Siccome oggi ho tantissimo lavoro, ma proprio tantissimo, tipo che ho la scrivania sommersa di carte urgenti e l’hard disk del Mac che scoppia implorando pietà perché io termini almeno un progetto e glielo levi dai cluster, ho deciso che sono inabile a scegliere che cosa fare per primo. Motivo per il quale li ho abbandonati tutti, pari merito, compresi i compiti in classe da correggere. Eh sì, sono tornata momentaneamente e precariamente a fare anche la prof e ho riscoperto quanto è simpatico correggere i compiti in classe. Soprattutto ho scoperto che durante la mia assenza i giovani virgulti sono passati attraverso la riforma Moratti, che li ha sputati fuori incapaci di articolare un pensiero coerente persino su se stessi. Ho passato le prime settimane trafitta da temi con punte di nichilismo estremista: “My hobby is nothing”. Contornati poi da non-sense degni del migliore Beckett: “Che musica ascolti?” Segue un incomprensibile nome, presumibilmente francofono. “Chi è?” “Un compositore di fine ottocento”. “Mai sentito, come si scrive?” “Non lo so”. “Cosa ha composto?” “Non so i titoli”. “Scusa, è il tuo compositore preferito, non sai come si scrive e non sai i titoli delle opere?!” “eh”. Ah.
Speriamo davvero che nel 2012 arrivino gli alieni. Più che altro perché se questi alieni, come sostiene qualcuno, aspettano che queste nuove generazioni interpretino i cerchi nel grano, possono restare a orbitare fuori dell’atmosfera terrestre per altri 4000 anni.
Maestro unico o plurimo, comunque, sono asini sommi. Futuri asini strabici, anzi, datosi che la moda vuole la frangia spatolata su una metà della faccia. Esattamente come noi siamo una generazione di asimmetrici pieni di cervicale infiammata, grazie a quella moda che imponeva lo zaino Invicta su una spalla sola.
Sorvolerò sul fatto che mi senta una cariatide leggendo delle date di nascita che corrispondono al mio primo anno di università. Per il momento resto a galla avendo ben chiara la differenza tra un decoder e la playstation, ma prendo ripetizioni dall’uomo che (soprav)vive con me per distinguere uno sbracato da un altro. Vado forte sugli emo, i rockabilly e i nu-rave, ma mi incasino ancora sui punk. Ai miei tempi – cioè ieri – se avevi la cresta eri punk. Tutto qui, era facile. I punk erano i rimasugli sfigati dei tempi di mia madre che stazionavano in via Torino. Era tutto quello che mi serviva sapere. Non eravamo mica a Londra, dove i punk erano veg e politicamente attivi.
Adesso invece mi pare di capire che se ti vesti come Johnny Rotten e hai la cresta, allora sei un figo; se ti vesti come Johnny Rotten ma con i pantaloni che cadono e il cavallo che striscia sui talloni sei proprio fighissimo, il figo dei fighi. Invece se ti vesti come Johnny Rotten e hai una cresta di 3 cm sei normale, non sei niente. Un cugino quarantenne è andato dal parrucchiere e questo gli ha tagliato i capelli col crestino, a riprova del fatto che adesso il crestino è normale, anche se lui non voleva crederci. Ha il crestino anche il cassiere della mia banca e le vecchine non si scandalizzano come avrebbero fatto una volta.
Però se ti vesti così e non ti lavi, sei un punk-a-bestia. Qui è difficile, perché essendo quattordici-sedicenni la doccia gli incute un certo timore ma non reverenziale, quindi ci si sbaglia facilmente.
Una cosa che mi è chiarissima, invece, è la scomparsa degli Anarco-punk e dei loro fratellini Crusters. Quelli, per intenderci, vegetariani, molto impegnati politicamente, animalisti e ambientalisti. Il vecchio “punk is attitude not fashion” è definitivamente morto, questa è l’unica cosa veramente chiara. Questi punk qui si ingozzano di panini McDonald’s, portano anfibi in vera pelle e braghe da trecento euro che sembrano pescate dal cassone dell’Humanitas dopo l’uragano Katrina. Ma l’importante è che costino tanto.
Insomma, siccome oggi ho troppo da fare e si sa che il troppo produce il nulla, sull’onda dell’eccesso di informazioni che producono disinformazione, sono qui a chidervi: ma gli anarco-punk, i punk crusters, i punk vegetariani/vegan politicamente e socialmente impegnati, quelli duramente animalisti, dove sono finiti?
Così, per sapere.
Nota.
Sì sì. Esatto. E’ un’opera di Carlos Latuff. ‘Anarco-punk’, 2001
23 Commenti
ma bentornata! finito il trasloco?
di punk qui a Londra ne girano ancora ma non so dirti di che tipo siano, devo prendere ripetizioni anche io.
Sono rimasto io.
