Il vegano trendy

da Grazia Cacciola
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*** La lettura è sconsigliata ai privi di senso dell’umorismo, ai vegan incazzati e alle donne in gravidanza. ***

Il vegano trendy è in agguato a ogni cena. Nasce in una grande metropoli e come una farfalla nel giro di poche ore si fa notare nei luoghi più frequentati, svolazzando qui e là nella sua tenuta fashion, biologica e equosolidale.
Il vegano trendy ha due convinzioni: tutti devono diventare vegan. Ora che lui ha scoperto quanto inquina il metano espulso dal deretano dalle vacche e quanto queste soffrano ad essere munte e macellate, tutti devono sapere. Meglio se nei minimi particolari e a ore pasti. La seconda convinzione è legata al suo status: meglio se gli altri rimangono non-vegan ancora per un po’, onde non fare ombra alla sua scintillante armatura di unico vegan integrale, originale, quello che ha scoperto il veganismo e ne ha fatta una tendenza, quello che sarà ricordato insieme a Paul McCarthney e Brad Pit. Per questo lui parla di veganismo solo con i vegan.

Il vegano trendy porta pantaloni larghi pop-funky, con il cavallo non troppo basso da essere totalmente funky ma con la vita abbastanza bassa da sponsorizzare le mutande in cotone biologico 100% nonché l’attaccatura delle sue chiappe vegan mentre sfreccia in bici nella corsia dei bus. Lotta al sistema, si legge.
Ha una collezione di felpe con il cappuccio perché non si sa mai che si imbatta in una manifestazione eco-equo-solidale-pacifista in cui infilarsi. Nei rari momenti in cui tace, le sue magliette fanno esplodere roboanti slogan pre-bellici di galline rosa shocking “L’uovo è mio e me lo gestisco io” e maiali verdi schierati in mimetica “Credere, obbedire e combattere“. Se le stampa lui nel negozietto sotto casa e medita di farci presto una sua linea perché “Se c’è riuscito quello di Guru con il fiore di Icq” ci può riuscire anche lui. Il business eco-vegan è uno dei suoi argomenti preferiti.
Sopra a tutto porta un giubbotto di ecopelle Brando Biker Style Jacket comprato su Vegetarian Shoes per 200 euro spedizione inclusa. Salvo che se lo incontri dopo una settimana dalla schiusa del bozzolo, allora ti dirà che l’ha scovato per 15 euro nel mercatino fuori mano. Dopo pochi giorni dalla sua nascita infatti, il vegan trendy trova tutto nei mercatini, specie di seconda mano, specie se mercatini di seconda mano fuori mano, dove si reca con la sua man-bag di canapa a tracolla a fare incetta di abiti usati. Riusare è molto eco e il vintage è molto trendy. Lui è tutte e due le cose con 10 euro, le etichette Made in China si possono staccare.

Il vegan trendy compra solo in botteghe bio, torcendo il suo nasino raffinato ogni volta che passa davanti al formaggio o al vasetto del ragù. Davanti al vasetto del ragù ha pensato a un’altra maglietta, una mucca viola con il pugno alzato “Tritati i tuoi lombi“.
Controlla i cestini altrui alla ricerca di altri vegan e quando ti individua ammicca cenni di intesa e imbastisce conversazioni sul prodotto. Se ti piace una fetta di seitan, lui recita metriche di ingredienti e ricette e siti web e libri sul seitan. Se gli piace la stessa fetta che hai comprato tu, aggiunge litanie di metodi per fare il seitan in casa, ci hai mai provato, lui sì gli viene da dio, ma cosa vuoi con il lavoro, lo stress, alla fine lo compra anche lui ma non dovrebbe sai, per quei due grammi di plastica, ma secondo te è mater-bi o plastica inquinante?
Il vegan trendy davanti ad ogni nuovo elemento pensa per prima cosa che inquini. Pensare che una cosa inquina è molto consapevole – consapevole è una parola che nelle prime due settimane di vita del vegan trendy ricorre prima di ogni punto e a capo. A volte anche prima di ogni virgola, declinata nei consapevolmente e eticamente.

