ribelli, siano essi uomini o donne. Perché la rivoluzione funziona solo se tutti identificano un bene comune superiore.
(L’immagine sopra l’ho creata appositamente per farmi invitare dal Collettivo Libertario Anarchico di Frittole, avete capito bene)
65 Commenti
Acchh!!! mi sonnnno confffuso e ho digitatototo il commentoooo conn la mmmano imbrattataaa dllo impsato dellll ppane11111
Pontiroli, lei è un personaggio terribilmente sovversivo! Come si permette di toccare la tastiera con la mano che lavora??! Proletario ribelle! 😀
Questo tuo post mi ha emozionata tantissimo …
Per sdrammatizzare mi stavo per firmare “Cesira” ma il buon senso mi ha trattenuta
Sei grande!
stanca ma agguerrita! brava, rinnovo i miei complimenti: è soprattutto grazie a te che ho imparato a produrre più cose di quante ne avrei potute immaginare e ad interessarmi di cose che non avrei mai nemmeno immaginato di poter produrre!
grazie!
Riflessione interessante e parole più che condivisibili, il particolare della lista con le cose da non dire è piuttosto inquietante. Ad ogni modo, stanchezza o no, c’è molta gente che apprezza il tuo operato e che a sua volta fa, nel proprio piccolo e a modo proprio.
Non amo molto la tendenza, che mi pare tutta italiana, di erigere a vate chi agisce…quasi una scusa per non fare niente…tanto fa lui/lei…
Sono sicura che durante i tuoi incontri avrai ispirato più di una persona a mettersi all’opera e “sporcarsi le mani” 😀 in tutti i sensi!!!
T.
Bellissimo e verissimo post! Anche rabbia e stanchezza ci stanno ogni tanto. Poi si va avanti, mai indietro, e questo è l’importante. Grazie per l’ispirazione e per tutto il lavoro che fai, con le mani ma soprattutto con la testa. Ciao!
mi hai tolto le parole di bocca … brava come sempre ed è sempre piacevole leggerti … in questo caso sei stata anche catartica! ;-D Grazie Erbaviola
Mi piaci ragazza!Onesta,intelligente,sei una tipetta tosta!Evviva Erbaviola!
ciao Grazia, pnso che il mio pensiero in merito sia splendidamente enunciato dalle parole di Fiore:
“ma io vado avanti lo stesso. (…) non mollo, ma non per ambizioni politiche, non voglio più sentir parlare di sigle. solo per passione personale e per amore nei confronti del mondo, perché spero tanto che guarisca. forse la crisi tremenda che ci avvolge sarà la strada…”
personalmente autoproduco molto poco, ma non solo per pigrizia (un po’ sì, mica dico di no) , è che finchè non capisco bene bene una cosa io non la faccio. e tu dirai: e cosa c’è da capire? e io dirò: sono dura di comprendonio, quando faccio una scelta che per me deve diventare una definitiva inversione di rotta, devo farlo in piena coscienza e con la voglia finale di farlo, mi prendo un impegno e devo portarmelo avanti. per cui al momento sono sulla buona via della decrrescita, in molte parti della mia vita, del mio quotidiano, e autoproduco alcune cose, ne scambio altre, limito, cerco, riciclo.
non aspiro alla santità, non in questa vita per lo meno, ma mi sto attrezzando a gettare le basi per la prossima. un bacione Grazia, sei un toccasana 🙂
Mi è piaciuto un sacco questo post!
E ti capisco!:-)
Io anche sto attraversando un momento in cui scrivo meno sul blog…Non ho smesso di autoprodurre e sperimentare perchè ormai non ne potrei fare a meno tanta è la pace, la gioia che mi deriva dal fare in casa le mie piccole cose, siano esse il pane, il latte di soia, o lo yogurt…ma a volte mi manca un pò lo slancio nel raccontarle queste cose!
