FRECCIAROSSA CHE TI PASSA

da Grazia Cacciola
Immagine di Belpaeseweb.it

Negli ultimi due anni e mezzo mi sono ritrovata a prendere questi treni veloci Frecciarossa, visto che ormai per andare da Bologna/Firenze a Milano, Roma o Torino non c’è praticamente altro. Ovvero. Ci sarebbero gli Intercity che però dopo l’avvento delle Frecce sono stati ulteriormente rallentati. Anni fa, prima delle Frecce, da Bologna a Milano con un’intercity ci volevano un paio di ore. Oggi dalle due e mezza alle tre abbondanti. Aggiungiamoci anche che, una volta scesa a Milano, a volte devo prendere i treni della transumanza disumana, ovvero la metropolitana di Milano, il Milano-Mortara o Milano-Vercelli: un’ora minimo con corse sempre più rare, il tutto solo per fare 70 km… A quel punto, l’attuare la mia personale protesta anti-TAV e prendere l’intercity invece dei superveloci diventa solo una protesta patetica (lo è anche normalmente, visto che le ferrovie non se ne accorgeranno mai, ma è una questione di principio e di ri-appropriazione di ritmi lenti). Morale, insomma, mi ritrovo sul Frecciarossa, uno spaccato di un’Italia che mi piace sempre meno.

La maledetta prima classe Frecciarossa

La prima classe del Frecciarossa è una perversione progettata da uno che da studente non ha mai potuto viaggiare in prima classe e ora ha trovato il modo di vendicarsi di tutti i viaggi in terza sulle littorine ghiacciate coi sedili di legno. Nella sua infanzia sfigata si rodeva e progettava la vendetta contro quelli della prima classe con riscaldamento e sedile in vellutone rosso. C’è riuscito.

Se prenoto io, evito la prima classe come la peste, ma se prenotano le aziende puoi anche supplicare in aramaico, la seconda non te la danno, sicuramente tutte le aziende con cui lavoro fanno parte della lobby del Perverso Progettista della Prima Classe Frecciarossa di cui sopra, d’ora in avanti chiamato PPPC. (Si noti il non casuale ribaltamento di CCCP – Fedeli alla linea).

La prima fondamentale vendetta che ha previsto il PPPC è che la prima classe sia sempre negli ultimi vagoni, sia che tu stia salendo o scendendo. I frecciarossa hanno in media 12-13 vagoni. Lunghissimi. Alla stazione di Bologna per salire sulla prima classe devi andare a piedi a Casalecchio di Reno, a Torino devi scalare Superga, ma a Roma Termini ti basta camminare sui binari fino a Tiburtina, sempre con valigia al seguito.
La lontananza dei vagoni prima classe è di solito inversamente proporzionale alla lunghezza delle banchine, specialmente in stazioni come Bologna dove le banchine finiscono senza logica e comincia il ghiaietto di m****, ideale per tacchi alti e valigie pesanti con rotelle. L’ultima volta che sono atterrata sul ghiaietto di m****, avevo anche una zucca di 6 kg a completare la giostra tacchi-valigia-borsa-computer. E’ più facile correre sulla spiaggia d’agosto con la tuta da sci trascinando un tronco di pino.

Ma quando sarete saliti sul vagone prima classe, vi renderete conto che questo era solo il purgatorio.

Il maledetto ristoro della prima classe Frecciarossa 

La prima classe offre un servizio di piccolo rinfresco continuo, gratis, che si converte in solenne rottura di maròni, sempre gratis. Ma è uno spaccamento di maròni scientifico, articolato e studiato per non lasciarti in pace più di 5 minuti, in 5  fasi:

  1. Appena salito una voce ti annuncia che a te, superfigo della prima classe, verranno portati giornali e serviti “drinks e snacks dolci e salati“. Se sali a Torino e scendi a Napoli, la gentile voce ti rintronerà in testa per altre 48 ore con il simpatico messaggio che ti ricorda che sei un superfigo di prima classe, dopo che ti è stato ripetuto quella quarantina di volte appena.
  2. Finito il messaggio, arriva il primo carrello, giornali. Tutti tranne il Fatto Quotidiano. (Delle volte trovi anche il Corriere di Romagna a Napoli, ma non si ha memoria della presenza del Fatto Quotidiano). Il carrello giornali occupa tutta la corsia, non puoi far finta di niente perché l’addetto ti chiede personalmente se vuoi il giornale e vuole sentire sì o no. E’ obbligatorio. Se come me tenti di metterti le cuffie e fare l’indifferente lavorando, ti urla se vuoi il giornale e ti picchietta sul braccio finché non gli rispondi.
    A Bologna, vai a sapere perché, quasi tutti quelli che salgono vogliono “Il Fatto”. Non c’è. “Allora Repubblica”. A Firenze chiedono tutti Repubblica, “Non c’è, l’hanno finita quelli di Bologna”. Al ritorno si vendicano e per chi sale a Bologna son rimasti solo Libero e Il Giornale.
  3. Poi arriva il carrello bibite e snack. Generalmente quelli attorno a te prendono tutto, perché tanto è gratis. Si sa che è una celebre usanza italiana prendere tutto quello che è gratis. Il PPPC lo ha calcolato, infatti ha messo la roba più immonda da mangiare a bocca aperta, altra celebre usanza italiana. In prima classe tu avrai sempre davanti uno che mastica a bocca aperta i Fagolosi, dei grissini con il peso specifico di una mazza da baseball ma che in masticazione durano di più. Ideali per chi mastica a bocca aperta e ha chiesto anche Coca-Cola (gli zuccheri aiutano l’impasto e le evoluzioni intestinali sono garantite).
    Se non vuoi niente ti squadrano malamente, sei un boicottatore del PPPC, un nemico dell’umanità e per punizione ti mollano la salviettina rinfrescante obbligatoria (vedi di seguito).  Non puoi far finta di niente perché l’addetto ti chiede personalmente se vuoi qualcosa e vuole sentire sì o no. E’ obbligatorio. E giù la salviettina.
    Devi anche fare molta attenzione nelle risposte al personale di bordo, che parla un linguaggio in codice veloce. Tipo:
    “SalitoFirenze?Dabere?AcquaCocaSpumanteSuccoBianco?Succo?Perapescatropical.Dolceosalato?GrissinipatatineRingoBucaneve?”
    Il novellino viene preso in contropiede dal succo di frutta che voleva ma si impalla su dolce-o-salato della prima classe, scelta che lo spiazza. Il personale guarda spazientito. Gli altri viaggiatori guardano con impazienza che il carrello arrivi a loro. Lui comincia a sudare e abbozza “Dolce?”, ricevendo in risposta un pacchetto di frollini al burro idrogenato che si affretta a mangiare per non sembrare ingrato. Passerà la giornata a meditare su che amica sia l’ignoranza.
  4. Poi arriva la monnezza, raccolta di tutto  l’immondezzaio fatto da giornali, salviettine, Fagolosi, Bucaneve, caramelle e  patatine sputacciati sui tavolini. Per permettere il prelevamento della monnezza dei tuoi vicini, devi sollevare il portatile, dribblare il bicchiere di spumante mezzo pieno che gli passa a un millimetro, con l’altra mano lanciare il cellulare nella borsa prima che finisca anche lui nella monnezza e fare un sorriso di circostanza “no, ma si figuri… mi state sfrantumando i maròni da quando siamo partiti, ma questo e altro per viaggiare in prima classe coi ficoni!”.
  5. Poi passa la caramella latte e miele, che come la salviettina te la mollano anche se  non la vuoi. Se fai finta di non vederli te la lanciano sul portatile, di solito centrando con una mira da corpi speciali il tasto Canc. La nostra amica Erbaviola una volta ha chiesto, per pura curiosità: “Scusi sono vegan, la caramella c’è solo latte e miele?” e ha sentito l’addetto caramelle, serissimo, chiedere all’interfono “La dottoressa Vegan chiede se la caramelle ci sono solo latte e miele” ed è tornato costernato “Sì, dottoressa Vegan, ma forse da settimana prossima anche alla menta”. Accadeva l’anno scorso. Per dovere di cronaca, la dottoressa Vegan sta ricevendo ancora caramelle latte e miele. (Giustificazione: Il personale del Frecciarossa non è matto o ignorante. Semplicemente, siccome onorevoli, portaborse e leccapiedi vari ci viaggiano aggratis, per non fare gaffe chiama tutti ‘dottore’, come a Napoli nei parcheggi abusivi. E’ chiaro che se uno si qualifica con il cognome, Vegan, sarà minimo l’onorevole Vegan che vuole la caramella particolare perché è abituata alla buvette del Parlamento).