Il vegan trendy ha sempre degli indirizzi da darti, che siano locali, libri, ristoranti, cd o negozi, lui ha sempre qualcosa da trasferire dal suo palm ultima generazione al tuo, o al tuo cell, o da inviarti via email perché la carta lui non la usa o la usa il meno possibile. Il vegan trendy in possesso del tuo indirizzo email è la fine dei tuoi attimi di pausa, ti forwarda qualsiasi cosa, tutte le newsletter a cui sei già iscritto e se i messaggi gli tornano indietro te li riforwarda allegandoti l’ultimo programma antivirus da 40 mb zippato. Quando non ha niente da forwardarti ti segnala filmati di animali buffi su youtube e i siti indiani in sanscrito contro l’apertura di McDonald’s a New Delhi. Dal momento che il vegan trendy ha il tuo indirizzo email, le petizioni ti arrivano in quadruplice copia, quella normale, quella del vegan trendy, quella che non si ricorda se te l’ha già mandata e quella che ti manda lo stesso perché forse ti sei dimenticata di firmare.
Nel weekend il vegan trendy è pieno di impegni: si prenota per tre cene e si presenta a una a cui non si era annunciato, una vera primadonna ma forse ha capito che dove si era annunciato non si presenterà nessuno.
Nel pomeriggio ha già fatto il giro del centro sfoggiando a meno due gradi, a unico beneficio delle settantenni in cincillà, la maglietta “Donna, se vuoi il pelo non depilarti“, sua ultima creazione. Non vede l’ora di raccontare a tutti, uno per uno, la faccia delle allampanate vecchiette, una a una. E lo fa in questo ordine, uno per uno e una a una. Quando il vegan trendy arriva a cena si forma il vuoto attorno al suo posto, ma abituato al vuoto pneumatico della sua testolina protetta da riccioli al gel di semi di lino, non ci fa caso e dà inizio al suo show. Tu fai volontariato in canile? Lui in un gattile, che è molto più difficile e meno compreso. Chi ha organizzato in questo locale? Lui ne conosce uno molto più vegan, più underground e anche un po’ nature-doom. Lui frequenta solo posti esclusivi fuori mano, che conosce solo lui, dove suonano sounds-of-nature e nature-jazz, stili che conosce solo lui perché frequenta i locali nature-doom fuori mano.

Quando organizza lui, ti ritrovi in seminterrati umidi che identifica come locali new age ricavati da grotte naturali – anche se sei in Pianura Padana-, in cui viene filodiffuso un lamento straziante che pensi essere l’agonia della mucca al macello e invece è il canto delle balene in amore. Entro i primi dieci minuti ti ritrovi seduta in posizione yogica su un materasso marocchino a sentire lui che decanta estatico le portate raffinate e vegan che stanno per arrivare, la sua lunga amicizia con il cuoco convertito vegan da poco e le sue mille conoscenze nel settore della ristorazione vegan. Per l’occasione indossa una maglietta con tutti gli animali della fattoria riuniti con il pugno alzato “Meglio lottare insieme che morire da soli“. Le sue nozioni storiche sono chiare come il locale nature-doom in cui in breve ti ritrovi a mangiare la plastica della confezione del tofu perché tanto non si vede niente, è tutto molto natural e la sera, come tutti sanno, è natural buio.

Il vero lato positivo del vegan trendy è che dura poco, come le farfalle, forse qualcosa di più. In capo a poche settimane approfitta della mamma che vuole che mangi almeno il latte con gli omega3, notizia tutti che il dottore della mutua gli ha fatto la predica e la sua salute è seriamente in pericolo, poi imbocca spavaldo e consapevolmente l’entrata di D&G per comprarsi i camperos neri in vitellino, quelli con gli strass.