Oggi ho letto il tuo post in pausa pranzo, poco dopo aver promesso ad una collega che le avrei portato una filetta di pane a lievitazione naturale fatto da me, visto che mi chiedeva curiosa di assaggiarne… Mi ha promesso un salame in cambio (vabbé), e le avevo detto “dai che così assaggiamo cose nuove e non facciamo nemmeno crescere il PIL!” (battuta che ha sollevato non poca ilarità)
Mi ha fatto sorridere il tuo post, letto appena dopo aver pronunciato una frase così, così come mi ha fatto sorridere la tua frase “avevo cominciato a dare per scontate parecchie cose che faccio quotidianamente”. A volte mi rendo conto che realmente stiamo dando per scontate, per prime, quasi tutte le cose che autoproduciamo, entrate come sono nella nostra vita quotidiana. E anche la loro divulgazione, perché spesso pensiamo addirittura “Se lo faccio io il pane lo farà anche lei, no?”
Grazie di esserci e di divulgare anche in canali nuovi, e grazie anche per lo sfogo, che ogni tanto ci vuole e ci fa capire che siamo tutti più “normali”!
Ti dico solo una cosa…. Sto facendo capriole, ma se tutto procede nel verso giusto, avro’ una nuova vita.
Piu’ bella, piu’ sana, piu’ invitante!
E sai perche’?
Avro’ un ORTO!uno vero ,uno grande,immenso!!!!
Questo orto sara’ il mio essere sovversiva?
Si, ed orgogliosa di questo!
A volte mi stanco anche io di spiegare perche’ ho un orto sul balcone…ma lo faccio ,nel limite di quello che posso metterci,ma lo faccio.
Ora anche il mio maritotigre lo apprezza e credimi, detto da un carnivoro convinto ha il suo perche’!
Vedere un carnivoro che ora si diverte, si,si diverte!,a preparare il passato di verdure!
Che lui ha deciso di comperare alberi da frutto nani per il balcone?
Come la vedi?
Che la suocera ti chiama per farsi dare la ricetta del mio “miracoloso” prodotto home made multiuso perche’ come pulisce quello nessun prodotto mai?
Son soddisfazioni!
Un figlio lo voglio in un mondo sano, ora non lo faccio.
No, non posso smettere di divulgare!
Ma a volte una pausa serve;)
Tu magari non lo sai ma per me hai fatto ed insegnato tanto, ora devo ringraziarti….
Come?
Mettendo in pratica!
Un abbraccio,forte
[…] Se volete sapere perchè è proprio il caso di farsi il pane in casa, oltre che tutto il resto, la Capra vi consiglia questo articolo . […]
Posso dirti che mi sono commossa? Quando compro evito i troppi imballaggi da anni e grazie alla tua conoscenza ho cominciato ad autoprodurre e a coltivare l’orto (anche se l’idea era in embrione da tempo), capisco che certe volte è dura, ma sono certa che tu non mollerai mai 🙂
Io posso solo dirti: SEI UN MITO!!!
Sovversivi? Ma no, rientranti! Nel senso che piano piano rientriamo a far parte di un complesso ecosistema con rispetto e amore.
C’è poco da parlare, e molto da fare; in Italia siamo ancora molto indietro, ancora persi nella freudiana fase orale dove cerchiamo di succhiare allo sfinimento le risorse del territorio e così non ci accorgiamo che qualcuno sta metaforicamente abusando della nostra fase… anale (perdona la volgarità psicologica 🙂
E poi a noi italiani piacciono le chiacchiere, siamo i conquistadores delle discussioni da bar, i re indiscussi della teoria di tutto (guarda quanti canali di calcio ci sono), esterniamo e vogliamo mostrarci senza concretizzare e interiorizzare.
Ma le cose stanno cambiando, e mentre il pavone maschio fa la ruota per catturare su di sè l’attenzione di pavoncelle e allocchi vari, le donne fanno la rivoluzione, o si preparano per tornare a casa. Chi c’è, c’è.
Ps: Erbuccia cara, sei grandiosa! Un bacio infinito 🙂
Ciao. Ti seguo con molto interesse e penso che tu sia una persona seria, competente e a cui mi piacerebbe assomigliare un po’ per tutto cio’ che riesci a realizzare. Capisco il tuo momentaneo scoforto….coraggio, il cambiamento è difficile..e se non cambiamo un pochino tutti forse sembra anche inutile..ma le rivoluzioni si fanno anche per piccoli passi emi auguro che tu continui ad esserne uno dei capofila 🙂
un abbraccio forte
“Ma secondo te l’autoproduzione ha ancora senso?“
Per capire cosa c’è dentro quello che mangiamo e di conseguenza a chiederci se vogliamo la nutella bella cremosa con tanti ingredienti… o ci possiamo accontentare di una crema un po’ più granulosa ma con tre ingredienti semplici.
