Rubens è un fiorentino in cerca di compagni per una scelta di vita verso cui nutro una stima altissima. Sta fondando un ecovillaggio, ovvero, come li ha acutamente definiti Mimmo Tringale, “un cantiere per un mondo migliore“.
Proprio dal saggio di Mimmo Tringale “Ecovillaggi: cantieri per un mondo migliore”(*) prendo la definizione di ecovillaggio perché è la migliore che ho letto finora.
Il termine ecovillaggio è un neologismo mutuato dall’anglosassone “eco-village”, coniato per la prima volta da Robert e Diane Gilman che per primi utilizzarono tale termine nel volume Ecovillages and Susteinable Communities (The Gaia Trust, 1991). Qualche anno più tardi fu fondato il Global Ecovillages Network (GEN), una rete internazionale, cui aderiscono ecovillaggi presenti in tutti i continenti, e nel 1995, con il primo meeting ospitato nella storia della comunità di Findhorn, in Scozia, il movimento degli ecovillaggi ricevette il suo battesimo ufficiale. La traduzione letterale del termine inglese non fa giustizia del significato più profondo del termine che forse sarebbe corretto tradurre con “comunità internazionale ecosostenibile”, questo perché quando si parla di ecovillaggio si intende una comunità caratterizzata da due elementi fondamentali: intenzionalità e ecosostenibilità.
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Ma un ecovillaggio è qualcosa di più della semplice condivisione di uno spazio e di qualche elettrodomestico, si tratta di condividere una visione e sperimentare concretamente nel quotidiano uno stile di vita in armonia con la natura basato sui valori di solidarietà, partecipazione, ecosostenibilità e sobrietà. Provate a immaginare 18 adulti di età e professionalità diverse: insegnanti, agronomi, ingegneri informatici, agricoltori, baristi, muratori che versano in una cassa comune i propri stipendi e poi una volta prelevato una “paga uguale per tutti” di 150 euro, utilizzano tutte le risorse per le spese comuni (spese mediche, educazione dei bambini, trasporto, spese energetiche, cibo, abitazioni ecc.). Un’utopia? Eppure è quanto avviene nella Comune di Bagnaia, nei pressi di Siena.(*) Mimmo Tringale, Ecovillaggi: cantieri per un mondo migliore, in “Terra. In campagna un’altra vita è possibile.” di Sabina Calogero, Terre di Mezzo, 2005, pag. 138-144
Ecco di seguito il progetto di Rubens, chi vuole aderire o avere maggiori informazioni può contattarlo direttamente a questo indirizzo email: rubens.gardelli@yahoo.it .
A alcuni sembrerà un progetto troppo ambizioso e irrealizzabile ma vorrei segnalare a tal proposito alcune comunità già esistenti, strutturate in modo simile:
Il popolo degli Elfi – Montevettolini – Pistoia (150 persone, 15 nuclei abitativi)
Ecovillaggio Basilico (segreteria) Via dell’Agnolo 64 – Firenze – con nuovo insediamento in formazione in Puglia
Podere Mogliazze – Loc. Mogliazze – 29022 Bobbio (PC) – dagli anni ’70, una delle più antiche in Italia
E tante altre, con principi diversi, più collegate o meno con la civiltà consumistica: www.mappaecovillaggi.it
********* IL PROGETTO DI RUBENS *********
Sto realizzando un progetto per la FONDAZIONE DI UN ECOVILLAGGIO (ecocomunità) in Italia che diventi un’esempio concreto di vita sana, felice e serena alternativo ai modelli della società “moderna”.
CERCO PERSONE che vogliano partecipare attivamente e che condividano ogni singolo punto dei principi di base, al fine di formare un GRUPPO DI LAVORO per realizzare il progetto.
PRINCIPI BASE
1. Alimentazione dei partecipanti di tipo vegan crudista e fruttarista
2. No agli animali domestici o allevati, sì agli animali liberi e selvatici
3. Visione olistica della vita, forte attenzione al benessere fisico-psichico e alla spiritualità
4. Metodi di coltivazione naturali (Fukuoka e permacultura)
5. Partecipanti non religiosi e apolitici
6. Impatto ecologico zero, nel vero senso della parola
7. Organizzazione sociale di tipo tribale a cerchio (vedi nativi americani)
8. Tutela e difesa del territorio contribuendo al ritorno dei regimi selvatici naturali
OBIETTIVI FINALI
1. Autonomia e autosufficenza totale dal mondo esterno, nessun tipo di compromesso dei nostri ideali
2. Assenza di alcuna forma di danaro, avremo le risorse necessarie per il sostentamento e la felicità solo ed esclusivamente dalla nostra terra.
3. Tutti gli oggetti dai più piccoli ai più grandi, medicine, utensili, indumenti, case e materie prime saranno ottenuti solo dal nostro terreno
4. Libertà vera e reale e serenità interiore di ogni singolo partecipante
Chi vuole aderire o avere maggiori informazioni può contattare Rubens direttamente a questo indirizzo email: rubens.gardelli@yahoo.it .
6 Commenti
Anche voi potete venire a pranzo una domenica, menù ad hoc per voi (vedrò di ingegnarmi!). Casa nostra è finita, ma tanto traslochiamo lo stesso fra un paio d’anni: questa è troppo grande. Cmq, se venite ci fate piacere!
Devo dire che il tuo commento su questo post mi aveva un attimo sconcertata… sono corsa a vedere cosa avevi scritto… iniziavo a temere di doverti venire a trovare su una montagna con due ore di cammino in salita e pranzo a base di crudité !
Quella della casa troppo grande me la dovrai spiegare… una casa non è mai troppo grande! Comunque molto volentieri! sentiamoci su icq se lo usi ancora 😉
qualcuno sa come posso contattare Ruben? Alla mail non risponde… sono interessata al progetto dell’ecovillaggio, condivido i tutti i principi e gli obiettivi. Perfavore fatemi sapere se sapete qualcosa!!! xxxxx@yahoo.it
Ciao, vorrei sapere se, a distanza di anni, questo bellissimo progetto è stato realizzato.
Ciao Morea, purtroppo no. Ci sono state alcune riunioni di fattibilità con alcune persone che erano interessate a partecipare, poi tutto si è risolto in nulla. In Italia mettersi d’accordo sembra essere una cosa molto complicata. Ho sentito l’ultima volta Ruben mentre viveva in una comunità all’interno di una riserva in California, probabilmente è ancora là.
Ciao anche io sto cercando persone interessate realmente e concretamente a un progetto similare. Se qualcuno/a è interessata mi contatti per email o per whatsapp al 00393296170865