IN GIARDINO NON SI E’ MAI SOLI

da Grazia Cacciola

Paolo Pejrone, In giardino non si è mai soli. Diario di un giardiniere curioso. Universale Economica Feltrinelli, 2005
Questo libro mi ha incantata. Le prime 50 pagine le ho lette di fila e se non avessi dovuto lavorare sarei andata avanti fino alla fine.

Online ho trovato opinioni contrastanti, molti l’hanno trovato noioso e pedante, altri inutile.
Invece trovo che abbia un suo senso, che non è certo quello della guida-manuale al giardinaggio e neanche della pedante descrizione come ha detto qualcuno.

Certo se ci si aspetta un libro di avventure o il manuale del perfetto giardiniere non è questo il libro giusto.
Secondo me è un libro per chi il giardino o l’orto (di cui parla ampiamente) lo pratica già da tempo con un certo amore, per chi ama visitare i giardini e interessarsene. Però se non siete mai stati a Villa Taranto, o non avete mai scelto i semi dal catalogo Ingegnoli, o spargete ovunque lumachicida, fitofarmaci e acaricidi, non è il libro adatto a voi.

Ma se vi siete fermati incantati davanti a un piccolo giardino del Sussex o in vacanza avete raccolto un ramo di edera particolarmente bella per trapiantarlo nel vostro, o vi è saltato all’occhio che gli ulivi nel parco della villa di Napoli non c’entrano niente… ecco, allora è il libro giusto. Ci si riconosce e si fanno nuove scoperte, molto distanti dalle riviste patinate di giardinaggio che consigliano di piazzare camelie e bambù ovunque, irrorandoli costantemente di tutti i fitofarmaci degli sponsor 😉

Alcune parti sono divertenti, quasi ilari e come il resto del libro… utili.
Cani e giardini non vanno d’accordo. […] Quando sono giovani, i cani pensano che il servizio più gentile e utile sia scavare buche d’ispezione, cacciare talpe e topi e ridurre il giardino a una serie di piccole e grandi fosse aperte. Dove in autunno avevo piantato gruppi di bucaneve (per fortuna non rari!) verso la fine dell’inverno sono apparsi crateri e crateri. I bulbi dei bucaneve avranno odori (e profumi!) simili a quelli dei topi e delle talpe? […]I vasi con le viole del pensiero, appoggiati come tutti gli anni sulle scale del mio studio, sono completamente scotennati. La caccia alla viola deve dare veramente grandi soddisfazioni. Pazienza. […] Da adulti invece s’instaurano tutta una serie di rapporti di mutuo rispetto, mutua robustezza e mutua quiete: grandi dormite, brevi passeggiate, un acquisito e corretto confronto e una conoscenza profonda del “territorio”. […]
Come fare un giardino a prova di cane? Tanto prato, tante arbusti forti, un piccolo e basso bacino d’acqua. Le siepi di bosso hanno (come le talpe!) un profumo attraente. Quindi, o tantissime piante di bosso o nessuna. Tiziana fa convivere nel suo giardino quattro cani e un prato. Con successo: ha appoggiato una rete elettrosaldata a maglie strette su tutta la superficie e ha seminato il prato. I cani non fanno più buche e non grattano più, dopo aver fatto i loro doveri: il prato è fitto e in buono stato.
La felicità di un posto non è solo il frutto di equilibri difficili ma può essere il risultato di un po’ di ingegnosità e di inventiva.
” (pag. 146-147)

Lo stile è quello che mi ha colpita di più. Forse sono io che ormai sono annoiata dallo stile asciutto e tecnico di certi libri (la maggioranza) che quando leggo un buon italiano, stilisticamente apprezzabile, ci vedo quasi un novello Calvino. D’altra parte ormai è così difficile trovare un libro ben scritto, di qualsiasi cosa parli. Questo è una piccola perla.

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6 Commenti

Consy Aprile 27, 2007 - 3:08 pm

Me lo metto subito nel carrello di iBS 🙂
Senti ma racconta anche come fare un giardino + orto a prova di SEI gatti? 🙂

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grace Aprile 28, 2007 - 6:58 am

No… ha solo due cani. Ma per i gatti basta che pianti dell’aglio vicino alle piante che non vuoi che tocchino e una volta a settimana spargi anche dei pezzetti di aglio sminuzzati, non si avvicinano 🙂

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Marta Aprile 28, 2007 - 10:07 am

Ciao,io che adoro fare il giardino devo prenderlo assolutamente allora. 🙂

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La vicina Aprile 29, 2007 - 2:10 am

L’ho regalato a mia mamma quando è uscito e l’ha apprezzato moltissimo, lei che, a differenza della sottoscritta, ha il pollice verde, ereditato da mia nonna. Quando c’era lei, casa nostra era una sorta di pronto soccorso per le piante altrui che godevano di poca salute… mia nonna le salvava sempre tutte.

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grace Aprile 29, 2007 - 2:00 pm

ma dai Barbara, non ci credo che con la tua intelligenza non riesci a far crescere due piante! E poi pensa come si divertirebbe Anita a spaciugare con semi terra e germogli, ai bambini piace da matti 😉

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Erbaviola.com » I GIARDINI VERI E I GIARDINI FAST FOOD Maggio 30, 2007 - 6:03 pm

[…] Tempo fa ho avuto un felice incontro con un libro di Paolo Pejrone, In giardino non si è mai soli. Diario di un giardiniere curioso. Io curiosa lo sono e ho anche un compagno che a dispetto dell’apparenza burbera e antipatica è molto carino e mi ha procurato subito anche il secondo volume di Pejrone, Il vero giardiniere non si arrende. Cronache di ordinaria pazienza. E io di pazienza devo tirarmene fuori parecchia perchè il giardino è proprio il deserto dei Tartari. L’orto va, ma il giardino è un brutto abbozzo di un cimitero di piante, vuoi per il terreno pessimo, vuoi per l’uso scriteriato che ne è stato fatto per 40 anni (monocoltura a vigneto! non c’è di peggio!), vuoi per il fatto che io mi scoraggio dopo un po’. E me ne torno nel mio orticello rigoglioso e lussureggiante. Un po’ di coraggio però alla fine l’ho trovato in questo libro. Primo perchè dopo aver letto che anche Pejrone non sopporta le maledettissime conifere, volevo correre ad abbracciarlo. Non ho mai sentito nessun giardiniere, tantomeno un architetto di giardini, dire apertamente che non sopporta qualche pianta, se non per fare il modaiolo e mettersi in posa. Le conifere poi, le infilano ovunque! Le conifere al di sotto delle Alpi invece a me sanno di cimitero. In alcuni posti deturpano orrendamente il paesaggio. Ho visto bellissime ville liguri rovinate da filari di cipressi. Ma perché ?! Dov’è il senso paesaggistico di un cipresso in Liguria? E’ come un’aiuola di stelle alpine a Messina! Non ultimo, io ho ormai un odio viscerale verso le maledettissime tuje e questa moda balorda di mettere tuje dappertutto. E io come un’oca che il primo anno di giardinaggio, seguendo le mode delle riviste patinate di giardinaggio, ho comprato ben 18 tuje per fare una recinzione. Tutte morte, bruciate sotto il sole battente della Pianura Padana, in una terra umida di risaie e abbastanza esposta da coltivare grano, farro e mais. […]

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