La cosa meravigliosamente perversa è che tutti questi passaggi si compiono ad ogni fermata. Ad ogni passaggio di carrello è impossibile muoversi, perché occupano l’intera corsia. Devi startene seduto con il tuo dirimpettaio che mastica a bocca aperta. Incarcerato nel tuo sedile. Alla prossima fermata riprenderà tutto da capo. Voce-quotidiani-da bere- snackdolcisalati-monnezza-caramella.

La cosa comica  è il tratto Firenze-Bologna, 40 minuti scarsi. In questi 40 minuti, come in una comica da film muto, parte il messaggio “sei un superfigo di prima classe” e prima che sia finito passano di corsa: il carrello giornali senza Il Fatto Quotidiano, il carrello “SalitoBologna?Dabere?AcquaCocaSpumanteSuccoBianco?Succo?Perapescatropical.Dolceosalato?” con salviettina, la monnezza, il caramellaio della dottoressa Vegan e di nuovo la monnezza che strappa via i sacchetti di Fagolosi a chi cercava di mangiarli in meno di 2 minuti. Ma non è importante, perché entro 5 minuti ferma a Bologna e si riparte: carrello giornali , carrello “SalitoBologna?Dabere?AcquaCocaSpumanteSuccoBianco?Succo?Perapescatropical.Dolceosalato?” con salviettina, la monnezza, il caramellaio della dottoressa Vegan e di nuovo la monnezza. Devi rispondere a tutti. Prova a lavorare sul tuo portatile e sei morto.

Se fai Bolzano-Napoli, all’arrivo vai direttamente in auto-ricovero al manicomio di Aversa.

 

Il perverso portabagagli del Frecciarossa

Merita menzione d’onore. Per affrontare il frecciarossa devi aver fatto yoga e rugby. Il primo ti aiuta a sopportare stoicamente il dolore, il secondo a sfondare le valigie di m*** infilate tra i sedili.

Il PPPC infatti, nella sua perversione, ha fatto in modo che tutti fossero costretti ad usare il minuscolo vano valigie tra i sedili, infilandoci in genere delle Samsonite giganti in piombo degli anni ’80, sporgenti abbastanza da massacrarti le rotule ma non abbastanza da essere notate in tempo. L’unica per sopravvivere a questi corridoi è fermarsi all’inizio, intonare l’haka come gli All Blacks, prendere la rincorsa, chiudere gli occhi e farsi tutto il corridoio in posizione placcaggio fino al proprio posto. Poi puoi passare la seguente ora con le rotule in gola, ma vivo.

Per attuare i suoi piani senza farsi beccare, il PPPC ha inserito un vano bagagli all’entrata delle carrozze e un portabagagli sopra i sedili, così nessuno gli può dire niente. Ma sono studiati per non essere utilizzabili dalla maggioranza.
Il vano valigie all’ingresso non lo usa nessuno perché:

  1. contiene 6 trolley per ripiano, totale 12 trolley per carrozza. Posti a sedere: oltre il centinaio. Il primo a usarlo sarà sempre qualche megalomane che viaggia in prima classe con la cabina armadio formato baule catafalco di Vuitton, quindi ci starà solo il suo catafalco.
  2. siamo in Italia, se tu lasci la valigia all’ingresso della carrozza e ti vai a sedere in fondo, poi passi il resto del viaggio a scrutare chiunque vada in bagno e a scattare come una molla appena si aprono le porte, per controllare che non si smaterializzi. L’unico che sopravvive ai furti è il baule catafalco di Vuitton, si racconta che ne abbiano rubato uno nel 1960 ma il ladro lo sta ancora trascinando a casa.

Nei treni di una volta, gli intercity e il Pendolino, c’era il vano porta bagagli sopra la tua testa che conteneva la tua maledetta valigia con le misure massime consentite nei voli aerei. Si sa che chi viaggia per lavoro ha i trolley di questa misura per non accodarsi alle comitive di ottantenni giapponesi al ritiro bagagli. Su questa base, nel Frecciarossa il PPPC ha progettato il re dei portabagagli inutilizzabili. Ha preso le misure massime consentite per i bagagli in aereo e ha piazzato sopra la tua testa una mensola di 3 cm più stretta. Così tu sali sul Frecciarossa e sollevi sportivamente la tua valigia con le misure massime consentite, oplà come sono agile, cerchi di infilarla e la incastri invariabilmente a metà percorso. Perché, questa sì che è progettazione perversa, la mensola è anche inclinata verso il basso, così o incastri la valigia e devi strapparla via con una tenaglia, attrezzo di cui tutti noi viaggiatori-lavoratori disponiamo come up dell’iphone. Oppure se pensi di fare il furbo come la sottoscritta e ti procuri una valigia più piccola, ti scivola giù fino in fondo e per recuperarla puoi solo sperare che la nazionale di basket viaggi con te.