Farei anche l’emo, visto che sono depresso e un po’ autolesionista, ma Avril Lavigne mi fa cagare, non sono mezzo gay e soprattutto finché Cesare Ragazzi non inserisce i ciuffi nel suo catalogo sono handicappato per quanto concerne l’acconciatura.
Io conosco un fiammingo che, se non si tagliasse i capelli (i pochissimi che gli sono rimasti!), avrebbe il crestino naturale: i suoi capelli crescono in piedi, dritti dritti, a dispetto della forza di gravità. Politicamente attivo potrebbe anche esserlo, ambientalista un po’, ma vegetariano assolutamente no! BTW, come va il trasloco? Vi siete già trasferiti?
Io ne so ancora meno di te. ‘ste cose non le ho mai seguite …
Ne conoscevo uno (ma senza cresta), poi però ha ripreso a mangiare carne… Gli è rimasto solo l’aspetto un po’ scuro!
kia a rapporto.
Io sono così, il mio ragazzo è così ma effettivamente non conosco altre persone che sono così tranne che gente dai 30 in su’…e allora…beh che dire…che ciò che dici lo comprendo più che bene e non solo ma lo condivido al 100%.
Diciamocelo, a volte mi sento molto fuori luogo quando vado a seguire alcune lezioni in università e allora mi faccio aggiornare da un’amica che da 22enne mi esplica il mondo ormai oscuro che ho davanti a me.
Ossia che quellli che tu chiami anarco-punk in pratica sono solo quelli della mia età o in su’…e allora entro in paranoia e mi sento veccchia…il problema è che ho 26 anni e so’ di non esserlo e quindi mi dico:”cosa cavolo è sucesso?com’è che il mondo non mi è più comprensibile?”
Quando facevo le superiori c’erano i fighetti tendenzialmente di centro destra, i ciellini e quelli di sinistra. Tra di loro poi c’erano quelli che come me erano “punk vegetariani/vegan politicamente e socialmente impegnati, quelli duramente animalisti”e magari anche un po’ femministe…ma ora?
…beh…credo che la tua istantanea sia stata più che eloquente.
Che tristezza.
piccola precisazione al mio commento precedente….non ho creste fuxia nè verdi fluo….ma credo già di esser bene osservata in quanto essere di sesso femminile con un taglio di capelli ultre corto e senza perenni tacchi ma scarpe da ginnastica e borsa a tracollla entrambe non firmate, spesso (per non dire quasi sempre) senza trucco, accessori e simili…insomma l’essere pank forse significa non far parte dell’esercito delle barbie…o per star meglio al passo coi tempi…l’esercito delle bratz.
@Jakoz: no, non ancora 🙁 questo trasloco a pezzetti è uno stillicidio!
@matteo: prendi esemio da Kia! 😀
@La vicina: ehm… non so quanto il fiammingo in questione concorderebbe su una sua versione punk 😀 Stiamo trasferendo le ultime cose, ma ne abbiamo troppe! E siamo ancora in ballo con la caldaia che non arriva nell’altra casa… quindi non possiamo muoverci o rischiamo il congelamento! Speriamo di finire nel ponte dei santi, incrociamo le dita!
KIAAAAA!!!! Lo sapevo che almeno una non mi avrebbe delusa!!!!! Un bacione, un abbraccione!!! E poi a me il look O’Connor prima maniera è sempre piaciuto molto! 😀 Comunque sì, invecchi, adesso non ci sono più nemmeno le Bratz, ci sono le Winkies (ho preso ripetizioni dalla figlia della vicina che scrive sopra), delle fate in mutande e reggiseno.
Look O’Connor?
Erba, proprio stamattina ho lasciato sul pavimento del parrucchivendolo i miei ultimi centimetri di femminilità capellosa.
Potrei rasarmi ancora un pochino, ma a quel punto inizierei a pungere. 🙂
ciao Veruccia, voglio una foto! Se no come ti riconosco quando vieni? Ma poi non ti eri liberalizzata nei confronti dei parrucchivendoli? 🙂
Il look O’Connor = Sinead O’Connor
https://web.archive.org/web/20160203050947/http://imagecache2.allposters.com/images/pic/RSPOD/RS642~Sinead-O-Connor-Rolling-Stone-no-642-October-1992-Posters.jpg )
ma io non ho mai avuto il coraggio…
ma … allora, io sono punk e non lo sapevo! o.o
Non uso truccarmi, porto spezzo i capelli cortissimi (anche se adesso sono un pò più lunghi, perchè l’inverno arriverà presto) scarpe ultracomode, e non seguo per niente la moda … 🙂
errata corrige: porto spesso e non “spezzo” 😉
eh no, punk non lo sono mai stata…. li frequentavo, ne ho avuto uno come moroso, ma il massimo per me è stato indossare anfibi vegan e ricoprirmi di spillette autoprodotte di protesta… non ho mai avuto il coraggio di rasarmi, il taglio corto non mi dona 🙂 essere vanitosi non è molto punk 😉
Ehm… sorry… ma leggo Winkies in un tuo commento sopra… Winkies??? Ma sono le WINX!!! Anita ci tiene… altrimenti minaccia di cantare la canzone a tutto volume…
Sì, sì, ho presente il look O’ Connor, sono giusto giusto un po’ più “pelosetta” di così. 😀
Invierò fotografia prima di venire a trovarti, altrimenti col cavolo che mi riconosci… ^-^
anch’io saro’ una caratiatide e infatti ho vissuto l’anarco punk alla “CRASS” di vegan che cantavano una canzone chiamata “Smash the mac” e un’altra “punk is dead” x affermare che il punk era morto perche’ diventato moda.
