
La torta fritta o “il gnocco fritto”, come dicono i modenesi, mi mancava. Inaccessibile ai vegani per due motivi: primo perché secondo tradizione deve essere cotto nello strutto e impastato con strutto. Secondo perché lo si trova nelle trattorie e ristoranti emiliani dove i veg possono al massimo concedersi le verdure in pastella 🙁 . La torta fritta, come si chiama invece dalle parti di Parma, mi ricorda le gite a Fidenza con mia nonna, con l’immancabile pranzo alla Buca di Zibello o alla Parola, in frazione Parola di Fidenza, un ristorante che ha chiuso con sommo dispiacere di tutti. In realtà è passato di gestione più di 10 anni fa, non mantenendo nulla della precedente, purtroppo, e da allora si andava solo alla Buca o a “I tri siochett” di Parma (Strada Farnese, 74/a, Parma) anche se le preferenze di tutti andavano sempre alla Buca. Non prendeteli come consigli, sono almeno quattro anni che non vado, ma se alla Buca c’è ancora la signora Miriam, quattro generazioni di chef parmensi, è da mettere tra le 50 cose da provare nella vita 🙂 (consiglio ovviamente solo per gli amoici onnivori). E’ anche da prenotare con anticipo, scordatevi di andare alla cieca, il nome ‘Trattoria’ può indurre in errore. Penso fosse una trattoria solo agli inizi del secolo scorso, ai tempi di Giovanni Guareschi che lì era di casa come Giovannino.
A Milano ci sono anche due trattorie “Lo gnocco fritto”. Chiedo venia per l’impietoso giudizio ma… non lo sanno proprio fare! E’ una roba molto distante dal vero gnocco fritto emiliano, forse usano una pasta congelata o vai a sapere… il fatto di servirlo poi anche come dolce insieme alla Nutella è pura eresia.
A Modena e Piacenza lo gnocco fritto si mangia a tavola, al posto del pane. Nel parmense si mangia come fuoripasto, per aperitivo o al massimo per accompagnare le immancabili scaglie di grana che chiudono i secondi (‘grana’ che vuol dire parmigiano reggiano da quelle parti).
La mia interpretazione vegan: senza strutto, con olio e forma rotonda, come si usano per la torta fritta d’aperitivo. Si possono riempire come fantasia comanda, con paté veg, affettati veg ecc. Io lo preferisco al naturale e ultimamente ci facciamo delle grosse scorpacciate, senza contare che quando mi dimentico di fare il pane…. è un ottimo e veloce sostituto 🙂
Tipologia: onnivori, vegetariani, vegani
Ingredienti:
250 gr di semola di grano duro da agricoltura biologica
20 gr di lievito di birra
100 ml di acqua
sale
olio extravergine di oliva da agricoltura biologica
olio di semi da agricoltura biologica
Impastare la farina con 2-3 cucchiai di olio, il lievito sciolto in circa g 100 di acqua tiepida, un pizzichino di sale. Lavorare il tutto fino ad ottenere una pasta omogenea ed elastica. Farla riposare in luogo fresco ed asciutto per circa un’ora, coperta solo con un canovaccio. Stenderla con il mattarello e ricavarne dei rombi regolari oppure dei cerchi (io li ho fatti con un bicchiere). Friggere in abbondante olio bollente e scolarli su carta assorbente. Li ho fritti nella friggitrice, così sono rimasti più leggeri e tutto è stato più veloce. Se usate la friggitrice, la forma a cerchio è meglio di quella a rombi … e a me piace di più anche perché si forma un bel rigonfiamento al centro, da vero gnocco fritto.
Prima della frittura è così:
4 Commenti
che bello vedere la ricetta vegan del “chisolino”! ebbene si, a fiorenzuola, in provincia di piacenza, si chiama cosi!ed io da brava fiorenzuolana lo ADOROOO!!
=D
lo proverò con moltissimo piacere!
io invece da vera sassolese lo preferisco nella sua ricetta e forma originale
eheheh
cmq complimenti… lo proverò
COMPLIMENTONI PER LA RICETTA DEL GNOCCO FRITTO,
GNAM, GNAM CHE SCORPACCIATA,
PROVATELO CON LO ZUCCHERO, DA GOLOSONI
ciao è possibile sostituire in questa ricetta la farina, con quella di kamut di farro o integrale??? Se è si mi dite le proporzioni??? e poi qualcuno ha mai provato a fare gli gnocchi al forno e non fritti??