La salviettina rinfrescante

La salviettina rinfrescante richiede un capitolo a parte. Merita. Primo è obbligatoria, te la schiaffano sul microtavolino oppure direttamente sul tasto canc se fai finta di non vederli. In genere il neofita pensa: “La uso, se no passo per una persona sporca“. Apre l’involucro non riciclabile con logo frecciarossa, dispiega il lenzuolo imbevuto di Mastro Lindo al limone  e si sfrega energicamente le mani “eh? visto come sono pulito?“.
Dopo un minuto si accorgerà di avere le mani appiccicose come se si fosse lavato con il vinavil e di puzzare come il bagno del suo ex liceo. Si precipiterà in bagno, rendendosi conto troppo tardi che la salviettina rinfrescante è solo un abile tranello del PPPC per mandarlo in bagno e eliminarlo.

Il bagno della prima classe

Il bagno della prima classe è chic. Minimal chic. Più minimal che chic. Non ho osservato bene la tazza, perchè non ho di queste perversioni ma il lavandino lavamani sì. L’hanno fatto come il bagno di casa tua, ma in dimensione puffetta e con i materiali della casa di Barbie. Il PPPC sono sicura che sia anche nano e abbia in odio chiunque più alto del metro e cinquanta. Se ti approssimi a questo gioiello di lavamano ti accorgi prima di tutto che devi inclinarti quasi a 90 gradi per usarlo. Il che, se non sei sproporzionato, implica il dare una botta di coccige alla parete retrostante e ritrovarti seduto per contraccolpo sulla tazza o direttamente dentro. Io consiglio di inclinarsi solo a 70 gradi e usare usare un calzascarpe (anche qui una cosina che tutti portiamo in tasca) per pigiare sull’erogazione acqua. Se no dovete trasformarvi nell’uomo elastico. Attenzione perché ora vi do una dritta vitale: appena pigiato, fate un salto all’indietro! Subito! In alternativa uno schizzo potente di acqua vi decorerà la zona patta dei pantaloni e tutto il vagone penserà, nella migliore delle ipotesi, che vi siete dati a giochi onanistici nella toilette. Mentre vi state asciugando (ma sarà inutile), il controllore vi busserà alla porta per vedere se state scroccando un viaggio con la tecnica della toilette. Alcuni sostengono che ci sia un chip nel rubinetto che comunica al controllore quando passare con la maggiore discrezione.

Il wi-fi del Frecciarossa

Sorvoliamo sul fatto che io capito sempre di fronte a qualcuno che gradisce le innumerevoli bevande offerte e le parcheggia meticolosamente vicino al mio portatile, in modo che a qualsiasi evento di frenata o urto possano inondarlo. Il frecciarossa non ha i portabicchieri, solo un microtavolino liscio per far cadere meglio le bevande. Se tu hai un portatile e il tuo vicino una coca-cola gigante, è scientifico che le due realtà si congiungeranno alla prima frenata. Se invece il tuo vicino se l’è già versata sui calzoni ed è impegnato a pulirsi nel bagno di Barbie, puoi lavorare abbastanza tranquillo.
Il wifi è obbligatorio, perchè se ti colleghi con la tua internet key o con il tuo cellulare, ti salterà la connessione ogni tot e alla fine ti salterà definitivamente, mentre la sim resterà connessa consumandoti le seguenti 24 ore di connessione via roaming con l’adsl di Tokyo.
Dopo complicatissime manovre che non sto a descrivere anche perché le ho dimenticate, sono riuscita ad avere una user e password per il wifi del Frecciarossa, gratuito fino al 2012. Il funzionamento non è male, quando va, bisogna ammetterlo. Ma quando non va, ti rendi subito conto di vivere in Italia perché ti compare il seguente messaggio:
ERRORE Spiacenti ma la sessione è scaduta. O sei stato troppo a lungo inattivo o hai disabilitato i cookies nel tuo browser oppure hai avuto problemi con la tua connessione di rete. Per favore contatta ‘Francesco Lombardi’ (‘francesco.lombardi@telecomitalia.it’) per ulteriore assistenza.”
Devo commentare? Non ho più accesso a internet e per segnalartelo posso solo mandarti una mail. Geniale. Ma soprattutto partiamo già dal presupposto che sia colpa mia, un marchio di fabbrica di Telecom e dell’assistenza clienti italiana in genere, in pratica mi sta dicendo: “o ti sei fatta i fatti tuoi invece di lavorare, o sei un terrorista che non vuole esser riconosciuto e non accetta cookies, oppure hai avuto problemi con il wifi del frecciarossa”. Di solito è la terza, ma torniamo al principio: come te la scrivo una email se ho problemi con la tua connessione da terzo mondo?!

Le offerte eterosessuali per famiglia cattolica

Succede che viaggiando tanto con il Frecciarossa, accumuli punti sulla tua bella tesserina. E ti arrivano le offerte eterosessuali per famiglia cattolica. Sabato prossimo se viaggi in due, lei non paga! Ok, e se siamo due lui? Uno si traveste da Mrs Doubtfire, se no non ci fate lo sconto?
Dal 22 del mese se viaggi con tutta la famiglia i bambini non pagano e a tua moglie paga la metà, offerta riservata a gruppi di almeno 4 familiari! E se non ho figli? Mi becco solo lo spaccamento di maròni di viaggiare su un treno pieno di pargoli?
Weekend romantico a Roma con la tua lei a 19 euro* (*= solo se siete sposati). Qui, lo ammetto, ho sospettato lo zampino di mia suocera… ma comunque: siete Trenitalia o l’ente promozione del matrimonio etero?

Un appello: il mondo, anche quello italiano, non rispecchia la famiglia cattolica e basta. Perché due amici dello stesso sesso o due fidanzati dello stesso sesso o due compagni dello stesso sesso non possono avere una buona parte di sconti? Che differenza vi fa? E che differenza vi fa se la mia famiglia sono due persone non sposate e basta?
——-
L’immagine sopra è di Belpaeseweb.it, in un articolo sulle reali modernizzazioni delle stazioni ferroviarie e dei treni in Italia.

