DE PROFUNDIS

da Grazia Cacciola

Come sono allegra di lunedì, eh? 😉

In realtà dovrei scrivere tutt’altro. Sì sì. Ne ho un paio a cui sto lavorando da un po’. Ma niente, queste due-tre considerazioni mi ballano in testa da tanto.
Mi dico: stai buona.
Mi dico: no no no. Non si fa.
Mi dico: non puoi sparare a zero sui lavoratori di Alitalia proprio ora.
Mi dico: occupati del tuo diavolo di orticello e lascia stare l’Alitalia.

Invece io non reggo più questa spinta buonista verso i lavoratori di Alitalia. Che ogni volta che si nominano bisogna farsi scendere la lacrimuccia di partecipazione empatica alle loro disavventure. Orde di lavoratori Alitalia che non si sono mai visti a una manifestazione o firmatari di qualche protesta, che ora sono presenti in tutte le tv, peggio della pasta Barilla. E dobbiamo tutti commuoverci per le loro vite dorate con villette a schiera, figli e agio borghese che vanno in frantumi. E commuoviamoci.

Io personalmente mi commuovo un filino di più per quelli che con mille euro al mese non si possono permettere nemmeno il monolocale. Mi commuovo per le coppie che coppie non possono essere perché gli affitti sono oltre le loro possibilità e devono continuare a fare i single. Mi commuovo per le coppie che lottando con i denti arrivano alla fine del mese ma non ad avere dei figli. Mi commuovo per i pensionati che devono far durare cinquecento euro per trenta giorni.
Io, che vivo il privilegio di chi una casa ce l’ha, che uno stipendio in qualche modo lo porta a casa, mi impegno ogni giorno qui (non da sola ovviamente) per chi a questi privilegi non è ancora potuto arrivare. Perché non siano più privilegi. E quindi, con cognizione di causa, posso dire che le signore hostess hanno ragione ma finora hanno avuto uno stipendio che oscilla dai 1500 ai 1800 euro al mese e che questo benessere non le ha spinte a essere più simpatiche oppure anche solo a interessarsi ai precari. Alla situazione disastrosa di questo paese. Perché loro non erano precarie o lo erano solo per poco.
Ma ora che sono loro a rischiare il posto, bisogna tutti mobilitarsi, commuoversi e adoperarsi per salvare il loro verde posteriore in tailleur Armani. Ma dove eravate quando c’erano da difendere cassintegrati, precari, stagisti… chi vi ha mai visto?

Ma comunque. Come sempre. Vi si difenderà lo stesso 😉 Non foss’altro che per insegnarvi che è l’unione che fa la forza, non l’associazione di categoria. Egoisti.

A me, nonostante tutto, è rimasta persino la voglia di dire che non è giusto quello che vi sta succedendo.

Nonostante abbia ancora ben nitido il ricordo di quella hostess di terra che lavorava nell’ufficio Alitalia di via Larga a Milano, che dopo avermi trattata con la sufficienza tipica delle hostess Alitalia, mi ha prenotato un volo su un aereo che non esisteva, creandolo sul computer per l’occasione. Colgo l’occasione per ringraziarla anche da parte degli altri 149 passeggeri del volo che si sono sentiti rispondere al check-in “Questo volo non esiste!”. Costo del biglietto quasi 800 mila lire.

Nonostante abbia ancora ben nitido il ricordo di quella hostess che a Heathrow al momento dell’imbarco mi ha preso la carta d’imbarco di mano tutta intera, ha ciacolato allegramente con il figone pilota di turno, per poi tornare a chiedermi la carta d’imbarco e sostenere fino alla nausea che non gliel’avevo data, altrimenti mi avrebbe restituito il tagliando con scritto il mio posto, santa pazienza! Ovviamente la carta era finita tutta intera nella cassettina in cui lei le metteva con solenne sbadataggine. Va da sé che dopo avermi minacciato di tutto, dallo scarico del mio bagaglio già a bordo fino all’arresto da parte della polizia inglese se continuavo a insistere, non ha ritenuto opportuno estrarre dal suo vocabolario la parola ‘scusi’ al rinvenimento della mia carta di imbarco nella sua cavolo di cassettina. Rinvenimento che – c’è bisogno di dirlo? – è avvenuto solo grazie all’intervento di figo-man pilota, desideroso di dimostrare che nella cassettina non c’era.

Nonostante abbia ancora ben nitido il ricordo di quella hostess che mi ha sbattuto il contenitore caldo del pasto sul portatile cancellandomi un’ora di lavoro, proprio un secondo dopo che avevo detto che non volevo niente.