Ti posso dire comunque che siamo sopravissuti in tanti,solo che magari portare la cresta oggi non ha piu’ senso come rottura-schemi.
di anarcopunk vegani ce ne sono ancora. io sono un punk onnivoro ma ne conosco alcuni di vegani.
inoltre sono stato ad alcuni festival hardcore-punk nei quali la cucina era gestita da un gruppo di ragazzi che si fanno chiamare “vascello vegano”; da quello che ho capito questi ragazzi organizzano il servizio culinario in giro per vari festival.
in questo link c’è il volantino di un festival dell’anno scorso in cui c’era il Vascello Vegano http://switzerland.indymedia.org/it/2007/07/51074.shtml
Ti posso dire che i punk impegnati politicamente e socialmente al giorno d’oggi ci sono eccome, perlomeno io ne conosco abbastanza. E sono veg(etari)ani, anarchici, e profondamente animalisti. Magari li cerchi in un ambiente sbagliato 🙂
Vegetariano Punk; presente!
bentrovato! 🙂
Ciao Erbaviola, è un po’ che ti seguo, con grande interesse e anche sollievo nel vedere che ci sono persone come te. Ovvero persone che su molte cose la pensano come me pur non avendo 16 anni e pur non vivendo nelle caverne o in comuni danesi. Mi aiuta a sopportare il fatto di essere bollata come immatura, o estremista, o fuori dal mondo e sognatrice, se non proprio ignorante, ogni volta che esprimo la mio opinione sullo stato delle cose e come uno può fare per uscirne.
Era da un po’ che volevo inserirmi nel flusso dei commenti e delle riflessioni che segue come una scia ogni post del tuo blog, e alla fine mi son decisa ad intervenire cominciando da quello meno impegnativo: volevo solo confermare che sì, anche nella mia esperienza il punk “impegnato” c’è e gode di buona salute, solo che è un ambiente perlopiù composto da persone adulte che sono più interessate a viversi le situazioni piuttosto che a mostrarsi in giro come magari capita di fare da più piccini. Molti sono impegnati in battaglie sociali, politiche, animaliste, ma non a titolo di “punk”, che è più un’appartenenza diffusa, un background che finisce per dare un certo taglio alla vita anche quando cambia quello di capelli.
Secondo me l’eredità più interessante del punk di questi tempi è lo spirito del DIY (do it yourself), che dalla musica (la miriade di piccole etichette, le fanzine, il circuito dell’organizzazione di concerti dal basso…) sfuma in qualsiasi aspetto della vita in un’etica di autoproduzione, condivisione e cooperazione. Quello del circuito DIY come forma di economia solidale è un argomento che mi è sempre frullato in testa da quando ho a che fare con quell’ambiente, tanto che ho finito per scriverci la tesi di laurea, che ora giace impolverata in non so che cassetto, come quasi tutte le tesi di laurea ^^
Grazie per il blog, sono curiosa di leggere anche il tuo libro, mi sarà sicuramente utile nella mia personale transizione, che paraltro è già in atto e non accenna ad arrestarsi! Ciao!
Punk vegetariano presente… Il problema che offusca molte persone sono i così detti poser…ovvero le persone che infangano il punk chiamandolo moda o stile….si acciambellano come i punk con vestiti costosi non sapendo come è nato questo movimento e quali sono i principi…fancazzisti del sabato sera dico io, questo è il vero problema. Il punk è non sottostare ai ricchi fare ciò che ti pare essere libero senza alcun vincolo…e per quanto mi riguarda disprezzare i nazi e i fasci sempre.
Gli anarcopunk/crusters ci sono ancora per fortuna…Il problema è che siamo tutti vecchi :)…Scherzi a parte ci sono anche ragazzini che sono anarco, però si perdono un pò per strada ( e con loro i concetti e le lotte…); comunque non si perdono tutti e i pochi che rimangono sono spesso i buoni che rimarranno.
+ Teste, – Creste.
Un abbraccio