Premessa: questa lista non pretende di essere esaustiva. Sono solo i posti in cui vado io, che ho scovato senza difficoltà in un anno e mezzo di vicinanza a questa città. “Bologna la grassa e l’umana, già un poco Romagna e in odor di Toscana“, come canta Guccini. Contate anche che io vado raramente in città, più che altro per prelevare qualche amico alla stazione, andare in banca (purtroppo la nostra ha la sede più vicina lì), prendere un treno per il nord o il sud. Quindi alla fine vedo quasi esclusivamente il centro. Una delle prime cose di cui mi sono accorta frequentando Bologna è che sì, è vegetariana e vegan.
Premessa di mezzo: c’è da sfatare qualche leggenda metropolitana su Bologna.
Prima leggenda da sfatare: non è vero che lo strutto è ovunque. E’ come dire che a Napoli la sugna è ovunque. Sono stata debitamente terrorizzata da amici vegan, non bolognesi, che sostenevano l’inclusione dello strutto in ogni prodotto da forno. Invece la maggior parte delle piadinerie ha l’alternativa della piadina con olio, spesso anche l’alternativa con olio al farro, o integrale. Lo stesso dicasi per le tigelle. L’importante è non limitarsi mai a leggere i menu ma chiedere, questo vale in tutto il mondo. Io chiedendo ho trovato anche posti sui colli in cui mangiare le crescentine fritte nell’olio invece che nello strutto. I bolognesi hanno un bellissimo carattere, cosa che riguarda praticamente tutta l’emilia-romagna: chiedere, chiedere, chiedere e sarete i benvenuti.
Seconda leggenda metropolitana da sfatare: mangiare vegan o crudista a Bologna è difficile. Balle, quelli sotto sono solo i posti che ho trovato io e non ne avevo trovati così tanti nemmeno a Milano. Certo, se poi uno pretende di vedere il ristorante in centro che pubblicizza l’hamburger di soia… succede solo a Los Angeles, rassegnatevi.
Terza leggenda metropolitana da sfatare, che si ricollega alla prima: nelle pizze a Bologna c’è lo strutto. E per quale diavolo di motivo i pizzaioli di Bologna, in gran parte del sud, dovrebbero fare una cosa del genere?! Non so da dove si sia originata questa panzana, ma la questione è sempre la stessa: chiedere. Io ritengo che la pizza sia sempre un’ottima alternativa vegan e chiedo. A Bologna chiedo sempre perché mi era arrivata voce di queste pizze con lo strutto ma non ho ancora trovato nessuno che mi rispondesse che c’è lo strutto nella sua pizza, ergo… non ce lo mettono. Ma chiedere è sempre gratis.
Non ho elencato tutte le pizzerie, altrimenti facciamo un post di tre chilometri. Mi limito a nominare le mie preferite, da cultrice della pizza napoletana: “Regina Margherita” di Via Santo Stefano, 40, gestione napoletana verace, una decina di pizze a menù senza cadute di stile, e “Un posto al sole” a San Lazzaro di Savena: la pizza di Ciro e Alfredo non si può spiegare a parole, è esperienziale. Per i vegan è consigliatissima la “povera al tagliere” ma si può scegliere tra almeno tre-quattro e comunque è sempre possibile chiedere varianti. [Aggiornamento: purtroppo, con grandissimo dispiacere, “Un posto al sole” ha chiuso e i proprietari hanno riaperto in Germania 🙁 ] .
La mia pizzeria preferita al momento è a Bisano, frazione di Monterenzio, 30 minuti da Bologna: Trattoria Pizzeria Il Mulino. Una pizza eccezionale, per me la migliore della provincia di Bologna. E una gestione familiare altrettanto eccellente, simpatici e accoglienti. La mia preferita è la rossa con porcini e rucola. E anche la cucina non scherza! Preparano tutto al momento quindi noi vegan possiamo chiedere delle variazioni.