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La maglietta dell’immagine sopra esiste, è in vendita qui [sito non più esistente]. La riedizione in chiave vegan degli slogan sopra è mia. Se non riconoscete gli slogan originali potete inviare una protesta alla vostra scuola elementare chiedendo il rimborso delle cedole librarie o uscire con un vegan trendy 😀

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19 Commenti

Nina Febbraio 18, 2008 - 12:32 pm

Troppo bello questo pezzo, ho riso fino alle lacrime!!! (e tutti in ufficio a guardarmi…che figure che mi fai fare!) Il locale nature-doom e gli slogan delle magliette sono totali!! 😀 Un abbraccio, Nina

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Vera Febbraio 18, 2008 - 2:41 pm

…oppure sentirsi consolati perchè se non si riconoscono gli slogan vuol dire che non si è vegan-trendy?!

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Ventu Febbraio 18, 2008 - 4:22 pm

Questo sito è da bannare.

Il Signor Rovagnati.

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Sauro Febbraio 18, 2008 - 9:31 pm

He he… Mi sa che un paio ne ho conosciuti anch’io…
🙂

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Jakoz Febbraio 19, 2008 - 10:15 pm

Tu conosci siffatti tipi e non li presenti agli amici? EGOISTA! 😀 Reclamo una cena con presenza di vegano trendy!!

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manuel Febbraio 20, 2008 - 12:25 am

^_^!forti gli slogan! erbaviola fai un salto sul mio blog e lasciami qualche commentino! bacetti!

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Erbaviola Febbraio 20, 2008 - 11:05 am

@Nina: 🙂 Sarà che ne conosci qualcuno… ? Mahh!

@Vera: mi sembri mooooolto lontana dall’essere vegan trendy! 😀 Oppure no? Devo aver paura? 😉 Gli slogan li ‘svelo’ di seguito!

@Ventu: vi chiederete perché non ho cancellato questo commento. questo è un mio vecchissimo amico cretinetto et onnivoro, ve lo presento: Ventu fai ciao con la zampa. E’ innocuo, affligge il mondo da più di trent’anni con battute che fanno ridere solo lui; averlo nella list icq/skype è come avere il telecomando bloccato su Camera Café 😀 Lo tengo solo perché non mi fa pagare il canone.

@Sauro: … solo un paio? Beato te! 😉

@Jakoz: me li tengo solo per me 😀

@Manuel: qualche commento così a caso? Occhio che potrei farlo… 😉
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GLI SLOGAN:

Lotta al sistema >> celebre motto anarchico

L’uovo è mio e me lo gestisco io >> “l’utero è mio e me lo gestisco io” Celebre slogan femminista, molto utilizzato nel 1971-72 nelle marce per il diritto all’aborto

Credere, obbedire e combattere >> famoso motto fascista

Tritati i tuoi lombi >> Citazione di una delle più agguerrite campagne anti-pelliccia del PeTA: Wear Your Own Damn Fur (io ho ancora la maglietta!)

Donna, se vuoi il pelo non depilarti >> Un celebre slogan animalista anni ’80

Meglio lottare insieme che morire da soli >> altro famoso motto fascista

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felis Febbraio 20, 2008 - 12:54 pm

Ti sei chiaramente ispirata ai miei ANNI D’ORO, è plagio … chi mi conosce(va) lo sa(peva bene). Voglio i diritti (ma non i doveri, essendo un vegan-trendy).

Ci vediamo tutti alla prossima cena, leggetevi Radical-Chic! 😀

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Kitiana Febbraio 20, 2008 - 5:58 pm

ho riso fino alle lacrime perchè è tutto così!! tranne una cosa: i vegan che conosco io stanno resistendo nella loro scelta da parecchio tempo! sarà la gioia di sentirsi buoni-bravi-generosi-in-questo-mondo-di-stronzi a mandarli avanti ^^

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Gormlaith Febbraio 21, 2008 - 1:47 pm