Per scoprire che alcune cose sono facili da fare, anzi facilissime, come lo yogurt, il latte di soia (o la nutella un po’ granulosa!!).
Per ricordarci che sapore hanno DAVVERO le cose, dal pane appena sfornato ai pomodori ancora caldi di sole.
Per crescere dei figli consapevoli dei cicli della natura e di quello che serve al loro corpo per crescere sano.
Cara Erbaviola, puoi anche scrivere meno sul tuo blog, ma se poi te ne esci con queste cose noi (soprattutto noi femministe) siamo contenti lo stesso 😉
Carissima,mi sento anch’io spesso stanca e in questo periodo pesante per molti, mi mancano anche le parole. Forza, dai e sempre grazie, tra un pò torna la primavera!!!
Confermo quanto scritto da altri sopra, nel mio piccolo è grazie alla tua opera di divulgazione se mi sto facendo i detersivi ecologici da me nella mia nuova casa ad Acqui Terme, facendo scorta di sale, bicarbonato e aceto, così come sto invadendo la dispensa con barattoli di marmellata autoprodotta (prossimamente pubblicherò la ricetta della mia ultima creazione) e mi sto cimentando in sperimentazioni vegan-casearie. E ho pure imparato a fare il seitan con i tuoi consigli.
Tieni duro, bisogna divulgare.
PS. Il tuo pseudonimo maschile lo conosco, è Erboviolo 😛
L’autoproduzione deve essere la normalità, è l’unico modo per non essere schiavi di un sistema dannatamente imperfetto, dove l’individuo è un tassello di questo sistema venuto fuori da menti contorte allevate sinteticamente!!
Non ci dobbiamo aspettare molto da chi adesso gestisce questo sistema, se riusciamo a fargli cambiare qualcosa, tipo il dolcificante cancerogeno, dobbiamo essere soddisfatti che così abbiamo salvato molte vite!
ciao Erba (anche se so che hai un nome e pure uno pseudonimo),
è bello ritrovarti e scoprire che “la stanchezza capita”, insieme ad un mare di altre emozioni
un abbraccio
babs
Non sai quanto è importante che persone come te continuino, pur stanche,a diffondere, a insegnare, raccontare, ma soprattutto a fare, fosse anche il liquido marsiglia, perché ci sono tantissime persone che non hanno mai considerato quante cose si possono fare in casa senza continuare ad alimentare il mercato sbagliato di cui parli. Si comincia da lì, per me è stato così: dalla pasta madre al sapone hanno iniziato a spuntarmi in testa tante idee “diverse”, e allora ho iniziato a informarmi, a capire…mi si è aperto un mondo. C’è chi ride di me, mia mamma si ostina a comprare il bagnoschiuma, il mio ragazzo mi sfotte per le mie “bio***zate”, ma sapessi come sono felice nel mio piccolo! E così ognuna di noi porta avanti la sua piccola o grande rivoluzione.
e se uno non ha l’orto? rimane un belsogno e basta
Oggi siamo la minoranza domani forse saremo la maggioranza…anche noi con molta fatica ci consideriamo dei sovversivi! Quanto mi piacerebbe avere un orto anche a me!
Ciao ErbaViola avevo bisogno di una info e spero che tu possa aiutarmi. Ipotizziamo che esista un ecovillaggio completamente vegano, a grandi linee quanto terreno coltivabile servirebbe, per persona, per poter autoprodurre tutto il necessario? Cioe’ per arrivare all’ indipendenza? Grazie
Mi spiace per la stanchezza e la disillusione.
E’ la fatica della divulgazione: sempre li’ a raccontare sempre le stesse cose, a rispondere sempre alle stesse obiezioni (che ogni volta ti sembrano piu’ trite e illogiche).
D’altra parte, come scrivi tu stessa, non sarebbe piu’ possibile vivere altrimenti.
Sono convinta che l’autoproduzione sia una malattia cronica per la quale non esiste cura.
Quando la becchi non ci sono santi, te la tieni per tutta la vita.