 

—— 9.11.2011 A qualche giorno dalla pubblicazione di questo post, devo aggiungere una nota. Questo è un post umoristico, non è un documentario, quindi mandarmi tre pagine di spiegazioni sul perché il personale è costretto a chiedere a ognuno personalmente se vuole il giornale non ha senso. Lo so che siete obbligati, così come io mi sento obbligata a rispondere sempre “sì grazie” e “no grazie”.
Io non ce l’ho affatto con il personale di bordo del Frecciarossa. Ce l’ho semmai con quel perverso progettista che obbliga il personale a fare tutto quello elencato sotto. E di conseguenza obbliga me a farmi un paio di ore interrompendo il lavoro ogni cinque minuti per rispondere. Perché io sono una di quelli che rispondono sempre ‘grazie’ ‘prego’ ‘buongiorno’ e ‘buonasera’.  E trovo barbaro e incivile che nel 2011 una persona, magari anche con una buona istruzione e una formazione professionale, sia pagata per ‘servire’ bevande su un treno, solo perché in questo Paese non c’è altro lavoro per loro. Ancora più barbaro il fatto che devono farlo spesso servendo onorevoli con meno titoli di studio di loro, che viaggiano gratis su questi treni.

Morale: se mi scrivete di nuovo una sfilza di commenti sugli obblighi del personale di bordo del Frecciarossa, vi bersaglio in fronte con le caramelline latte e miele. Siete avvisati 🙂  —

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42 Commenti

Edera Novembre 4, 2011 - 12:17 pm

Ho le lacrime agli occhi.Sto piangendo dal ridere. Tutto vero, verissimo.

Reply
claudia mela Novembre 4, 2011 - 12:42 pm

mi hai fatta spanzare dalle risate!!! grazie, e… buon viaggio 🙂

Reply
ElenaSole Novembre 4, 2011 - 1:30 pm

e auguriamo buon viaggio alla dolce Kia! con questo vademecum, sta sicura che se la spasserà!!!^^

Hai ragione, oramai i Frecciarossa hanno sostituito gli Intercity.. e mi sa che tra un po’ li farà sparire…temo l’effetto francobollo, sparita la tariffa base, soppiantata dalla prioritaria (divenuta poi la tariffa base, si sa, così in italia, ti rifilano un aumento cambiando nomi e modalità!)

Baci grandi e grazie per le risate che mi hai fatto fare!!!

Reply
Barby Novembre 4, 2011 - 1:49 pm

mi stai facendo venir voglia di provarla solo per vedere se è davvero possibile una cosa del genere!!assurdo!!(sei fortissima!!)

Reply
laFrancese Novembre 4, 2011 - 1:51 pm

OiOi, io purtroppo non rido, anzi, non ce la faccio a finirlo… e non è perché non sia divertente, lo è tantissimo (brava la sig.ra Vegan! ^_^) il fatto è che è tutto vero! Porca Paletta se è tutto verissimo!
Noi abbiamo viaggiato per tre anni tra Firenze e Aosta, in treno, tratta freccia rossa + carro bestiame! Una prova ardua per la nostra relazione, una prova che ci terrà insieme più dell’attack!
Vogliamo parlare anche di quanto si fanno pagare per scassarti i marroni in questo modo? Cifre esagerate!
Adesso, quando posso, prendo gli interecity, i superstiti!

Buon viaggio Kia!

Reply
laFrancese Novembre 4, 2011 - 1:51 pm

OiOi, io purtroppo non rido, anzi, non ce la faccio a finirlo… e non è perché non sia divertente, lo è tantissimo (brava la sig.ra Vegan! ^_^) il fatto è che è tutto vero! Porca Paletta se è tutto verissimo!
Noi abbiamo viaggiato per tre anni tra Firenze e Aosta, in treno, tratta freccia rossa + carro bestiame! Una prova ardua per la nostra relazione, una prova che ci terrà insieme più dell’attack!
Vogliamo parlare anche di quanto si fanno pagare per scassarti i marroni in questo modo? Cifre esagerate!
Adesso, quando posso, prendo gli intercity, i superstiti!

Buon viaggio Kia!

Reply
Paola Novembre 4, 2011 - 2:46 pm

Mi hai fatto spanciare! Io ho avuto l’onore di usare il Frecciarossa solo in seconda classe: anche lì ti fanno sentire gli annunci su ciò che sarà servito in prima, forse per farti sentire un pezzente! 😀

Reply
Alchemilla Novembre 4, 2011 - 2:50 pm

Sei troppo forte!!!

Comunque io direi che nei prossimi contratti devi mettere specificatamente “Viaggio in seconda classe, altrimenti penale!!!”

Auguri a Kia, allora!

Reply
Alchemilla Novembre 4, 2011 - 2:51 pm

AH! Scusi non l’ho salutata dottoressa Vegan!!!

Reply
Nadir Novembre 4, 2011 - 3:18 pm

L’ho preso pochissime volte il freccia rossa e in seconda, ma come il suo predecessore (l’eurostar) ha i sedili scomodissimi, sia per quanto riguarda le ginocchia che per la schiena, se superi le 4 ore di viaggio hai bisogno di un massaggio shatsu all’arrivo!
Comunque sei meravigliosa per come racconti. 🙂

Reply
Erbaviola Novembre 4, 2011 - 3:22 pm

@Edera: affonderemo tutti con una grande risata 😉

@Claudia: grazie a te, per fortuna il mio prossimo è in seconda classe 😉

@ElenaSole: bacione a te cara 🙂

@Barby: sei masochista, ammettilo! 😉

@laFrancese: a chi lo dici… gli intercity costano 1/3 e delle volte hanno differenze di mezz’ora!

@Paola: no no lo fanno per invogliarti a prendere la prima classe e liberarsi di te per sempre!

@Alchemilla: non tocchiamo questo tasto, sono arrivati a rispondermi che bisogna prendere la prima classe “per l’immagine dell’azienda”. Come se io mi tatuassi il nome della loro azienda in fronte prima di prendere il treno e gli altri pensassero “ah guarda che pezzenti quelli della PincoPallo che la fanno viaggiare in seconda!”. E’ un paese di dementi.

Reply
Erbaviola Novembre 4, 2011 - 3:24 pm

@Nadir: i sedili chiaramente sono omologati per chi ha già visitato il bagno del frecciarossa, mica per la gente normale 😉 Prima ti rompi la schiena, poi usi i sedili, elementare 🙂

Reply
Silvia P. Novembre 4, 2011 - 3:50 pm

No scusi Dott.ssa Vegan, lei superfiga che prende la prima classe pensa di lavorare? a cosa le serve? 🙂
P.s. per fortuna non mi è mai capitato ma la giro a un possibile viaggiatore!
Ciao, Silvia.