Nonostante abbia ancora ben nitido il ricordo di quello steward che alla mia vicina di posto che chiedeva un altro bicchiere di acqua a causa di un forte mal di gola, ha risposto “signora il carrello delle bibite è già passato, mi ha preso per un bibitaro?“. Cosa sia un “bibitaro” è rimasto irrisolto…

Nonostante abbia ancora ben nitido il ricordo di quell’equipaggio Alitalia che atterrando a Reggio Calabria non ha detto che i bagagli ce li dovevamo recuperare noi a mano dall’aereo fermo sulla pista. Era scontato, mon dieu! Mi ricordo bene come avete guardato noi gruppetto di milanesi stupiti dopo che avevamo girato in lungo e in largo il minuscolo aeroporto per trovare il nastro trasportatore (non c’era). Mi ricordo benissimo come ci avete derisi e detto con aria di superiorità “Lo dovete sapere che qui si ritirano direttamente dall’aereo, lo sanno tutti” facendoci passare per bifolchi che viaggiavano per la prima volta in vita loro. (Era semmai il contrario, c’è il nastro trasportatore persino all’aeroporto di Mombasa)

Nonostante abbia ancora ben nitido il ricordo di quel check-in kilometrico perché avevate deciso di aprirne solo uno e di come io e il mio collega avevamo quasi supplicato di passare perché dopo un’ora e tre quarti di coda il nostro aereo stava per partire. Sono arrivata alle 4.15 del mattino per prendere un aereo Milano-Bari che partiva alle 6.00 e avete avuto la grandissima faccia tosta di dirci che “Potevate venire prima!” con la vostra solita arietta di superiorità. Sì, potevamo senz’altro partire prima… se volevamo andare a Bari a piedi!

E mi fermo qui, ho accumulato parecchie ore di volo con voi signori Alitalia, ne avrei per scrivere un libro. Quelli sopra sarebbero errori normali, sviste di chi lavora, se non fossero sempre state servite con quell’antipatia e spocchiosità che ho spesso riscontrato nel personale Alitalia e che negli anni ti si piantano come una spina nella schiena facendoti evitare come la peste di prenotare uno dei loro costosissimi voli.

Ma io, al contrario di voi signori lavoratori Alitalia, so che i diritti dei lavoratori si chiedono e si ottengono per tutti, che le lotte per i lavoratori sono lotte di tutti, che devono riguardare tutti, anche se il lavoratore è un operaio della catena di montaggio e io sono un dirigente di un’altra azienda. Anche se prendo uno stipendio e non me ne può fregare di meno di firmare una petizione invece di prendere il caffé con la collega. Perché un giorno, cari signori, potrebbe toccare a voi e potrebbe non esserci più nessuno che se ne interessa. Se voi aveste lottato prima per i diritti degli altri, non sareste adesso in queste condizioni.

Io nonostante tutto me ne interesso e ho firmato petizioni e ho fatto nel mio piccolo tutto quel che potevo. Ma voi signori Alitalia verso di me vergognatevi, almeno un pochino, almeno per una volta.

Ti è piaciuto l'articolo?

Iscriviti alla newsletter, tanti altri contenuti interessanti ti aspettano!

Nella newsletter troverai articoli esclusivi che non pubblico sul sito, tutorial, guide e chiacchiere gentili tra noi.


Ti potrebbe interessare anche:

9 Commenti

Antaress Settembre 29, 2008 - 5:47 pm

Concordo e sottoscrivo parola per parola…e poi se sono anni che l’Alitalia ha la fama internazionale di peggiorcompagnia con cui volare, e anche grazie alla spocchia di cui parli tu..

Reply
claud Settembre 29, 2008 - 9:34 pm

… io ho sempre evitato di viaggiare con la ns. compagnia di bandiera. Nostra?!
Nostri sono i debiti.
Che gioia.
Io non ho bisogno di una compagnia nazionale.
Altrimenti che facciano azionariato popolare e ognuno di noi si compra la sua quota di debiti. Male che vada ci rimborseranno con la giacca di Armani (ma come ha fatto a disegnare una roba così, pover’omo).

Reply
Nadir Settembre 30, 2008 - 9:53 am

Il problema è che i signori che lavorano per Alitalia, non cambieranno registro, e questo è grave.
Se fosse stato per me, la compagnia sarebbe già fallita … e da anni.
Perchè per me, che lavoro in un’azienda con meno di 18 dipendenti, dove possono lasciarmi a casa in qualunque momento e certamente senza ammortizzatori sociali per 7 lunghi anni, è alquanto difficile simpatizzare per questi signori che hanno fin troppi privilegi.

