Le scuole inglesi e il fai-da-te Made in Italy

da Grazia Cacciola
 

 

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Venerdì il governo britannico ha annunciato la nuova politica ambientale nelle scuole. I nostri giornali (qualcuno) riportano la notizia al massimo tra le curiosità evidenziando solo che nelle scuole britanniche verrà mostrato il film di Al Gore, “An Inconvenient Truth”. D’altra parte la stampa italiana si sa com’è… a proposito, siamo scesi ancora nella classifica della libertà di stampa: L’ITALIA E’ L’UNICO PAESE DELL’UNIONE EUROPEA SEGNALATO COME PARTLY FREE, l’unico cioè in cui la libertà di stampa è parziale, il che vuol dire che almeno per il 50% non c’è. Io aggiungo che il 50% della colpa è di una massa di giornalisti prezzolati e neanche troppo, frutto di signorie e raccomandazioni degne del medioevo, che attualmente verrebbero scartati persino dai giornali di stato del Marocco (non a caso cito il Marocco, dove almeno un giornale apolitico e completamente libero c’è, Le journal Hebdomadaire).
Comunque, tralasciando le solite notizie manipolate che ci propina la stampa italiana, il programma scolastico britannico dava già molto spazio all’ambientalismo e all’ecologia. Parliamo di scuole, tra l’altro, dove esiste anche il menu vegano e dove si parla di ecologia e vegetarismo dagli anni 80. Da quest’anno mostreranno anche il film di Al Gore sui disastri ambientali. Ma francamente non mi sembra la cosa principale, se non per dimostrare che la loro politica è politica vera: Al Gore contesta Blair, ma il suo film nelle scuole passa. Noi stiamo ancora a fare i Darwin Days e parlare di creazionismo nelle scuole… nel 2007! (Segnalo a tal proposito, soprattutto per chi ha figli in età scolare, l’ottimo blog A scuola di bugie [Sito non più attivo] – Come una mente didattica vede una didattica che mente)
La cosa principale è invece che all’interno del programma inizieranno a formare i bambini perchè parlino ai grandi. Questo è rivoluzionario davvero. Perchè finora era solo una conseguenza diretta del parlare di ambientalismo ai bambini, ma ora lo si fa volutamente perchè siano loro a imporre in casa un consumo critico e maggiore sensibilità verso tutte le possibilità di abbassamento dell’inquinamento prodotto individualmente.
E in Italia? Ho chiesto a un’amica che insegna alle elementari. Vige il fai-da-te. Se la maestra sogna il suv e il villaggio turistico con menu Italian Style in Kenya, non se ne fa nulla. Se la maestra passa il tempo a correre da casa al lavoro su una panda scassata e fa la spesa al Carrefur propinando merendine Nestlé ai figli, non se ne fa nulla. Se la maestra è interessata alle politiche ambientali, può parlarne in classe, ma attenzione: senza esagerare. Perchè potrebbe trovarsi, come l’amica in questione, con il padre pellicciaio dell’alunno che pianta un casino perché lei ha osato sensibilizzare i bambini verso lo sterminio e i maltrattamenti ai visoni.

Vorrei aggiungere in calce un ringraziamento di cuore alla mia maestra delle elementari: nel 1982 ci fece seguire un corso di educazione ambientale ideato da lei, che venne poi esteso a tutta la scuola. Alla fine ci fece dare dall’allora sindaco di Milano il diploma di Protettore del Verde, con tanto di cerimonia ufficiale. Il sindaco era Tognoli, non sapeva neanche di cosa parlavamo ma fu molto ufficiale e noi ci sentimmo degli importanti pionieri. Mi è tornato in mente questa mattina: questo è stato il primo diploma della mia vita… il buongiorno si vede dal mattino insomma 🙂 Chissà cosa fa ora il sindaco di Milano signora Moratti, della famiglia di petrolieri Moratti, per l’educazione ambientale nelle scuole…. dopo aver caldeggiato il creazionismo quando era ministro della pubblica istruzione!

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4 Commenti

paoloveg Febbraio 5, 2007 - 1:47 pm

Io ho seri dubbi sul fatto che dei bambini inglesi tendenti all’obesità e riempiti di snack recepiscano così tanto da influenzare i genitori. Non si sa mai… ma secondo me è un tantino ottimistico.
Vi segnalo che da tanto tempo anche in Italia vegetariani.it raccoglie le firme per dare un’alternativa di pranzo in mensa ai bambini vegetariani. Finora non è prevista. Si può aderire qui:
Più siamo, più possibilità ci sono di farsi ascoltare.

Reply
Emanuele Febbraio 5, 2007 - 1:33 pm

Ecchetelodicoaffare… Questo pezzo è stupendo…e anche tanti complimenti per il tuo blog!!!

lele
………………………………
don’t get mad, go veg!

Reply
Rosy Febbraio 5, 2007 - 1:35 pm

QUOTO, QUOTISSIMO! 😀

Reply
grace Febbraio 6, 2007 - 7:58 am

@lele : ma grazie!!!

@paoloveg : il dubbio era venuto anche a me. Ho vissuto un po’ in inghilterra e non era raro veder uscire i ragazzini da scuola e comprare delle cose mostruose come razioni formato famiglia di fish and chips (patatine fritte e bastoncini di pesce fritto) mangiandole intanto che andavano a casa. Però ultimamente vedevo atteggiamenti diversi, mi ero accorta anche di parecchi supermercati tipo Sainsbury che avevano banchi frigo enormi con solo prodotti veg, o intere corsie di frutta bio… contando che l’ultima volta sono andata nel 2002…

Petizione già firmata tempo fa ma grazie lo stesso! Serve sempre una rinfrescata di memoria 😉

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