E pazienza se all’inizio e’ solo il marsiglia liquido, o il pane, o il latte vegetale, il tofu, lo yogurt, la sciarpa ai ferri, il basilico, il pomodoro (e poi la salsa), ……..
E pazienza se ormai riconosci “a naso” gli articoli sull’orto sinergico o sulla decrescita scritti da chi ovviamente ha solo fatto un copia e incolla da altre fonti ma campa di consulenze per raccontare quello che non fa davvero.
Tanto ormai non puoi piu’ fare altro che guardare criticamente il tuo cestino della spesa, le rare volte che vai al supermercato (e il carrello ormai non ti serve piu’!) per domandarti cosa potresti autoprodurre, o comprare con il gruppo di acquisto direttamente dal produttore. perche’ anche il gruppo di acquisto e’ una malattia mortale, a decorso lento ma inesorabile.
Non faccio divulgazione come te, e meno male che tu ci sei a farla!
Pero’ considera che il tuo esempio diventa uno stimolo per cambiare e ciascuno di noi a sua volta dara’ l’esempio e trasmettera’ il virus.
Coraggio! esci che e’ arrivata la primavera e prepara le nuove semine!
grazie. ora ti condivido su fb, cosi magari qualcun’altro c’imciampa e impara qualcosa.
E’ ora che si ritorni al piacere della terra e dai suoi frutti. E tu con la convinzione delle realta ci sei riuscita a dare quel tocco che mancava, brava facci sapè.Grazie per i consigli e il cruciverbo delle semine
Cara Erbaviola,
non ho mai scritto un commento su questo blog, ma lo leggo da tanto; ho comprato i suoi libri, li ho letti, studiati, consumati …
Non sapevo fare nulla da sola, ora faccio pane, pasta, detersivi,orticello sul balcone, sciarpe (bruttine…) e ho una lista di altre cose da imparare, una alla volta, lenta ma costante in un cammino che non prevede ritorno.
Non sono brava come lei, ma sto imparando.
Non si scoraggi, se le sembra che non sia cambiato molto intorno a lei. Ci sono vite che lei ha cambiato completamente, non solo la mia, ne sono certa!
Cordiali saluti,
Sisì.
Prima di rispondere ai gentilissimi amici, ci tengo a far notare che il Collettivo Libertario Anarchico di Frittole non mi ha ancora chiamata, nonostante questo pungente pezzo idealista e l’immagine attira-fricchettoni che ci ho messo sopra (i più raffinati hanno notato il collage tra i manifesti cubani della rivoluzione, quelli degli zapatisti e quelli maoisti). Insomma, finirà che ci rimango male e scrivo un altro pippone sul maschilismo italico, ma cosa bisogna mai fare per farsi considerare dal Collettivo Libertario Anarchico di Frittole?! XD
Il vero sovversivo non è mai monocorde. E’ abbastanza critico da spaventarsi, ripensarci, inventare, gioire, difendere, argomentare e stancarsi. La stanchezza è fisiologica. Se ti dai completamente, credendoci, a un certo punto alzi la testa e sembra che intorno a te non sia cambiato poi molto. E arriva un po’ di stanchezza.
Come sono vere queste parole!!!
Ti seguo da qualche anno, ho scoperto la Decrescita e l’autoproduzione in un momento tragico della mia vita, di ritorno dal fallimento su tutti i fronti.
Il mio sogno è vivere in campagna ed essere autosufficente, per ora sopravvivo.
Per apprezzare davvero la Decrescita e il vivere sostenibile bisogna aver fatto un percorso insostenibile e una vita all’insegna dell’assurdo, almeno per quanto mi riguarda, però vedo anche persone che perseverano non avendo la consapevolezza, gente che mi guarda come a dire:poverina, bè è normale, gli è partita la testa…
Io vado avanti per la mia strada e non mi sconvolgo più di tanto, anche perchè più sconvolta di così non posso…;-D
Meravigliosa! Se fossero tutti stanchi quanto te, la rivoluzione sarebbe già finita!
Avremmo già fatto! E ora saremmo tutti felici, e con le mani sporche di terra e sudore, ma con il cuore calmo e leggero, con la consapevolezza che quello che è stato fatto è giusto!