Premessa quasi-finale: non ho elencato i ristoranti cinesi anche se sono parecchi. Io non ci vado e non solo a Bologna. Ogm a parte, la loro soia, così come il resto dei prodotti, arriva dalla Cina, dove tutto viene coltivato con pesticidi che da noi non si potevano più usare già negli anni ’50. Inoltre quando scrivevo questo libro qui sui germogli, mi sono fatta una cultura sulla produzione italiana di fresco per i ristoranti cinesi e sui sequestri dei NAS. Sapete che in tutti i laboratori in cui vengono coltivati germogli per i ristoranti cinesi in Italia, laboratori gestiti da cinesi, i germogli vengono coltivati negli stracci dei pavimenti? Sì, esatto, negli stracci che noi usiamo per i pavimenti, quelli grigi a nido d’ape. Ammonticchiati sono ottimi per tenere umidi i germogli. Non vengono sterilizzati a ogni utilizzo e spesso sono ammucchiati per terra. I rischi? escherichia coli e altre simpatiche eventualità. Se poi volete farvi una cultura su quello che vi servono nei ristoranti cinesi italiani suggerisco questo articolo, uno su tutti ma ce ne sarebbero moltissimi. Quindi da me zero indirizzi di ristoranti cinesi, ci tengo alla vostra salute 😀
Premessa finale: vengo da Milano, in cui molto di quello che è veg è anche caro. Ma proprio caro da far partire un embolo quando vedi il conto e delle volte già quando vedi il menu. E sono stata anni in Lomellina, zona pavese, dove di ‘veg’ c’è ben poco, praticamente vicino allo zero e quando esci con gli amici è tanto se riesci ad avere un riso in bianco (nel risotto ci mettono brodo di carne) e verdure alla griglia. Le verdure alla griglia e la pizza rossa mi sono uscite dagli occhi.
Quindi, se passate da Bologna e dintorni, questa è la mia listarella di indirizzi provati e testati. Se volete segnalarmene altri, siete i benvenuti! (e aspetto sempre gli indirizzi veg per Firenze, visto che sto a metà strada tra le due! fatevi avanti!).
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CENTRO NATURA – Vegetariano, vegano, macrobiotico senza pesce, qualcosa per crudisti e fruttariani.
Via degli Albari, 6, nell’ex ghetto ebraico che tra l’altro è pieno di negozietti deliziosi. Da Piazza Maggiore son proprio due passi.
La prima volta che ci sono andata, sono uscita senza prendere nulla. Mi avevano detto che era un ristorante biologico-vegan-vegetariano e ho trovato invece un self service. Siccome eravamo in compagnia e la serata al self service non mi pareva il caso, abbiamo ripiegato sulla sicurezza totale, il Clorofilla poco distante (vedi sotto). Poi ci sono tornata di giorno, per una pausa pranzo, ed è stato Amore. Adesso è uno dei miei posti preferiti. Il locale è molto carino, con tre sale con tavoli in legno, soffitti a travi, obbligo di spegnere i cellulari (urrà, li adoro!). Io preferisco le due salette interne, più intime e silenziose, con la luce calda delle lampade al sale.
La cucina è ottima, tutto è da agricoltura biologica, viene preparato fresco di giornata e c’è solo l’imbarazzo della scelta. Facilissimo mangiare vegan, i piatti vegetariani con latticini sono pochissimi e ben segnalati. Qualche scelta cruda ma di solito limitata a frutta fresca e insalata. Strepitoso lo spezzatino di seitan con patate, morbidissimo, infatti spero sempre di capitare in un giorno da spezzatino 😛 Molto buoni anche il cous cous con verdure e i piatti unici in genere. Ogni giorno c’è un cereale scondito diverso, da condire se volete al tavolino, fornitissimo: gomasio, alghe, sale integrale, olio extra vergine, shoyu, umeboshi… quello che volete, c’è. C’è sempre anche l’insalata scondita, la ciotola la compongono al momento, non ci sono quelle stucchevoli insalate incartapecorite dei self service normali. Comunque se andate al Centro Natura con tutto quel meraviglioso menu e prendete solo l’insalata, siete proprio delle persone tristi!
