Stamattina accendo il mac e leggo qualche commento al sito. Uno in particolare mi ha fatto venire in mente che ricevo molti meno commenti idioti sulle campagne animaliste, almeno rispetto agli anni passati. Si migliora, quindi 😀 Un po’ mi mancano questi commenti, perché alcuni erano delle piccole perle di sintassi rabbiosa, ma son contenta infine che il livello migliori.
Siccome però per ragioni tecniche del blog, non vi salterà immediatamente all’occhio il commento inviatomi alle 4.10 del mattino dell’1 gennaio 2009, a cui ho risposto stamattina all’alba delle 6.00, lo reincollo qui sotto.
Oggi abbiamo un collezionista di libri sui genocidi che ci spiega quanto è più proficua per l’Uomo e per il Mondo questa attività, rispetto all’impegno animalista. Il post da cui arriva è un vecchio post che trovate qui.
Marco:
Non c’è nulla di sbagliato nell’amare gli animali in sè, tuttavia trovo un paradosso nell’impegno animalista. Per dirla tutta mi interesso di genocidi e colleziono libri di testimonianze. Esistono descrizioni di torture e macellazioni di donne, bambini e neonati che non potete nemmeno immaginare (posso fornire esempi). Mi chiedo perchè, in generale, trovo in rete tanta indignazione (ripeto: nulla di sbagliato di per sè) per i maltrattamenti animali ma non altrettanta per quelli degli uomini. Se tale impegno fosse dedicato alle persone non sarebbe meglio? Talvolta ho il sospetto che certi animalisti ricadano in meccanismi da “complesso del nemico”, cioè hanno bisogno di qualcuno da odiare per sfogare i propri turbamenti. C’è chi odia Berlusconi e chi i comunisti, chi gli Americani e chi gli immigrati. Qualcuno odia gli uomini, cioè il mondo con le sue ingiustizie, e si rifugia in un rapporto emotivo con gli animali. A me sembra un paradosso. Prima dovremmo preoccuparci degli uomini. Forse, se queste persone avessero più consapevolezza di quello che accade agli uomini in certe parti del mondo, non avrebbero il tempo di preoccuparsi degli animali.
Erbaviola:
oppure come me e come molti altri, trovano il tempo di occuparsi di entrambi. Io non ‘colleziono’ libri sui genocidi e nemmeno sui massacri di animali. Però cerco di vedere il buono e il positivo in chi si batte per una causa giusta. Riesco anche a distinguere tra pochi estremisti e i tanti che invece si danno a una causa giusta con tutto l’impegno possibile.
Rispondere a un attivista dei diritti degli animali che dovrebbe occuparsi prima dei bambini del Biafra è una risposta tanto cretina quanto ignorante. Primo perché non si sa cos’altro faccia quella persona prima di averla conosciuta, secondo perché se ci occupassimo tutti e solo delle vittime dei genocidi non ci sarebbe nessun cambiamento, credimi. Guarda nei tuoi libri, quali e quanti genocidi sono stati voluti da te, da me o dal tuo vicino di casa? Però, concretamente, quanti animali non sono stati trattati come un secolo fa, grazie solo alle campagne di sensibilizzazione verso gli animali? Tu risponderai “ma io non avrei trattato mai male un cane o un gatto, anche senza le campagne di sensibilizzazione”. E qui ti sbagli. La tua sensibilità, se c’è, è frutto come la mia di oltre un secolo di impegno di lotte antispeciste o ‘animaliste’ come vuoi chiamarle tu. I veterinari oggi curano cani e gatti, cent’anni fa se portavi il gatto dal veterinario diventavi il matto del paese.
La sensibilità verso l’uomo passa attraverso la sensibilità verso tutte le creature, considerando l’uomo una specie animale… la specie che si sa difendere, al contrario degli animali che sono solo sue vittime. Quando sei seduto a casa tua nella tua poltrona e leggi un libro dalla tua collezione sugli stermini di massa, cosa fai materialmente per le vittime? Nulla, a parte arricchire qualche editore che ha capito quanto renda questo canale. Ma se tu invece di collezionare libri e sconvolgerti al solo pensiero di un genocidio, facessi le valigie e partissi alla volta di un campo profughi per impiegare la tua vita nell’aiuto delle vittime?
Stai pensando che è un discorso cretino, vero? Sì, lo è. Tanto quanto affermare che occuparsi degli animali è irrilevante, ci sono tante altre persone che soffrono.
Poco tempo fa sono andata a trovare degli amici che facevano un banchetto informativo sulla vivisezione. E’ passata una signora e senza che le fosse chiesto niente e con una certa acidità ha commentato che ‘Con tutti i bambini che muoiono di fame in Africa, questi si occupano di cani e gatti’.