Reply
Francesca Novembre 5, 2011 - 12:13 am

Cara Dott.ssa Vegan,
non ho mai avuto la “fortuna” di viaggiare in prima classe su cotesti mezzi, ma dal suo racconto sembra un film dell’orrore… per’altro piuttosto divertente,!!!
Un abbraccio
Francesca

Reply
natadimarzo Novembre 5, 2011 - 10:32 am

La dottoressa Vegan! 🙂 Questo post è geniale! ho avuto il “piacere” di viaggiare su Frecciarossa una sola volta in cui per fortuna non pagavo io e in una tratta breve Fi-Bo…ho sperimentato solo la parte “snackdolcesalato” ma almeno dopo pochi minuti c’era da scendere. Osservo da lontano quel serpentone rosso viaggiare alla velocità delle luce dai binari di Firenze Rifredi aspettando il mio regionale scassato che ci metterà quasi quanto Freccia Rossa a fare Fi-Bo per arrivare alla mia città a 30 km di distanza…
…ora lo rileggo, che risate!! 🙂
Letizia

Reply
Roberta Novembre 5, 2011 - 1:06 pm

che ridere!
ho cominciato questo post ieri in ufficio, poi, presa dai sensi di colpa, ho chiuso tutto e ho memorizzato la nuova entry della to-do list di oggi. Oggi l’ho letto tutto, sto ancora sghignazzando!
buona fortuna a Kia, e tanti auguri all’addetto caramella che presto conoscerà un’altra dott.ssa Vegan!

Reply
Barbara Novembre 5, 2011 - 7:32 pm

…non ho mai preso un FrecciaRossa e mi ritengo fortunata a non “doverlo fare” per lavoro oltre a poterlo non fare per scelta da sempre.
E dopo questa descrizione butto anche la tessera di Trenitalia e mi cancelll dalla newsletter ….. -.-‘

Bibi

Reply
Stella Novembre 6, 2011 - 4:51 pm

Ahahaha, splendido!
Siamo andati a Torino con i miei studenti l’altro ieri e abbiamo dovuto fare i salti mortali per non prendere il FrecciaRossa, che cercano di propinarti in tutte le salse. 35 euro Torino-Milano. Son matti.

Reply
Frecciarossa Novembre 6, 2011 - 6:48 pm

Gentile dottoressa “come si dice a Napoli” Vegan, aggratis non si usa, ma è corretto dire solo GRATIS.
Perchè non va a vivere in Fracia? Lì c’è il TGV.
Impari quando sale sul FrecciaRossa a dire “BUONGIORNO” questa si chiama educazione.

________

Risposta di erbaviola:

Signor Saccente Spocchioso,

la quipresente dice sempre Buongiorno, buonasera e una serie di altri saluti persino ai pulitori di toilette, non esclude nessuno a costo di essere noiosa e ripetitiva. Non so da cosa deduca questa assenza di ‘buongiorno’, forse si confonde con se stesso e i suoi colleghi, che raramente utilizzano queste paroline magiche.

In quanto all’ “aggratis” lei è un povero ignorante che non ha il minimo senso dell’umorismo. Quantomeno di quello colto. Vada a leggere altro, si ascolti le barzellette del suo presidente del consiglio, il livello lì è tra i più bassi. Aggratis:
http://www.google.it/search?aq=f&gcx=w&ix=c1&sourceid=chrome&ie=UTF-8&q=aggratis

E la “Fracia” non mi risulta essere attraversata dal TGV, al contrario della Francia, è così ignorante che non conosce nemmeno l’ortografia. Ma vuole commentare gli altri, complimenti! Un perfetto stile berlusconiano!

Tanti saluti a San Giorgio a Cremano, la prossima volta ti faccio citofonare a casa per un pensierino 😉

Reply
Erbaviola Novembre 6, 2011 - 8:07 pm

So che per tutte le persone colte che frequentano questo blog è inutile spiegarlo, ma nel caso passasse di qui qualche altro saccentone “Frecciarossa”:
AGGRATIS: forma univerbata con raddoppiamento fonosintattico, di origine popolare. Isoglossa campana. Esiste anche la forma ‘aggratisse’ con la e paragogica di appoggio, tipica del parlato popolare di area centrale. Generalmente sono entrambe usate nei registri ironico e umoristico per marcare ulteriormente il significato di gratuità, soprattutto quando questa è abusata.

Reply
Mamma Vegana Novembre 7, 2011 - 2:41 pm

Ahahaha! Che ridere! Da sporadica frequentatrice di seconda classe frecciarossa (quando “io” stavo a Torino e “lui” stava a Firenze, cercavo in tutti i modi di passare 8 ore in treno tra cambi e carri bestiame, ma a volte mi toccava la freccia) mi sono sempre chiesta come stessero quei fighi della prima classe che hanno i drinks snacks dolci e salati! Ora ho la risposta, grazie!

