Solo per segnalare che quando mi ci metto ad essere dispersiva, ci riesco proprio egregiamente. Ultimamente disperdo scritture.
Il 6 maggio ho partecipato a una scrittura a più mani proposta da Il Cambiamento: in occasione dello sciopero generale Daniel Tarozzi ha chiesto a me e ad altri di contribuire con i propri pensieri sul rapporto tra vita e lavoro. Ne è nata una raccolta interessante. Io ho scritto questo pezzo, sul mito dei lavori green. Cosa ne pensate? (non dell’articolo, del mito dei lavori green!). Consiglio caldamente di dare un’occhiata alla raccolta: hanno contribuito Piero Bevilacqua, Simone Perotti, Etain Addey (il suo articolo è meravigliosamente semplice e travolgente!), Paolo Ermani, Elisa Magrì, Andrea Bertaglio e tanti altri (qui tutta la raccolta).
E’ uscito anche il nuovo numero di Vivi Consapevole, Rivista trimestrale di informazione indipendente (la trovate anche in molte biblioteche, o proponete alla vostra di inserirla! C’è anche in versione ebook), in cui compare vergognosamente da un po’ di tempo la mia rubrica “Coltivare e coltivarsi nell’orto“. Questa volta sproloquio di frutti antichi, scelte insolite nell’orto e ovviamente di tutti i lavori da fare a maggio, giugno e luglio. Su quest’ultimo numero, a parte il mio banale contributo, ci sono un molti articoli interessanti, da “Diventare raccoglitori”, all’intervista a Annie Leonard, fino all’inchiesta sull’homeschooling .
E sto lavorando a un libro faticosissimo che uscirà quando sarà pronto. Ta-da!
(Il bello è che quando ho cominciato a scrivere questo post ero sicura di avere in mente tre cose online da segnalare, ma evidentemente una me la sono già persa… mah! salterà fuori, magari insieme alla riproduzione del Kitab-i hasha’ish andata persa nel penultimo trasloco).
Cerco di rimettere un po’ di ordine e torno, soprattutto a leggere visto che è un bel po’ che mi privo del piacere di andare a ficcare il naso negli altrui siti! Tutto questo gironzolare non mi fa bene, mi perdo il gironzolare virtuale.
Se intanto domani sera qualcuno vuole venire a Milano a farsi una chiacchierata, sono lì. Non aspettatevi una kermesse da casa editrice con il marketing figo e i salatini. La casa editrice non c’è, la libreria è di duri-e-puri-che-ci-credono-tanto e se volete bere vi portate l’acqua da casa. Oh, d’altronde non dobbiamo vendere niente, solo spargere idee 😉
11 Commenti
bello il tuo libro bello! bello!
bello!ed io prima o poi scapperò.
grazie Lisa 🙂 Un abbraccio per la prossima fuga 😉
Fammi sapere quando torni dalle mie parti 😉
(devo ancora comprare il tuo libro ma lo farò presto, non me lo posso perdere!)
Ciao Grazie,
ti ho ascoltata alla libreria di Baggio, Lineadiconfine.
Ti ringrazio degli spunti e delle belle riflessioni.
Leggerò iol tuo libro, e fin d’ora ti invito a conoscere il lavoro del DESR (distretto equosolidale rurale) che lavora sul Parco Sud di Milano.
Oggi non c’è stato il tempo di discuterne, ma credo che tutti noi dobbiamo formare reti (soprattutto fisiche) che ricostruiscano il tessuto sociale più profondo.
Ed è quello che noi del GAS di Baggio, gli amici della ReteGas e del Ders stiamo cercando di fare (a parte acquistare le carote, si intende…).
Grazie ancora.
Maurizio.
mi è rimasta impressa la prima volta che ho visto la tua presentazione una frase: “Noi non siamo ciò che guadagnamo”.
ci penso spesso, giorno dopo giorno faccio cose piccolissime che mi portano sempe più verso la vita e sempre meno verso l’importanza dei soldi.
ti adoro 🙂
Bibi
@Consy: non so, ma non credo prima dell’autunno … se vengo ti avviso prima 😉 un abbraccio!
@Maurizio: sì davvero una bella chiacchierata, belle persone e carinissimo e ben autogestito l’ambiente 🙂 Ti mando via email i link delle reti che ti dicevo, il lavoro che state facendo è importante, è necessario farlo conoscere a ancora più persone e associazioni!
@Bibi: ciaooooo Bibiiii <3 Quindi son riuscita a traviarti? ma secondo me ce l'avevi già dentro, solo che era nascosto da qualche parte 😉
Che bellezza sapere che non sei sola, che qualcuno ha sentito e sente esattamente cio’ che senti tu…due anni senza mangiare animali, un anno di una nuova casa finalmente con un giardino, molta voglia di lasciare la vecchia vita per una nuova senza pero’ che sia per una moda che sento crescere e mi fa paura.
Per il momento ci sono i miei gatti, le mie piante e un diario che si chiama pepetrolio. Ci sono ancora l’ufficio, il malessere, le relazioni (professionali, per furtuna!) perverse.
Se ci sara’ altro voglio che sia per competenza seria, passione e competenza.
Non so se ce la faro’, ma rifletterci su insieme agli altri mi fa gran bene.
Grazie!
letto ora post altrimenti sarei venuta volentieri ….ho letto il tuo libro anche quello dell’orto sul balcone, ho preso veramente tanti spunti, ho solo un problema con i germogli ….mi odiano, ma chi la dura la vince. Si cambia partendo dalle piccole cose quotidiane per le quali il cambiamento dipende solo da te in rete basta solo copiare e copiando le idee arrivano.
[…] ma curioso anche in tutto quello che è “professione agricola”, in particolare cado su questo che poi rimanda a quest’altro interessante articolo sul mito dei lavori […]
ciao Erbaviola,
visto che ti cito mi sembrava doveroso mandarti il link http://amicidelcampetto.wordpress.com/2011/05/27/biologico-o-di-parola/
sei vegan quindi so che non apprezzerai il nostro “fare apicoltura” anche se cerchiamo di rispettare e non sfruttare le apette. Beh intanto se ti va leggici qualche volta.
p.s.
non voglio fare pubblicità gratuita al nostro blog, quindi non ti chiedo di pubblicare questo commento, scrivo solo per salutarti e ringraziarti del bel libro “Scappo dalla città”. Per inciso io non sono ancora scappato 🙁
Uolly
proprio un bel mito, quello dei lavori “green”.
un mito abbordabile da chi, bontà sua, si adopera nella vita utilizzando PC o scrivendo o…facendo lavori facilmente “trasportabili”.
Se poi, presi da improvvisa coscienza, ci si accorgesse della moltitudine di persone che lavorano in fabbrica o che la fabbrica la possiedono (le fabbriche piccole, quelle in cui il capo è l’operaio di se stesso), ci si renderebbe conto che il mito dei lavori “green” assume contorni che variano dall’ignoranza all’arroganza fino a passare per un compiacimento dal retrogusto di compatimento.
lo dico sempre: è facile fare il gay col culo degli altri, la terra e bassa e costa, i pozzi sono profondi e costano, per tirar su l’acqua serve energia (soldi), se fai casa con la terrapaglia ti denunciano perchè abusiva ,oppure paghi 20.000 euro per la pratica+bucalossi per costruire una casa da 10.000 euro.
vedete una decrescita felice in questo? se di decrescita si potrà (dovrà) parlare in futuro, questa vedrà l’Italia partorire una brutta copia dell’argentina o della grecia.