Uno dei ragazzi le è andato incontro dicendo “Signora, io oggi sono un volontario qui, ma faccio anche volontariato sull’ambulanza, lei invece va in Africa a sfamare i bambini? O fa altro?”
Se ne è andata indispettita, ma è un classico. Metti giù un banchetto contro la vivisezione o per raccogliere fondi per un canile, e hai la certezza che passerà il fancazzista di turno a sentenziare che potevi occuparti invece dei bambini dell’Africa. Salvo poi non aver mai lasciato 10 cent per nessuna missione africana, perché quando passano da quei banchetti dicono “Gli darei anche i soldi, se sapessi davvero dove vanno a finire”.
Insomma… non siete granché originali
Ho due ulteriori domande, che ci teniamo per noi:
1) secondo voi il tipo dell’immagine sopra che sta legalmente ammazzando a randellate una foca, avrà più o meno scrupoli a spaccare la faccia al vicino o a votare per l’entrata in guerra del suo paese, rispetto a una persona che lotta perché la smetta di ammazzare a randellate le foche per farne pellicce? Quanti animalisti italiani hanno sostenuto il proseguimento delle “missioni” (macelli) in Afghanistan e quanti di loro sostengono il valore della guerra? Se me ne presentate uno, ne conoscerò uno…
2) Ve la immaginate la libreria di Marco? Di peggio penso che ci sia solo un’amica inglese che appende in salotto le foto di Amnesty International… sarà che io tendo a vedere il lato umoristico delle cose, ma perdonatemi, son due ore che ogni tanto scoppio a ridere da sola all’idea della collezione di libri sui genocidi.
8 Commenti
secondo me il tipo dell’immagine sopra è da sottoporre allo stesso trattamento. Sono troppo violenta? 😉
Io ho fatto qualche esame di psicologia, ti dirò che dopo la frase “mi interesso di genocidi e colleziono libri di testimonianze. Esistono descrizioni di torture e macellazioni di donne, bambini e neonati che non potete nemmeno immaginare (posso fornire esempi)” avevo già elencato tre complessi e un paio di possibili sindromi.
Non è sano quello che fai Marco, fossi in te cercherei di trovarne le ragioni. Se come dice Erbaviola tutta questa cultura di settore non ti serve a correre ad aiutarli, c’è qualcosa che non va… L’essere così morbosi su un argomento del genere è normale solo in chi se ne occupa costantemente come principale ragione di vita, dai politici, agli operatori ONU, a medici senza frontiere.
E io che credevo che il partito dei ‘non pensate agli animali, ci sono tanti bambini che muoiono di fame’ si fossero ormai estinti…
(farei l’icona dello sbuffo con occhi rivolti al cielo ma non so cme fare…)
In ogni caso grande risposta Erbaviola!!
LOL!! anch’io ci ho messo un po’ per smettere di ridere!! è grottesco
Io non ho studiato psicologia ma condivido quello che dice Nina. Più banalmente direi che è una fissazione!! Buon anno Erbetta!!
eh no, quelli del “non pensate ai bambini che muoiono” non si sono estinti, uno è passato dalle mie parti qualche tempo fa quando sul blog riflettevo sulle condizioni di vita dei gatti d’appartamento….comunque forse Marco è parente di quella che in questi giorni me ne ha dette di tutti i colori sul blog perchè ho proposto una ricetta con le zucchine… pazienza dai, facciamo un bel respiro profondo e come suggerisce Erbaviola magari anche una bella risata 😉
> Con tutti i bambini che muoiono di fame in Africa,
> questi si occupano di cani e gatti.
Ma se poi l’accontenti e metti giù un banchetto che si occupa di bambini africani la sciura ripassa e risentenzia: “Con tutti i bambini *italiani* questi qui si occupano di bambini alieni!”
Fai un banchetto sui bambini italiani? Ma di ben altro occorrerebbe occuparsi, dei propri figli!
E avanti così, ad libitum, sino a che l’orizzonte oltre la punta del proprio naso dolcemente scompare.
Si chiama “benaltrismo”: ben altri sono i problemi! di ben altre cose ci si dovrebbe preoccupare! qui abbiamo ben altro per la testa [sottinteso: noi persone serie senza tempo da perdere, va’ a laura’ barbùn!].
Poi la sciura va a casa e si guarda sei ore filate di tv. E questa sì che è una priorità. Uff. Bisous.
(La sciura e Marco sono benaltristi di diversa natura, però).
Il tizio immortalato in quella foto che sta giocando con la foca mi fa un po’ pena. Dico io, se vuoi giocare con un animale prenditi un cane, cosi’ ci giochi in giardino e non in mezzo ai ghiacci.Sai che freddo, la’, in quei posti. Come? non sta giocando con la foca? Stara’ giocando a golf… Aspettate che guardo meglio….