Continuiamo a sognare, uniti, ce la faremo, individui che lottano nel loro piccolo mondo, per il bene comune del mondo intero!
ti ho appena scoperta, e di sicuro continuerò a scoprirti giorno dopo giorno!
Grazie!
ciao, volevo solo dire che..dopotutto è un bene che ti invitino a far vedere come si fa il sapone perché altrimenti io non sarei mai incappato nel video su youtube durante le mie ricerche domestiche e quindi non avrei mai trovato questo splendido sito.
Non avrei mai detto di questo alone maschilista. E’ incredibile come io veda le cose completamente al contrario.
Non solo io so fare praticamente solo il pane (e il detersivo adesso eheh) in casa.. ma sono accerchiato da coppie in cui se non ci fosse la donna a portare la conoscenza ecologica e vegan..gli uomini sarebbero un bel disastro.
Però in fondo, che importa..uomini, donne, maschilismo, ego spropositato.. Se riusciamo a convincere anche solo una persona a fare una delle cose positive che si possono fare per la natura,s e ognuno di noi (uomo, donna, maschilista, femminista, egoista) riuscisse in questo intento, sarebbe una grande moltiplicazione ecologica! 🙂
POSSO COMMENTARE SOLO CHE VI ADORO? 🙂 VI ADORO, ECCO. C’è senso per tutti ad andare avanti, come c’è senso per i momenti di ‘stanca’, ma se si trovano dei compagni di strada così, è molto molto meglio e il viaggio diventa più piacevole!
Un saluto a tutti, spero di non andare fuori tema. Mi sono sempre interessato all` autoproduzione e alla coltura biologica. Ho coltivato un piccolo orto per qualche anno. Ora mi sono accorto che quello che voglio e` riuscire a vivere con un po di terra mangiare quello che produco e vivere vendendo l eccedenza. La mia domanda e`, e` veramente possibile? Economicamente intendo riuscire ad avere uno stile di vita decente e per decente intendo vestiti caldi e una casa calda e asciutta, non vacanze all`estero o vestiti di marca. Prima di fare il passo di comprare la terra vorrei informarmi bene. La mia idea e` quella di trovarmi un posto in alta val brembana e guadagnarmi da vivere coltivando e vendendo prodotti caseari e magari carne e un po di verdura. E` comunque un idea lontana dall`essere realizzata ma voglio sentire se c`e` una possibilita` e sopratutto le esperienze di altre persone.
Ciao Davide, tutto quello che ti serve per valutare cosa fare e poi farlo davvero lo trovi in questo libro, comprese le esperienze di chi l’ha già fatto: https://www.erbaviola.com/2010/10/23/scappo-dalla-citta-manuale-pratico-di-downshifting-decrescita-autoproduzione.htm
Sul riuscirci, dipende solo da te e da una buona scelta di luogo e tipo di attività (il manuale sopra può aiutarti in questo). Magari io, come scelta personale, eviterei quella della carne: ammazzare degli animali non è esattamente un modo positivo per portare della bella energia nella tua nuova attività, pensaci 😉
Ok. Grazie della tempestiva risposta. Sono molto interessato alle esperienze personali di altra gente, ma ho sempre pensato fosse poco fattibile sopravvivere lavorando la terra con metodi non industriali quantomeno in Italia. Il tuo libro sembra smentirlo, ottimo. Riguardo alla carne ho una differente opinione ma forse questo non e` il blog adatto per intavolare la discussione.Ringrazio ancora e trovo straconfortante vedere che c e ` gente che segue la linea di pensiero di un ambiente sostenibile.
così non vale! non ti puoi assolutamente stancare anche perchè da quando ti ho “scoperto” (solo a natale) io passo da qua tutti i giorni. e dal momento che io sono un’animalista (ma non litigiosa, giuro!), una vegana (integralista ed indisponente) nonchè un’aspirante autoproduttrice (con un orticello a disposizione tutto da creare)…ho proprio bisogno dei tuoi consigli!
oltrettutto abitiamo nella stessa città e siamo entrambe donne…ehh insomma, ti ho convinto?
scherzi a parte complimenti davvero davvero per il blog favoloso! cristina
ciao .. è da tanto che ti leggo ma non ho mai commentato .. per la stevia sono felice di non essermene accorta solo io .. l’anno scorso riuscii a farmi spedire dei semi ( introvabili perchè ILLEGALI) .. e cosa ti vedo sullo scaffale ???? la stevia il dolcificante naturale .. sono uscita arrabbiata dal negozio e con una rabbia dentro che non ti puoi immaginare ..