I prezzi secondo me sono ottimi ma consiglio di spendere cinque minuti a capire il loro sistema della composizione di piatti e porzioni, altrimenti rischiate di spendere 20 euro dove potevate spenderne 6-7. Se non c’è molta gente, comunque, vi aiutano anche sui prezzi… e sulle composizioni! Guai a prendere due piatti di carboidrati o di proteine, te lo fanno notare! Fantastici! 😀 Di solito prendo un piatto unico di quelli ovali, mono-porzione, vi assicuro che è molto abbondante + pane ai cereali integrale + acqua naturale e spendo Euro 6,20 (nel 2010 – Oggi nel 2015 siamo sugli 8 euro). In un posto che, risottolineo, è veramente carino, pulito, sereno e in centro! Il ristorante è incluso nel Centro Natura, in cui si tengono lezioni di yoga, reiki e tanto altro… se volete sapere cosa si muove a Bologna sul tema naturale, la loro bachecona all’ingresso è una tappa fondamentale. Unico neo: i dolci. Come dice Yari, nella migliore tradizione dei ristoranti veg …grande profusione di “creme di vaniglia” in diretta dai brik Provamel. Gelatine degne del ricovero per anziani. Si potrebbe fare di meglio 😉 Aperto a pranzo dal lunedì alla domenica, a cena dal lunedì al sabato, chiuso la domenica sera. Qui il loro sito. (Nella foto sopra, il bancone del self-service).
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CLOROFILLA – Pesce-vegetariano (!) con molti piatti per vegani e qualcosa per crudisti e fruttariani
Strada maggiore, 64/c , sotto i portici dalla parte dell’università, per arrivare in centro.
Il mio preferito per cenette carine e pranzi con ospiti. E’ il locale vegetariano ‘storico’ di Bologna. Anche qui, è il caso di spendere un po’ di tempo a guardare il menu e i piatti del giorno sulla lavagna. Io vado sempre sui piatti del giorno, di solito c’è un piatto unico sugli 11 euro che, vi garantisco, sazia a sufficienza. L’ultimo che ho preso era composto da seitan in bechamel di soia, riso basmati, insalata mista e un’altra verdura che non ricordo. Come prezzo lo trovo onesto, trattandosi comunque di un ristorante in centro, non di un self service e nemmeno di un posto in periferia. Al Clorofilla, attenzione agli ingredienti, anche da parte dei vegetariani: sebbene sia presentato come locale vegetariano, ha dei piatti di pesce vero. Pessima scelta ma a quanto pare c’è una torma di indecisi che si considera vegetariana mangiando pesce, quindi i ristoratori pur di non chiudere vanno dietro anche a questi. No comment. Anche qui unico neo i dolci e la profusione di “creme di vaniglia” direttamente dai brik Provamel. Ma a volte si trovano fette di torta abbordabili anche da vegani… raramente.
Noticina: tempo fa c’erano online un sacco di recensioni che dicevano che chi ci lavora si comporta in modo antipatico. Forse le recensioni negative sono servite per aggiustare il tiro, ultimamente sono molto molto gentili e empatici! Non hanno ancora un sito. (Nella foto sopra, un super-abbondante piatto unico).
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ZAZIE – Vegetariano, vegan, crudista & fruttariano
Via Malcontenti 13/A, parallela di via Indipendenza, nel cuore del centro di Bologna.
Per chi è pratico di Bologna, è nella via dietro Altero (con quelle pizzacce bisunte e molli… bleah! Se come me avete il culto sacro della pizza napoletana, non andate da Altero a Bologna, è un po’ meglio lo Spizzico dell’Autogrill). Ma dicevo… Zazie!! E’ stata una scoperta magnifica! Frullati, centrifugati, milk-shake e macedonie di frutta. Locale piccolissimo ma di gusto, ideale per una pausa o un veloce pasto crudista. Per frullati e centrifugati basta affidarsi alla fantasia del banconista del giorno: sono tutti simpatici, attenti e creativi! Si prepara tutto con le cassette di frutta di giornata, che siano fichi d’india della Sicilia o mele del Trentino. Io di solito individuo un frutto che mi piace sul bancone, per esempio l’uva rossa, e chiedo “Cosa mi fai con l’uva?” E via lista di possibilità! Oppure se ho voglia di pranzare o di qualcosa di più corposo, prendo un frullato con latte di soia o di riso. Per i vegetariani, il latte vaccino “è quello delle mucche di Guglielmo”. Io però fossi in voi approfitterei per una scelta vegan e per lasciare in pace le mucche di Guglielmo, che il latte in natura lo fanno per i vitelli, non per voi. O, in alternativa, voi andate ad allattare i vitelli e la mucca vi dà il suo latte, cosa ne dite? Più equo 😉
Comunque Zazie è un bellissimo lillipuziano localino, lo adoro! I miei preferiti sono i “mix Vitamino“: frutta e verdura con zucchero brasiliano prodotto nelle cooperative autonome di produzione e lavoro, zenzero, semi di papavero, guaranà. Una sferzata di energia! I crudisti ci pranzano tranquillamente con 2-6 euro.