Reply
Pincopallino Novembre 9, 2011 - 12:04 am

Davvero raccontato molto bene 🙂 ho fatto un sacco di risate fino a piangere dal ridere.
Io sono una Donna, una tra le tante, di quelle che vi rende il viaggio insopportabile con tutti i passaggi giornalidolcesalatodaberecosavuolepetti che prendo la munnezza carammellina latte miele e dottoressa Vegan mi spiace ma le caramelle sono solo così…………….
E’ vero se non ci rispondete noi vi tampiniamo fino alla fine dei nostri giorni nella guerra per catturare la vostra attenzione mentre voi non la volete donare ………. e noi imperterriti ci ostiniamo la vogliamo a tutti i costi ……… cavolo ma ci pagano per passare a dire in 50 minuti (tratta Milano – Bologna da inizio servizio 10 min circa dopo la partenza da Milano a Bologna) a 194 persone “Buon giorno gradisce un quotidiano/ o giornale?” apettare la vostra cortese risposta e darvi il giornale se lo gradite e dirvi “Arrivederci e Buon viaggio” e alle volte se non rispondete e con presunzione pensiamo “Non risponde sarà impegnato con il pc e non vorrà il giornale” e osiamo allontanarci ci sentiamo strattonare per la giacca o per il gilet dalla persona che non ha risposto che ci accusa di non averlo servito ……… e se siamo fortunati abbiamo un collega che ci aiuta e mentre noi si passa a rompervi per i giornali lui passa:”Buongiorno gradisce uno snack dolce o salato? da bere?” servirvi snack bevanda (anche + di una ) salviettina e tovagliolino e poi si passa con la monnezza perchè a Bologna circa 80% delle persone servite scendono e salgono altre da servire, che naturalmente hanno il diritto di trovare il posto pulito e libero dagli avanzi della persona che li ha preceduti. ……….. e si passa con la caramelle ………..
Magari se invece di cercare di ignorarci vi girate e dite no grazie facciamo anche prima noi e ci sentiamo persone vive e non burattini messi li a far tapezzeria ……….. perchè quando non ci rispondete noi iniziamo a pensar: ” oddio so così brutta che manco mi guarda………. oppure oddio so diventata afona e non mi sente ………..oppure oddio la dieta che ho fatto in tutti sti mesi mi ha fattodimagrire a tal punto che sono diventata invisibile”
E’ vero noi vi rendiamo il viaggio insopportabile perchè poi da Bologna a Firenze ( circa 40 min di percorrenza e circa 80/100 persone nuove da servire ) ricominicamo a passare con i carrelli che pesano circa 70/80 kg a fare a gara con voi per catturare la vostra attenzione e fare a gara con il frecciarossa che sfreccia per le campagne emiliane e toscane a 300 km/h ……………
E’ vero siete persone normali di cui circa il 90% sfrutta il viaggio in treno per guadagnare minuti di lavoro tra una trasferta e l’altra………………. magari non siete neppure così contenti di avere il posto in prima classe ……….. e vi trovate con il diritto al servizio “Welcom Drink Esplosivo” come recita il nuovo annuncio che sentirete una volta a tratta …………..Ma avete tutto il diritto di dire no grazie ……… nessuno vi picchierà o vi segnalerà alle autorità se vi permettete il lusso di dire a quelle persone che vi stanno offrendo il servizio un no grazie …….. visto che chi passa con il carrello è una persona che come voi in quel momento lavora e magari si spara anche 10/12 ore di lavoro al giorno ………..
Mi piacerebbe sapere quanti di voi signori di prima classe quando scendono dal treno si ricordano di che colore aveva i capelli la persona che per tutto il viaggio vi ha offerto un servizio riservato.
Per quanto riguarda la scelta delle testate da offrire in prima classe la persona che passa non ha nessuna responsabilità……….. se desiderate una testata che non trovate provate a fare richiesta all’azienda che fornisce il servizio ………. magari la prossima volta lo troverete ………..
Sicuramente non so scrivere bene come l’autrice dell’articolo ……. sicuramente non sono così bravaa scrivere …………… Ma spero di avervi fatto un piccolo schizzo a carboncino della visuale dall’altra parte del carrello ………
p.s. che resti tra noi pochi intimi da addetta alla ristorazione ferroviaria è così bello alzarsi alle 5 del mattino per offrirvi il servizio soprattutto quando chi non ha voglia di usufruire del servizio ci risponde con un no grazie e diventa ancora più solare la nostra lunga giornata lavorativa se chi ci dice no grazie magari ci guarda in faccia mentre ci risponde ……….e’ bello a volte sentirsi persone vive e non burattini da tapezzeria
Pincopallino vi saluta

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Pincopallino Novembre 9, 2011 - 12:47 am

Erbaviola mi sa che ti sei persa, alcuni anni fa, il periodo in cui oltre al quotidiano dovevano e sottolineo dovevamo offrire la rivista Famiglia Cristiana”…..
Erbaviola se mi spieghi come posso contattarti in privato per mandarti i miei contatti e se vorrai avvisermi del tuo prossimo viaggio in frecciarossa vedrò di fare il possibile per farmi mettere su quel treno e farti cambiare opinione su di noi
Ho letto solo dopo aver postato l’altro mio commento il commento di Frecciarossa a cui voglio dedicare con tutto il mio cuore un va a spazzare il mare con un rastrello che forse ci guadagnamo tutti 🙂

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Erbaviola Novembre 9, 2011 - 9:47 am

ciao Pincopallino 🙂 Io non ce l’ho affatto con chi è pagato per passare, infatti rispondo gentilmente a tutti, ma proprio a tutti. Anzi, delle volte mi capita salendo in carrozza di essere io a dire Buongiorno per prima (e non sempre arriva la risposta). Comunque, niente contro chi sta lavorando, ci mancherebbe! Io ce l’ho a morte, invece, con il perverso progettista di questo teatrino. Quello sta seduto comodo comodo nel suo ufficio, mentre io e te siamo obbligate a darci fastidio reciprocamente e sorriderci perché siamo educate. Immagino infatti che a te piacerebbe un lavoro più interessante che distribuire bevande a 300 km/h, così come a me piacerebbe lavorare senza alzare la testa ogni cinque minuti per dire ‘no grazie’.
Siamo entrambe vittime di questo burattinaio, il Perverso Progettista della Prima Classe, che si approfitta della nostra educazione: lo sa che io rispondo sempre “si grazie” e “no grazie”, quindi se ne approfitta e fa passare i tuoi colleghi più volte possibile.

Ora, detto tra noi: non era meglio una volta quando ognuno si comprava i suoi giornali in stazione? Non sono meglio organizzate le ferrovie britanniche, per esempio, dove passano solo una volta con bevande?

Purtroppo il periodo di Famiglia Cristiana non me lo sono perso… ma non ho voluto segnalarlo perché poi mi dicono che ce l’ho sempre con i cattolici 😉 Puoi contattarmi alla mail grace(chiocciola)erbaviola.com, ho altre tratte da fare da qui a dicembre, per fortuna non tutte in prima classe 😉

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Il Sapone di Finnicella Novembre 9, 2011 - 2:07 am

Buahahah! un abbraccio cara 🙂

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Erbaviola Novembre 9, 2011 - 10:10 am

– — 9.11.2011 A qualche giorno dalla pubblicazione di questo post, devo aggiungere una nota. Questo è un post umoristico, non è un documentario, quindi mandarmi tre pagine di spiegazioni sul perché il personale è costretto a chiedere a ognuno personalmente se vuole il giornale non ha senso. Lo so che siete obbligati, così come io mi sento obbligata a rispondere sempre “sì grazie” e “no grazie”.
Io non ce l’ho affatto con il personale di bordo del Frecciarossa. Ce l’ho semmai con quel perverso progettista che obbliga il personale a fare tutto quello elencato. E di conseguenza obbliga me a farmi un paio di ore interrompendo il lavoro ogni cinque minuti per rispondere. Perché io sono una di quelli che rispondono sempre ‘grazie’ ‘prego’ ‘buongiorno’ e ‘buonasera’. E trovo barbaro e incivile che nel 2011 una persona, magari anche con una buona istruzione e una formazione professionale, sia pagata per ‘servire’ bevande su un treno, solo perché in questo Paese non c’è altro lavoro per loro. Ancora più barbaro il fatto che devono farlo spesso servendo onorevoli con meno titoli di studio di loro, che viaggiano gratis su questi treni.
Morale: se mi scrivete di nuovo una sfilza di commenti sugli obblighi del personale di bordo del Frecciarossa, vi bersaglio in fronte con le caramelline latte e miele. Siete avvisati —