Bentornata Erbaviola! Ti leggo spesso e volentieri e mi ha fatto davvero piacere leggere questo post e i commenti di tutti, son cose che fanno sentire meno soli, anzi in questo caso meno sole 😉 Secondo me la riflessione su decrescita/downshifting e donne è molto attuale e molto urgente, ho pronte tante pagine di cose già scritte, risposte ad articoli, riflessioni mie, etc che attendono solo di essere ordinate per poter partecipare al dibattito, appena riesco a trovare un momento tra lavoro, casa, orto, amici e una vita divisa tra montagna e città. Argh!
Ti ho linkata un po’ ovunque nel mio piccolo blog, nella sezione “Autoproduzione e diy”, nel blogroll e in un post di oggi sull’orto.
Coraggio a tutte/i!
Cara Erbetta, io vedo e sento che non smetti di crederci e capisco la tua stanchezza. Anch’io ultimamente sento di mollare la presa, non per me , non per i miei ideali ma nella promulgazioni di questi con gli altri. Non sono mai stato un evangelizzatore di folle, ho sempre creduto che l’esempio sia il miglior metodo per arrivare a far capire alla gente, ma quando ti fanno domande, e da 10 anni rispondo sempre alle stesse domande negli stessi modi dopo un po’ dico: Senti mangia quello che ti pare, vivi come vuoi, ma non mi rompere le palle. Proprio ieri ero con un amico e si parlava di frutta che non vedo l’ora che arrivi. Il concetto di frutta e verdura di stagione ovviamente appartiene a pochi, soprattutto in una città come Milano. io gli dissi: “non vedo l’ora che arrivino le fragole, perché mangiarle adesso di serra o peggio dal SudAfrica, proprio mi sembra un mostro ecologico che non voglio permettermi”. Lui: ” Cioè ma tu davvero quando fai la spesa pensi a tutte queste cose? io prendo solo quello che mi va in base a quello che c’è”. Ecco, il lavoro da fare c’è ed è ancora molto. ma poi mi ha detto “effettivamente non ci avevo mai fatto caso, né pensato all’impatto ambientale di certe cose….”. Un semino l’ho messo, senza proselitismi. La sua coscienza innaffierà il semino. Il mondo ha molti problemi e ho capito che la gastrite mi si affievolisce quando penso che non posso sistemare tutto io, da solo. Grazie per tutto quello che fai, i consigli utilissimi e la tenacia con la quale porti avanti le tue battaglie. Ti stringo forte. 🙂
Ti ho rubato quella fantastica immagine, ho visto che è già “firmata” quindi spero non ti dispiaccia 🙂
Ciao!
Hai tutto il diritto di essere stanca. Io nel mio piccolo sono sfibrata dai commenti di amici e parenti! Però… mio marito adora il sei-tan che gli preparo, mia madre non compra più carne rossa (almeno quella), la mia vicina usa i pannolini lavabili, e mia figlia di tre anni mi dice che lei non le mangia le mucche!!! Molti criticano e commentano ma poi sotto sotto qualcosa arriva, no sarà tutto ma io vado avanti per la mia strada. E’ sempre così chi segue la massa di pecoroni non deve dare mai spiegazioni o porsi domande, chi invece riflette e cerca uno stile di vita migliore deve passare la vita a dare spiegazioni. Per esempio noi sappiamo bene perchè non mangiamo la carne ma se chiedi ad un carnivoro perchè lo sa non ne ha idea!
P.S. Mio marito mi chiama la dissidente…. forse dovrei iscrivermi al collettivo delle frittole!!!
ok, io sono una di quelle…quelle che hanno comprato i lavabili perchè ci credevano e poi hanno finito per usare gli usa e getta perchè nessuno la supportava, quelle che vorrebbero fare l’orto a casa, comprare sempre in maniera eticamente corretta, fare il pane a casa e perchè no, anche il sapone, andare in bicicletta invece che in macchina ec… ma alla fine per pigrizia, stanchezza e chissà cos’altro non lo fa o comunque molto meno di quanto vorrebbe. Ma mi sono sentita in colpa leggendo il tuo contributo, perchè quello che affermi è tutto vero, e se è vero la colpa è anche di quelle come me: quelle del”vorrei ma non posso proprio”. Ma ti ringrazio mi serviva una spinta.