Tutti i giorni dalle 09.30 alle 21.00 e la domenica per il brunch dalle 10.30 alle 19. Hanno un Sito internet (Nella foto sopra, centrifughe e spremiagrumi al lavoro. in primo piano alcuni dei ‘condimenti’ di libero uso sul bancone).
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TAJ-MAHAL – Vegetariano e vegano, cucina indiana, niente per crudisti e fruttariani
A un tiro dal centro, si trova in Via San Felice 92/a, sotto i portici.
Classico ristorante indiano ma in stile bollywood, secondo me scelta simpatica piuttosto che il finto elegante indiano della maggioranza. So che il giovedì sera con 20 euro si mangia a buffet, ma non ho mai provato. In compenso come ristorante per cenette tranquille, mi sembra molto buono il rapporto qualità-prezzo, c’è una scelta ampia per vegetariani e discreta per vegan (a patto di conoscere già i piatti della cucina indiana…). Hanno davvero il tandoori. Non sono rare le serate con danze indiane e per chi abita in città c’è anche la consegna a domicilio. Costa comunque più di quelli elencati sopra, ma stiamo parlando di un ristorante in centro. Molto indovinata l’idea di dare un’atmosfera soft e tranquilla alla sala con tavoli da 2-3 persone e tenere ben separati in un’altra sala i tavoli da più persone. Oltre al sito hanno anche un video di presentazione. (Nella foto, pakora di verdure: verdure miste in pastella di ceci)
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ESTRAVAGARIO – Ristorante vegetariano e vegano, qualcosa per crudisti
Ristorante ESTRAVAGARIO – Via mascarella, 81/h – 40126 – Bologna (BO) www.estravagario.org
Se volete provare come un’ottima idea e cucina declinano in poco tempo nella classica trappola per vegetariani e vegani, dove i gestori pensano che siamo tutti degli idioti ricchi sfondati, questo è il posto giusto. Provato la prima volta due anni fa a seguito proprio di una segnalazione su questo blog, ne siamo rimasti entusiasti: ERANO gentili, cordiali, i prezzi adeguati, la qualità medio-alta, il locale carino.
Ci siamo tornati altre volte e sono andati via via peggiorando fino a ieri sera (16.06.2012) che ha decretato, almeno da parte nostra, il punto di non ritorno. Arrivati a cena con amici, abbiamo ordinato in 4 persone, per prima cosa due bis di antipasti vegan e due tris di antipasti vegan. Il bis consisteva in farinata di ceci e involtini di radicchio con crema di tofu. Ci è giunto al tavolo un piattino da dessert da dividere in due, con: uno sputo di crema di tofu sul piatto perché il radicchio non c’era più (alle 20 del sabato! non è che siamo arrivati a fine servizio) e GIURO, 3 QUADRATINI DI 2 CM X 2 CM di gomma brooklin al vago sapore di farinata. Ora, a prescindere dal fatto che se ordino due antipasti per due persone, mi devi portare due piatti con due antipasti… il costo di questo antipasto che era meno di una ciotolina da aperitivo era 9 EURO, 4,50 a testa! In mezzo al tavolo, per 4 persone, e sottolineo proprio 4 PERSONE, hanno messo un altro piattino da dessert con 6 PEZZETTI DI FOCACCIA DI CM 5 X 2. Totale spesa per gli antipasti: 18 euro. Ricarico: 16 euro almeno. Pance assolutamente vuote e facce assolutamente allibite.
Ma non avevamo ancora visto il meglio!! I secondi da 11 euro con contorno da 3,50 sono magicamente diventati piatto unico. Il secondo da 11 euro era un piatto con tre foglie di insalata, qualche strisciolina di carota morta e un mucchietto triste di scaloppine di seitan. I 3,50 di contorno di patate erano, GIURO, NUMERO 3 PEZZETTI da 3 cm DI PATATA LESSA, nello stesso piatto del secondo. Ho mangiato in ristoranti del centro di Milano di ben più alta fama, prezzi e creatività, ma pagare un quadratino di patata lessa più di un euro mi doveva ancora capitare! Le scaloppine di seitan erano buone, ma il merito va al fornitore: il seitan della Sun Soy Food è eccellente, a prova di cuoco alle prime armi. Comunque 15 euro per un piatto meno che unico sono indecenti, anche visto il tipo di locale non certo di classe ma molto alla buona.