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matteo Novembre 12, 2011 - 2:13 pm

In qualità di fidanzato della scrivente, mi permetto di notiziare ai vari impiegati Trenitalia che mio padre fu con orgoglio suo, mio (e della suddetta fidanzata) un dipendente di tale società, fin dai tempi delle gloriose Ferrovie dello Stato. E suo padre prima di lui. Svolgeva lavoro di capostazione (da non confondere con titolare, che sta – o stava – un gradino più in alto) in un piccolo paesino, e prima in un paesino ancora più piccolo, e quello precedente era se possibile più piccolo (e via così, sfumando).
Ricordo una notevole stima l’una per l’altro; il lavoro da ferroviere non era penalizzante per i nostri buoni rapporti e tutt’ora me lo cita quando vuole illustrarmi un buon esempio da prendere.
E dire che mio padre, come buona parte dei ferrovieri allo sportello, non era particolarmente simpatico. D’altra parte aveva a che fare con delle persone assurde da mane a sera. “Pronto, a che ora parte il treno per Vercelli?” “Mah, il prossimo è alle 9.40…”, “C’è solo quello?”, “C’è quello delle 10.38…”, “Ah, e poi?””, “Mi scusi, ma lei a che ora deve partire?”, “Intorno alle 17…”. Per non parlare dei 350 studenti che si presentavano allo sportello per rinnovare l’abbonamento mensile l’ultimo giorno utile e tutti cinque minuti prima dell’arrivo del treno che dovevano prendere. E così via. Mi immagino se mio padre avesse raccontato le sue esperienze allo sportello in un blog, quanti commenti inaciditi di studenti e lavoratori, ognuno con una buona ragione per sentirsi offeso. Magari con annessa la frase “Voi statali sempre a fare un cazzo e a lamentarvi pure”. Ma era d’altri tempi. Credo che lo avrebbe fatto, se i blog fossero stati della sua generazione, perché ridere è l’ingrediente principale della vita (ce ne sarebbe anche un altro, ma le cose volgari le scrivo sul mio sito).

Io ironizzo su chi sta allo sportello degli uffici postali, su quelli che dovrebbero illustrarmi le caratteristiche di un Mac al Mediaworld e non sanno di cosa parlano, sull’ATM di MIlano, che dopo mille anni ancora non è riuscita a fare in modo che i finestrini delle metropolitane siano chiusi d’inverno e aperti d’estate, e non viceversa. Sorrido della tizia che alla cassa della Coop ha la faccia antipatica di chi fa una vita di merda e la vuole rinfacciare a me, di tutti quelli che mi dicono che devo mangiare la carne, mangia la carne, ma come fai senza carne? dopo aver passato infanzia e adolescenza a sentire tutti quelli che mi dicevano di mangiare la verdura, mangia la verdura, ma come fai senza verdura?

L’ironia ti fa prendere alcuni aspetti di qualcosa ed evidenziarli per farsi due risate. Tutti quelli che replicano stizziti e/o seriosi mi fanno un po’ tristezza, perché rispondono a una domanda che nessuno ha posto e a un’accusa che nessuno ha mosso. Gente, si ride con voi, non di voi, viva il vostro lavoro che non è sopra o sotto a quello di nessuno. Come diceva Bill Hicks alla fine di un suo pezzo: “Cazzo, scusatemi, stavo prendendo la vita sul serio!”

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Yari Novembre 15, 2011 - 1:23 am

Bellissimo post, me lo sono letto più volte in questi giorni 🙂 Io il Frecciarossa l’ho preso solo qualche volta tra Torino e Milano, l’esperienza è proprio quella che descrivi… Ma le caramelline latte-miele le avevo proprio rimosse 😉

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farfallapippi Novembre 21, 2011 - 7:39 pm

MERAVIGLIOSA AHAHAHAH

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filippo Novembre 29, 2011 - 8:56 am

Beh, a questo punto non si tratta solo di protesta antitav, ma anche di evitare una seduta dall’analista di Aversa!
Personalmente non ho mai preso un frecciarossa, tantomeno di prima classe (forse è per questo che non ho ancora avuto bisogno dello psicologo), però immagino che per i trasferimenti medio-lunghi, sia quasi impossibile trovare alternative decenti.
Se ti può consolare, viaggio nel carrobestiame dei regionali o regionali-veloci, e mi sono fatto Bolzano-Verona senza riscaldamento in pieno inverno, visto che ormai anche l’aria calda rientra nei tagli del trasporto pubblico locale. Risultato: tutti ammassati in una carrozza, belli stretti (l’unica con il riscaldamento a 18°).
Dopo la pasta Barilla.. anche con Trenitalia.. c’è l’atmosfera di casa!

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Blog consigliati sull’antispecismo e il veganismo | The girl from Vega Febbraio 25, 2012 - 8:00 pm

[…] Erbaviola Erbaviola è un’esperta di autoproduzione ed ecosostenibilità, decrescita, risparmio energetico. Nel suo blog si occupa di questi argomenti ma anche di veganismo e animali. Post: – Capita di sbagliarsi – Frecciarossa che ti passa […]

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dr.ssa marisa g .bertinelli Marzo 28, 2012 - 6:44 am

Mi sono sbellicata dalle risa perchè purtroppo quanto sopra è verissimo!!! Mi piacerebbe fare leggere questa pagina ad un’amica ma non so come inviargliela ciao

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Rag. Bruno Bertinelli Marzo 28, 2012 - 7:04 am

Verissimo tutto quanto, il viaggio è una pena, meno male che è veloce ed il tutto passa presto….

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fioredicampo Aprile 23, 2012 - 4:27 pm

bravissima!!! anch’io ho riso, non ho avuto il “piacere” di viaggiare sulla frecciarossa, ma chissa’….. ciao

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angelgt1980 Settembre 21, 2012 - 12:09 pm

hahah sei una grande!! Ho le lacrime agli occhi!! E ahime’ e’ tutto vero!! 😀

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Raffaele Pinto Novembre 20, 2012 - 1:29 pm