Valentina
Buongiorno.
Arrivo qui grazie ad una segnalazione di una mia amica che mi ha inviato il link a questo suo post perchè, dice lei, è molto “Fra-style”.
Questo mi rende fiera del mio lavoro (piccolo ma importante per me e la mia famiglia).
Noi viviamo in Piemonte, abbiamo un orto (rigorosamente coltivato in modo organico), facciamo il nostro compost, alleviamo galline, oche, anitre, faraone e conigli. Il tutto proprio per renderci il più autosufficienti e indipendenti possibile ed essere sicuri di quello che introduciamo nei nostri poveri corpi. Ebbene, capisco la sua stanchezza ma capisco ancora di più che proprio stanca non è perchè questo post è bello agguerrito ed appassionato. Anche noi cerchiamo nel nostro piccolo, tramite il mio blog e le chiacchiere con le persone, di diffondere questo ritorno alla vita più semplice e sostenibile (anche se indubbiamente più dura, e Dio solo sa quanti, mi permettta, pelandroni ci sono in questa società che quando raccontiamo quello che facciamo, che per noi è ancora troppo poco, vorremmo fare di più, ci guardano stralunati con gli occhi fuori dalle orbite e subito iniziano a prenderci in giro). Bè, se da 100 persone con cui si parla almeno una inizia anche solo a pensarci su e a valutare la cosa seriamente, bene, credo che non dobbiamo stancarci, no?
E poi devo recitare un mea culpa invece: io sono mamma di un bimbo di quasi 14 mesi e (qui mi frusterei) uso i pannoloni usa e getta (non allegramente ma lo faccio). Lavoro 9 ore al giorno nell’azienda di famiglia(lo so, lo so, non è una scusa) ed ho paura di non riuscire a star dietro al bucato….lei che dice? Ce la posso fare? Sa quante volte ho messo nel cestino della spesa i pannoloni lavabili? E poi li ho tirati fuori…. :-((
La ringrazio per questo bel post e se le va, faccia un giro sulla sidebar del mio blog, sotto la voce “Farm & Frugal Life” troverà diversi blog di “neo-pioniere” americane che stanno tornando indietro (tutte donne!).
A presto
Francesca
P.s. Era ora che qualcuno dicesse pane al pane e vino al vino….che mettano le manine nella terra, invece che pontificare senza aver esperienza concreta!
;-)))
Buon giorno sono tanti anni che cerco notizie su quella che io trovai con il nome di quinca oggi scopro che forse si chiama quinoa mi sapete dare qualche notizia a riguardo dove posso trovare i semi da coltivare. Attualmente vivo in provincia di Alessandria chissa se trovo un posto dove poterla coltivare. Ringrazio e porgo cordiali saluti Simone
ciao Simone, la quinoa da seminare la trovi solo attraverso i consorzi agrari
[…] che passa attraverso il controllo del cibo.” Questo scriveva Grazia Cacciola, alias Erbaviola nel suo blog qualche mese […]
Complimenti, davvero tanti complimenti per le cose che scrivi e per le tante cose che sai e che insegni agli altri. Io direi che a Frittole non hai propio bisogno di andare e che sul web invece ti segue il mondo intero. Per come la vedo io, probabilmente il sistema non cambiera’ mai perche’ c’è troppa gente imbecille votata all’autodistruzione che vive solo di tivu'(quella inutile) ma quello che di buono si semina rimane e dara’ i suoi frutti che, anche pochi che siano, saranno preziosi. Vai avanti cosi’! Un caro saluto da Cinzia.