Complimentoni!! Io qualcuno l’ ho conosciuto, e devo dire che effettivamente se non fossi stata già vegetariana di mio, forse dopo quegli incontri, non avrei preso in considerazione l’ idea di diventare vegan. Ora purtroppo mi ritrovo a fare i conti con un’ altra categoria altrettanto insopportabile: l’ onnivoro convinto. Quello che nonostante tu te ne stia lì senza rompere le ballottas ( 🙂 ), lui non appena capisce che tu sei vegan, comincia con i suoi discorsi di tentata conversione all’ alimentazione corretta: la sua! Senza ovviamente tenere conto che essere vegan vuol dire anche altro…

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Yari Febbraio 22, 2008 - 10:51 pm

Ehi, anch’io storco il naso davanti al formaggio e al vasetto del ragù 😉

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equipaje Febbraio 27, 2008 - 1:10 pm

Son stramazzata dalle risate :DDD

Questo vegano trendy dev’ssere il figlio nemmeno tanto segreto di un qualche movimentista sessantottino poi passato a Studio Aperto, riconosco lo stile e la coerenza 😉

Ti ho scoperta solo ora, mo’ vado a leggerti integralmente… a presto!

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equipaje Febbraio 28, 2008 - 7:49 pm

Mi son permessa di ripostarti da me, con tutti i dovuti credits 🙂
I miei complimenti per la tua scrittura, a presto!

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Meristemi Marzo 3, 2008 - 6:25 pm

La dinamica mi ricorda molto da vicino quella degli appassionati di musica indie ora, alternativa prima, punk-wave prima ancora ed insomma, di qualunque nicchia culturale.

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erbaviola Marzo 7, 2008 - 8:34 am

@ felis: tu sei troppo anarco-trendy per ritenerti citato! 😀

@Kitiana: quelli che conosco io sono tutti molto convinti, questi qui invece, i trendy, sono farfalline che svolazzano sulla moda del momento.

@ Yari: sì ma tu spero per motivi più etici dello snobismo 😉

@ equipaje: grazie della citazione, sono onoratissima! davanti a certi signorini si può solo ridere 🙂

@ Meristemi: sì, più o meno tutti quelli del ‘sono molto alternativo’ che negli anni ottanta avrebbero messo al massimo l’orologio sul polsino. Hai colto perfettamente! (Ancora prima: underground!)

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shivers Agosto 1, 2008 - 11:36 am

infatti, non sopportando più i vegan trendy, mi sono autoridefinito antispecista razionale (adesione libera), ma forse è perché sono più trendy dei vegan trendy, con l’unica differenza che non mi sento migliore, ma tendenzialmente peggiore degli altri, onnivori inclusi ovviamente

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claudia Maggio 22, 2009 - 10:25 am

Ciao! Sono capitata qui per caso… Mi sono scompisciata (termine della mia zona d’origine) dalle risate per il ritrattino del vegan trendy, soprattutto perché in parte mi sono riconosciuta! Vegetariana dal 1985 e vegana da un mese (ammazza, direte voi, campacavallo :D, della serie aspetta che arrivo!), sono a momenti ancora nella fase del “devo dirlo a tutti, DEVONO sapere che essere vegetariani non basta, DEVO CONVERTIRE TUTTTIIIII!!!!”. Per fortuna che poi passa!
Grazie dell’umorismo
Claudia
P.s. Ho un’ottima ricetta di peperoni ripieni con riso e tofu, dove la posto???

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Erbaviola Maggio 22, 2009 - 11:11 am

@shivers: io invece continuo a pensare che la libertà di essere è fondamentale. Che cosa, dipende solo da noi 🙂 L’omologazione ai gruppi fa sempre un po’ miseria intellettuale…

@claudia: non preoccuparti, ci siamo passati tutti… ma anche tu, al contrario del vegan trendy, non tornerai a mangiare carne 😉 Per la ricetta, se hai anche le foto, manda a grace(chiocciola)erbaviola.com e la pubblico a tuo nome, se non hai le foto manda la ricetta che la provo, fotografo e pubblico a tuo nome 🙂

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SmartAlex Febbraio 2, 2010 - 8:41 pm

veramente divertente…me ne sono capitati diversi così….
mi è piaciuto tanto che mi sono permessa di condividere il link!

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