Allora…a prescindere dal fatto che mi stavi facendo morire per il tuo spiccato senso dell’ umorismo, penso che tuttavia il personale frecciarossa non sia così tanto sfracassamaroni.
Mi è capitato un paio di volte di percorrere il tragitto Bologna Salerno, la prima volta con il frecciarossa vecchio modello(quello diviso in sole due classi), e la seconda volta con il nuovo freccia rossa(quello diviso in quattro ambienti.
la prima volta ho viaggiato in seconda classe…devo dire che mi sono trovato abbastanza bene, i sedili erano relativamente comodi,e forse anche perchè avevo il posto singolo.
Un punto negativo è però l’ aria condizionata altezza finestrino…che te la becchi tutta sul braccio, e non la migliore esperienza dato che era inverno.
La seconda volta, viaggiando in standard ero lato finestrino con alla mia destra uno che russava, difronte uno che si dondolava avanti e indietro, e subito vicino a lui un soggetto strano, che è sceso a Napoli con un aria no molto amichevole…temevo fosse immanicato con la camorra…
sono stato per tutto il viaggio seduto al mio posto perchè non volevo svegliare il mio vicino, e bella fregatura essere gentili, perchè è sceso anche lui a Napoli,e, essendo affamato come una bestia, sono andato in carrozza bar…
SORPERSAAAA!!!!!tutto finito…
ma ecco il momento più bello di tutto il tragitto.
Una hostess molto gentile mi ha fatto accomodare in executive class e mi hanno servito drink di benvenuto e stuzzichini tutto gratis.
E finalmente ho avuto la mia vendetta sui pazzi che viaggiavano con me, ma soprattutto nei confronti di quell’altoparlante del
c***o che mi ricordava di viaggiare nella carrozza bestiame, facendo risaltare la figura delle signorie loro illustrissime che viaggiavano in business ed in executive.
…la prossima volta viaggio con Italo…
viva Montezemolo!!!!!!

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Harry Marzo 18, 2014 - 7:32 pm

La tipica spocchia da pseudo intellettuale. Non vi va mai bene nulla, senza rispetto per chi deve solo fare il proprio lavoro. Ed al primo che la pensa diversamente, ecco arrivare l’accusa di berlusconiano. Siete voi la rovina della sinistra in questo Paese, voi che credete di avere la superiorità morale ed intellettuale ed invece siete dei boriosi saccenti senza educazione e senza tolleranza. Buona serata.

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Erbaviola Marzo 18, 2014 - 7:37 pm

Il suo giudizio è basato probabilmente sul disturbo dell’attenzione che le si è palesato poco prima (o molto prima) di leggere le seguenti righe, pertanto gliele riporto e le auguro di leggere meglio in futuro, si tratti o meno di politica, cosa che peraltro qui non trova collocazione.

QUELLO CHE NON HA LETTO o che in una dimensione parallela alla nostra ha interpretato come pensiero politico (in quel caso le basta tornare nella nostra dimensione e si ristabilisce la facoltà di comprensione del testo, una qualità rara in Italia):

— 9.11.2011 A qualche giorno dalla pubblicazione di questo post, devo aggiungere una nota. Questo è un post umoristico, non è un documentario, quindi mandarmi tre pagine di spiegazioni sul perché il personale è costretto a chiedere a ognuno personalmente se vuole il giornale non ha senso. Lo so che siete obbligati, così come io mi sento obbligata a rispondere sempre “sì grazie” e “no grazie”.
Io non ce l’ho affatto con il personale di bordo del Frecciarossa. Ce l’ho semmai con quel perverso progettista che obbliga il personale a fare tutto quello elencato sotto. E di conseguenza obbliga me a farmi un paio di ore interrompendo il lavoro ogni cinque minuti per rispondere. Perché io sono una di quelli che rispondono sempre ‘grazie’ ‘prego’ ‘buongiorno’ e ‘buonasera’. E trovo barbaro e incivile che nel 2011 una persona, magari anche con una buona istruzione e una formazione professionale, sia pagata per ‘servire’ bevande su un treno, solo perché in questo Paese non c’è altro lavoro per loro. Ancora più barbaro il fatto che devono farlo spesso servendo onorevoli con meno titoli di studio di loro, che viaggiano gratis su questi treni.
Morale: se mi scrivete di nuovo una sfilza di commenti sugli obblighi del personale di bordo del Frecciarossa, vi bersaglio in fronte con le caramelline latte e miele. Siete avvisati 🙂 —

Reply
Fabiana Ottobre 17, 2014 - 10:56 pm

Ogni volta che vado in treno, i miei cari mi chiamano per chiedere cosa mi è successo questa volta. A dire il vero ogni tanto non mi sembra nemmeno vero ciò che accade durante un viaggio in treno, sembra una sorta di irreale condizione. Ma il tuo è una meraviglia di racconto…..mi sono sbellicata dalle risate. Ho dovuto fare delle pause per riprendermi dai crampi allo stomaco. E’ quello che ho sempre vissuto nei viaggi e che ho sempre raccontato ma mai con questa bravura. Potrei aggiungere tantissimi altri particolari ma non sarei in grado di farlo come te. Lo invio ad altri che come me hanno viaggiato molto. Davvero una fantastica descrizione, divertentissima. Complimenti…….. la rileggo…..anche a quelli seduti vicino a me che ridono solo perché mi sentono ridere!!!! Bravissima…….

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Erbaviola Settembre 22, 2016 - 11:07 am

grazie Fabiana, ho visto solo ora il commento, quindi scusa il ritardo nella risposta! E’ un grande piacere aver contribuito a una risata. Continuo a viaggiare spesso in treno, un po’ di cose sono migliorate e altre continuano ad essere incomprensibili, come le nuove classi del Frecciarossa (standard-premium-business-consalotto-consalariunioni… terribile). Vedremo cosa ci riserverà il futuro, sempre ridendo 😉

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Jo Settembre 21, 2016 - 5:57 pm

Buongiorno. Anche noi “eurostarlette “, come mi ha definito la mia amica bolognese :), abbiamo un milione di aneddoti da raccontare su di voi, e alcuni di noi lo sanno fare anche bene :)))
Sappia, signora vegan, (non sono di Roma o Napoli, quindi mi rifiuto di usare dottore /dottoressa) che può sempre fare come ha fatto in alcune occasioni il comico Maurizio Battista: mettere un biglietto visibile con scritto “buongiorno, non mi rompete, questo è il mio biglietto, voglio dormire. Grazie”. All’incirca. Lei usi i sinonimi di suo gusto 🙂
buongiorno
Un quotidiano lo gradisce? Mi dispiace, corriere repubblica gazzetta

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Erbaviola Settembre 22, 2016 - 11:12 am

Jo, forse non hai capito bene il senso del post: è una risata liberatoria. Nessuno ce l’ha con le “eurostarlette”, anzi, sono anche loro vittime di chi ha ideato questo sistema inumano.
Per il resto: sono una signora, non una bacheca, quindi non mi appenderò mai alcun cartello addosso. E in treno non dormo, non sono una bambina e nemmeno un clochard. Le signore dormono solo nel letto.
In ultimo, non direi mai “non rompere” a una persona che sta lavorando. Continuerò quindi a rispondere “Buongiorno, no grazie” con un sorriso.
Buon lavoro!

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