[…] di Economia per il bene comune, l’economia solidale, le economie etiche, le cooperative, l’autoproduzione e il baratto, da “report” scopriamo le “transition town“. Non sono un […]
…condivido in pieno quello che provi, sono momenti di sconforto, che, vuoi per la stanchezza o per la delusione, prendono per le difficoltà che la vita ci mette davanti, ma sono anche le stesse ragioni che ci fanno
continuare sulla nostra strada e combattere quei pregiudizi o quei cervelli chiusi che vanno avanti per inerzia, pensando solo al loro guadagno……..continua per la tua strada che secondo me è quella giusta per un vero cambiamento, anche io sto seriamente pensando di rivoluzionare la mia vita, e fare un salto così lungo che stravolgerà la mia vita e spero che mi riesca, certo ci vuole coraggio che lo ammetto non ho ma spero di trovarlo e quindi l’autoproduzione mi sarà utile………quindi continua a scrivere su questo ed a informare…..
[…] che passa attraverso il controllo del cibo.” Questo scriveva Grazia Cacciola, alias Erbaviola nel suo blog qualche mese […]
Davvero bel blog, non aspettavo di meglio, qualcuno che ha un idea del genere e ne parla con convinzione e col cuore. Mi piacerebbe imparare a fare e a produrre tante cose proprio per questo, per il giusto sovvertire contro istituzioni e schematizzazioni che da fin troppo non sono più in funzione del singolo, ma viceversa, e in maniera sempre più violenta, meschina e falsa. Sono felice di vedere gente che scrive e ragiona, con la mente e il cuore, e per davvero.
[…] Ma mettere in barattolo pomodori, frutta e verdure è anche un segnale di responsabilità, un modo per scegliere la salute nostra e del pianeta. Come dice Grazia Cacciola (Erbaviola) è rivoluzionario. L’autoproduzione è fondamentale. Può trasformare radicalmente il bilancio mondiale, può alterare gli equilibri di potere, può essere realmente un’azione sovversiva, probabilmente la principale. Non essere più dipendenti dal supermercato perché il pomodoro cresce coltivato da noi e con i semi che noi abbiamo conservato è una possibilità reale, è lì, una realtà concreta, vuol dire aver già intrapreso una rivoluzione di indipendenza e aver fatto una dichiarazione pubblica di non accettare il controllo dell’industria alimentare. Perché è da questa che parte tutto. (cit.) […]
[…] che quel profumo si aggrappa alla legna, la legna al pane e il pane alla casa. Giorni dopo scrissi questo post e il primo commento è di Renato. Una risata liberatoria, che esorcizzò tutta la rabbia. Renato […]
Non è molto che vi seguo, ma questo splendido sfogo mi ha veramente colpito, con le sue debolezze e le sue impetuose forze, grazie per ciò che hai scritto!
[…] piacciono di più sono sicuramente quelli sull’autoproduzione (“l’autoproduzione è la vera rivoluzione!”). Voglio dire, una soddisfazione assurda avere in dispensa o in frigo vasetti di cose fatte […]
Complimenti vivissimi Grazia, devo dire che ti invidio profonamente e ti stimo tantissimo per quello che fai, un giorno seguiró anche io questo percorso…. ma intanto potresti dirmi come fai il sapone di marsiglia?
Ciao frallallero (?) ti auguro di riuscirci e di essere felice 🙂 Per il sapone di Marsiglia, uso la ricetta del procedimento a freddo e utilizzo olio esausto (da fritture, filtrato). E’ un procedimento semplicissimo, trovi diversi video anche su youtube 🙂 Un caro saluto!
Hai pienamente ragione. Ogni singola parola. Non sono solo le donne ad essere vittime di questo orrore patriarcale e maschilista ma anche tanti e tanti uomini che schifano il sistema che li costringe a doversi “comportare da uomo” e a dover vedere le loro amorevoli , energiche e forti donne compagne di viaggio attraverso la Vita, guadagnare meno perché “donna” o a doversi umiliare e inchinare prostrate al sistema attuale.
Grazie della comprensione Emanuele! Aggiungiamoci anche i maschi che la pensano così ma che se esprimono queste idee vengono spesso additati come deboli. Un sistema decisamente da cambiare.
Mi interessa moltissimo l’autoproduzione e tutte le volte che posso la pratico anch’io. Vorrei comperare il libro, ma non trovo indicazioni. Vorresti fornirmele? Grazie
Ciao Rosa, tutti i miei libri sono in vendita nelle librerie sia fisiche che online 🙂