Il cuoco, poi, era da cinema… una figura esasperante e sudata che continuava a fare fuori e dentro dalla cucina vestito in tenuta da chef con tanto di cappello, tutto agitato, neanche dovesse dirigere da solo Il dragone reale di Bankok. Gli servirebbe invece una visita di Gordon Ramsey, a lui e al gestore.
Del nuovo arredo non ne parliamo, ci siamo chiesti se ci fosse qualche festa di cui non eravamo a conoscenza, invece si devono essere dimenticati di togliere gli orrendi addobbi di carnevale… ma siamo solo a giugno, che vuoi che sia. Questo orrendo arredo ha significato cenare sotto il lenzuolo impolverato di un finto fantasma con la faccia di uno dei camerieri. Inquietante e un must pro-acaro.
Indecenti, sfacciatamente approfittatori. Un vero peccato perché fino all’anno scorso erano un buon ristorante. Oggi sono la classica trappola per vegetariani-vegan: prezzi altissimi per una foglia di lattuga e non aspettatevi creatività o porzioni normali. O, se proprio volete provare, andateci sul presto così poi fate in tempo per sfamarvi con una pizza.
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DIETASANA – Grande negozio con prodotti vegetariani, vegan, macrobiotici & erboristeria.
ERBORISTERIA DIETASANA di Mirella Baldi – Via Farini, 21/D.
Se siete in centro e non volete fermarvi a mangiare al tavolo ma gradite piuttosto uno snack sano e veloce, questo è il posto. Ci si trovano tutti i grandi classici degli snack vegan, dai biscotti alle barrette. Potreste magari approfittarne per uno shopping veloce, dal miso alle alghe, ai cosmetici non testati su animali: i prezzi sono concorrenziali e inferiori al NaturaSì, Hanno anche un fornitissimo sito, dal quale compravo già prima di trasferirmi da queste parti: chi ci lavoro è gentilissimo e competente, il rapporto molto umano e quello che non si trova esposto sul sito si può sempre chiedere via email.
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IL RISTORANTE DELL’IKEA – Vegetariani, vegan, crudisti & fruttariani
L’Ikea a Bologna fa sia il panino Vegetariano che il panino Vegan, più delle insalate e macedonie di frutta fresca buonissime. Tempo fa avevo protestato con l’Ikea dicendo che potevano metterci almeno una salsa, altrimenti è un blob di glutine che si impasta in bocca e tiene compagnia nello stomaco per il resto della giornata. Indovinate? L’Ikea non solo mi ha risposto, ma ha anche messo la salsa di sesamo nel panino vegan! Vale la pena quindi di segnalarli. E poi io quando sono in zona Casalecchio vado anche solo per mangiare. Sì lo so che è grande distribuzione ma con un’etica e un occhio all’ambiente tutto sommato accettabili, anzi. Comunque se siete in zona o dovete andarci per altro, panino vegano e acqua fanno 4,30 euro, caffé offerto da Ikea. (Nella foto orrenda causa luci Ikea e mia imperizia, il panino vegan).
P.S. Non menatemela per l’Ikea. Gli unici che possono muovere commenti a me sulla gdo, al momento, sono gli elfi di gran burrone e la tribù delle noci sonanti. Chi non ha colpa, scagli la prima pietra, insomma. Accanto ai miei mobili vecchi, riciclati e autoprodotti ci sono anche dei mobili nuovi dell’Ikea. Rabbrividiamo! Vorrei proprio vedere cos’hanno in casa quelli che criticano e basta 😉
Altrotipo – Abbigliamento, scarpe e accessori vegan
via Riva Reno 76/B, Bologna
Dopo aver mangiato ci si dovrà anche vestire no? Il negozio di Alice Salvini è carino, sempre pieno di belle cose e lei è gentilissima oltre che molto informata su tutti i materiali eco e vegan. Una piccola oasi. Le scarpe sono sempre una bella selezione, si possono vedere in anteprima sulla pagina facebook, è veramente raro trovare assortimenti di scarpe vegan che siano anche eco e belle. Alice ci riesce!
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