Ciao a presto 🙂

Reply
Amelia Settembre 30, 2008 - 11:19 am

Non ne posso più di Alitalia.
Ora che il tormentone sta finendo (mi chiedo perchè sia cominciato: avrebbero potuto vendere mesi fa ad Air France tutto il pacchetto, debiti compresi, e con un bel po’ di esuberi in meno e tanti saluti) forse potremo iniziare a sentir parlare SERIAMENTE di quel che stanno facendo alla scuola elementare?
Bambini e insegnanti contano meno delle hostess?
Si dice che i piloti vadano “coccolati” perchè hanno la responsabilità delle vite delle persone che trasportano. Ed è sicuramente vero. Però mi pare che ci si dimentichi della responsabilità di chi si occupa dell’educazione e della crescita dei bambini. Gli insegnanti elementari hanno i nostri figli nelle loro mani per molte ore al giorno quando sono ancora indifesi e alla scoperta del mondo: mi sembra che sia una enorme responsabilità. Ma forse sono io che sbaglio…

Reply
Yari Settembre 30, 2008 - 11:07 pm

Hostess? Steward? Si dice personale di cabina 😛

Reply
La vicina Ottobre 1, 2008 - 2:51 pm

Concordo con Amelia. Sinceramente a me della “nostra” compagnia di bandiera non interessa (io ho sempre viaggiato con compagnie straniere perché ho sempre trovato Alitalia troppo cara, troppo in ritardo e troppo “maleducata”). Io sono invece MOLTO preoccupata di quella riforma scolastica che ci vuole riportare indietro di 20 anni e del fatto che, come dice la stampa estera, in Italia si vogliano educare i bambini non attraverso la scuola ma con la televisione. Tanto chi potrà manderà i figli nelle scuole private, magari steineriane. Btw, ok per la pizza… ti mando un’email…

Reply
Erbaviola Ottobre 1, 2008 - 11:25 pm

@Antaress: … e non ho parlato del contenuto di quei vassoi-pasto 😉

@Claud: temo che il pover’omo detesti quelle divise, disegnate negli anni ’80 e rimaste immutate… di peggio penso di aver visto solo quelle della Caledonian Airways.. cappellino con pon-pon e gonnellona scozzese con calzettoni …mancava solo la cornamusa!

@Nadir: più che altro ci sarebbe stato da aggiungere ‘come’ sono entrati in Alitalia, visto che più della metà del personale si sa con certezza che entrava solo grazie a raccomandazioni (e questo l’ho sentito dire dalle labbra del direttore di un aeroporto importante in Italia, che aveva appena introdotto il figlio).

@Amelia: sono assolutamente d’accordo. Su Bloglavoro ne parliamo molto spesso, la situazione è veramente tragica per gli insegnanti e di riflesso per la qualità dell’insegnamento 🙁 Ma qui è come quando chiedeva la cassa integrazione la Fiat: tutta l’attenzione a loro.

@Yari: hai ragione e mi ero posta il problema, poi però mi venivano frasi tipo: “Nonostante abbia ancora ben nitido il ricordo di quella donna del personale di cabina che mi ha sbattuto il contenitore caldo del pasto sul portatile cancellandomi un’ora di lavoro”. Personale di cabina non mi permetteva di distinguere maschile e femminile. E poi si chiamano loro stessi così nelle interviste, al massimo ‘assistente di volo’.

@La Vicina: lei sta prendendo il vizio della sua vicina di casa che dice che scriverà e poi lo fa dopo un mese! 😀 Comunque sono d’accordo ma ritengo che l’educazione dei figli vada fatta a casa e le lezioni di matematica in classe. Educare i figli con la televisione è una cosa che decide un genitore, non il ministero della pubblica distruzione … E che te lo dico a fare? 😉

Reply
gunther Ottobre 2, 2008 - 3:02 pm

Per questo post mi verrebbe voglia di darti un bacio, siamo stati per anni circondati da persone della più totale maleducazione e inettitudine, ricordo perfettamente hostess che avrebbero dovuto parlare inglese esprimersi in dialetto ciociaro, sarà ma io avrei voluto vederli a spasso mi perdoni. Alitalia è stata per anni il luogo per i politici dove piazzare parenti e amici, è stata un abisso di debiti incredibile, personalmente non sono contento della soluzione, il fallimento se lo sono creati da soli perchè io cittadino che pago le tasse devo pagare i debiti della compagnia alitalia, pago quando devo prendere un aereo, ma le perdite della compagnia di bandiera no. Ti chiedo scusa dello sfogo ma dove tutti questi giorni di notizie non se ne poteva più

Reply
baciuck Ottobre 12, 2008 - 1:05 pm

Erbaviola, ho lavorato in Alitalia, addirittura mi avevano fatto un contratto (da fame) che poi ho rifiutato.
Credimi, su 10000 lavoratori 9000 campano con stipendi da fame.

Reply

Lascia un commento